07 febbraio 2012

Breve rassegna stampa: Modelli Auto 111

Non ho mai particolarmente amato Modelli Auto, e non certo per "colpa" del suo caporedattore Umberto Cattani, ma al contrario per come una certa dirigenza un po' miope (eufemismo) ha spesso  sprecato le doti culturali e l'esperienza di chi di fatto tiene in piedi la baracca da così tanto tempo.


Premesso questo, il numero 111 di gennaio/febbraio 2012, fresco di stampa, è un numero di buona qualità e bisogna ammettere che di recente Modelli Auto sta raggiungendo in termini assoluti il rivale mensile Auto Modélisme... non saprei dire se per demeriti del secondo o piuttosto per un obiettivo progresso del primo. Fatto sta che questo Modelli Auto è di piacevole lettura, soprattutto per gli appassionati dell'1:43, che vi troveranno tante recensioni, scritte con lo stile sobrio e preciso di Umberto Cattani (Audi R18 Le Mans 2011 di Spark, Lancia Stratos Gr5 di Reve Collection, Porsche 911S Marathon di True Scale...).



Purtroppo l'eccessiva brevità dei testi resta uno dei punti deboli della rivista, ma per lo meno ciò che è scritto, è scritto con cognizione di causa, senza quella superficialità che contraddistingue alcuni articoli della concorrenza francese. Scarsine e di poco interesse le news (ormai per una rivista bimestrale non c'è partita nei confronti del web), il pezzo forte di questo numero è senza dubbio il ritorno alla ribalta di Piero Tecchio e della sua eccezionale collezione di modelli montati dai maestri giapponesi. Stavolta il tema è trattato in un modo ancora diverso, privilegiando i motivi personali delle scelte e presentando comunque i modelli sotto un aspetto storico/tecnico abbastanza soddisfacente anche se condizionato, ahinoi, dalla scarsità delle spiegazioni. Lo spazio, oltre che il tempo, è tiranno. In ogni caso, anche per chi non li avesse mai osservati dal vivo, i modelli sono ben valorizzati, con didascalie puntuali e tutto sommato esaustive.



Opportuni i rimandi al forum, la cui consultazione è ormai un elemento imprescindibile per la comprensione non solo di questi modelli (vedi i vari WIP postati da Tecchio) ma anche di tanti altri fenomeni legati al nostro hobby. Lo sviluppo del forum è un elemento di cui la Duegi deve essere fiera e giustamente il ritrovo virtuale di tanti amici che ormai si sono conosciuti anche dal vivo va pubblicizzato e fatto conoscere sempre di più.
Sinceramente mi chiedo un po' il senso dell'articolo sui 10 anni di Sport-Prototipi (1960-1970), che presenta una rassegna molto eterogenea di modelli più o meno pregiati (spesso meno che più...): pezzi da edicola, Art Model, qualche Best... C'è del colore, ma forse la cosa si poteva affrontare in modo diverso, magari meno tradizionale, focalizzandosi meglio sulle produzioni artigianali. Direi che questo periodo storico sia stato sviscerato fino alla noia, soprattutto su pubblicazioni specializzate mensili da parte di alcuni pseudo-giornalisti per i quali sembrano esistere sempre le stesse gare, gli stessi piloti, le stesse macchine. L'articolo di Umberto non fa assolutamente questa impressione, ma ci si può chiedere quale interesse abbia inserire una serie di modelli da edicola, per quanto ben fotografati. Comunque mi rendo perfettamente conto della fatica del giornalista, del dover combattere numero dopo numero cercando di trovare argomenti freschi e in questo caso modelli nuovi da fotografare. Del resto l'impegno di Umberto resta encomiabile, in una situazione dalla quale molti al suo posto si sarebbero già sottratti da tempo. Il suo è un lavoro umile, spesso sotterraneo, in cui troppe volte piovono più critiche che riconoscimenti. O silenzi, quando va bene. Quindi bravo, ci vuole classe anche per fare questo. In conclusione un numero gradevole, in cui mancano purtroppo quegli approfondimenti (storia, tecnica, documentazione) che mi rendo conto essere molto difficili da pretendere.

8 commenti:

  1. Umberto Cattani ha un grande merito, un merito che nessuno gli ha mai pubblicamente riconosciuto, quello di promuovere, attraverso le pagine della rivista, un intero movimento.
    Scala, provenienza e blasone hanno scarsa rilevanza, la cosa importante, la missione, lo scopo (per me raggiunto) è quello di trasmettere, infondere, passione ed amore.
    Nessuna rivista mi ha mai trasmesso tanto.
    Alfonso

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  2. Ed era questa la sede giusta per rendergli il giusto merito. Se Modelli Auto ha fatto indubbi progressi, è frutto della sua caparbietà.

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  3. QUoto incondizionatamente Alfonso (o fetusu). Immagino che l'intento sia quello, doveroso per una rivista, di aprire finestre di interesse anche per un modellismo di qualità ma "economico", magari nella speranza di allargare un bacino di utenza in progressivo prosciugamento.
    Quanto alla passione e alla competenza, non si discutono. Mi spiace solo che Cattani, qualche volta, soffra parentesi di spleen che ce lo fanno mancare dal forum. Mi permetto di dirlo qui sul tuo blog, che gode di "extraterritorialità", e spero che Umberto comprenda che non c'è alcun intento critico nelle mie parole.

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  4. Che dire...
    Compro Modelli Auto dal primo numero e comunque sono onorato del fatto che sia la settima volta che la rivista si occupi della mia collezione. In fin dei conti la controparte italica, cioè Quattroruotine non sa neanche che esiste la mia collezione.
    Chissa' magari un giorno si farà un numero speciale con foto molto ingrandite...
    Per il resto la rivista rimane un punto fermo nel panorama italiano. Tenendo conto che il panorama mondiale a parte i cugini di Auto Modelisme non offre più gran che. Le riviste americane tipo Scale Car Enthusiast si occupano praticamente solo di Nascar e Indy ma mai in modo approfondito.
    Un grazie ancora a Umberto, anche per le belle parole che ha scritto.

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  5. Non ho ancora ricevuto il nuovo MA, non vedo l'ora di vedere l'articolo GIAP.
    Modelli Auto non è l'unica rivista del settore che compro ma è l'unica che mi soddisfa, grazie all'impegno ed alla professionalità di Umberto. Ovviamente ho tutti i numeri e le monografie, sarebbe fantastica una vera e propria monografia sui modelli made in Japan...

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  6. Risposte
    1. Questo blog avresti dovuto chiamarlo "Criceto Oggi"

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    2. E' vero, hai ragione! Sarebbe stato fantastico!

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