05 febbraio 2012

Analisi: Porsche 917K Le Mans '70 di Vision

Dopo la Ferrari 330 P4, Make-Up torna sui prototipi, con una serie di Porsche 956 e di 917K. E' proprio su quest'ultimo modello che ci concentriamo oggi. Col marchio Vision sono già uscite due versioni, quella tutta bianca dei test ad Hockenheim nel 1969 e quella rosso-arancio, vincitrice a Le Mans nel 1970, una livrea particolarmente significativa perché rappresenta il primo successo della Porsche alla 24 Ore. La vettura #23 è tutt'altro che inedita, ovviamente, ma l'interesse del modello consiste nella consueta pulizia di montaggio che contraddistingue la produzione di Make-Up (basata in Giappone, non in Cina). Si tratta di un modello speciale, non di un diecast, e il livello di finitura è davvero elevato: perfetta la verniciatura, con le decals poste sotto un trasparente non finissimo ma neanche troppo alto.

Vision-MakeUp VM002A Porsche 917K (telaio 023), 24 Ore di Le Mans 1970



Il risultato è di grande uniformità, anche se si potrebbe rimpiangere un po' l'aspetto più "vissuto" del recente Spark, un modello che di listino costa praticamente un terzo del Vision (il prezzo del Vision, acquistato da Raccoon a Retromobile, era di Euro 180, scontati a 175). Le proporzioni generali appaiono azzeccate, con una pulizia che a volte non si riscontra neanche nei più costosi BBR. Come detto, anche se le fasce di prezzo sono molto diverse, idealmente il diretto concorrente del Vision è proprio lo Spark. La 917K di Spark si presenta con qualche dettaglio storico più realistico, come lo scotch bianco sulla carrozzeria, mentre il Vision è assolutamente "pulito". A parte questo e a parte la finitura lucida (ma per fortuna non caramellosa) il Vision presenta delle indubbie attrattive: belli gli interni, con cinture fotoincise rosse, molto riuscita la colorazione dei sedili, presente la strumentazione completa, mentre all'esterno uno dei punti più convincenti sono i cerchi con le gomme che hanno le filettature Goodyear in blu.




I fari sono rappresentati da delle fotoincisioni, che forse non sono il massimo del realismo ma restano pienamente accettabili. Una parabola in plastica cromata con vetro trasparente sarebbe stata più indicata, ma va tenuto conto che si tratta di una produzione non cinese e i costi di produzione avrebbero rischiato di aumentare. Buono il trattamento dei particolari del retrotreno, con la simulazione dei condotti in resina gialla-marrone chiaro (in foto perde quell'aspetto di semi-trasparente che pure ha), bella anche la ventola, mentre i deflettori dei vetri laterali sono riprodotti in fotoincisione: qui il modello Spark dà dei punti al Vision, avendo deflettori "veri" in acetato, fissati per di più in posizione semiaperta, con tanto di cernierine. Una fotoincisione per ottenere l'effetto di un'apertura non è forse l'ideale (al limite sarebbe bastata una decal finissima o una tampografia), ma in ogni caso l'effetto è più che accettabile.









Venendo alle incisioni della carrozzeria, le varie "aperture" sono realizzate in maniera molto fine, senza certe esagerazioni tipiche di altre produzioni. Le griglie sui passaruota possono lasciare perplesso qualcuno, vista la loro diseguaglianza: siamo abituati a pensarle tutte uguali, ma osservando per bene le foto delle vetture originali dell'epoca, esse appaiono di larghezze variabili, a scalare. Se tuttavia l'effetto ottenuto sul modello Vision sia adeguato o "iper-realistico" è difficile dire. E' vero che i listelli delle uscite d'aria dovrebbero essere inclinati e questo rende l'aspetto delle griglie del Vision un po' piatto, accentuando forse un po' troppo l'effetto di differenza di larghezza:





In conclusione si tratta di un'interpretazione della 917K veramente valida, con un rapporto qualità prezzo superiore a quello di un Tecnomodel e forse anche di un BBR. A queste due prime versioni ne seguiranno ovviamente altre, fra cui presto alcune Gulf.

Ottimo il lavoro di fedeltà storica, con tutti i piccoli particolari al proprio posto.

Notare l'assoluta assenza di tracce d'incollaggio sulle carenature in plexiglass. Forse non entusiasmanti i fari in fotoincisione, ma stiamo ingrandendo questo modello come se fosse un Tamiya in 1:12!

Tipico di Make-Up l'aspetto della confezione.
Affascinante la placca fotoincisa con banda in decal.


4 commenti:

  1. Mi sembra un po' musona...
    Alfonso

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  2. Non che sia un intenditore ma pensavo che dopo lo Spark non ci fosse piu nulla da dire sull'argomento ma mi devo ricredere, questo Vision sembra notevole! Forse come dice Fofó da l idea di avere le linee del muso "generose" ma rende bene l'idea di quella
    Vera!

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  3. D'accordo sul discorso delle alette iperrealistiche, mentre dalle foto mi sembra che il muso sia 2giusto" (la 917 era una vettura di presenza, anche se dalle dimensioni contenute rispetto agli standard odierni).
    Mi sembra però che lo Spark (comprese le declinazioni esotiche di Ebbro) resti il miglior compromesso qualità/prezzo.

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    1. In effetti resta difficile battere il rapporto qualità/prezzo di Spark. Un modello simpatico (derivato dal Provence Moulage) è il Fast, di cui parleremo presto. Fra l'altro Fast è uscita con una serie di versioni assolutamente inedite.

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