28 febbraio 2020

Coronavirus, annullato il Salone di Ginevra: ma è la fine di un'epoca?

Fino a qualche giorno fa lo svolgimento dell'edizione 2020 del Salone di Ginevra non sembrava in discussione, con gli organizzatori che avevano anche diramato un comunicato all'insegna di un certo ottimismo. Invece, stamani, è arrivata la doccia fredda. Non si tratta ovviamente di una decisione presa dall'organizzazione, ma di un provvedimento federale, che blocca fino a metà marzo ogni evento che preveda la partecipazione di più di mille visitatori. 


Già quest'anno le premesse per il Salone ginevrino erano tutt'altro che rosee, con il forfait di marchi prestigiosi come Lamborghini ma anche la mancanza di diversi costruttori generalisti che negli anni avevano svolto un ruolo senz'altro importante. Del resto, da tempo, ci si interroga sull'effettiva utilità dei saloni automobilistici nel mondo di oggi. Il Covid-19 avrà dato al Salone di Ginevra il colpo di grazia, oppure la manifestazione elvetica riuscirà a riprendersi, riproponendosi per il 2021. L'edizione del 2020 non verrà posposta, e quindi, per la prima volta dall'interruzione a causa della seconda guerra mondiale (si riprese nel 1949), Ginevra non ospiterà la grande esposizione. Un annullamento di questo genere è comunque un unicum che non si era mai verificato nella storia del salone, neanche nel 2006, quando un'eccezionale nevicata durata diversi giorni sembrò compromettere molte delle funzionalità della manifestazione. 
Al di là del coronavirus, ormai siamo forse alla fine di un'epoca, e il famigerato morbo non ha dato che il colpo di grazia a un evento che soffriva già di una crisi piuttosto preoccupante. 
Ecco il comunicato ufficiale del GIMS, diramato stamani (i vari enti partecipanti e le case stanno cercando di salvare il salvabile con collegamenti in diretta web a porte chiuse e altre iniziative simili, che assomigliano più che altro a un brodino riscaldato): 


La 90e édition du Geneva International Motor show qui aurait dû accueillir les médias à partir de lundi prochain et le grand public du 5 au 15 mars 2020 n’aura finalement pas lieu. Il s'agit d'une injonction du Conseil fédéral du 28 février 2020 selon laquelle tous les événements réunissant plus de 1.000 personnes sont interdits jusqu’au 15 mars 2020.

Les organisateurs acceptent cette décision: «Nous regrettons cette situation, mais la santé de tous, acteurs et visiteurs, est notre priorité absolue ainsi que celle de nos exposants. Il s’agit d’un cas de force majeure et d’un coup très dur pour les exposants qui ont massivement investi dans leur présence à Genève. Nous sommes pourtant convaincus qu’ils comprendront cette décision» a déclaré Maurice Turrettini, Président du Conseil de Fondation. «Nous tenons à remercier chaleureusement toutes les personnes impliquées dans l’organisation de ce qui devait être l’édition 2020 du GIMS.»

A quelques jours de l’ouverture de la manifestation, le montage des stands était à bout touchant. Il y a une semaine, lors des conférences de presse annonçant l’édition 2020, rien ne laissait présager la nécessité d’une telle mesure. La situation a changé avec l'apparition des premiers cas confirmés de coronavirus en Suisse, puis l'injonction du Conseil fédéral le 28.02.2020. L'événement doit être annulé en raison de cette décision.

Le démontage devra maintenant s’organiser dans la foulée. Les conséquences financières pour tous les acteurs de la manifestation sont importantes et devront être évaluées dans les semaines à venir. Une chose est sure : les billets vendus de la manifestation seront remboursés. Les organisateurs communiqueront au plus vite à ce sujet via leur site web.

Fiat 600 Coriasco Croce Rossa Italiana, un'elaborazione 1:43 di Fabrizio De Gennaro

Non mi ero quasi accorto che erano passate quasi due settimane dall'ultimo articolo del blog. Brutto segno in questo caso. Le notizie balorde di questi giorni fanno passare la voglia di scrivere articoli che non si è costretti per lavoro a fare. La vita va avanti anche se non sempre gli spunti sembrano abbastanza interessanti per un blog come questo.

Per spezzare il silenzio pubblico le foto di un'elaborazione realizzata su base Fiat 600 Coriasco da edicola, dovuta alle abili mani di Fabrizio De Gennaro, di cui ci siamo occupati spesso in passato. La trasformazione ha dato una versione Croce Rossa Italiana molto interessante e ricca di dettagli. Le foto rivelano l'accuratezza dell'insieme e la ricerca del particolare.

15 febbraio 2020

Un'occhiata ad AutoHebdo, fascicolo n.2254 del 12 febbraio 2020

Oltre che alle riviste di modellismo, il blog dedica spazio, seppure più raramente, a quelle di automobilismo, specie quando esse realizzano qualche fascicolo o numero speciale. Questa volta non c'è nulla di particolare, salvo una breve nota su un numero qualsiasi del famosissimo settimanale francese AutoHebdo. Alla fine degli anni settanta, AutoHebdo era un vero punto di riferimento. Ricordo che a Firenze gli appassionati aspettavano il suo arrivo all'edicola sotto i portici di Piazza della Repubblica. Era uno dei pochi contatti col resto del mondo (c'era Autosprint, ma non sempre bastava). I reportage sulle varie gare internazionali, i test e ovviamente anche gli articoli di modellismo, molti dei quali firmati da Jean-Marc Teissèdre, erano sempre freschi, nuovi e fornivano documentazione fotografica di prim'ordine, che allora era merce rara. AutoHebdo esiste ancora oggi ed è arrivato al suo 2254° fascicolo. 

Tutto è cambiato da quell'epoca, e oggi la rivista è una delle tante voci nel marasma dell'informazione (o comunicazione?). Resta l'autorevolezza del passato, o per lo meno la credibilità che i lettori erano disposti a dare alla rivista? Difficile dire, probabilmente AutoHebdo avrà subito la stessa parabola della maggior parte di tutti i settimanali specializzati europei. Del resto, negli anni settanta e ottanta la stampa era più indipendente rispetto a oggi? Domanda complessa che meriterebbe altri approfondimenti. 
La foliazione attuale di AutoHebdo è di 68 pagine, con una buona varietà di argomenti. La lunghezza dei testi è mediamente maggiore rispetto ad un Autosprint, come probabilmente maggiore è lo spazio dedicato ai rally, che in Francia al momento sono forse più popolari che in Italia; anche l'endurance trova maggiore spazio, sebbene in questo numero se ne parli poco, ma tempo qualche settimana si entrerà in pieno spirito Le Mans. Troviamo alcune interviste (Sébastien Bourdais, Sacha Fenestraz, Petter Solberg), e dei consuntivi su eventi appena conclusi come Rétromobile e il Monte Carlo Historique. Tutto sommato non male, considerando anche alcuni validi articoli di approfondimento sull'industria e sull'economia dell'automobilismo. Il linguaggio è gradevole e lo stile di scrittura sobrio e più lontano da certi toni da tifo che troviamo su Autosprint. In Francia AutoHebdo ha un prezzo di € 4,80 ed è anche possibile acquistare la versione on line al costo di € 2,80 a numero (che diventano € 79,90 anziché 142,80 per un abbonamento annuale di 51 uscite). Ricordiamo infine il sito generale del gruppo Hommell: www.hommell-magazines.com

14 febbraio 2020

Autostyl Miniatures: un caso tipicamente francese nel centro di Clermont-Ferrand

Negli anni settanta e ottanta si favoleggiava dei negozi francesi, contenenti modelli impensabili in altre nazioni, e i pochi fortunati che riuscivano a viaggiare tornavano in patria con racconti che finivano per alimentare ancora di più il mito di nomi soprattutto parigini, ma non solo: la
rue de Saint-Esprit a Clermont-Ferrand ospita la
vetrina di Autostyl63. 
BAM, le Chat Botté, ACB "polo del lusso" negli anni novanta, ma anche Annecy Miniatures nell'omonima città non lontano dalla Svizzera, Manou a Le Mans, Tacot in Alsazia e così via. Alcuni di questi centri hanno chiuso, altri si sono trasformati, quasi sempre in peggio. Eppure qualche eccezione c'è, e nella Francia, specie quella più profonda, operano ancora alcune attività che si allontanano dai sentieri battuti per imboccare strade meno scontate.
Rue Saint-Esprit a Clermont-Ferrand è un'elegante via del centro storico, dove in un periodo abbastanza recente è nato un negozio specializzato, Autostyl. Il quartiere è facilmente raggiungibile parcheggiando presso la non lontana place de Jaude. Autostyl è gestito con semplicità e originalità; la parte della produzione industriale trattata è relativa soprattutto a vetture stradali (prevalentemente francesi, ma non mancano le italiane e le tedesche) degli anni settanta/ottanta/novanta.
Philippe, il titolare di Autostyl, con alcune sue creazioni
su base Prestige (Mini Racing, modelli in resina 1:43). 

Quasi solo 1:43, ma ormai è disponibile anche una sezione 1:18. A parte la produzione di grande serie, comunque interessante perché comprende anche ormai rari Vitesse, Norev e così via, la caratteristica più affascinante di Autostyl è la scelta di alcuni modelli obsoleti, ma soprattutto la produzione limitata di modelli speciali su base Prestige, di provenienza Mini Racing, un marchio attivo ancora oggi. Il laboratorio collegato al negozio produce quindi vetture stradali tipo Peugeot 104, Renault 5, Peugeot 205, scegliendo anche versioni poco conosciute dell'epoca, incluse colorazioni particolari, edizioni speciali e così via. Spesso sono i clienti a commissionare i montaggi, ma altri modelli vengono realizzati senza ordini specifici e poi messi in vendita. Si utilizzano, oltre ai Prestige, anche altri kit come Starter, Alezan, Provence Moulage e basi industriali. Ciò che mi ha impressionato durante la visita è stata la frequenza dei clienti. In un venerdì pomeriggio tante le visite di persone interessate e anche apparentemente competenti. Nonostante tutto, l'1:43 "tira" ancora. Autostyl partecipa anche alle borse di scambio nella regione: il 1° marzo ce n'è in programma una a Moulins, nel vicino dipartimento dell'Allier, organizzata dal Mini Auto Club 03.
Nelle vetrine si trova anche una buona parte della
produzione recente e attuale. 
L'interesse del negozio è legato anche (o soprattutto) a
modelli realizzati dal laboratorio della boutique stessa e
a diversi pezzi rari e particolari. 
Qui la vita modellistica è ancora attiva; la gente colleziona, si incontra alle borse e nei negozi, legge riviste e compra libri.
Da Autostyl è rimasta l'aria tipica di certi negozi francesi del passato. Bisogna passarci del tempo, osservare, parlare. Non deve esserci fretta. Del resto perché entrare se si ha fretta? Si deve cercare con lentezza, assaporare il gusto del collezionare e dell'esperienza sensoriale. Curiosando fra le vetrine si trova di tutto: due Sauber Gruppo C di Automany, montate bene, con uno stile anni 80, una Gordini factory built di Manou (col numero di serie punzonato sul fondino), alcuni Norev più rari, dei Minichamps di fine anni novanta, giocattoli in plastica che si vendevano ai mercati e così via. Non c'è davvero niente di banale.
La scala 1:18 è ormai d'obbligo anche per un negozio
molto tradizionale. 
E' necessario scrutare ogni centimetro quadrato. 
Autostyl è ancora un posto tremendamente "analogico", non certo avulso da Internet (i suoi modelli sono inseriti su eBay, esiste una pagina Facebook, ecc.), ma dove si respira ancora un'atmosfera che altrove non esiste più. Non voglio per forza creare una contrapposizione di valori fra passato e futuro. Forse - ci pensavo proprio nei giorni scorsi - l'ideale si è raggiunto nei primissimi anni duemila, quando la realtà e la virtualità, che erano ancora abbastanza separate fra di loro, hanno convissuto per un certo periodo integrandosi e arricchendosi a vicenda. Oggi, peraltro, queste classificazioni sono addirittura obsolete, costituendo ormai il mondo virtuale un unicum con quello cosiddetto reale. Tornando ai modelli, in negozi come questi, chi viene da lontano, si rende conto del perché di una Simca Rallye della Norev, un'Alpine A610 di GTS o una Peugeot 106 XSi di Vitesse hanno un senso. Anche i Norev o i Solido in 1:18 qui si integrano perfettamente in una tradizione profonda e radicata. Autostyl ha trovato un modus vivendi nel difficile periodo che i negozi di modellismo oggi affrontano scegliendo una linea fortemente personale e orientata alla passione più viscerale. La scelta, a quanto pare, è stata vincente. Quasi quasi viene voglia di tornarci domani.
Modelli in lavorazione, presto disponibili. Si riconoscono
tanti soggetti, inclusa una Austin Metro della Corgi in 1:36
che sarà restaurata e aggiornata per una cliente che
aveva la vettura reale! 
Tre modelli montati di Autostyl su base Prestige:
Citroen GSA Break, Renault 5 TX, Renault 5 Alpine. 

Il nuovo e l'antico convivono in modo armonioso. 

L'importanza di chiamarsi Spark. Una Porsche 356 che dura nel tempo

Ricordo bene il momento in cui acquistai questo modello: una Porsche 356A 1500GS Carrera di Spark, numero di catalogo S1356. Esisteva ancora la Pego, distributore della casa di Ripert. Sono passati tanti anni da quell'acquisto, e la Porsche è rimasta in collezione. La presi anche per un preciso intento: controllare, stagione dopo stagione, l'eventuale evolversi e il deterioramento dei materiali, anche a fronte di cosa stava accadendo a marche come Minichamps, Norev, Kyosho e compagnia bella. Gli Spark si distinguevano per le loro caratteristiche costruttive, questo è scontato, ma le colle, le vernici, le rifiniture, le gomme avrebbero resistito agli attacchi del tempo? Sono passati quasi dodici anni, e di tanto in tanto riguardo questo modello per scrutare eventuali falle.

Non ce ne sono. In particolare, quello che faceva temere i collezionisti era il distacco di parti incollate alla carrozzeria, fenomeno peraltro che qualche Spark aveva mostrato, ma si era trattato di fenomeni sporadici e dovuti probabilmente alle differenze notevoli di pressione e di temperatura durante il viaggio (così almeno mi aveva raccontato Luigi Reni a Le Mans nel 2008 o nel 2009). Sulla Porsche 356 nessuna traccia di distacco dei vetri, che non hanno fatto una piega. Anche tutto il resto è a posto, se si eccettua la presenza, in due cerchi su quattro di alcuni "dentelli" sul bordo, che non sono riuscito a classificare. Probabilmente si tratta di segni di manipolazione che sono sempre stati presenti. Nessuna alterazione della verniciatura, nessuno scurimento delle cromature. Insomma, i segnali, almeno per Spark, sono incoraggianti, e questa direi che è una buona notizia, perché i collezionisti comprano per conservare a lungo i loro modelli.

Un rapido passaggio a Clermont-Ferrand: riviste in declino?

D'accordo, Auto Modélisme non se la passa troppo bene, forse nemmeno altre riviste più generali, ma arrivando in Francia sembra di vedere l'Italia di venti o venticinque anni fa, nel senso migliore del termine. La gente è meno esasperata, meno aggressiva, sicuramente c'è più potere d'acquisto. La classe media, nel nostro paese completamente annientata e spesso ricacciata ai limiti della miseria (ci vorranno generazioni per ricostruire tutto, ammesso che ce lo permettano), qui è ancora piuttosto ben visibile, anche in città medie come Clermont-Ferrand, uno dei centri industriali più conosciuti, essendo tra l'altro la sede di Michelin. 


Una visita ad un'edicola è quasi d'obbligo, anche per vedere cosa c'è di nuovo. Ebbene, la varietà di qualche anno fa in materia di automobilismo e di modellismo c'è ancora. Qui ti racconteranno che tutto è in declino e forse la situazione non è ideale se la si confronta col caso più unico che raro che è il Regno Unito (dove peraltro un'istituzione come Autosport continua solo online). Se si prende l'Inghilterra come pietra di paragone, l'Italia sembra un paese di serie C. 
C'è una via di mezzo che tutto sommato non è neanche disprezzabile, che è quella di paesi come Germania, Francia, Olanda o Belgio, dove la l'informazione specializzata in edicola ha ancora una sua consistenza numerica. 
Ci sarebbe ovviamente da discutere sulla qualità generale di certe riviste francesi o tedesche, ma prodotti nostrani come Quattroruote, Ruoteclassiche o similari non sono migliori della concorrenza estera. Detto in parole povere, in Italia non possiamo neanche gloriarci di qualche "eccellenza" editoriale che possa reggere il confronto con le altre testate internazionali. 
Osservare una scelta come quella delle foto (ripeto, un'edicola a caso, non un centro specializzato) la dice lunga sul divario che ormai abbiamo accumulato nei confronti di altri paesi. Certo, la stampa cartacea, lo dico con rammarico essendo un appassionato del genere, non rappresenta il futuro e non è solo su questi parametri che può fondarsi un confronto completo dei mezzi d'informazione, ma la sensazione che in Italia gli editori siano ormai alla frutta è sempre più concreta ogni volta che varco i confini. 

13 febbraio 2020

Due nuove edizioni limitate di Madyero: Porsche 935/L IMSA Andial Riverside e Daytona Finale 1983

Sono sempre molto ben accolte le edizioni limitate di Madyero e queste due versioni più recenti sono particolarmente accurate. Per queste realizzazioni, Madyero ha modificato e rivisto alcuni dettagli specifici di questa configurazione 1983 della Porsche 935/L Andial, come certi particolari dell'ala posteriore e della lama anteriore, sdoppiata sulla Ditzler; per quanto riguarda l'ala, Madyero non ha dimenticato di riprodurre due supporti supplementari sotto l'elemento centrale, visibile in alcune immagini. 

La vettura, ormai è noto anche ai meno attenti, corse in IMSA fra il 1982 e il 1985 con diverse livree e tipi di carrozzeria, che richiamavano la 935/78 Moby Dick del 1978. Dal punto di vista modellistico, per Remember e Madyero by Remember questa auto ha una storia particolare: ormai tanti anni fa, Remember realizzò il kit e il montato della versione Meister che corse a Riverside nel 1982. Fu poi la volta della Swap Shop bianca del 1985 e della Abraham arancione del 1984, ma c'è voluto del tempo per ottenere modelli finalmente accurati. 

La documentazione nei primi anni novanta era quella che era e non sempre si riusciva ad ottenere risultati accurati. In periodi molto più recenti, Madyero ha ripreso in mano sia le versioni Abraham sia le Swap Shop, ricavandone anche varianti che col marchio Remember non erano mai uscite, come la vettura numero 7 della 12 Ore di Sebring 1985. Tornando ai due nuovi modelli, si tratta della Ditzler di Riverside 1983 e della Swap Shop della Daytona Finale 3h 1983. Poche settimane fa era stata la volta della versione Daytona Finale 3h, ormai esaurita. I modelli Madyero sono disponibili sul sito www.geminimodelcars.com

WEC: accolto l'appello presentato dall'AF Corse contro la squalifica alla 4 Ore di Shanghai

Ferrari ha accolto con soddisfazione l’esito dell’appello presentato da AF Corse contro la squalifica della vettura numero 51 al termine della 4 Ore di Shanghai del 10 novembre scorso, terzo round del FIA World Endurance Championship, vinta da Alessandro Pier Guidi e James Calado.
Le verifiche effettuate nel post-gara avevano portato alla squalifica dopo aver riscontrato che la parte anteriore sinistra della vettura risultava più bassa rispetto all’altezza minima fissata dai regolamenti. Il problema – secondo AF Corse – era legato ai danneggiamenti causati dal contatto con la vettura numero 62 avvenuto nel corso del giro 101.

Nella sua sentenza, la Corte d’appello Internazionale della FIA ha riconosciuto l’assenza di dolo o negligenze da parte del team, tanto dal punto di vista di preparazione della vettura quanto nella definizione dell’assetto, certificando che la non conformità riscontrata al termine della corsa sia stata provocata proprio dal contatto in gara.

Con questa decisione, Alessandro Pier Guidi, James Calado e AF Corse si preparano con ancora maggior determinazione alla prossima gara del FIA WEC, in programma presso il COTA il 22 e 23 febbraio prossimi.

10 febbraio 2020

Rassegna stampa: Auto Modélisme n.264 (febbraio 2020)


Dopo un numero di gennaio alquanto mediocre, all'insegna peraltro della celebrazione incondizionata delle grandi scale, Auto Modélisme torna su livelli meno scadenti con un'edizione - quella di febbraio - sicuramente più equilibrata e completa. Fa piacere leggere un editoriale come quello di Alan Geslin, che rispecchia le considerazioni di un numero sempre maggiore di appassionati di automobilismo e modellismo. Il "signe extérieur de richesse" non sono altro che quegli orrendi SUV che ogni giorno ci dobbiamo sorbire per strada, una sorta di inquinamento visivo, oltre che reale, che rispecchia bene la mancanza di gusto contemporanea. Passiamo oltre. In questo numero trovate davvero molti argomenti di un certo spessore, anche dal punto di vista storico: citerei la storia della Opel Kadett "psichedelica" di Helmut Mander, protagonista negli anni settanta delle cronoscalate e non solo. Sorprende a volte che persone competenti come i redattori della rivista cadano giù dal pero non sapendo scrivere che due righe a proposito del modello della Kadett di Mander, realizzato tempo fa da Autodrome. "Foto trovata sulla rete". Il modello stesso ha una storia molto particolare e non sarebbe stato male raccontarla, ma come si è detto più volte, a parziale discolpa, vi è l'inesorabile cadenza mensile della rivista con i tempi stretti e l'ansia continua di chiudere il numero. Molto accurata la recensione della Mercedes 600 Pullman di CMC in 1:18, un modello che incarna il massimo della possibilità espressa dai marchi orientali in tema di grandi scale. 
Andrebbe casomai approfondito come mai su una percentuale abbastanza elevata si siano riscontrati difetti di montaggio e di finitura, ma questo una rivista non te lo dirà mai. Interessante la disamina della storia di una particolare Maserati 450S, quella caratterizzata dalla doppia numerazione di telaio 4505/4506, raccontata anche attraverso i modelli. E' questo il regno della produzione JFB Models, ampiamente pubblicizzata, attraverso la declinazione di versioni conosciute e semisconosciute. A me la 450S di JFB Models ricorda molto, troppo, il modello AMR, così come altri della produzione di questo marchio. La competenza del responsabile non è minimamente in discussione, così come la sua conoscenza enciclopedica della storia della Maserati, ma a me questi modelli mi hanno sempre convinto solo in parte, anche per un prezzo a mio parere troppo elevato, nonostante le pretese alto di gamma. 

Si prosegue poi con varie recensioni, curiosità e molte foto. Un numero quindi piacevole, per una rivista che sicuramente sta vivendo il momento non facile della carta stampata. Certo, in Francia se la passano meglio rispetto allo sfascio che si osserva in Italia, ma ci si chiede sempre di più il vero senso di riviste come queste, che vogliono accontentare tutti rischiando di non accontentare nessuno. Fino a quindici anni fa l'informazione passava esclusivamente attraverso questi canali. Oggi le riviste specializzate (tranne alcune) hanno perso la loro autorevolezza, schiacciate tra la tirannia degli inserzionisti e lo scarso interesse di un pubblico che ha trovato altre fonti più complete e continue. 

09 febbraio 2020

Premiazione al Centro stile Ferrari per i piloti e i team campioni 2019 nelle GT

Nella splendida cornice del nuovo Centro Stile Ferrari si è svolta ieri la sesta edizione della cerimonia di premiazione dei piloti e dei team che si sono laureati campioni nelle competizioni GT di tutto il mondo al volante delle vetture del Cavallino rampante.

Palmares e futuro. La serata, che ha avuto tra i suoi presentatori anche il due volte campione del GT World Challenge America Toni Vilander, si è sviluppata alternando i video e le immagini più emozionanti del 2019 su due imponenti schermi che hanno reso se possibile ancora più suggestivo un luogo già iconico. Sul palco sono saliti oltre quaranta protagonisti di una stagione che ha arricchito il palmares Ferrari di venticinque allori.
Nel suo discorso di benvenuto agli ospiti, rappresentati dai premiati ma anche dagli sponsor e dai fornitori ufficiali per le competizioni GT, il Chief Marketing and Commercial Officer Enrico Galliera ha rimarcato il profondo legame tra la Casa di Maranello ed i propri clienti, tracciando un veloce bilancio di una stagione che passerà alla storia anche per il trionfo nella 24 Ore di Le Mans e nella Petit Le Mans, rimarcando la volontà di continuare la striscia di successi anche con l'introduzione della 488 GT3 Evo 2020.


Serie internazionali. La premiazione dei vincitori dei campionati internazionali ha permesso la giusta acclamazione per Luzich Racing, trionfatore nella European Le Mans Series con quattro successi in sette gare con Alessandro Pier Guidi, Nicklas Nielsen e Fabien Lavergne, e per Toni Vilander che, smessi temporaneamente i panni del presentatore, ha ricevuto il riconoscimento per una stagione da dominatore nel Blancpain World Challenge America. Per il finlandese e il team R. Ferri Motorsport si è trattato del secondo successo consecutivo nella serie SRO. Sul palco anche Andrea Bertolini e Louis Machiels che si sono aggiudicati il Blancpain GT World Challenge Europe nella classe Pro-Am al volante della 488 GT3 di AF Corse che hanno voluto dividere questo momento con il loro storico compagno Niek Hommerson. Premiati anche Florian Scholze e Wolfgang Triller per il titolo nella classe Am conquistato con HB Racing nella stessa serie, così come Stephen Earle, al terzo trionfo consecutivo nella classe Iron nel Blancpain GT Sports Club.
Applausi anche per la stagione di Sergio Pianezzola e Giacomo Piccini che hanno confermato il loro titolo nella Le Mans Cup e per i mattatori della 24H Series, Scuderia Praha, con Jiri Pisarik a ritirare il premio anche in rappresentanza di Josef Kral e Matteo Malucelli con cui ha diviso l'abitacolo della 488 GT3. Non potevano mancare anche Jean-Paul Pagny, Jean Bernard Bouvet e Thierry Perrier che si sono imposti nella Ultimate Cup e Bjorn Grossmann, a ritirare il premio per la vittoria nella classe SPX della serie tedesca VLN che si disputa esclusivamente sulla Nordschleife del Nurburgring.

Serie nazionali e gare singole. Dopo aver celebrato i successi nel Campionato Italiano Velocità Montagna di Roberto Ragazzi, Stefano Artuso e Tommaso Colella, sono stati premiati i vincitori del Campionato Italiano Gran Turismo. Sul palco si sono alternati Alberto Lippi e Giorgio Sernagiotto, dominatori della classe GTL, Antonio Fuoco e Sean Hudspeth, rivelazioni nella classe Pro-Am della serie Sprint, e Stefano Gai, campione italiano Endurance con la 488 GT3 di Scuderia Baldini. 
La serata ha quindi vissuto il suo momento clou con le premiazioni dei vincitori delle gare singole, come la 24 Ore di Spa con Christian Hook, Manuel Lauck, Alexander Mattschull e Hendrik Still premiati assieme a Michele Rinaldi per il trionfo nella classe Am. Il programma ha quindi celebrato la doppietta nella Road to Le Mans di Mikkel Mac e Fabien Lavergne con la 488 GT3 di Luzich Racing prima di lasciare il palco al racconto dei due successi più importanti del 2019, le vittorie alla Petit Le Mans e alla 24 Ore di Le Mans.
In entrambi i casi, la presenza costante sul palco è stata quella dei tre piloti ufficiali, Alessandro Pier Guidi, James Calado e Daniel Serra, cui si sono affiancati Giuseppe Risi, al quale è stato tributato un lungo e caloroso applauso da tutti i presenti per il successo sul tracciato di Road Atlanta, e Amato Ferrari che ha ringraziato commosso sul palco tutti gli uomini che hanno permesso di conquistare la trentaseiesima vittoria nella gara endurance più importante del mondo.

Doppio appuntamento per Bird. Nel corso del fine settimana è stato anche annunciato il ritorno al volante della 488 GTE di AF Corse nel FIA WEC di Sam Bird che affiancherà Davide Rigon e Miguel Molina sulla vettura numero 71 in occasione della 12 Ore di Sebring e della 24 Ore di Le Mans.

08 febbraio 2020

Pescando un po' a caso: due Porsche di Spark. Costruiscono il futuro conoscendo il passato

In questi giorni il blog si è occupato spesso di Spark, e mi pare giusto vista la ricchezza dell'offerta e anche l'interesse dei programmi annunciati - chiusure per corona virus permettendo. Fra gli ultimi arrivi basta pescare anche a casaccio e si trovano tematiche, sottotematiche e sotto-sottotematiche interessanti per tutti. Le serie nazionali continuano a essere molto attive, in particolare quella tedesca e quella belga, ma in tempi recenti anche quella americana si è mossa parecchio, attingendo in particolare alle stagioni dell'IMSA tra fine anni settanta e inizio anni ottanta, il che significa prevalentemente Porsche, con le innumerevoli varianti della 935. Fra le ultime uscite vi è la vettura sponsorizzata dalla birra Busch che prese parte alla gara di Road America 1979 con Charles Mendez.

Questa livrea riporterà alla mente un modello del passato, il Top43 che riproduceva la stessa vettura, ma in versione 24 Ore di Daytona. Ecco, credo che Spark sia l'unico dei marchi "industriali" (?) a far rivivere nei collezionisti emozioni quasi ancestrali. Almeno finché le generazioni che ai tempi dei Top43 o di quei modelli là erano già attive. I collezionisti del futuro accumuleranno SUV in scala 1:18. L'idea di Spark è stata originale: riprendere la "Busch" ma cambiare versione. Peraltro quella vettura, nata come 934/5, nel corso degli anni assunse le sembianze definitive di una 935, disputando l'intera stagione IMSA 1979 con i colori bianchi e blu dello sponsor delle birre. Una sorta di omaggio al vecchio Top43, mantenendo ben aperto lo sguardo sul futuro. Solo chi conosce bene la storia del modellismo, oltre che quella dell'automobilismo, può scegliere soggetti di questo genere.
Passiamo al tema Le Mans, che Spark sta declinando con inesorabile sistematicità.

Le Mans 1999: questa volta una semi-stranezza, in mezzo a tante 993 GT3 e alle emergenti 996 GT3. Si tratta di una 911 modello 993 ma nella versione Carrera RSR Cup convertita alla classe LM-GT. Questa vettura fu pilotata da Ricci, Perrier e Nourry, tre nomi ciascuno dei quali meriterebbe una storia a parte. Renaissance ha recentemente realizzato un transkit di questa RSR, da utilizzare su base Tamiya 1:24. Anche in questo caso lo Spark non delude, con la decorazione realizzata in film cromato, vetri riportati (realistici in questa vettura, non frutto di un banale compromesso come su certe BMW M3 e anche sulle 993 GT2 dello stesso marchio). Si apprezza in generale uno sforzo supplmentare di dettaglio. A differenza di altri marchi del passato, Spark sta cercando di migliorarsi ancora, cosa che Starter e Provence Moulage prima e Minichamps poi non seppero o non vollero fare. Insomma è ancora lontano il momento in cui arriverà un concorrente serio per il gruppo di Ripert.

07 febbraio 2020

Porsche 956 Gruppo C Le Mans 1982 Ickx/Bell di Spark: analisi di una riedizione

Col numero di catalogo 43LM82, la Porsche 956 Gruppo C
vincitrice di Le Mans 1982 è un classico della produzione
Spark. Il modello è stato riedito in queste settimane. 

La Porsche 956 che vinse la 24 Ore di Le Mans con Jacky Ickx e Derek Bell è arcinota, probabilmente una delle auto da corsa più conosciute di tutta la storia dell'endurance. Fu la prima vittoria di una Gruppo C a Le Mans e l'inizio di uno dei tanti periodi d'oro della casa di Stoccarda nelle gare di durata, con una vettura che avrebbe marcato tutti gli anni ottanta e anche oltre. Anche all'epoca i marchi di modelli speciali non si fecero sfuggire l'occasione, dagli specialisti francesi della resina al metallo bianco, e ci si mise abbastanza presto anche un leader dei diecast qual era allora la Vitesse a sviluppare la tematica Porsche 956 (a coda lunga) con una serie infinita di versioni. 
La versione più aggiornata. 

Il primo modello Spark, fotografato sul sito Carmodel.
L'auto "tirava" e le sue riproduzioni in scala pure. In tempi molto più recenti Spark non si fece troppo attendere per mettere in catalogo la vincente di Le Mans 1982. Il modello è stato riproposto adesso a distanza di diversi anni e abbiamo colto l'occasione per verificare se la tendenza di Spark di aggiornare e modificare modelli già esistenti abbia avuto un seguito. La risposta è positiva, anche se a volte i cambiamenti sono davvero minimi, ma testimoniano in primis la volontà del produttore di migliorarsi continuamente, secondo che anche nel caso di vetture di cui si pensava di sapere tutto è sempre possibile aggiungere o cambiare qualcosa. 
L'alloggiamento del faro con la calotta molto più realistica
e con la decal Cibié. 
Ci basiamo per questo confronto sulle immagini del sito Carmodel (che non ha cambiato le foto del modello originario con quelle del modello uscito in questi giorni) e naturalmente sugli esemplari contemporanei arrivati ieri da Mix Diffusion. 
L'autoventilante anteriore, aggiornato...
...e quello posteriore. Ora gli ugelli di ventilazione sono
molto più fini e convincenti. L'avevate mai visto un ugello
convincente? Ora l'avete visto. 


Già il modello attuale è più valido perché beneficia della modifica dell'altezza del tetto, troppo sfuggente sui primi esemplari della 956 fatti da Spark, un difetto corretto nelle edizioni successive. Notiamo anche gli autoventilanti sono ora molto più fini e la la "dentellatura" del perimetro è ora ricavata con una fotoincisione e non più con un pezzo in plastica. 
Le scritte Rothmans sono fornite in una busta attaccata
alla basetta. Spark non ha mai omesso loghi "proibiti",
a differenza di marche concorrenti quali Minichamps. 
La linea è ora corretta, con il giusto andamento della
calotta dell'abitacolo. 
Appare ora anche la filettatura in argento sulla parte del cruscotto che è possibile intravedere alla base del vetro e le calotte coprifaro sono più proporzionate, più sottili e seguono meglio l'alloggiamento della carrozzeria. 
I vari manettini sono riprodotti sempre con molta
cura. 



I supporti dell'ala posteriore sono fotoincisi ma questa non
è una novità. Lo spoiler mi pare si adatti meglio alla carrozzeria. 
Nel vano fari è presente la decal gialla Cibié, che nella prima edizione non c'era. Qualche miglioramento anche nella serie dei vari manettini, switch e bottoni vari, a riprova di un lavoro di documentazione certosino. Mi pare anche che spoiler posteriore si adagi meglio fra le due pinne e il modello in generale appare più pulito e preciso nel montaggio.  

Spark, le riedizioni e la capacità di migliorarsi

Quando mi arrivano dei lotti di Spark per clienti e per la mia collezione, le considerazioni che vengono da fare sempre tante. Mi soffermo a guardare i modelli, a cercare di capire dove si è intervenuti per migliorare, e nel caso delle riedizioni se ci siano stati cambiamenti rispetto alle serie precedenti. Qualche mese fa il blog aveva pubblicato un thread sulla Porsche 962C Gruppo C di Le Mans 1988 dove si mostrava come un modello uscito un decennio prima avesse beneficiato di tutta una serie di piccole modifiche e aggiornamenti diventando così più realistico e storicamente preciso. Da qualche tempo Spark ha preso a produrre riedizioni dei modelli che all'epoca si vendettero di più, e non necessariamente solo le vincenti di Le Mans, come qualcuno aveva pensato.

Probabilmente tornerò sull'argomento nei prossimi giorni con qualche analisi più approfondita. Fa piacere vedere come le riedizioni non siano una mera riproduzione dello stesso modello, ma piuttosto un adattamento alle esigenze moderne, pur senza stravolgimenti che modifichino la natura del prodotto. Spark continua a non avere sostanzialmente concorrenti in questa fascia di prezzo, anzi per la concorrenza produce; al momento quindi non si intravede un altro marchio capace dello stesso rapporto qualità-prezzo, e ovviamente della stessa vastità di catalogo. Da lontano (ma anche un po' da vicino) uno Spark sembra un modello speciale montato, e in effetti lo è. E a distanza di molti anni possiamo anche dire che i materiali utilizzati sono validi, visto che sui modelli non c'è traccia di invecchiamento o di deterioramento dei materiali, com'è accaduto invece con le marche diecast provenienti dalla Cina. Le colle sono forti, le decals stanno al loro posto senza spaccarsi e screpolarsi, i vetri non si ingialliscono, le fotoincisioni rarissimamente si staccano (accadeva all'inizio, ora il problema è stato risolto, ma si staccano anche sui BBR da 300 euro, dipende da com'è concepito il modello), le resine non s'imbarcano e queste sono già buone notizie per i collezionisti, esasperati da altre marche che non assicurano la stessa stabilità nel tempo. Per molti versi Ripert ha trovato la quadratura del cerchio, almeno dal punto di vista produttivo. Per quanto riguarda il reale assorbimento del mercato, il discorso è più complesso. L'attività di Spark è estremamente differenziata e comprende anche le edizioni per le edicole, con modelli 1:43 semplificati ma comunque validissimi. Esiste ormai anche un'osmosi fra la linea economica MileziM e la produzione standard, con la prima che si occupa di vetture stradali ma passa i progetti alla seconda per varianti più complesse. Spark insomma è una rete più che un'entità singola, quindi capace di aggiustare il tiro in corsa e di adattarsi alle esigenze di mercato che mutano di anno in anno. Vedremo poi nelle prossime settimane quanto la produzione sia stata effettivamente rallentata a causa dei blocchi alle aziende locali imposti dal governo cinese per fronteggiare la diffusione del corona virus, il tutto all'indomani di un Salone di Norimberga che in molti non hanno esitato a definire in tono minore. 

06 febbraio 2020

Lancia F&M Spyder Prototipo Mugello 1969, una bella elaborazione di Jean-Jacques Perdrizet

Spesso Internet consente di venire a contatto con tanti appassionati e modellisti e nel migliore dei casi anche di ricevere foto e notizie delle loro realizzazioni. Il blog è sempre stato aperto a questo tipo di testimonianze, la più recente delle quali è di Jean-Jacques Perdrizet, un modellista francese che ci mostra oggi una sua elaborazione, basata su una Lancia Fulvia di Progetto K. Utilizzando le decals del vecchio kit Barnini, e mettendoci per il resto parecchio olio di gomito, Jean-Jacques ha ottenuto la Spyder Prototipo F&M nella versione che corse lo stradale del Mugello nel 1969 con Sandro Munari. Oggi come oggi non mancano kit e modelli finiti della F&M, ma vuoi mettere la soddisfazione di farsi un modello in casa, armeggiando con lime e attrezzi vari, nel vero spirito modellistico? Facciamo quindi i complimenti a Jean-Jacques Perdrizet anche per il suo entusiasmo e leggiamo le parole che lui stesso ha scritto per riassumere il suo lavoro. 

La voici donc, parti d'une base Progetto K 1/43, démontage et décapage complet pour partir toujours sur une base saine, puis découpe du pavillon, après avoir fais des recherches sur l historique de cette "perle" qui à l'époque (1969) a été faite à 2 exemplaires L'auto est une « F&M Spécial ». Fiorio et Maglioli. Je ne vous ferai pas ici le pedigree complet de Cesare Fiorio que vous connaissez sans doute pour avoir été directeur sportif illustre que ce soit chez Lancia puis Fiat en Rallye ou chez Ferrari en F1.Claudio Maglioli était pilote d'essai chez Lancia dans les années 60 et également préparateur indépendant sur les autos qu'il testait et qu'il connaissait forcément! 
Dès 1971 il se concentrera sur le développement technique des futures Lancia de course et sera dans tous les bons coups de la marque italienne. De la Stratos à la Monte-Carlo Gr5 en passant par la Beta HF ou les protos d'endurance du Groupe C, son nom apparaîtra à chaque fois. Il restera lié à Lancia jusqu'en 1988 où les dirigéants supprimeront la Squadra Corse officielle.

L'idée de départ de cette Fulvia étêtée vient de lui. En 1969, dans l'avion qui le ramène des USA où il a disputé les 24h de Daytona et les 12h de Sebring sur une Lancia Fulvia HF Zagato, Claudio Maglioli ne cesse de se rappeler l'étuve qu'était le cockpit de son auto durant toute la course. Certain que ces conditions d'inconfort sur une épreuve aussi longue gênaient le pilotage, il rêve alors d'une barquette sans toit du gabarit de sa Fulvia. 



Allégée «où il faut », son comportement serait encore plus dynamique ce qui la rendrait idéale sur les grandes courses routières de l'époque. Voilà une très belle histoire, que je connais par cœur, car chaque modèle que je fais et avant d attaquer le moindre démontage, je me documente le plus possible, après la découpe, traçage d'un gabarit, sur papier, puis ajusté sur la caisse, et enfin fabrication sur base plastique de ce qui fait la rareté de l'objet et bien sur. 

Unique, quelques séances de ponçage a différents grains, puis collage définitif, de la pièce, mastic, ponçage, re mastic, re ponçage jusqu'à obtenir une surface plane et sans défaut il a fallu revoir la planche de bord, changer le baquet, et pose de harnais decals, le vitrage également découpe à la DREMEL miniature, pioché sur l ancien pare brise, teinte rouge Lancia, mais avant primaire pour effacer les défauts de ponçage, puis re ponçage au 600, 800, et 1200, a l'eau, avant une sous couche blanche que j ai dépoli, au 2000 à l'eau, puis enfin la teinte 2 couches en brillant direct, pose de vos decals "magnifiques" et remontage de tout les optiques, greffe d'un échappement latéral, chaque réalisation est passé à la céramique liquide après 24h de pose decals, afin d'obtenir un beau brillant et de protéger les decals dans le temps. 


Voilà, j'espère que cela vous conviendra, en tout cas j'en réalise pas mal au 1/43, (rallye, courses de cotes, proto gr f etc..) issue de mon expérience de pilote dans le passé, je souhaiterais développer ce magnifique travail de création, de transformation, je suis preneur de commandes même spéciales.