27 novembre 2012

Ferrari 512S Sebring 1970 [a cura di Umberto Cattani]

Giusto due righe per ringraziare Umberto Cattani, che ha accettato di collaborare per il blog. Le idee ci sono, l'esperienza è fuori discussione, quindi non resta che augurarvi buona lettura e buon divertimento.

Ferrari 512S
12 ore Sebring 1970
Ferrari Collection 1/43
A cura di Umberto Cattani

Vittoria sul filo

 
21 Marzo 1970, dopo 12 ore di gara, la Ferrari 512S guidata prima da Vaccarella e Giunti poi, nelle fasi finali, da Mario Andretti, si aggiudicò l'unica gara della stagione. Teatro della vittoria, la Florida, nello specifico il vecchio aeroporto di Sebring, solo 23 secondi separarono sul filo del traguardo la Sport italiana dalla Porsche 908 di Peter Revson e Steve McQueen. La gara fu ricca di colpi di scena, la 512 spider di Andretti e Merzario, a lungo in testa, fu costretta al ritiro a causa di noie al cambio, ma la Porsche 917 di Rodriguez, subentrata al comando della corsa, nemmeno lei  ebbe fortuna. Un portamozzo, sollecitato dalle imperfezioni del manto stradale, rese l'anima, offrendo alla Ferrari la vittoria su un piatto d'argento.

Nelle restanti otto gare del campionato, la casa di Maranello ottenne solo dei piazzamenti, mentre Porsche collezionò altrettante vittorie, totalizzando 63 punti contro i 39 dell'avversaria. Un debacle difficile da digerire...

I collezionisti più navigati conoscono bene il modello realizzato da Solido una quarantina d'anni fa nella classica scala 1/43, per tanto tempo restò un mostro sacro nelle nostre collezioni. Riproduceva la vettura che corse a Daytona, la decorazione era incompleta, la linea però risultava piuttosto fedele ed era provvista di portiere apribili. Per quegli anni, era quanto di meglio si poteva pretendere. Il costo era di circa 2500 lire, ben oltre quanto richiesto dalla nostrana Politoys ma le caratteristiche erano già quelle del pezzo da collezione mentre la casa italiana era più indirizzata verso il mondo del giocattolo.

Il tempo è trascorso, di 512S se ne sono viste molte, soprattutto nell'ambito artigianale. MPA, FDS, GPM ed ultimamente Tecnomodel, si sono interessate al soggetto, con risultati più o meno incoraggianti.

Come diecast, erano molti ad attendere l'uscita in edicola della 512  con gli orecchioni, dopo quanto realizzato da Brumm. Non crediate si tratti della versione romagnola della 512 (gli orecchioni sono un primo ricco di calorie che le azdore preparano nei dì di festa) ma con questo termine erano identificate le prime 512, provviste di carenatura sul cofano posteriore e di orecchie dinamiche d'aspirazione, poi abbandonate nel prosieguo della stagione.

L'attesa dei collezionisti è andata delusa, almeno in parte.

La linea generale è buona, ma sono i dettagli a recitare un ruolo da comprimari.

Font dei numeri di gara fantasiosi, qualche decalcomania inesatta oppure mancante, sfoghi d'aria verticali di coda figurati solo con una vernice nera opaca, interni discutibili, alette di coda incomplete vanificano i sogni degli appassionati. La 512 che vinse a Sebring era altra cosa ma, per poco meno di 13 euro, è possibile acquistare quella che è destinata a divenire la base per un'elaborazione alla portata di tutti, con spesa relativa, ovviamente senza pretendere troppo e scendendo a qualche compromesso.

Lasciamo quindi ai tuner più estremi la responsabilità di prove modellistiche eccellenti, spesso chi si accontenta e si diverte in questi lavoretti mette in vetrina la soddisfazione personale più che la perfezione.
 
Ecco il modello da cui siamo partiti, prezzo di vendita poco
meno di 13 euro, decisamente poco elevato.

C'è crisi, quindi spazio al fai da te, ai pezzi di recupero, all'inventiva. Negli anni del dopoguerra, ci si riempiva la pancia con tanta fantasia, dopotutto...
 
Prospettiva di coda, diversi gli errori evidenziati nel
testo. Font dei numeri, mancanza di alcuni dettagli come i faretti
che illuminano il numero sulla portiera.
Per prima cosa, si deve scegliere una delle opzioni offerte dal modello: una rinfrescata generale oppure una più radicale operazione che richiederà interventi invasivi. Noi abbiamo optato per quest'ultima iniziativa, ma ognuno è libero d'esprimersi come meglio crede.
 
I fari mascherati proprio non ci piacciono, mano quindi a
frese, acetato e gruppi ottici firmati Stefano Adami.

Qui ci siamo limitati a qualche miglioria; rendere aperte le
zone dipinte in nero opaco sarebbe stato un lavoro troppo
impegnativo viste le caratteristiche di base del modello.

Piuttosto semplice separare il modello dal pianale, grazie a
viti a croce.
 

Un lavoro approfondito richiederà quindi il rifacimento della scocca, partendo dalla sua completa sverniciatura. Ma solo se sarete in grado  di recuperare tutte le decalcomanie necessarie sarà possibile rivolgersi a questo tipo d'elaborazione.

Dopo un bagno nel solvente -sono necessarie diverse ore perché lo smalto è tenace- la scocca sarà pronta per una ripulita generale. Lime e carta vetrata saranno protagoniste assolute. La carrozzeria è priva di grosse imperfezioni, quindi sarà sufficiente una finitura di routine. Come tinta, si è scelto il rosso Fiat 120, senza l'applicazione del trasparente finale, allo scopo di seguire più da vicino le caratteristiche della 512 originale. Quattro o cinque mani leggere e ben stese sono sufficienti per ottenere la giusta lucentezza dello smalto.
 
Altrettanto semplice scomporre la 512 nei suoi pochi
elementi di base.

Dopo un bagno nel solvente di un paio d'ore, la carrozzeria
è lucidata e pulita dalle piccole bave di stampaggio. Buona la lega
utilizzata per le fusioni.

Al posto dei tappi di rifornimento, ricavati nella stampata,
saranno incollati particolari after-market. La loro sede è già stata
realizzata grazie alla fresa, accessorio indispensabile per ogni
modellista che si rispetti.
Per gusti personali, non apprezzo molto le coperture dei fari mascherate. Preferisco di gran lunga i gruppi ottici bene in vista. Spazio quindi alla fresa perché la coppia di fari centrali va aperta e lavorare sullo zama non è agevolissimo. E' facile invece rimpiazzare il piano verticale che ospiterà le parabole principali, ricavandolo da un foglio di lamierino. Analogo materiale è usato per ottenere i deflettori di coda inclinati. Sul modello infatti questi particolari s'interrompono troppo presto mentre nella realtà terminano in corrispondenza dell'arco del passaruota. Il lamierino va quindi tagliato, adattato poi stuccato per ottenere il profilo ottimale.
 
Come già accennato, trattandosi di un modello da edicola con un pedigree limitato, siamo scesi ad un compromesso: in coda, non sono state aperte le bocche verticali, troppo il materiale da asportare e problematico il lavoro che ci attenderebbe aprendo queste porte...

Spazio quindi alla vernice nera, satinata perché rappresenta meglio i giochi d'ombra. I cerchi con relative gomme sono stati rimpiazzati da altri, al centro sono inseriti bulloni in alluminio. Il tergi a compasso è ora in metallo fotoinciso, sul lato destro è inserita una presa aria supplementare davanti alla ruota posteriore, ricavata anche questa da un foglio di lamierino. Sempre su questo lato, in corrispondenza della portiera, vanno praticati due fori che ospiteranno le lucine che illuminano i numeri di gara.
 
Sul lato sinistro sarà incollata la presa d'aria
supplementare, in Florida fa sempre molto caldo...
La carenatura del vano motore è ben riprodotta, va solamente aggiustata nel bordo inferiore per togliere qualche lieve imperfezione nello stampaggio. Le aperture orizzontali delle persiani vanno simulate grazie a filetti neri in decalcomania. Gli interni sono storicamente sbagliati: i sedili ed i pannelli orizzontali di copertura sono stati rimodellati e dipinti in rosso amaranto opaco, la strumentazione è stata aggiunta al pari del selettore del cambio, fotoinciso. La leva che aziona le marce è ora un pezzo tornito, il tutto naturalmente proviene dalla magica scatoletta dei ricambi. Cinture in tela con relative fibbie fotoincise completano finalmente gli interni, così più fedeli. Il profilo del lunotto che separa l'abitacolo dal vano motore va dipinto in rosso per regalare un tocco finale prezioso.
 
In coda saranno incollati i due flap di sostegno, realizzati
in lamierino. Supporteranno lo stucco per raccordare quelli
originali, incompleti.

Non dimenticate la pedaliera, anche questa fotoincisa, magari a lavoro finito non si vedrà ma voi, sapete che c'è e tanto basta!

Come già sottolineato, la coda deve scendere a compromessi, ciò nn toglie che potremo rimpiazzare i terminali di scarico con tubicino d'alluminio su cui applicheremo le coperture antifiamma, anche queste ritagliate ad arte dal solito ed immancabile foglio di lamierino. La scatola del cambio va dipinta utilizzando un mix di vernici oro ed alluminio.
 
I particolari ora sono incollati in sede, con un prodotto a
base cianocrilata.

Stucco a palate, sull'anteriore un profilo in resina
cosparso di grasso consente di modellare perfettamente la zona dei
fari centrali, ottenuta con frese e lime.
Avendo tolto le tre asole su cui era inserito il parabrezza, rimpiazzato da un elemento termoformato, il cruscotto va stuccato anteriormente.

Dopo la verniciatura, il modello passa direttamente nel reparto grafico: le decalcomanie sono importanti e vanno applicate ad arte. Non dimenticate la parte inferiore della carrozzeria dipinta in alluminio, naturalmente. Mano poi al pennello, spazio all'elettrauto- i fari anteriori sono quelli realizzati dal celebre tuner Stefano Adami-un ultimo ritocco di colla per applicare il deflettore sul tetto dato che l'originale, ricavato direttamente in fusione, era inadeguato, ed il vostro modello sarà pronto per la vetrina che potrà essere quella originale, una teca che ci sembra adeguata al prodotto.
 
Anche gli interni sono bisognosi di cure amorevoli, gli
originali erano del tutto fuori luogo.

Si provano le scarpe nuove, corredate da bulloncini e gomme
adeguate.

Sul lato destro sono praticati due fori per ospitare le
lucine d'illuminazione per i numeri. In basso, ecco la presa aria supplementare.

I faretti centrali hanno ora la loro sede, privata della
copertura originale.
 

Vi siete divertiti? Noi lo speriamo, guardando al portafoglio, abbiamo materializzato ed ottimizzato al meglio la massima "poca spesa, grande resa". Non sarà un capolavoro "giallo" ma è pur sempre un'onesta riproduzione della vincitrice della 12 ore di Sebring 1970. Altri tempi, altre corse ed altre realtà, un tuffo in un passato che probabilmente alcuni non conoscono e la scusa per sfogliare qualche bella pagina di storia, ma di quella grondante benzina, olio e passione. Insomma, uno sguardo pieno di nostalgia per quel Mondiale Marche che molti di noi hanno vissuto celebrando l'eterno duello tra i due cavallini. Nel 1970, la giumenta di Stoccarda vinse con parecchie incollature di vantaggio ma ci sarà poi l'occasione per prendersi qualche rivincita.
 
Sul tetto è stato eliminato lo sfogo d'aria ricavato per fusione.
Al suo posto, spazio all'acetato.

Gli interni sono pronti, radiatori, pedaliera, selettore
cambio e fibbie delle cinture sono fotoincisi.

La scocca, dipinta alla nitro e priva di trasparente, è terminata;
sono servite quattro mani per ottenere una superficie lucida
e compatta.

Il modello è finalmente pronto per la vetrina, sono state
necessarie alcune ore ma tutto è filato via senza troppi problemi. Il
parabrezza originale è stato rimpiazzato da un altro in acetato.

L'altro lato della 512, quello visibile dai box.

Un tre quarti di coda, aprire gli sfoghi aria sarebbe stato
problematico, accontentiamoci di dipingere le zone in nero satinato,
tinta che regalerà il migliore compromesso tra luci ed ombre.

Dal sovrappasso di Sebring era possibile vedere la 512
vincitrice in questa prospettiva...

Calate le tenebre, la 512 si è privata delle coperture sui
fari. A noi, piace più così, senza occhiali da sole... Stefano Adami
con le sue belle lampadine in scala illumina la strada!
 

53 commenti:

  1. Ciao Zio, che bello rileggerti....

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  2. CAttani, la clase non è acqua! Bravo!

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  3. E pensare che mi sono rifiutato di prenderla.
    La penna dello zio......tecnica , umana e dolce. Un piacere leggerti

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  4. Grazie Umberto. Un "manuale di modifica" utilissimo!
    Io però, che sono scassam..., intanto che era sverniciata avrei modificato anche la zona prima della ruota posteriore.

    Grazie per aver condiviso di nuovo qualcosa con noi.

    Luca

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    1. Grazie Luca, e grazie anche a quanti hanno salutato il mio ritorno.
      In queste settimane ho ripreso a pieno ritmo il mio vecchio mestiere, David mi ha concesso questa opportunità e cercherò di mettere a buon frutto il fardello degli anni.
      Avevo messo in conto di modificare le fiancate ma l'esiguo spessore dello zama mi ha fatto desistere.
      Se avessi dovuto rifare completamente la scocca con l'intento poi di stamparla in resina per un'eventuale utilizzo commerciale, avrei stravolto tutta la coda, ma, come ho scritto, sono sceso a qualche compromesso per offrire a tutti lo spunto per un'elaborazione non troppo complicata e pericolosa.
      In fin dei conti, anche altri hanno scelto questa strada...

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    2. Ben trovato, Umberto! Bella l'elaborazione della 512. Volevo chiederti: il parabrezza in acetato lo hai fatto tu o altro? Grazie.

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    3. Ciao Umberto è sempre un piacere leggerti e guardare le tue elaborazioni, soprattutto quando fai cose replicabili da noi... umani!
      L'unica cosa che forse si può aggiungere alla tua magnifica elaborazione è una piccola modifica realizzabile senza troppe difficoltà al "lunotto" posteriore per eliminare quell'antipatico ed irrealistico scalino rispetto al tetto. Che ne pensi?
      Un caro saluto Renato

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    4. Ho trovato il tuo messaggio, Renato.
      Lo scalino in effetti è presente, anche se appena percettibile.
      Lo si può eliminare rifilando leggermente la copertura in plastica ed eliminando le aperture circolari di sostegno.

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  5. A quando un bel BMW 320 GR.5?
    Marcoparra

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  6. Quanto mi sono sempre piaciuti questi tipi di articoli relativo alle "elaborazioni"!
    E quant'è bello rileggere lo Zio!
    Grazie Zio (e grazie a ddt per lo spazio).
    Edo.ardo

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  7. "Un'eventuale utilizzo"....
    Quando mi rileggo questi errori, penso sempre al mio professore d'italiano, cui devo l'amore per le lettere.
    David, per cortesia, togli quell'apostrofo altrimenti stanotte non ci dormo.

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  8. Ciao Umberto, un grazie per buone considerazioni nei miei confronti, nell'altro forum.
    Il lupo perde il pelo ma non il vizio, bentornato tra i mostri!
    Bella e semplice la trasformazione, questo è l'Umberto che preferisco.
    MADYERO.

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  9. Grazie Pierluigi.

    Il vizio è vecchio come Noè, difficile guarirne. Magari a volte se ne esce ma poi Lui torna, più cattivo di prima.
    E' vero, apparteniamo di diritto al gruppo dei mostri, se ne potrebbe fare un film sulla falsariga del capolavoro di Dino Risi.

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  10. Stai lì a guardar gli apostrofi... con le tastiere e la fretta l'errore è dietro l'angolo. Invece propongo, per un futuro spero prossimo, una rubrica tipo "la cucina degli avanzi", ovvero come ottenere ottimi risultati con buona mano e relativa poca spesa per tenersi in allenamento o semplicemente per divertirsi, partendo da edicolosi e freguglie avanzate nella cassetta degli accessori.

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    1. Fosse stato nel testo avrei potuto correggerlo, ma si tratta di un semplice commento (non posso intervenire sui commenti, solo eliminarli ma non mi pareva il caso). Il fatto che Umberto se ne sia accorto corrisponde ad una correzione, come se l'errore non fosse stato mai fatto. Condivido la sua idiosincrasia nei confronti degli errori ortografici ma sappiamo tutti benissimo che si tratta in questo caso di un banale errore di battitura e non di ignoranza nella lingua italiana.

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  11. Il parabrezza l'ho ricavato utilizzando l'originale come master.

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  12. Carlo

    Per ora vediamo l'accoglienza che sarà riservata alla tematica.
    Le idee, come sai, ci sono, lo spazio anche, l'angolino dei poveri cristi potrebbe allargarsi in futuro, grazie al vostro interesse.
    Sono tempi cupi, di quattrini ne girano davvero pochi quindi la palestra dell'ardimento potrebbe essere un angolino per combattere stress e preoccupazioni. Tre dita abbondanti di sangiovese nel bicchiere con il vetro grosso, il gatto sotto la tavola a sfregarti le gambe ed una cassetta che spande nell'aria le note di the long and winding road.
    Ad un volume non troppo alto, attorno ci sono pur sempre i soliti vecchi amici, quelli affezionati, quelli che non ti mollano mai.

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  13. BMW 320, Marco?
    Bella macchina, mi è sempre piaciuta, ne ho una quindicina in collezione, firmate Minichamps (quella che ancora parlava crucco e francese) Luso Toys ed ancora Minichamps (quella mandorlata) oltre ad un pezzo unico, opera di Francis Bensignor.
    Potrebbe essere argomento interessante, ne parlerò con l'oste.

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    1. Scusami ma si puo' sapere a cosa ti riferisci quando dici "pezzo unico by Francis Bensignor",marca?.
      Ne ho anch'io una decina in collezione,firmate pero' Starter,Provence Moulage,Competition 43,John Day(la mia eta' e sopratutto la mia nostalgia di tempi passati mi fanno ODIARE i die cast attuali)ma quando mi parli di PEZZO UNICO by BENSIGNOR,mi fai drizzare le antenne!
      Ancora complimenti per la tua abilita'.

      By Marcoparra

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    2. Si tratta della celebre 320 di Colani, ottenuta da Francis partendo da una 320 Minichamps di cui era responsabile per la prototipazione.

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  14. Il problema è l'oste astemio.
    Come mi piacerebbe vedere David scolarsi una buona bottiglia di vino e come
    sarei felice nel sentire (dopo la bevuta)un suo spassionato commento su una
    GTO montata da un modellista di fama internazionale.

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    1. Ago, sono astemio solo quando devo fare lunghi tragitti in auto. Quanto allo spassionato commento sulle GTO montate da modellisti di fama internazionale, è presto detto: a me piace solo Magnette, per gli altri non ci spenderei più un euro, anche se in passato l'ho fatto. Ma sono errori che non ripeterò.

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  15. Poveri cristi un accidente, per ricavare il tanto dal poco ci vogliono abilità, conoscenza e inventiva.
    Secondo me l'oste è astemio come me, che lo sono diventato per obbligo medico fino a dicembre causa analisi del sangue (polistirolo e tricicli oltre la norma). Ma poi...
    Ne butto lì un'altra: restauro obsoleti, altra nicchia nascosta ma ricca che attira sempre i vecchi volponi del modellismo...
    Alla bisogna, comunque, ho un paio di bocce di Brunello da parte. fatemi sapere...

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    1. E' quello che ultimamente sto facendo io con i miei primi modelli STARTER e RECORD montati in tenera eta' e a volte verniciati a pennello con la HUMBROL!!!!,con un bel foglio decals a disposizione,il modello torna come nuovo!
      Cosi le le bottiglie buone restano in cantina a stagionare..........
      By Marcoparra

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  16. Che bello rileggere lo Zio!
    E complimenti per il lavoro, anche se il soggetto non rientra nei miei polverosi interessi...

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  17. Ciao Umberto, bentornato anche da parte mia!
    Con questo tuo lavoro sul un modello d'edicola, abbiamo la conferma di come un brutto anatroccolo possa diventare un cigno. Unica cosa credo, difficile da modificare, riguarda la zona centrale del tetto che nell'auto vera era piatta e non a tutto tondo come questo modello. Comunque hai fatto un buon lavoro, complimenti e alla prossima.

    zapatero

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  18. Cito:

    "Un'elaborazione alla portata di tutti, con spesa relativa, ovviamente senza pretendere troppo e scendendo a qualche compromesso."

    Il tetto è un altro compromesso. Lo spessore dello zama è tanto fine da non permettere modifiche. Purtroppo, perché altrimenti la modifica sarebbe stata semplice.

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  19. Una curiosità. La 512 spider guidata da Andretti montava cinture nere firmate Willans, forse volute dal pilota italoamericano. Su questa, ho dubbi sulla loro presenza.

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    1. Dubito che questa montasse le Willans (uno degli sponsor di Andretti), perché come certamente sai, Mario fu dirottato sulla N° 21 solo nell'ultima ora di gara.

      zapatero

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    2. Ho una foto che ritrae Vaccarella al posto guida. Non ho capito se la spugna voluta dal pilota siciliano nasconde le cinture, in ogni caso il "preside volante" sembrava non indossarle affatto.

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    3. Era nota l'avversità che Nino Vaccarella aveva per l'uso delle cinture di sicurezza, era stato fotografato altre volte con le cinture non allacciate, in modo particolare alla sua Targa Florio, ci sono alcune foto che lo ritraggono sulla 330 P4 senza le cinture allacciate.
      Nino, come tanti piloti della sua epoca, aveava iniziato a correre in auto quando le cinture non erano ancora in uso.

      zapatero

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  20. attento a non citarmi troppo che poi ti chiedo i diritti :-))

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    1. non chiederli a me visto che ho già cacciato fuori i soldi.

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  21. Scusate ma a quale altro forum si riferisce Pierluigi?

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  22. Da quando ho i fari Adami, gli altri hanno spento la lampadina.

    Potrebbe andar bene per uno spot pubblicitario, poi i diritti li chiedo io.

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  23. "... il gatto sotto la tavola a sfregarti le gambe ed una cassetta che spande nell'aria... "
    La mente è andata ad altri tipi di cassette... per gatti!

    Anche a me piacerebbe sapere qual è l'altro forum.

    Luca

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  24. Ah, che bello rileggere lo Zio....grazie di essere di nuovo con noi a deliziarci....

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  25. Secondo le cronache locali, Andretti era più veloce di sei secondi sul giro rispetto Vaccarella e Giunti.
    Ad ognuno il suo territorio di caccia...

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    1. A parità di macchina e condizioni sono un'enormità.

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  26. ...intanto l'articolo sulla 512S è entrato già nella top-ten dei più letti dall'inizio del blog.

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  27. Come sempre un ottimo lavoro bellissima, è un piacere finalmente ritrovarti. Sono d'accordissimo per la verniciatura è lo stesso procedimento che adotto io, non mi sono mai piaciute le caramelle
    Drago

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  28. Ciao Umberto,
    da quanto scrivi si evince che hai sostituito i cerchi originali con altri, dato che sono alla ricerca di cerchi per le mie 512S, quali mi consiglieresti di acquistare?
    E. Re

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    1. Quelli che vedi provengono dalla tasca di Eta Beta.
      Oggi non saprei cosa consigliarti, guarda alla produzione Tron oppure Sprint 43, purtroppo attualmente il mercato offre poco mentre, al contrario, sarebbe auspicabile un ritorno al passato.
      Forse, è un settore che rende poco, sotto l'aspetto economico.

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    2. Meglio non parlare di economia, oggi se le cose non assicurano un guadagno del 200% neanche vengono prese in considerazione.
      Immaginavo che si trattasse di "residuati", ma di quale modello? Vecchi die-cast?
      Dovendo risolvere il problema sono disposto a cercarli nelle varie borse e mercati.
      Di Tron ho i cerchi per la 330 P4, simili nel disegno ma stretti e con un diverso sistema di fissaggio (non sto qui a spiegarvelo), quelli di Sprint 43 sono piatti.
      E. Re

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    3. Purtroppo non ne conosco l'origine.
      Tieni conto che il mio magazzino ricambi risale al 1978.

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    4. Dovrebbero andare bene anche i cerchiruota fatte a suo tempo da BBR e Tecnomodel per le loro 512 S, semprechè si riescano a reperire.

      zapatero

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  29. Evviva Umberto!
    Grazie anche da parte mia. Moooolto interessante e molto da esempio. Per tutto.
    Mi permetto (lo so, sono un vizioso!) di ri-suggerire il mio solito argomento: elaborazioni/costruzioni di auto (da corsa) un po' misconosciute, strane, di poco successo, ma degli anni della mia prima giovinezza (1961/1970. Oggi sono nella mia seconda giovinezza!).
    Grazie ancora Umberto. A presto!

    Andrea De Regis

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    1. Ciao Andrea

      Ho in cantiere un paio di Porsche 356 che fecero la Carrera Panamericana, su base Brumm. Soliti modelli a costo limitato su cui è consentito far danni senza troppi patemi d'animo. Mal che vada, un bagno nel solvente e tutto torna di nuovo al punto di partenza. Valuterò con l'oste astemiomasoloquandoserve la pubblicazione del pezzo. Si tratta di inediti con decalcomanie italoamericane, entrambi già ia buon punto ma in attesa della busta proveniente da Tom.

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  30. Ho inserito un commento sulla 512 forse in un posto inesatto.
    Scusatemi ma non avevo mai scritto su questo blog e sono poco pratico.

    Spero che Umberto riesca a leggermi per darmi un suo parere sulla la modifica che ho suggerito; anche perchè, nel provare a farla mi sono accorto che in realtà non è poi così agevole...
    Non so se questo forum consente questo tipo di approfondimenti.

    Intanto approfitto per fare i complimenti a David Tarallo per questo bellissimo sito!

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  31. Ciao Renato

    Purtroppo non sono in grado di leggere il tuo commento, dove l'hai inserito?

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