21 febbraio 2017

Rassegna stampa: AutoModélisme n.231 (febbraio 2017)


Con un po' di ritardo recensiamo brevemente il numero di febbraio di AutoModélisme, un numero piuttosto interessante in cui il "mainstream" rappresentato dalle varie AutoArt, OttOmobile e compagnia bella convivono con articoli più interessanti e originali quali un montaggio di un kit Aoshima in 1:24 della Chevrolet Cruze WTCC 2012 o sui modelli autocostruiti di Gilbert le Cléac'h, un modellista di cui il mensile francese si è già occupato in numeri passati (stavolta si parla di Ford GT40, di Ferrari F.1 anni cinquanta, di Lotus 49 e di Scarab). Pur essendo una rivista pienamente appartenente al circuito "ufficiale", AutoModélisme si sforza comunque di conservare una certa freschezza d'idee. A volte i risultati sono buoni, altre meno, ma sempre più spesso ci si rende conto che sono proprio i collezionisti a volere le recensioni del Mercedes AMG 6x6 di Autoart - o piuttosto i distributori, ma questa è un'altra storia. In ogni caso l'editoriale del direttore Alain Geslin è ottimista: i modelli escono, i collezionisti s'interessano, l'ambiente, malgrado le tante cassandre, è vivo. Tutto sommato l'automodellismo fa ancora sognare.

08 febbraio 2017

Rara avis: Simca Aronde crema con tetto rosso venduta a 7500 euro a Rétromobile


Non è una novità che la Simca Aronde color crema con tetto rosso di Dinky France sia uno dei modelli più rari prodotti in serie dalla casa di Bobigny. Quando i pochissimi esemplari conosciuti appaiono sul mercato, non stentano a trovare un acquirente, e il record per questo tipo di modello si aggira sui diecimila euro, anche se le quotazioni medie oscillano fra i 5000 e i 7000 euro, anche in relazione alle condizioni e alla presenza della scatola che comunque è facile da procurarsi perché è identica a quella dei colori comuni. A Rétromobile è apparso uno dei questi esemplari rarissimi che è durato il tempo di una mezza giornata, prima di essere venduto a circa 7000 euro. Segno che Rétromobile "tira", e i Dinky France sono fra i modelli che si vendono meglio alla rassegna parigina. Complimenti all'acquirente e... al venditore!

Automobilia a Rétromobile: messa all'asta su Artcurial una parte della collezione Ogliastro


Il blog si era occupato recentemente della casa d'aste Artcurial in occasione dell'ultima edizione della Le Mans Classic, nel luglio del 2016. Rétromobile rappresenta un altro appuntamento irrinunciabile della stagione, e molti lettori sapranno già delle vetture-star esposte a Parigi, prima fra tutti la Dino protitipo che il Museo di Le Mans ha deciso di vendere per finanziare altri acquisti più coerenti con lo spirito della raccolta. Delle vetture si sa dunque tutto, o almeno molto. A lato di tutto ciò, le vendite di oggetti "minori", come la collezione di automobilia della collezione di Hervé e Martine Ogliastro, comprendente modelli, libri, poster, quadri e quant'altro. Per questa vendita specifica Artcurial ha edito un catalogo a parte, in vendita sul posto a € 20,00 (n.3245 della serie). Fra gli oggetti più interessanti, vi è una Ferrari 330 P4 di Patrice de Conto, in scala 1:8, facente parte di un'edizione limitata a 10 esemplari.


03 febbraio 2017

Toyota TS050 Hybrid Le Mans 2016 di Spark (1:43)


In queste settimane Spark sta pian piano completando la griglia di partenza di Le Mans 2016, in attesa che Looksmart esca con le sue Ferrari che annunciate verso ottobre, tardano a uscire. Fra i modelli più attesi vi è certamente la Toyota LMP1, protagonista sfortunata della gara; la vettura numero 5 di Davidson / Buemi / Nakajima, in panne quando era a un passo dalla vittoria arriverà presto. Intanto è uscita la numero 6 (S5103), che ha concluso al secondo posto con Sarrazin / Conway / Kobayashi. Dovendo scegliere, molti collezionisti si orienteranno sulla numero 5, ma cogliamo ugualmente l'occasione per presentare uno Spark dell'ultima generazione e per di più riproducente una vettura di attualità. Su soggetti di questo tipo la documentazione è pressoché infinita.
La TS050 si districa sull'asfalto bagnato di Le Mans (foto David Tarallo)
Si tratta per lo più di ottenere un modello coerente con le varie giornate della settimana. Spark preferisce le configurazioni di inizio gara, ed è per questo, ad esempio, che il modello monta gomme da pioggia: una raffinatezza che gli appassionati apprezzeranno e che aggiunge un po' di diversità alle tante vetture equipaggiate con le slick.


La cosa che non finisce mai d'impressionare su uno Spark di questo tipo è la pulizia e la precisione con le quali sono ottenute le intricate livree. Si capisce quanto la casa di Ripert sia avanti rispetto alla concorrenza e tutto conferma questa impressione: la chirurgica precisione della riproduzione delle appendici aerodinamiche, l'esattezza delle linee, la verniciatura perfetta, i cerchi, il retrotreno, la finitura cromata del tetto, l'abitacolo quasi invisibile ma completissimo... il tutto per un prezzo ancora competitivo, anche se c'è chi si lamenta anche del prezzo di uno Spark, magari dimenticando che un modello come questo negli anni novanta sarebbe costato 300.000 lire...

La Toyota TS050 penso sia un modello che debba entrare di diritto in ogni collezione dedicata all'endurance, non necessariamente solo in chiave Le Mans. Tutto è stato studiato accuratamente e riprodotto con una finezza che non ritroverete che in altre scale più grandi e forse neanche lì. Piaccia o non piaccia il soggetto, si tratta dello stato dell'arte nel settore dei resincast. Peccato solo che i collezionisti delle vincitrici di Le Mans dovranno accontentarsi di un'altra 919...




02 febbraio 2017

GT Spirit annuncia la Ferrari 365 GTB/4 Daytona in scala 1:12

Tra diverse novità nella consueta scala 1:18, GT-Spirit ha annunciato anche una Ferrari 365 GTB/4 Daytona stradale rossa in scala 1:12 (catalogo n. GT119). Il modello avrà un prezzo di € 179,90 e sarà prodotto in serie numerata e limitata a 1500 esemplari. L'uscita è prevista ad aprile.

Quando Grand Prix Models fa...Grand Prix Models: Chevron-Cosworth B26 9 Ore Kyalami 1973

La Chevron B26 di Home Made Models montata
in dieci esemplari per Grand Prix Models. 

Credo di avere lamentato diverse volte nel blog come in anni recenti il glorioso negozio Grand Prix Models avesse almeno in parte perduto la propria vocazione, abbandonando quel core business fatto di modelli speciali tradizionali per i vari resincast e diecast. Una scelta ovviamente obbligata, ma che non giustificava l'abbandono di alcuni prodotti che avevano sempre contraddistinto l'offerta della ditta fondata da Brian Harvey. Ne parlai anche di persona, non senza polemica, alla nuova dirigenza.



John Watson al volante della B26 in pit lane alla
9 Ore di Kyalami 1973. La vettura, equipaggiata
con motore Ford Cosworth 
BDA da 2000cc, si classificò al quinto posto. 
Difficile sapere se mai abbiano voluto accogliere i miei commenti, ma di fatto in questi ultimi mesi qualcosa si è mosso. GPM tratta sempre - e ci mancherebbe - Spark, Minichamps o Truescale, ma ha fatto di nuovo posto a qualche serie esclusiva di montati speciali come accadeva in passato.
Il modello è montato per il trasporto su una base provvisoria
in plastica, imbullonata (!) alla scatola del kit, 
Si tratta di un modello in resina montato con buona cura.
I cerchi sono torniti, alcune fotoincisioni arricchiscono il tutto. 
 Ricorderò la recente McLaren di John Watson del GP Usa West 1983, montata in dieci esemplari su base Tameo, con la basetta autografata dallo stesso pilota inglese (alcuni anni fa una serie simile era stata fatta utilizzando il kit Tameo della vettura di Silverstone 1982); ecco poi due Jaguar D-Type di Le Mans 1955, montate direttamente da SMTS ma commercializzate come Grand Prix Models Studio. E l'ultimissimo pezzo di queste serie esclusive merita un'attenzione particolare, perché si tratta di una serie di dieci Chevron B26 in 1:43 montate dalla sudafricana Home Made Models, riproducenti la vettura che prese parte alla 9 Ore di Kyalami del 1973.
Ben dettagliata la parte della meccanica che si intravede
nell'apertura del cofano posteriore. 
La finitura è di buon livello; le decals sono sotto trasparente. 

Il modello è venduto corredato di una basetta autografata dai due piloti, Ian Scheckter (il fratello del più popolare Jody) e ancora da John Watson. Inutile dire che questo tipo di modelli ha un pubblico molto particolare, che difficilmente sarà quello dei collezionisti di certi paesi emergenti, che amano tutt'altro tipo di modelli, meglio se in 1:18 e fatti in Cina con chirurgica precisione.
Il modello andrà montato sulla basetta definitiva, provvista
di cupolina in plexi, 
La base, che riporta il logo di GPM e la numerazione,
riporta gli autografi originali di Ian Scheckter e John Watson. 

Qui siamo in presenza di un "handbuilt" vecchia maniera, con i suoi bellissimi difetti e col suo inossidabile fascino. Resta da sperare che in futuro GPM continui con queste iniziative, perché oggi come oggi non vedo molti altri commercianti in grado di proporre cose del genere. Il prezzo, 204,50 sterline, non è esattamente popolare, ma le serie GPM non sono mai state economiche.
Probabilmente un'edizione di dieci pezzi come questa ci metterà il suo tempo ad essere "assorbita" dal mercato, ma già il fatto che ancora ci sia chi realizza serie di questo genere rende il panorama dell'automodellismo contemporaneo meno piatto e asettico.

01 febbraio 2017

Lancia Fulvia 1300HF e 1300S di Best Model: aggiornato il vecchio Rio


Di modelli diecast italiani aggiornati, risalenti agli anni ottanta-novanta ce ne sono ancora molti in giro: basti pensare alla Ferrari 250 GTO della Box Models (1984...!) oggi nel catalogo Brumm o ai vari Best/Bang rimessi un po' a nuovo. Fra i modelli di questo tipo ci sono alcuni Rio che Best Model sta riproponendo con diverse migliorie, pur senza stravolgere in modo radicale lo stampo. Dopo la serie delle auto antiche, venti-venticinque anni fa la Rio si mise a produrre vetture più recenti, per accontentare i collezionisti dell'1:43 che lamentavano ancora enormi lacune nell'offerta contemporanea. Era dai tempi di Mercury / Solido / Corgi / Dinky che i produttori non mettevano le mani su certi soggetti, e gli standard qualitativi del marchio Rio costituivano tutto sommato una buona garanzia. Uscì fra questi modelli la Lancia Fulvia, e personalmente ricordo come anche a Firenze, nel negozio di Rocchi in Via Vittorio Emanuele, i collezionisti facevano a gara ad ammirare il motore riprodotto tutto sommato bene nel cofano apribile. Del resto le vetture antiche della Rio avevano nella maggior parte dei casi il cofano asportabile con la riproduzione del propulsore; questa scelta per così dire "di famiglia" era quindi perfettamente logica in un modello come la Lancia Fulvia, anche se in seguito su modelli come l'Alfa Romeo Giulietta Berlina o sulla Fiat 128 il costruttore italiano avrebbe rinunciato a ogni apertura, a vantaggio della fedeltà delle linee. 


Oggi la M4 di Pesaro possiede gli stampi Rio ed è quindi logico che cerchi di sfruttarli nel miglior modo possibile; le "vintage" continuano a uscire con lo storico marchio, mentre alcune realizzazioni più recenti vengono ora vendute come Best Model. E' uscita in questi giorni una duplice versione della Lancia Fulvia, una 1300S in un elegante blu con interni rossi (art. 9645) e l'inconfondibile 1300HF in amaranto Montebello con banda gialloblu (art. 9646). 

Il modello, come detto, è il Rio, ma sono molte le modifiche di dettaglio apportate. Innanzitutto, le fotoincisioni hanno fatto la loro comparsa, sostituendo le cornici laterali in zamac (ed è questa la modifica più notevole dello stampo). Ora fotoincisi anche i tergi, la presa sul cofano e il bel volante. Onestamente dobbiamo dire che lo sforzo per fare qualcosa di valido si vede, La verniciatura, anche se un po' troppo spessa (lo era già sui modelli d'origine) è comunque perfetta, senza un difetto e lucida come si conviene a una vettura stradale. 

Le decals sono applicate con cura e il livello di montaggio è in genere più che buono. Fotoincisa anche la calandra (prima era in plastica cromata) e dei fari ottici come quelli impiegati sui modelli speciali hanno sostituito i vecchi fari in plastica con pastiglia trasparente, che avevano ormai fatto il loro tempo. Le cornici dei vetri anteriori e posteriori sono tampografate. All'interno troviamo lo specchietto retrovisore, la riproduzione molto realistica del cruscotto, i pannelli delle portiere con la riproduzione in decals delle maniglie e degli alzavetri, segno che alla M4 hanno pensato a rinnovare il modello al massimo delle loro capacità. 


Per contro il cofano non chiude perfettamente, ma per fortuna è un particolare che non si nota moltissimo. Queste due versioni si aggiungono alla 1.2 Coupé (art. 9637) e alla 1.2 Rallye Tour de Corse 1965 (art. 9638). Il prezzo oscilla fra i 59 e i 69 euro secondo la versione. Certo, è del Made in Italy doc e non ce la sentiamo di criticare la scelta di riproporre modelli aggiornati come questo, tantopiù che le migliorie sono davvero tanti e danno vita a un prodotto tutto sommato equilibrato e gradevole.