Prendere contatto con Jean Liatti non è la cosa più facile di questo mondo. Non perché il personaggio non sia disponibile (tutt'altro) ma proprio per questioni tecniche: non ha cellulare, non risponde che raramente alle e-mail e passa molta parte del suo tempo sulla sua bici da corsa. Logico quindi che la curiosità prima di incontrarlo a Retromobile fosse molta, anche perché la fama dei suoi montaggi in questi anni è andata molto lontano. Arriva allo stand di Minidelta con una borsa nera, dopo i saluti inizia a parlare ed è un fiume in piena. Una volta AutoModélisme si era occupato di lui e della sua produzione, quell'articolo non l'ho presente e non ricordo se avessero scritto qualcosa di ciò che oggi mi ha raccontato. E' stato uno dei collaboratori della prima ora di Ruf. Ha iniziato giovanissimo, si ricorda di quando facevano le prove di stampa, di quando, ancora prima che nascesse la BAM a Parigi, si ritrovavano a parlare di modelli in una specie di club modellistico. Uno come Viranet ancora non era neanche arrivato. John Day era un pioniere, tutti cercavano di montare al meglio i suoi modelli. Era iniziata l'epoca delle produzioni artigianali, più o meno piccole. Liatti sviluppò alcune collaborazioni con piloti come Lafosse o Guy Edwards per riprodurre le loro Lola Sport. Intanto Ruf aveva iniziato a produrre le Carrera Turbo. "Ma quando un giorno vide la Ferrari 312 T di Conti gli venne voglia di mettersi a fare delle Formula 1.
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"Per questi due kit AMR ci vediamo a Retromobile 2013". Cos'avrà voluto dire? |
Gli piaceva la fusione di quel modello, ricordo che lo guardava e riguardava. Gli pareva un bel metallo, avrebbe voluto fare qualcosa di simile". Il progetto delle F.1 lo iniziò proprio Liatti per Ruf ma la cosa non andò in porto. Andò invece a buon fine qualche anno più tardi con Viranet. Per Liatti vennero gli anni negli Stati Uniti, della sua collaborazione con Grelley, poi i kit in resina, la nascita della GTO a partire dal modello Solido. "Ancora oggi mi rendo conto di come lavorassero alla Solido e mi dico che è raro trovare in giro delle basi giuste come quelle. Tornano tante cose: le misure essenziali sono sempre corrette". Nestor è uno che lavora alla Magnette. E' una specie di segno del minimalismo che caratterizza i montaggi di alcuni francesi, tra i quali si potrebbe mettere anche Patrick Badot. Passano le mezzore, passano le ore al bar Paul all'interno di uno dei padiglioni. Il discorso cade sui kit AMR, sull'esigenza di un assetto corretto prima di tutto, e poi la prototipazione. "Io parto dall'interno, Ruf partiva dall'esterno. Sono due concetti diversi ma spesso mi ci ritrovo, nella sua concezione del lavoro". Un lavoro che non vuole compromessi. "La Ferrari 750 Monza l'ho rifatta da capo; la guardavo, la riguardavo e non trovavo soluzione per alcune stranezze che la facevano sembrare sbagliata. Poi facendo un altro modello ho scoperto quasi per caso che la chiave era un piccolo particolare, ma ho voluto rifare tutto per darle davvero l'aspetto che avevo in mente". Molti i ricordi, anche i modelli particolarmente fortunati come la Maserati 450S, a partire dalla quale MPH fece una bellissima serie di montati con dettagli supplementari. Se la GTO '62 è un po' il simbolo della produzione di Nestor, altri modelli hanno confermato la sua bravura, come la Jaguar D-Type o la Ferrari 330 TR/LM Sperimentale (telaio 0808), venduta montata in 30 esemplari. Si trattava all'inizio di un accordo con BAM che avrebbe dovuto assorbire la metà della produzione. Poi BAM è stata ceduta e l'accordo è saltato. "Nestor" non ha avuto troppe difficoltà a piazzare i vari esemplari di questo bel modello, per di più in una versione accattivante (Bridgehampton Double-500, Pedro Rodriguez). Attualmente il numero dei montaggi è estremamente limitato. L'idea è quella di mettere un paio di pezzi al mese su e-bay. Il prossimo modello ad apparire sul sito di aste sarà probabilmente una GTO inedita (se si eccettua qualche esemplare Remember), in una versione rally o gara in salita (pilota: Annie Soisbault De Montaigu). Liatti non appare sorpreso che i suoi modelli raggiungano quotazioni elevatissime e c'è da star certi che questa GTO non sarà da meno. Passa il tempo e si fanno quasi le quattro. Liatti va a cercare qualche libro sulle gare americane, mentre allo stand Minidelta, Laugier, Badot e Boissou lo guardano passare mentre ci sono alcuni collezionisti giapponesi pieni di bagagli che cercano di parlare inglese. "Per i due AMR che ti devo montare ci vediamo a Retromobile 2013". Cos'avrà voluto dire?
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Rara avis. |
Vuol dire che hai più culo che anima a farti montare due AMR da Nestor!
RispondiEliminaIo i suoi kit me li sogno ancora di notte: andavano insieme senza bisogno di nesun aggiustamento, come solo ho trovato con gli Scala43 e qualche altra rara eccezione.
Grazie di questi reportage, grandissimo valore aggiunto al tuo blog!
Questo blog sta diventando qualcosa di veramente molto importante, bravo David e grazie!
RispondiEliminaSono io che ringrazio voi per la partecipazione a questo blog.
RispondiEliminaPer Carlo, in realtà vorrei iniziare una collaborazione con Nestor perché i suoi montaggi mi piacciono veramente molto. Spero di pubblicare presto qualche foto della 330 TR/LM.
Sarebbe fantastico!
RispondiEliminaImmagino che ormai non venda più kit, esatto?
Fantastico Jean !! Anche in queste foto si evidenzia la sua principale caratteristica fisiognomica: gli occhi ... quando parli con Jean i suoi occhi guizzano su di te e sulle cose che ti circondano ... ricordo che non avevo mai visto una persona interagire come lui! Ricordo che, durante una borsa, non so dove un sacco di anni fa, parlava con un tizio e dopo qualche momento, stancatosi della conversazione, l'ha mollato lì e se ne è andato ... quando dopo ho parlato con lui gli chiesi: "ma come mai Jean hai mollato quel tizio?"... lui mi ha risposto: "quale tizio?" ... Ho avuto la fortuna di incontrarlo spesso anche se per pochi momenti ... lui era "distratto" e io andavo ai 2000 all'ora... ma era sempre incontri ... come dire? ... "costruttivi" ... ho sempre ammirato la sua filosofia di vita ... aveva il senso delle priorità e non erano quasi mai il lavoro ... insomma un hobo nell'animo con un grandissimo talento ... grande Jean ! e ancora grazie David ... con questo viaggio a Parigi ci stai facendo un sacco di bei regali...
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