17 febbraio 2012

Perché era diverso? Riflessioni di Paolo Tron

Dopo alcuni scambi di commenti su perché negli anni ottanta "era diverso", Paolo Tron ha inserito un paio di post che a mio parere meritano di essere riuniti e inseriti in un argomento principale. Sono riflessioni che contengono spunti sui quali si può riflettere o semplicemente ricordare un tempo ormai lontano.
Un Solido trasformato da Gennaro Robustelli, che riflette bene lo spirito di un'epoca.

La mia richiesta di approfondimento alla tua domanda sui "perchè di quel fenomeno" mi fa pensare sempre alla stessa cosa: alla mia età e al mio vissuto.
Mi è sempre successo ma ultimamente, per ovvii motivi, mi succede sempre più stesso.
Vale a dire?
Do per scontato che altri siano passati nei medesimi carruggi e dentro gli stessi rovi con l'assunzione degli stessi profumi e con il subire gli stessi graffi.
Un esempio: "oh accidenti ma quanto era bravo a Woodstock Jimi Hendrix...aaaa anche grandissimo "Slow Hand"... pensa che alcuni dicono che c'era altri invece no"... e il mio occasionale interlocutore: "slow hand chi???".
Devo imparare, da quello zuccone che sono, che cose ovvie per me non lo sono affatto per tutti.
Andando con ordine, visto che ho una ventina di minuti...
A) non ci crederete ma ... si vendeva di più perchè c'erano più appassionati sia fra la schiera dei solo-collezionisti che dei modellisti (che sono sia collezionisti che modellisti cioè gente che compra i kits) ... nel 1970/1980 chi aveva 20/30 anni aveva una enorme passione per l'automobilismo, per il collezionismo (collezionavamo di tutto ... cosa che non è più) e avevamo una enorme passione nel portare a casa gli eroi che correvano (e anche morivano) la domenica... questo anche quando non c'erano gli speciali e ancor di più quando apparvero... e quando apparverò sembrò per molti una specie di piccolo miracolo... ricordo ancora con chiarezza l'emozione e il piacere negli appassionati che compravano i primi kits, la gioia assoluta nel vedere le prime fantastiche Porsche Carrera RSR della BAM.X (Ruf) e anche di quando abbiamo prodotto i primi transkits... nessuno si poneva il problema di "ma quando me li monto"... semplicemente li compravano e li montavano... quanti transkits e quanti kits abbiamo venduto? ... migliaia! ... della Uovo: migliaia... transkit della Escort: migliaia nelle varie versioni ... per forza ci servivano i negozianti (70 in Francia, 8 in Belgio, 20 in Germania, 30 in Italia)... se passi da migliaia a decine decidi (ma va??) di vendere direttamente ai quattro gatti...
B) chi erano, come si comportavano e cosa chiedevano? Semplicissimo = tutto !! Sto parlando dei primi tempi (dal 1974 al 1978) ... i collezionisti/modellisti compravano praticamente tutto quello che usciva... ancora non si erano posti il problema delle tematiche... in un mese uscivano si e no 10/15 modelli fra speciali e die-cast... in molti potevano permettersi di non rinunciare a nulla... solo dopo molti hanno iniziato ad accumulare troppi kits e hanno preferito scegliere una tematica continuando a comprare sia die-cast (pochi in uscita allora) e gli "speciali"... i "factory built" sono iniziati con ABC prima e AMR (e anche altri, ovviamente ma non ha senso elencarli ... ne dimenticherei comunque qualcuno) ...e le vendite era ottime, nonostante una Fiat Turbina di ABC costasse 18mila Lire e la Turbo Martini di Ruf costasse 29mila lire, quando un Solido costava un millino, grossomodo... quando ho iniziato con la Squalo e la Jaguar E2A Le Mans con FDS abbiamo venduto 500 kits per tipo in meno di sei mesi...ed erano due scelte idiote (forse un giorno vi spiegherò perchè) ...perchè potevo insistere con scelte ben diverse... quando iniziò la nostra fugace collaborazione con John Day (abbiamo fatto la 159 Spyder Corsa e 312 B2 F.1 1972) volevo (ovviamente per pura passione) fare le quattro Formula Due più competitive degli anni '70 (Tecno, Elf-Renault, BMW, March, Chevron, Osella)... perchè? ... non solo perchè ero un pazzo ma anche perchè le avremmo vendute comunque... abbiamo scelto di non realizzarle perchè potevamo andare un attimino più sul sicuro e febbimo la 312 P Nart LM74, oppure le Surtees TS19 F.1 oppure la UOP-Shadown Matra...
Altro da dire?
Beh non direi... credo di aver descritto quello che era il vento di quegli anni... un vento abbastanza impetuoso, visto che parliamo di automodelli artigianali ... erano gli anni che, se ci sapevi fare, avevi facilmente successo nel campo del 1/43 ...
Oggi, oltre a una bella dose di follia e di passione, ci vuole un grande coraggio, come quello di Carrara nel fare la Formula Italia... anche se ha perfettamente ragione nell'insistere...


6 commenti:

  1. Grazie, e' sempre un vero piacere leggere questi argomenti.

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  2. Grazie Paolo,
    Adesso che abbiamo un pò di capelli bianchi, per chi li ha, ed è già una bella fortuna, leggere quello che scrivi un pò ci inorgoglisce, in fondo " io c'ero "!!!!

    Francesco

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    1. Grazie Paolo,
      quanti ricordi...mi ricordo le ore nalla mia gioventù passate davanti alle vetrine di due negozi a Genova ad ammirare i primi speciali .... ela bava persa davanti alle prime 512BB di AMR...

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  3. Non trovo nulla da aggiungere a quanto detto da Paolo. Negli anni Settanta gli appassionati di auto in generale e di modelli in particolare erano tanti, per cultura e anagrafe, e avevano fame di tutto. Quarant'anni dopo, gli spazi liberi sono ridotti, e la qualità richiesta si è innalzata tantissimo: la disponibilità economica diffusa, un po' meno.

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  4. Condivido tutto quello che Paolo Tron scrive, anch'io c'ero e continuo la mi passione, ma aggiungerei che non c'è stato ricambio generazionale.
    Oggi ai ragazzi non interessa il modellismo e/o collezionismo.
    Un saluto a tutti

    ps
    sono stato a Verona e rivedere dopo tanti anni Franco de Stasio è stato un piacere(anche se il tempo passa per tutti)

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  5. Devo contraddirti, anonimo innominato.
    Io sono della generazione '99 e sono interessato al modellismo più della playstation.
    Forse, una minima speranza, c'è ancora...

    Riccardo

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