31 marzo 2021

Vic Elford e la Porsche 911, tributo al Rally di Monte Carlo 1968 [a cura di Nicola Lettieri]

Tributo al Rally di Monte Carlo 1968: Vic Elford e la Porsche 911 [testo e foto a cura di Nicola Lettieri]

Il pilota inglese Vic Elford, per gli amici “Quick Vic”, è stato uno dei più poliedrici e versatili piloti di tutti i tempi, capace di correre e trionfare nelle più diverse categorie del Motor Sport.

Vic Elford
A conferma di ciò, è sufficiente prendere in considerazione il suo anno “magico”: il 1968.

La lunga serie di trionfi di “Quick Vic” iniziò il 25 gennaio con la vittoria al Rally di Monte Carlo in coppia con David Stone con la Porsche 911 T.

Seguì, il 4 febbraio, la vittoria alla 24 Ore di Daytona con la Porsche 907 Long Tail (#005) n.54 ufficiale insieme con Jochen Neerpasch, Rolf Stommelen, Jo Siffert ed Hans Herrmann.

Appena un mese dopo, il 23 marzo, ottenne con la Porsche 907 corta (#026) ufficiale insieme con Jochen Neerpasch il 2° posto alla 12h di Sebring.

24 Ore di Daytona 1968












Il 5 maggio vinse, sempre su Porsche 907 corta ufficiale (n.224) in coppia con Umberto Maglioli, la 52° Targa Florio, dopo aver recuperato nei confronti dell’Alfa Romeo 33/2 di Nanni Galli ed Ignazio Giuinti un ritardo di 18 minuti causato da una foratura.

Il 19 maggio, ancora una vittoria alla 1000 km del Nürburgring con la Porsche 908 (#008) ufficiale in coppia con Jo Siffert.

Rally Monte Carlo 1968
Purtroppo alla 24 Ore di Le Mans del 28 – 29 settembre, la sua Porsche 908 LH fu squalificata per alcune irregolarità commesse nella sostituzione di un alternatore, altrimenti “Quick Vic” avrebbe sicuramente messo la sua firma sull’ennesimo ottimo risultato, stante la superiorità in qualifica delle 908 LH rispetto alle Ford GT40.

Infine, al suo debutto in Formula Uno nel mese di luglio al Gran Premio di Francia, riuscì ad ottenere il 4° posto con una Cooper BRM scarsamente competitiva, dietro a piloti come Ickx, Surtees e Stewart.

12 Ore di Sebring 1968
Tralasciando per il momento la splendida vittoria di Vic Elford alla Targa Florio ’68, che conto di approfondire in futuro, vorrei soffermarmi sul Rally di Monte Carlo del 1968 e sulla prima vittoria in questa durissima e prestigiosa competizione per la Porsche con la 911 T.

Il “Monte 1968” fu una gara di svolta anche perché, dopo che nella prima metà degli anni sessanta si erano imposte piccole vetture come le Saab 96 e le Mini Cooper S anche grazie al sistema dei coefficienti prestazionali, in quell’anno vennero cancellati i tempi imposti a favore degli “scratch” nelle prove speciali. Da allora, quindi, l’auto più veloce e il pilota con il piede più pesante avrebbero vinto.

24 Ore di Le Mans 1968

1000km del Nuerburgring 1968
Da Stoccarda furono inviate in Francia due 911 T da 180 CV che sarebbero state guidate da Vic Elford e David Stone (la 911 T n.210) e dall’esperto Pauli Toivonen e Martti Tiukkanen (la gemella n.116) e che avrebbero dovuto vedersela con le agili e performanti Alpine Renault.

Quell’anno il clima era quasi primaverile e la neve era solo ai bordi delle strade: la squadra di assistenza dovette far arrivare in fretta gomme più performanti, senza chiodi né tasselli, per garantirsi la maggiore tenuta di strada possibile in quelle singolari condizioni.

L’Alpine-Renault di Gérard Larrousse alla partenza dell’ultima tappa aveva 14” di vantaggio su Elford, seguito da Toivonen, poi il colpo di scena: Elford vinse le prime due PS e nella terza - La Couillole – recuperò ben 51” al francese, braccato anche dalla seconda Porsche n.116 di Toivonen. Al secondo passaggio del Turini, complice un po’ di neve gettata sulla strada da alcuni spettatori improvvisatisi “spalatori”, l’Alpine di Larrousse con le gomme “racing” uscì di strada finendo contro un muro e la Porsche ottenne finalmente la prima vittoria e la prima doppietta al Monte Carlo della 911. Quell’anno, il favorito nella squadra Porsche era certamente il più esperto Toivonen ma, complice il bel tempo e le singolari condizioni della strada, fu Elford a vincere per le sue migliori doti di stradista rispetto al finlandese, più a suo agio sulla neve.

Incontro al Turini, giugno 2018
Nel mese di giugno del 2018, cinquant’anni dopo la vittoria al Monte della 911 T di Elford/Stone e quarant’anni dopo la vittoria del francese Jean-Pierre Nicolas in coppia con Vincent Laverne alla giuda della 911 Carrera RS 3.0 (l’ultima assoluta per Porsche), la Casa di Stoccarda organizzò un meeting con cinque ex piloti di rally alla tappa del Col de Turini del Rally di Monte Carlo alla giuda di cinque iconiche Porsche per celebrare le prime e ultime vittorie del marchio al Monte.

Monte Carlo, giugno 2018
Alla guida di una 911 S 2.0 Coupè, c’era Herbert Linge che aveva partecipato alla prima apparizione della 911 al Rally di Monte Carlo nel 1965, piazzandosi all'ottavo posto assoluto. Il francese Jacques Alméras, guidava una 911 3.0 Gruppo 4 del ’74 con la quale nello stesso anno era diventato campione francese della montagna nella classe "GT Special". René Rochebrun, che aveva corso come copilota di Jean-Jacques Santucci al Monte del 1978, giudava una 911 Carrera 2.7 RS bianca del 1972. Jean-Pierre Nicolas era ancora una volta al volante della 911 SC blu e oro del 1978 che aveva guidato durante l'ultima vittoria di Porsche al Rally di Monte Carlo ‘78. Ed infine, alla guida di una 911 (991-2) Carrera T del 2018, costruita per rendere omaggio alla 911 T che aveva guidato nel 1968, c’era Vic Elford.


La vettura, esemplare unico, presentava numerosi richiami alla vittoriosa 911 T del 1968, come ad esempio i fari supplementari, i paraspruzzi posteriori, strumenti da rally Halda sul tunnel centrale, sedili avvolgenti con finitura in tessuto di carbonio e gli anni "1968" (lato passeggero) e "2018" (lato conducente) ricamati sul poggiatesta e riportati sulla placca di identificazione all’esterno della vettura, naturalmente decorata con i numeri di gara “210”.



Terribilmente affascinato da questa vettura, da buon collezionista Porsche ed ammiratore di Vic Elford, qualche mese fa ho deciso di rivolgermi al mio amico Giuseppe di “JH Racing Models” per la realizzazione del modello in scala 1/43 da mettere in collezione, usando come base la rossa 991-2 Carrera T di Minichamps realizzata in serie limitata di 200 pezzi per il negozio tedesco Cartima.

Una fase dell'elaborazione

Giuseppe ha aggiunto i fari supplementari realizzando il supporto saldando tubi in ottone, inserito, autocostruendola, la strumentazione Halda sul tunnel centrale, realizzato i paraspruzzi con plasticard opportunamente sagomato e stampato le decals affidandosi ad un professionista esterno al quale ha fatto realizzare anche la cartolina da inserire come sfondo nella confezione. 


La strumentazione Halda
sul tunnel centrale
Montaggio dei fari supplementari

Il risultato finale ha pienamente soddisfatto le mie aspettative, meritando un posto di riguardo nella mia vetrina insieme alla sua illustre progenitrice.

Vecchio e nuovo...







30 marzo 2021

Annullata l'edizione estiva della Fiera di Norimberga, tutto rimandato al febbraio del 2022

Com'era abbastanza facile prevedere, anche la Fiera di Norimberga ha dovuto cedere di fronte all'incertezza causata dal Covid-19 e dagli interessi che ci girano attorno. Vi riportiamo il comunicato ufficiale in inglese dove gli organizzatori danno appuntamento a partecipanti e visitatori al febbraio 2022. Vogliamo scommettere che sarà annullata anche l'edizione del 2022, sostituita magari da una fantastica diretta streaming?

The first-ever Summer Edition of the world-renowned Spielwarenmesse in Nuremberg was to open its doors this July after being postponed in January. In its role as organiser, Spielwarenmesse eG had pulled out all the stops to provide the industry with a suitable networking platform this year. Following the unrelenting uncertainty surrounding the coronavirus pandemic both on a national and international level, it has been decided to cancel the event and to focus instead on Spielwarenmesse 2022. The resolution was passed at the supervisory board meeting on 25 March.

 

Commenting on this latest move, Ernst Kick, CEO Spielwarenmesse eG, stated: “Initially, we received excellent feedback about the Summer Edition from both exhibitors and visitors. In recent weeks, however, the disappointingly slow improvement in the pandemic has been fuelling uncertainty across the industry. Our top priority remains the health and safety of all our participants.” The lack of political perspective with regard to trade fairs has had a considerable impact on the ability of exhibition organisers to make firm plans and for international manufacturers and buyers to schedule and book their travel and accommodation. Despite the measures already set in motion, it would be impossible to stage the Spielwarenmesse Summer Edition successfully without having the all-important run-up to the fair clearly mapped out.

 

From now on, all energy will be channelled into the regular Spielwarenmesse which is scheduled to run from 2 to 6 February 2022 and will take place in conjunction with Spielwarenmesse Digital. For the first time ever, the organiser will be linking the indispensable experience of the live exhibition in Nuremberg with the virtual world, enhancing the participation of both suppliers and buyers whilst providing them with the best possible service. “We’re receiving such a positive response from across the board. The market players cannot wait to get together again in February. And we’re very much looking forward to welcoming everyone back to Nuremberg for the 72nd Spielwarenmesse,” Mr Kick concluded.

28 marzo 2021

Alle origini della Lancia Beta Montecarlo Gr5: Spark S2289, 6 Ore di Silverstone 1979

Spark ha già ampiamente scavato nella storia della Lancia Beta Montecarlo Gruppo 5, ma ora è la volta di una versione fondamentale, quella dell'esordio in gara della vettura, alla 6 Ore di Silverstone del 1979, con Riccardo Patrese e Walter Roehrl. Nel corso del 1979 la Beta Montecarlo Gruppo 5 fu sottoposta a una serie di costanti miglioramenti, con l'impiego di uno o due esemplari in varie prove del Mondiale Marche. Dopo Silverstone, la Beta si rivide in altre occasioni, con una livrea diversa (strisce rosse anziché bianche), sempre su carrozzeria nera opaca. Nel corso del 1979, le Beta Montecarlo furono oggetto di leggere modifiche gara per gara. A parte la combinazione coda corta-muso senza lama (Vallelunga, Pianta/Alen), le principali variazioni riguardarono lo specchio di poppa. 

A Silverstone fu utilizzata una sorta di parafiamma molto rudimentale (forse in alluminio) che Spark ha ben riprodotto con un fotoincisione. La provvisorietà della soluzione è comprovata dalla presenza di due "occhi" rettangolari che probabilmente dovevano ospitare le luci di stop e le frecce. Una delle aperture, al centro, fungeva da alloggiamento per il terminale di scarico. Successivamente, la parte posteriore venne aperta e i gruppi ottici furono sistemati in un primo tempo alla base della "U" rovesciata, per poi andare a occupare l'area superiore, che è poi la configurazione più nota. 

La Lancia di Silverstone non è del tutto inedita: in passato anche Best Model l'aveva riprodotta pur senza modificare alcunché del prototipo, cosa abituale (e inevitabile) nel settore dei diecast. 

Lo Spark testimonia l'utilizzo di una documentazione completa: ad esempio non sono stati tralasciati i due tondi gialli con i loghi dello sponsor locale The Rivet Supply co., applicati su ciascun lato del tetto. 



I dadi delle ruote sono rossi a destra e blu a sinistra, i vari ganci, gancetti e manettini sono replicati con scrupolo così come altri dettagli quali la protezione sul radiatore di sinistra e il rinforzo su quello di destra. Forse la scritta anteriore "Lancia Beta Montecarlo" avrebbe potuto essere più grande: nelle foto dell'originale il confronto può essere fatto facilmente con lo sticker Magneti Marelli, posizionato al centro della lama anteriore, che ci pare della giusta grandezza. Le cornici laterali sono riprodotte in fotoincisione, così come la calandra, della giusta forma (nel 1979 il bordo e lo sviluppo interno erano diversi rispetto a quelli dal 1980 in poi). 

I finti fari anteriori sono stati realizzati con una fotoincisione bidimensionale, con base opaca e filetto di contorno lucido: soluzione semplice e ingegnosa che rende bene la realtà. Presente il rollbar integrale (forse un po' spesso ma non si nota più di tanto), il sedile nel giusto color marrone chiaro con cinture - ahinoi in decal - rosse, un estintore non particolarmente raffinato e tutti gli accessori tipici della Beta gruppo 5, dalla particolare staffa del piantone del volante alla pannellatura in alluminio. Un modello ben fatto, con ruote e pneumatici realistici, una verniciatura perfetta e una posa decals esente da critiche. Sicuramente uno degli Spark da prendere in questo 2021. 






25 marzo 2021

Novità Madyero di marzo: Porsche 935 Vaillant-Kremer e 934 Tebernum-Loos

Madyero ha appena realizzato quattro nuove edizioni speciali, disponibili solo montate: la Porsche 935 Gr5 Vaillant-Kremer pilotata da Bob Wollek al Norisring (DRM) nell'aprile del 1978 e tre Porsche 934 Gr4 in livrea Tebernum-Loos nelle versioni Le Mans, Norisring e 300km del Nurburgring 1976. Come sempre, la realizzazione di questi modelli è particolarmente accurata, con cerchi torniti, cinture di sicurezza riportate e con particolari fotoincisi, rollbar completo e tutte le altre caratteristiche che contraddistinguono da anni le serie speciali montate di Madyero. Questi modelli stanno riscuotendo un interesse sempre crescente, da collezionisti che vogliano qualcosa di più particolare rispetto alle produzioni di massa dei resincast. I modelli sono disponibili a questo link: https://www.geminimodelcars.com/search?q=Madyero+factory





24 marzo 2021

La bolla speculativa dei Make-Up: alcuni esempi recenti

Nell'ambiente dei modelli le bolle speculative sono normali e ricorrenti come in qualsiasi altro settore. Anche fra gli speciali esistono mode, tendenze che spesso conoscono traiettorie abbastanza prevedibili. Si crea, a volte artificialmente, una domanda, un bisogno: le quotazioni salgono, se ne parla magari in certi gruppi, gli speculatori riescono a muoversi bene e poi a un certo punto entra il parco buoi. Le dinamiche sono molto simili a quelle della borsa. Una volta innescatasi la bolla, le ragioni che portano alla rincorsa parossistica possono essere le più varie: fascino stesso dell'oggetto ("ciò che è molto desiderato dagli altri è necessariamente buono"), desiderio di investire nell'illusione di un'illimitata ascesa dei prezzi, voglia di accaparrarsi uno status symbol, brama di visibilità sui social. 

Quotazione pazzesca per questa GTO
argento di Make-Up. 
Fra i produttori di speciali che di recente sono diventati l'oggetto di queste speculazioni vi sono i Make-Up. Make-Up è un marchio assolutamente serio e valido nel mondo dell'1:43 speciale, anche se certi modelli possono non convincere (la 330 P4 ad esempio, è completamente sbagliata, e non è questione di colpo d'occhio: in questo caso è sbagliata e basta). I Make-Up hanno seguito il loro percorso, una traiettoria piuttosto tranquilla, fatta di prezzi di vendita alti, giustificati dall'indubbia qualità di finitura e di montaggio, dalle presentazioni lussuose e da una reputazione solida, costruita in tanti anni di presenza sul mercato. Senonché, da qualche tempo, si è innescato un fenomeno simile a quello che si attivò una quindicina di anni fa con gli AMR e i Le Phoenix: sempre maggior richiesta, l'arrivo di collezionisti nuovi, magari molto facoltosi, insomma quello che in inglese si definisce un "hype". L'enorme popolarità di Facebook contribuisce oggi a moltiplicare certi fenomeni che anni fa si propagavano solo attraverso qualche sporadico forum, e sembrava già tanto. Si creano su Facebook delle pagine di "fanboy", di gruppi che parlano di un unico marchio, che agli occhi di qualche sprovveduto diventa una sorta di punto di riferimento assoluto. Gli speculatori, quelli di alto livello, gettano ulteriore benzina sul fuoco commissionando al produttore serie limitate di cinque, dieci, venti esemplari: l'esclusività dell' "high ticket", come avrebbe detto il Big Luca di Youtube. E oggi, rispetto ai tempi della bolla-AMR, è anche più facile visto che Make-Up è pienamente operativa, mentre Ruf era già morto.  

La versione rossa è meno ricercata
ma i risultati sono sempre alti. 
In misura minore è quello che accade con certi Spark, salvo il fatto che Spark una serie di venti modelli non te li fa. Un modello come la Ferrari 250 GTO 1962 di Make Up, altro pezzo oggettivamente mal riuscito, è il caso tipico della speculazione che in questi giorni sembra non conoscere battute di arresto. Accanto ci metterei anche le Porsche Singer, che i nuovi collezionisti sembrano gradire particolarmente. Una Porsche 911 Singer di Make-Up in serie limitata è oggi quello che nel 2005 era una 911 Yellow Bird di AMR: un oggetto di un desiderio sfrenato, capace di suscitare emozioni viscerali in barba a ogni più elementare razionalità. Fra coloro che stanno festeggiando, si riconoscono vecchie volpi che già all'epoca della febbre-AMR si erano date da fare. Questa non è una critica nei loro confronti. Penso che chiunque, se avesse per le mani un paio di GTO di Make Up, non si lascerebbe sfuggire l'occasione di metter su qualche migliaio di euro in pochi click. Piuttosto, alla base di tutto, vi è probabilmente solo l'incompetenza degli acquirenti. Il cinese di vent'anni (senza offesa) che ostenta l'acquisto di una GTO a 800 euro su Facebook ridicolizzando chi cerca di spiegargli che forse (forse...) non è quella la via più sana a costruirsi una propria collezione è l'indice che anche nel settore modellistico, ad una base stabile, che acquista in modo oculato e responsabile (consapevole) si contrappone un altro genere di clientela, molto più volatile e plebea nell'animo, che è quella che bisogna allevare se si vogliono fare soldi in modo rapido. Un mordi e fuggi fino alla prossima bolla. 

In margine a Spark: qualche nota sparsa (Chevron B16, Porsche 914/4, Renault 5 LS)

Tempo per fare recensioni approfondite delle ultime novità Spark non ce n'è. I lettori dovranno quindi accontentarsi di qualche nota abbastanza casuale, che la dice lunga però sulla vitalità del marchio. Dopo il capodanno cinese stanno arrivando a getto continuo i modelli annunciati fra l'estate e l'inverno 2020. Un'interessante integrazione è la Chevron B16 motorizzata Mazda di Le Mans 1970, che segue a breve tempo di distanza la vettura motorizzata BMW dello stesso anno. A questo punto lo schieramento Spark è per due terzi completo, mancando solo la macchina col Ford, quella verde inglese. Com'era accaduto con la Chevron-BMW, Spark ha apportato modifiche e affinamenti sulla Chevron-Mazda, che era uscita come Bizarre in una linea speciale consacrata all'attività sportiva Mazda. 

Sempre in tema di gare in pista, gli appassionati dell'IMSA non si saranno lasciati sfuggire la Porsche 914 di Wayne Baker, famosa per il suo colore giallo bus. Del resto il giallo era il colore caratteristico delle Porsche di Baker e non a caso la Porsche 934 (o quello che era) che vinse parecchio a sorpresa la 12 Ore di Sebring del 1983 era stata soprannominata "The big orange". Nota bene: in Florida le arance sono gialle, non arancioni. Un terzo modello degno di nota riprende la saga Rally Monte Carlo, che Spark segue fedelmente da anni. 



Si tratta di un concorrente minore, di quelli che piacciono molto a tutta una schiera di collezionisti fra cui anche il sottoscritto. 

La Renault 5LS (!) di Alain Follin e Pierre Bertrand, che partecipò all'edizione del 1975 colma una lacuna nella storia delle R5 da competizione, e speriamo davvero che prima o poi sia la volta buona per Spark di iniziare a mettere sotto qualche versione Coppa, dalle primissime configurazioni fino alle 5 Alpine Turbo. 

Rinviata al 2022 la Le Mans Classic. Ci sarà poi un'edizione speciale per il centenario nel 2023

Pubblichiamo il comunicato stampa diramato oggi da Peter Auto, organizzatore della Le Mans Classic. 

PRESS RELEASE
Wednesday March 24th 2021

SECOND PART OF THE 2021 PETER AUTO CALENDAR


Le Mans Classic postponed to 2022, but ...
                            a Le Mans Classic "Centenary" edition in 2023
                                             and a consolation prize on 3 & 4 July 2021 on the Bugatti circuit



Paris – Early July is tomorrow! It was therefore necessary to fix the calendar so as not to take anyone by surprise. Due to the more than capricious changes in the constraints applied to large-scale events, Peter Auto and the Automobile Club de l'Ouest were forced to postpone once again the tenth edition of Le Mans Classic to the first or second weekend of July 2022 (the date will be confirmed in September). Indeed, it is totally impossible to organize a miniature of the event which normally welcomes 200,000 spectators who, moreover, will have to participate seated: no more clubs, no more villages, no more activities… In summary, a Le Mans Classic which would not be anymore the celebration of the automobile it has become in twenty years and ten editions of existence. Unthinkable!

But being deprived for two editions of the retrospective of the biggest race in the world deserves an exceptional catch-up session. The centenary celebrations of the 24 Hours of Le Mans will therefore be an opportunity for Le Mans Classic to also take place in July 2023.

We will communicate at the latest on the 5th of July 2021 with all the relevant information regarding the ticket orders, for the spectators who already have their tickets but are unable to attend the rescheduled dates.

"The maximum figures of people imposed by the government do not allow us to maintain this event on the initial dates (July 1 to 4, 2021). Moreover, even if it has been considered, a closed session would not do justice to this. event and would considerably reduce the beautiful tribute to the great history of endurance. Le Mans Classic without public, without exhibitors and without clubs it is not Le Mans Classic. We will nevertheless meet again in August during the 24 Hours Le Mans with the presence of Endurance Racing Legends cars as the support race. Enthusiasts will have two successive years of Mans Classic since we will do another edition in 2023 which will be an opportunity to reinforce the tribute to the centenary of creation of the 24 Hours of Le Mans race."
Patrick Peter, Peter Auto

"Organizing Le Mans Classic behind closed doors would not make any sense. This event is made for the public, and the lack of visibility on the current situation generates this logical decision. This event loved by all enthusiasts will be held in 2022, before a return in 2023 for a centenary edition of the 24 Hours of Le Mans which promises to be exceptional. The Endurance Racing Legends, support race for the 24 Hours of Le Mans this year, will allow the automobile to be celebrated as it should be."

Pierre Fillon, President of the Automobile Club de l'Ouest

Historic Racing by Peter Auto a consolation prize, and not the least, for the pilots
To nevertheless continue keeping the passion alive around the magical name of Le Mans, the competitors will have the opportunity to ride the Bugatti circuit at a new meeting: Historic Racing by Peter Auto to be held on the week-end scheduled for Le Mans Classic, on July 3 & 4, 2021; bringing together all Series by Peter Auto's grids: Classic Endurance Racing I & II, Fifties 'Endurance, Sixties' Endurance, Heritage Touring Cup, 2.0L Cup, The Greatest's Trophy, Endurance Racing Legends and Group C.

20 marzo 2021

Rassegna stampa: Collectionneur & Chineur Hors-Série mars-avril-mai 2021, 75 ans de jouets Norev

Norev festeggia 75 anni anni! A sinistra, l'Hors
Série di Collectionneur & Chineur. Questa
settimana il gruppo LVA ha riservato un 
articolo celebrativo anche sulla Vie de l'auto. 
Nel 2021 Norev celebra i settantacinque anni di attività e la rivista Collectionneur & Chineur del gruppo La vie de l'Auto dedica al marchio lionese un bel fascicolo nella serie degli Hors-Série. Già cinque anni fa, in occasione del 70mo anniversario, Collectionneur & Chineur aveva pubblicato uno speciale consacrato alla storia di Norev. Ora la rivista torna sull'argomento con una bella edizione di 124 pagine riccamente illustrate e documentate, a cura di Jean-Pierre Hossann, collaboratore di lunga data, da sempre attratto dal mondo dell'auto e in particolare dei modelli Norev. Per soli € 7,90 (prezzo in Francia), il lettore ha a disposizione un abbondante materiale, in un quaderno che ripercorre cronologicamente la storia di Norev, dai tempi del dopoguerra col giovane e intraprendente Joseph Véron fino ai nostri giorni. Ben presto la Norev si sarebbe identificata con le auto in miniatura, ritagliandosi il proprio ruolo in una competizione che diveniva sempre più agguerrita. I Norev non furono mai i migliori modelli in assoluto, ma erano economici e spesso innovativi dal punto di vista tecnico. 

La pubblicazione di Collectionneur & Chineur è un'ottima fonte di informazioni anche inedite, presentando documenti che fino ad oggi erano rimasti sconosciuti. Si rievocano inoltre temi essenziali per comprendere la vita dell'azienda, come le scente produttive e le strategie pubblicitarie. L'evoluzione dei modelli è sempre ben contestualizzata, con frequenti riferimenti alla collaborazione tra Norev e i costruttori di auto (molto interessante, ad esempio, la riproduzione dei carteggi con la De Tomaso per la commercializzazione della Pantera in 1:43). 

Diverse pagine sono consacrate ai modelli mai usciti, e anche in questo caso l'autore non si limita a una semplice enumerazione ma cerca di fornire spiegazioni plausibili sui perché dell'abbandono di certi soggetti che a priori sarebbero stati interessanti, come la Ferrari 330 P4 o la 512S Pininfarina. Il tutto mentre la storia di Joseph Véron e della sua famiglia attraversa i decenni di boom , fino all'attuale gestione di Axel Fischer, amministratore delegato dal 1998. 

Simpatici anche i capitoli in cui si spiega come scegliere e come restaurare un Norev d'epoca, con preziosi consigli sullo smontaggio di plastiche... del tempo che fu. Plastiche, che col tempo si sono ben deformate in tanti casi - ma in altri i modelli hanno conservato le loro forme originarie senza fare una piega. A metà anni ottanta la metamorfosi: la produzione di modelli-giocattolo non resse alla crisi che già da qualche tempo attanagliava tutti i produttori del settore, e il marchio fondato da Véron dovette reinventare la propria collocazione sul mercato. 

Lo fece in modo tutto sommato originale, grazie alle idee di Marc Fischer, nipote acquisito di Joseph Véron che dal 1986 fece di Norev un marchio per collezionisti adulti. In attesa della nuova edizione del libro di Alain Vavro, previsto per l'estate, questo Hors-Série è senza dubbio un eccellente modo per ricordare l'attività di un marchio oggi più attivo che mai. Sarebbe stata forse anche l'occasione buona - ma in questa pubblicazione non è stato fatto - per rassicurare i collezionisti dei modelli attuali sul superamento dei problemi di tenuta della zamac che in tempi anche recenti hanno afflitto la produzione Norev. 

Parlarne, magari in un'intervista con lo stesso Axel Fischer, non avrebbe certo offuscato l'immagine del marchio (ormai le foto di alcuni modelli che si sono autodistrutti breve volgere di qualche stagione circolano liberamente in rete) ma anzi avrebbe dimostrato un'apprezzabile volontà di chiarezza e avrebbe probabilmente contribuito a recuperare una parte di clientela delusa di buttar via i propri soldi in modelli che si sgretolano come un biscotto secco. 

Già pronta la Porsche 911 (992) GT3 in scala 1:43 di Minichamps

La versione GT3 della Porsche 911 serie 992 è stata appena presentata e già Minichamps ha pronto il modello diecast in scala 1:43. Per il momento si tratta di un'edizione per i concessionari Porsche, in blu chiaro (codice WAP0201490M005) ma lo stampo è destinato ovviamente ad essere declinato come sempre in una serie infinita di varianti di colore, sia come promozionale sia come modello della gamma standard Minichamps. 



Le prossime novità di Marsh Models: Ford MkII Daytona 1967 e altro

John e Pam Simons (Marsh Models) hanno annunciato che sono disponibili i kit della Ford Mk.II della 24 ore di Daytona 1967 e della Chaparral-McLaren M12. Con una sola referenza (MM307K), grazie all'intelligente progettazione del master, sarà possibile realizzare una delle sei vetture iscritte alla gara, le tre di Holman & Moody e le tre di Shelby. L'altro kit (MM309K) riproduce l'auto pilotata da John Surtees a Bridgehampton nel 1969
. Prosegue anche il lavoro sulla Jaguar XJR5, i cui stampi saranno pronti prossimamente, mentre è quasi in dirittura di arrivo il master della Corvette GTP.