12 gennaio 2013

Ferrari 365 GT4BB Le Mans 1977 Ferrari Racing Collection


WIP
Ferrari 365 GT4BB Le Mans 1977
Ferrari Racing Collection 1/43
Testo e foto Umberto Cattani

L'ereditiera

Una bella immagine che ritrae la 365 ferma al box già nella sua veste definitiva. 
Dopo la gloriosa Ferrari Daytona preparata in Gr.4, si cercava un'erede degna di tal nome, in grado di rinverdirne i fasti. Non potendo contare su un appoggio ufficiale, chi se non Luigi Chinetti poteva impegnarsi nell'opera? Rimboccatosi le maniche, l'appassionato concessionario americano trovò nella 365 GT4 una base adatta allo sviluppo. Siamo nel 1975, il debutto avviene a Daytona per mano di Minter e Ballot-Lena ma la vettura nel corso delle prove non percorse più di un giro di pista. A Sebring, invece, la 365 chassis 18095 riesce finalmente a prendere il via, guidata, oltre che da Minter, anche dal canadese Wietzes. Pur avendo terminato la gara al sesto posto, non si trattò di una prestazione troppo brillante, la BMW vincitrice infatti era molto lontana. A Lime Rock un principio d'incendio determinò il ritiro. Per la 24 ore di Le Mans, si ricorse ad una carrozzeria più tradizionale ma la diatriba tra NART ed organizzatori portò all'abbandono del team di Chinetti con tutte le vetture iscritte alla gara. Il 1976 fu speso nello sviluppo e la 365 tornò a ruggire di nuovo a Le Mans nel 1977. 
Vista dall'alto, si nota come il bollo portanumero di coda avesse un diametro inferiore agli altri. La vettura è ritratta in occasione delle prove, come si nota da alcuni dettagli. 
Parafanghi allargati consentivano di montare gomme di dimensioni generose, sui fianchi due NACA portavano aria ai freni posteriori, diverso era anche lo sviluppo del cofano anteriore ed in coda fu montato uno spoiler. Guidata da Migault e Guittény, la BB ebbe un debutto incoraggiante, dopo un'ora e mezzo di gara era risalita fino al secondo posto assoluto. 
Qui invece la vettura è pronta per schierarsi al via. Specchietti neri, flap anteriori, scotch sui plexi dei fari. Ben evidente il rigonfiamento all'interno della zona che ospita i fari di sinistra, assente sul lato opposto. 
Purtroppo, prima una perdita d'olio seguita poi da noie alla frizione ed al cambio ne limitarono le prestazioni. Pur se perseguitata da queste noie meccaniche, la Ferrari vinse la classe IMSA terminando la gara al sedicesimo posto. Lo stesso equipaggio correrà l'anno seguente a Daytona ma con scarsi risultati. NART si fece quindi da parte, deluso dall'avventura, e toccò quindi ad Howard O'Flynn, banchiere a Wall Street e titolare del Team Grand Competition Cars, il cimento nell'avventura Le Mans. 
Una vista posteriore di tre quarti, non troppo nitida ma utile per scorgere alcuni preziosi dettagli. 
In luogo del motore originale fu montata una nuova unità proveniente da una 512. La vettura fu alleggerita grazie a nuovi cofani in alluminio, perdendo circa 70 kg. Affidata di nuovo a Migault ed a Guittény, la 18095 finì la gara sempre al sedicesimo posto, come l'anno precedente. La BB terminò la sua breve carriera l'8 Luglio dello stesso anno, a Watkins Glen. Un modesto ottavo posto finale concluse un percorso agonistico non troppo brillante.

L'assetto del modello è corretto, la 365 aveva una luce importante tra gomme ed arco dei passaruota, interpretata correttamente. 
Come realizzazione pressofusa in scala 1/43, se si eccettua la produzione artigianale -in primis il kit firmato da André Marie Ruf- il modello della 365 GT4 Le Mans 1977 proposto nella Ferrari Racing Collection costituisce una primizia assoluta. Le caratteristiche di base ed il relativo prezzo sono costanti, focalizziamo quindi le nostre attenzioni sull'aspetto e la fedeltà della riproduzione.
I due lati erano simmetrici come decorazione, eccezion fatta per il posizionamento del bollo portanumero posteriore, presente a destra. 
La prima cosa che si nota è lo spazio ridotto dell'alloggiamento dei fari anteriori, certamente il difetto più evidente e penalizzante. Discutibili anche lo spoiler di coda ed il taglio dei parafanghi posteriori ma in questo caso bisogna chiudere un occhio, infatti l'intervento sarebbe possibile da attuare solo trovando un set di decalcomanie di ricambio, dato che quasi tutta la decorazione è tampografata.
A nostro avviso questo è il difetto più importante del modello: la ridotta sezione dell'alloggiamento dei fari anteriori. 
Buona la riproduzione dei cerchi, l'assetto, condizionato dal disegno dei passaruota, appare fedele. Questa BB non poggiava le gomme sugli archi, la luce tra pneumatico e parafango era ben evidente. Fondamentalmente si tratta quindi di una base sana su cui poter lavorare, favoriti da un pianale ancorato alla scocca tramite viti e da una verniciatura di livello più che accettabile. La stessa decorazione è fedele, quindi gli ingredienti principali sono presenti, il resto è affidato al vostro talento.
Forse, vista di coda, la 365 appare un po' magra, l'interno degli scarichi va dipinto in nero opaco e gli stessi terminali erano trattenuti da una doppia treccia metallica.
A noi, quell'alloggiamento striminzito dei fari proprio non andava giù, che fare?
Il rischio maggiore, fresando la sede originale, è che l'attrezzo s'impunti sullo zama, terminando la sua corsa sconsiderata sulla carrozzeria, scheggiando la vernice.
In questi casi, bisogna far uso di attrezzature fresche, il lavoro sarà più spedito ed incisivo. Attenti però, perché ad una maggior forza lavorativa si associa il concreto pericolo di far ricami poco graditi. Per limitare ogni danno, abbiamo fasciato il muso con carta adesiva, delimitando la zona interessata ai lavori in corso. Non resta che affidarsi a Santa Fresa e pregare d'avere mano ferma ed allenata. Per fortuna è andata bene ma abbiamo sudato le proverbiali sei canottiere...
Le proporzioni sono accettabili, la linea ci sembra interpretata con buona fedeltà. Naturalmente non siamo ai massimi livelli ma il compromesso tra prezzo e qualità ci sta tutto. 
Naturalmente bisogna lavorare il nemico ai fianchi, con attenzione. Il piano orizzontale sarà livellato incollando in sede due fogli di acetato tagliato ad arte e poi dipinti in nero opaco. Ruf e tutta la serie di suoi clonatori avevano dimenticato un dettaglio originale: nel vano sinistro fu ricavato un rigonfiamento trapezoidale, assente a destra. Abbiamo creato questo particolare sagomando con lime e carta vetro un blocchetto di resina, poi incollato in sede. Per i fari, la produzione firmata Stefano Adami ci viene costantemente in aiuto. 
Siamo convinti che questo modello avrà un buon successo di vendite. Da parte vostra, servirà un minimo di lavoro supplementare prima di mettere in vetrina la 365 GT4 NART. 

Certo, in giro si trova di meglio, gli artigiani sono stati più coscienziosi, ma anche loro, qua e là, hanno fatto degli errori. E voi, con poco più di 12 euro, potrete accontentare la tasta e soddisfare le vostre pretese modellistiche. 

Un'immagine più circoscritta evidenzia il difetto principe, difficile davvero da digerire. 

Esternamente-gli interni richiedono sforzi più prolungati-abbiamo rimpiazzato il tergicristallo originale con un altro fotoinciso, e sempre in fotoincisione sono i tappi rifornimento, le clip di fissaggio del parabrezza, i fermacofano, lo staccabatteria ed i gommini elastici che serrano il cofano motore. In questo caso, il cestino con i viveri vi sarà di grande aiuto, ogni onesto tuner ne deve avere uno ben fornito, per ogni evenienza e per ogni appetito. Sui bolli portanumero abbiamo incollato, sovrapponendoli a quelli riprodotti a decalcomania, i faretti d'illuminazione, sempre ideati da Stefano Adami. 
Poco realistiche quelle griglie in coda, semplicemente dipinte. Per quanto riguarda le pieghe del bollo portanumero originale, nessun timore, tanto dovrete toglierlo...

Maschera di bellezza oppure lifting? Il trapano sta già scaldandosi, ansioso di scavare!

Qui e sotto: la mano ci ha aiutato, e con lei, Santa Fresa. Una lima e della carta vetrata ci aiuteranno invece nella finitura finale. Due pezzetti di acetato molto fine (sopra) saranno incollati sul piano orizzontale, per livellare la superficie, che andrà poi dipinta in nero opaco. 



Essendo i parafanghi anteriori passanti, abbiamo dipinto in nero satinato il doppio taglio verticale, per ingannare l'occhio. Solo un talento giapponese si metterebbe a fresarne l'apertura!  Avendo allargato il vano che ospita i fari, il logo rettangolare Total andava eliminato e sostituito da un altro più piccolo, a patto di trovare una decal adatta allo scopo. La fortuna ci ha assistito, quindi, con un cotton fioc imbevuto d'acetone, abbiamo cancellato la scritta d'origine senza particolari problemi. In coda i gruppi ottici, ivi compreso il faro rettangolare supplementare, sono stati dipinti prima in argento brillante quindi ripassati con smalti clear, in grado di donare maggiore realismo. 
Gl interni originali. Su quasi tutti i modelli di questa collezione si notano omissioni ed errori più o meno importanti. 

Gli interni facilmente scomponibili negli elementi principali: cruscotto, pianale e sedile. 

Il sedile in metallo bianco che andrà a sostituire l'originale in plastica. Il tergicristallo fotoinciso è già stato dipinto e attende che la vernice nera si asciughi. 
Primi lavori sugli interni: roll-bar centrale, rinforzo, serbatoio, leva del cambio e piastra poggiapiedi, oltre la pedaliera. 
Lavori ultimati: cinture di sicurezza, centraline, barra alleggerita, bracci inferiori del roll-bar. 


Inserito il cruscotto sul tunnel, il pianale è pronto ad essere riavvitato alla carrozzeria. Gli assali sono stati incollati, meglio inserire una marcia e non lasciare il cambio in folle...

La parte interna degli scarichi va dipinta in nero opaco, un filo di cotone nero riprodurrà fedelmente il doppio laccio originale di sostegno. L'unica decal ad acqua è costituta dal bollo portanumero posteriore, ed è un dettaglio che gioca a nostro favore perché va rimpiazzato con un altro di diametro inferiore. Dopo aver tolto facilmente l'originale, immergendo la scocca in acqua calda, abbiamo poi ritagliato i caratteri adagiandoli successivamente su un bollo più piccolo, inserito poi dove gli compete. Anche in questo caso, abbiamo incollato un faretto d'illuminazione accompagnato da un altro di forma cilindrica. La doppia griglia sul cofano motore, inserita dietro i cassoncini d'aspirazione, in origine solo dipinta, è stata vantaggiosamente arricchita da griglie fotoincise.
Un poco alla volta, il nostro modello sta prendendo forma. Abbiamo nel frattempo eliminato il numero di gara posteriore e le scritte Total anteriori. 

Sul cofano posteriore sono state incollate due griglie fotoincise che poi verniceremo in nero opaco. Il bollo portanumero è già in posizione. 


Le nuove sedi dei fari anteriori, ricoperte con plexi di protezione e bande argento di fissaggio. Si nota anche il tappo fotoinciso sul lato destro del cofano. 

Al posto dei rettangoli neri a decal, abbiamo incollato fari di illuminazione dei numeri firmati Adami. Saranno poi dipinti in nero opaco. 

Sul modello abbiamo passato una mano di cera protettiva, senza insistere troppo per non scolorire le tampografie d'origine. 
Come già accennato, gli interni richiedono qualche attenzione supplementare. Una foto presente sul libro di Prunet "Les Ferrari de route e de reve" ci permette di scoprire l'errore. La leva del cambio con relativa griglia fu spostata dalla sede originale al pavimento, la zona del selettore fu coperta da un rinforzo irrobustito da fasce di scotch adesivo. Questo rinforzo aveva il doppio scopo di chiudere lo spazio creatosi e di fungere in qualche modo da appoggio al braccio destro del pilota. L'ampio serbatoio del carburante, seppure di colore nero, non aveva alcuna rivettatura ma superficie liscia. Per creare rinforzo e serbatoio abbiamo fatto ricorso a cartoncini bristol di spessore molto fine, nei colori rispettivamente marrone e nero. Il condotto del carburante, così come la paratia antifiamma verticale, vanno dipinti in alluminio lucido. Abbiamo aggiunto, oltre una nuova leva del cambio, una piastra antiscivolo e la pedaliera fotoincisa. La vettura disponeva di un roll-bar a centina con rinforzi posteriori, il tutto ricavato da filo d'ottone poi dipinto in nero opaco.
Il modello è appena terminato, solo un occhio allenato saprà cogliere le modifiche ed i miglioramenti che gli sono stati dedicati. 

A conti fatti, sono state necessarie solo alcune ore di lavoro per giungere a questo risultato. Prima di cimentarvi nell'opera, verificate di avere tutti gli ingredienti necessari. 

In coda si nota il doppio sostegno che reggeva gli scarichi. I gruppi ottici sono stati ridipinti con colori clear specifici. 

Ora ci sembra che la nostra Ferrari ci... veda meglio ed abbia spalancato gli occhi, finalmente. "La notte è piccola per noi, troppo piccolina...". Ricordate le gemellone di gamba lunga?

Pochi fotografano i modelli da questa prospettiva, e dire che grazie a questa angolazione si evidenziano alcuni errori nell'interpretazione finale di un modello. 

Sul piano orizzontale dietro al sedile di guida-particolare da noi sostituto con altro in metallo-vano incollate la scatola nera e l'accensione elettronica, allontanata il più possibile dal serbatoio carburante. Cinture telate con fibbie fotoincise equipaggiano il nuovo sedile. A noi, le cinture sono sembrate azzurre ma in giro non ci sono foto attendibili, la stessa marca di fabbricazione è ignota. Se salterà fuori qualche documento, basterà aprire il modello, rettificando dove  necessario. E' tutto, ci pare di non aver tralasciato nulla, la BB è ora pronta per il vostro mini museo, non è perfetta al 100%, come abbiamo già sottolineato, ma già con gli occhi nuovi svela una spetto più fedele al vero. Gli altri sono ritocchi di routine, alla portata di tutti, secondo la nostra già conosciuta filosofia che ci spinge all'economia di base. Poca spesa, buona resa e, quando serve, turbinar di fresa...Buon divertimento, vi aspettiamo tra quindici giorni, quella 308 GTB Turbo CARMA che occhieggia sulla brochure Ferrari Racing Collection siamo certi solleciterà la vostra curiosità ed i vostri appetiti. La cricca Facetti Finotto ne aveva combinata una delle belle!

Nota di D.T.: Per chi fosse interessato, Remember ha prodotto un piccolo transkit aggiuntivo per permettere di dettagliare ancora di più il modello descritto da Umberto Cattani. La busta contiene un set di ruote corrette (quelle del modello sono leggermente inesatte), un treno di gomme, un foglio completo di decals Cartograf, un tergicristallo a due componenti già verniciato in nero e due ganci fermacofano laterali in gomma. Le ruote sono state già montate sull'assale, dopo aver preso le misure del modello di origine. 
Il transkit Remember con gli assali, i cerchi, le gomme, il tergi, i ganci fermacofano e il set di decals Cartograf. 

Gli assali montati su un modello (non elaborato). 

Il cerchio e la gomma, più corretti di quelli forniti col modello. Alle gomme andranno aggiunte le scritte Goodyear, comprese nel foglio di decals del transkit.  

18 commenti:

  1. David, quanto costa il tk?
    Alfonso

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    1. http://www.ebay.it/itm/290843668762?ssPageName=STRK:MESELX:IT&_trksid=p3984.m1555.l2649

      8 euro + spese di spedizione.

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  2. Un altro interessantissimo capitolo. E con che tempestività! Grazie!

    Solo una cosa non mi convince: guardando la foto della macchina dall'alto, il bollo del numero dietro mi sembra che abbia le stesse dimensioni di quelli sulle porte. È quello sul cofano che è più grande degli altri.

    Luca

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    1. Sono d'accordo con Luca. In effetti anche il foglio Cartograf ha tre bolli di una dimensione e uno più grande (per il cofano anteriore).

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    2. Sto smontando il modello e capisco solo ora quello che Umberto voleva dire.
      È vero che la macchina vera ha tre bolli piccoli e uno grande sul muso.
      È vero, però, che il modello ha due bolli piccoli (comunque troppo grossi) sulle portiere e due bolli grandi: uno giustamente sul muso e uno cannato in coda.
      Quindi ha visto bene Umberto nel sostituirlo.

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    3. Posso chiedere gentilmente dove posso acquistare i fari di Adami e anche altro? Grazie per la risposta e un bravo a Umberto che come al solito da un rospo a tirato fuori per la camicia un bel principe. Guido

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  3. Ciao Umberto,
    bel lavoro, solita classe, però, per me, il lavoro sui fari si potrebbe anche non fare, mi spiego meglio...a favore di chi ci legge e non vuole o non è capace di stravolgere così il modellino.
    Il nodo è, secondo me, la posizione dello scotch argentato, quindi andrebbero rifatti i vetrini dei fari (o eliminare semplicemente la tampografia argentata da quelli sul modello) per poi posizionare della decal argentata o dello scotch applicandolo sulla scocca proprio tutto attorno all'incavo del faro.
    In questo modo il vetrino del faro si allarga magicamente di due millimetri...
    Alfonso

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    1. Concordo. È quello che sto facendo.
      Anche perchè tutta quella grandezza apparente dei fari credo sia dovuta alla debordanza del plexiglass sulla carrozzeria, come si vede bene in alcune foto senza nastro.

      Le guide di Umberto sono una base di partenza fantastica ma poi, a seconda di capacità, disponibilità di accessori e di voglia, si può saltare qualche passaggio.
      O anche aggiungerne. Il gancio traino, ad esempio.

      Luca


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    2. Cerco di radunare in un corpo unico le varie risposte.

      Per Guido.

      I fari di Adami si possono trovare da Tron oppure presso lo stesso produttore.

      Alf

      Io vi scrivo alcuni suggerimenti, poi spetta ad ognuno di voi limitarsi od allargarsi.
      A me, i fari originali sembrano davvero piccoli rispetto la realtà. Naturalmente il tuo consiglio per aggirare il problema dell'alloggiamento è sacrosanto.

      Luca

      Il gancio traino m'era sfuggito, ora ho provveduto.

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  4. A patto di avere disponibili le decalcomanie, oltre la versione Le Mans, Umberto avrebbe potuto proporre la variante Sebring della stessa 365.

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    1. Mi riferisco naturalmente ad un ipotetico nuovo transkit.

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  5. In ogni modo, se acquistate il t.kit di Codolo, potreste allargarvi ad un rifacimento più importante, dedicato allo spoiler di coda ed alla sagoma dei parafanghi di coda. Il modello va smontato e riverniciato, naturalmente.

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  6. Salve, chiedo un parere forse stupido ma...
    Secondo voi, é meglio realizzare lo scotch dei fari tramite foglio di decal oppure per colorazione ad aerografo? grazie e complimenti per la elaborazione del die-cast.
    federico

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    1. Direi assolutamente con decal o con qualcosa del genere, è più realistico rispetto ad una verniciatura. Del resto l'originale era proprio del nastro.

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  7. Io ho usato il nastrino Tamiya, tagliato nella misura desiderata e dipinto in alluminio.
    Garantisce un'ottima tenuta nel tempo.

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  8. Ho modificato anch’io un edicola ma poi ho comprato un remember perché troppo piccola e senza alettone posteriore.

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