30 marzo 2019

Storie di ieri: Bob Symes e Model World sulla BBC



A metà anni settanta il mondo del modellismo era in piena evoluzione. Tanto per limitarci alla branca dell'automodellismo, era l'epoca dell'esplosione dei kit artigianali, della grande trasformazione del diecast con la crisi della Dinky e della Corgi e con l'affermazione di case come Solido che avevano saputo meglio della concorrenza cavalcare l'onda del cambiamento. Era anche l'epoca di alcune pubblicazioni che sono rimaste dei classici, dei primi studi sul giocattolo di antiquariati, dei notevoli exploit tecnici a livello industriale e delle riviste di formato europeo. Nel 1975 la BBC decise di mandare in onda una serie di trasmissioni storico-didattiche su alcuni settori del modellismo, in primis i treni, ma anche aeromodellismo dinamico, soldatini e altro. Da questa trasmissione, a quanto mi risulta, furono esclusi proprio gli automodelli, forse perché non giudicati abbastanza interessanti dal punto di vista dell'elaborazione tecnica o chissà per quale altra ragione. Le trasmissioni erano condotte da un personaggio rimasto mitico nella storia della televisione britannica, Bob Symes, con i suoi caratteristici baffoni e le sue giacche a quadri. Bob Symes non era certo uno qualunque: discendente di una nobile famiglia austriaca, era nato nel 1924, fu un geniale inventore e abilissimo divulgatore televisivo.

Su Youtube e su altre fonti è oggi possibile reperire le versioni integrali delle varie puntate, alcune davvero di grande interesse, anche perché i punti di contatto con l'automodellismo possono essere parecchi: in alcuni passaggi sui kit dei treni in miniatura, ad esempio, si parla di kit in metallo bianco, e si mostra come preparare i pezzi per poi incollarli insieme o saldarli. Il livello di dettaglio di queste trasmissioni era notevole: oggi sarebbe impossibile conservare l'attenzione del pubblico per lunghi minuti con inquadrature che indugiano sulle differenze fra le varie scale del fermodellismo o sui rivetti presenti su un locomotore "N". Eppure, questi documenti ci raccontano con una brillantezza smagliante il periodo di grande evoluzione degli anni settanta. Possiamo immaginare, fuori da quelle stanze, il primo Brian Harvey che produce i propri kit, la smania di comunicare fra collezionisti, la sete di conoscere tutti gli artigiani sparsi per l'Europa in un mondo ancora ostinatamente off-line. Gli appassionati divoravano di tutto, e la carta era il principale veicolo di comunicazione. Riviste valide ce n'erano, ed era una fatica bestiale reperire le informazioni per compilare le famose pagine delle news, meglio se con delle foto. Qualcuno azzardava timidi comunicati stampa, inviati per posta a mezzo mondo. L'Equipe Tron stava per rivoluzionare il modo di acquistare modelli, con una mentalità avanti di dieci anni rispetto alla maggior parte della concorrenza. Dietro i quadroni delle giacche di Bob Symes ci rivedi i Dugu, i Rio, i John Day e la meraviglia dei primi AMR. Ci rivedi l'entusiasmo e la frustrazione delle domeniche passate a casa perché era tutto chiuso, e non potevi certo andare sul sito di Raccoon, su quello di GPM o di Miniwerks a cercare modelli da farti arrivare di lì a pochi giorni.

Dovevi aspettare, aspettare e aspettare. E se accendevi la televisione ti ritrovavi Mister Mandarino dei Matia Bazar che ti ricordavano che tu eri negli anni settanta e che al massimo avresti potuto iscriverti al Club delle Quattroruotine. No, perché neanche il Porsche Modell Club esisteva ancora. Se trovavi un calendario potevi pianificare un viaggio a Milano, a Torino o a Roma ma chissà quando. I lunghi inverni erano lunghi davvero. Si faceva di tutto: kit in plastica, trasformazioni con lo stucco, elaborazioni di slot. Diciamo che si trattava di una globalizzazione forzata in chiave locale. Gli anni ottanta? Ancora un'altra storia, ma in quelle serate in cui Bob Symes intervistava modellisti e costruttori di plastici ferroviari, il guado era ancora a metà. Il segreto di quegli anni era viaggiare, ma in pochi potevano farlo (non esistevano neanche le compagnie low cost). Bob Symes è scomparso nel 2015, e sono tanti a ricordare la sua competenza e la sua garbatezza nell'affrontare tanti argomenti potenzialmente complicati. Non era raro vederlo, in queste trasmissioni, vestito di tutto punto nei pressi di una stazione ferroviaria di campagna, intento a spiegare come funzionava un passaggio a livello o uno scambio di rotaia. Della serie Model World uscì anche un libro e credo che di recente sia stata edita la serie integrale su CD-Rom.

Il volto umano dell'endurance: la 24H Series al Mugello




Non avevo mai assistito a una gara della 24H Series. Nello sconfinato panorama delle gare per vetture GT in Europa, questo campionato mi era regolarmente sfuggito, finché stavolta ho avuto l'occasione di vivere il weekend d'apertura della stagione 2019, al Mugello. Una gara di 12 ore (anche se divise in due tronconi, tre ore al venerdì, nove al sabato), che mi riporta alla memoria le 24 Ore del Mugello del passato, corse nel 1980 e nel 1981. E' proprio necessario andare così indietro nel tempo? In fondo, a parte l'assenza nel 2018, sono un po' di anni che la 24H Series fa tappa al Mugello. Sicuramente, non è comune assistere a gare così lunghe all'autodromo di Scarperia, e per uno che ormai può definirsi "diversamente giovane" il ricordo tende ad andare ad un passato che a molti sembrerà lontanissimo e perduto nelle pieghe della storia (dimenticata). Eppure qualcosa è sopravvissuto: nell'automobilismo - almeno in un certo tipo di automobilismo - gli odori, i rumori, le scene sono rimaste invariate, per quanto io possa garantire che il vecchio BMW 2000 di F.2 o la March-BMW Gr5 facevano un baccano di cui oggi non si ha più idea. Il fatto che il Mugello dal 1975, anno della sua costruzione, non abbia mai subito una modifica del suo tracciato aiuta a sentirsi a casa quando si svolge una manifestazione che abbia una qualche somiglianza con le corse dei decenni passati.


Endurance allo stato puro, ecco la 24H Series: un clima che si respirava, se non vi ricordate proprio delle due 24 Ore del Mugello, anche in occasione delle 6 Ore valide per il Mondiale Marche, dell'Europeo Turismo o di Formula 2. Certo, oggi nessuno più smonta un cambio nella bacinella di plastica con l'olio: per quello ci sono le gare di autostoriche, anzi no perché stanno diventando sempre più snob e fasulle. Però in questa due giorni della 24H Series chi ha un po' di nostalgia del passato ha potuto vivere l'aspetto più autentico di questo sport, magari in chiave moderna, il che non guasta dato che le vetture iscritte erano davvero belle e tecnicamente interessanti.


In questo thread, invece della solita gallery con i concorrenti in pista, vi mostriamo un po' di "colore" nel paddock, dove si lavorava ancora alla vecchia maniera, almeno per certi aspetti. Un bel tuffo nell'automobilismo, a testimonianza che con poco (o con meno) è possibile fare molto. L'idea di questa gallery mi è venuta osservando alcuni meccanici di un team Ferrari cuocersi delle belle seppie verso fine gara. Non amo la semplicità per partito preso ma stavolta era tutto molto simpatico e spontaneo, senza che l'interesse tecnico e sportivo ne avesse il minimo danno. I concorrenti, davvero tanti (una sessantina) meriterebbero forse una spotter's guide. Vedremo fra oggi e domani cosa potrà essere fatto su questo blog.














28 marzo 2019

Il Commer cinematografico di Corgi: una variante promozionale ufficiale?

 A volte sento dire: "ma che c'è di nuovo da dire sui modelli obsoleti? Ormai s'è detto tutto, che cosa potrebbe venire fuori"? Il discorso è molto diverso: mai come in questi ultimi 10-15 anni si sono scoperti nuovi retroscena, nuove varianti oppure si è potuto fare luce su alcuni misteri che erano rimasti irrisolti per diversi lustri. Oggi i collezionisti sono in contatto come mai era accaduto in passato, e i criteri di analisi e classificazione delle varie tipologie di varianti sono stati notevolmente affinati, a volte mutuando dei metodi da branche del collezionismo estranee all'automodellismo.


Senza avere l'imprudenza di classificarla come una variante ufficiale (attendiamo magari qualche delucidazione in merito), è venuto fuori un Commer con telecamera di Corgi (art.479) molto particolare, ospitato in una scatola rotonda in metallo - di quelle utilizzate per conservare le pellicole, con etichette autoadesive che recano la dicitura "Universal Commercial Films, Universal City, California, 91608". Si tratta di un promozionale direttamente commissionato alla Corgi oppure di un modello acquistato sul mercato e modificato dalla Universal Commercial Films? In quanti esemplari e per quale particolare occasione? Difficile dire. Sta di fatto che modelli di questo tipo ce ne sono in giro diversi, ed è sempre complicato ricostruirne l'origine e l'utilizzazione, a meno di non ricorrere a fonti dirette, che restano alquanto rare.

24H Series al Mugello: un modo molto valido di fare endurance

Si apre al Mugello la 24H Series organizzata dall'olandese Creventic. Si tratta di una serie endurance per vetture GT e Turismo che si articolerà in cinque tappe: Mugello, Spa (19-20 aprile), Brno (23-25 maggio), Portimao (5-7 luglio) e Barcellona (30 agosto-1 settembre), con gare da 12 e 24 ore. Parallelamente, si svolgerà un campionato simile in circuiti europei ed extraeuropei (Dubai, già disputata a gennaio), Portimao, Barcellona e COTA (Circuit of the Americas). La serie torna al Mugello dopo un anno di assenza, e le 12 ore di gara saranno divise in due tronconi: tre ore venerdì e nove ore sabato. La 24H Series si compone di otto classi, come segue:
GT classe A6 (vetture GT3)
GT classe 991 (Porsche 911, tipo 991-I 3800cc Cup e 991-II 4000cc Cup)
GT classe SPX (special cars con rapporto peso/potenza di 2,5-2,9kg/HP per 400-500HP)
GT classe SP2 (special cars con rapporto peso/potenza di 3,0-3,4kg/HP per 350-450HP)
GT classe GT4 (per vetture omologate in GT4)
Turismo classe TCR
Turismo classe SP3 (special cars con rapporto peso/potenza di 3,5-4,0/HP per 300-400HP)
Turismo classe Cup1 (BMW M240 Racing Cup)
Turismo classe A3 (vetture aspirate da 2000 a 3500cc e turbo da 1650 a 2000cc)
Turismo classe A2 (vetture aspirate fino a 2000cc e turbo fino a 1650cc)
Pubblichiamo una gallery della prima sessione di prove libere svoltasi stamani.