31 dicembre 2019

Spark e Porsche: un po' di Le Mans 2019 a fine anno


Le uscite Spark relative alla 24 Ore di Le Mans 2019 hanno iniziato a fare capolino nelle circolari del produttore e nei siti Internet. Sul fronte Porsche, naturalmente, due delle vetture più attese erano la 911 RSR del Team Project1 che ha vinto la classe LMGTE-Am con Bergmeister/Lindsey/Perfetti (art. S7942) e due fra le quattro RSR ufficiali con la livrea che celebrava la Brumos. La vettura del Team Project1 era già uscita in contemporanea con la gara in edizione limitatissima ed era andata esaurita nel giro di qualche ora. Si trattava di un modello promozionale in zamac a differenza della produzione in resina, abituale per Spark. Ora questa specie di art car esce nella serie standard, a premiare chi ha saputo aspettare senza cedere alle follie del "voglio-subito". Delle due RSR "Brumos", invece, è uscita per ora la numero 93 (Pilet/Bamber/Tandy, art. S7938, terza classificata in LMGTE-Pro). Prevista a brevissimo anche la Porsche meno... fotografata di Le Mans 2019, la numero 99 del team Krohn, che non ha preso parte alla gara a causa di un grave incidente in prova. 

30 dicembre 2019

Tameo annuncia un altro modello basato sul progetto This Way Up: la Hesketh del 1975 di Hunt

Come molti ormai sanno, Tameo Kits ha rilevato la produzione di kit e di accessori della sudafricana This Way Up. Già alcune referenze sono uscite e adesso il marchio ligure annuncia un'interessantissima Hesketh - Ford Cosworth 308C Formula 1 del GP d'Italia 1975, pilotata da James Hunt. E' un kit indubbiamente originale, che avrà - pensiamo - molto successo fra gli appassionati di scatole di montaggio in metallo bianco. 

29 dicembre 2019

La Simca 11CV Cabriolet, novità del marchio francese CCC


Un marchio come CCC continua la sua produzione di modelli speciali 1:43 di un certo livello, sapendo sopravvivere in un mondo sempre più invaso da produzioni cinesi dal rapporto qualità-prezzo indubbiamente vantaggioso. Ci vuole del coraggio, eppure evidentemente le vendite non devono essere così catastrofiche se la gamma prosegue il proprio cammino con relativa sicurezza. Di recente sono state presentate novità come una nuova Balilla di Le Mans (vedi un post recente del blog) e una bella Simca 11cv in versione Cabriolet, realizzata dopo la versione berlina, quest'ultima riservata al Club Simca francese. 

Come tradizione del marchio, la Simca 11CV di CCC è in resina con parti in metallo bianco, particolari fotoincisi e cromati. Si tratta di un modello particolarmente interessanti anche per i collezionisti italiani: è noto infatti come la vettura fosse stata prodotta in Francia sulla base della Fiat 518 Ardita ancora prima della nascita della Simca. I primi esemplari furono infatti fabbricati con licenza della SAFAF, l'azienda affiliata alla Fiat che diede origine appunto alla Simca, legata al marchio torinese fino al 1950. La 11CV era stata presentata nel 1934. Disponibile in versione berlina e cabriolet, era mossa da un 4 cilindri in linea da 1944cc di cilindrata con distribuzione a valvole laterali. La potenza massima variava in relazione alla testata, che poteva essere in ghisa o in lega d'alluminio: si andava dai 45 ai 54 cavalli. 

Già all'epoca esistevano vetture tecnicamente più evolute della 11cv, come la Citroen Tracion Avant, ma la Simca restava un'auto gradevole, elegante e dalle prestazioni più che adeguate. La 11CV restò in produzione fino al 1937, con circa 2200 esemplari costruiti. Il modello CCC è disponibile sia in kit sia in versione montata. Particolarmente accurata è la verniciatura bicolore ma anche il resto delle rifiniture è adeguato a quello che gli acquirenti di questa marca si aspettano: pulizia di montaggio, buoni dettagli, interni curati e una presentazione in una vetrina in plexiglass con moquette che è diventata uno dei segni distintivi della produzione CCC. 

Una Firenze un po' edulcorata: riflessioni e bighellonaggi di fine dicembre

Nei mesi scorsi ho spesso affrontato temi più generici, con riferimenti a un passato (che non torna più) fatto di contatti diversi, di sistemi lontanissimi da quelli di oggi, di pacchi ordinati dalla Francia, dall'Inghilterra o da chissà dove, attesi con spirito analogico, in piena era pre-internettiana. Oggi tutto è cambiato. Oggi ci si accapiglia su Facebook e sono a volte gli stessi marchi produttori a istigare alla bagarre cialtronesca con le loro pagine piene di rendering e di anteprime. Cosa non si fa per precedere la concorrenza. A nessuno ormai sembra importare più di tanto dei negozi che chiudono. L'affastellarsi di pacchi di Amzon nelle portinerie in questo periodo conferma l'inversione di tendenza in atto già da diversi anni. Nel nostro settore i negozi specializzati non esistono quasi più. Credo che sia stato proprio Milano43 ad aver anticipato i tempi, e sto parlando di avvenimenti di un passato ormai nemmeno troppo recente, anzi. Ma è davvero tutto morto?
Redis Model in Via del Ponte alle Mosse a Firenze. 

Abitando a Firenze, il cambiamento è stato meno traumatico perché qui di vita ce n'è stata sempre poca, salvo forse un periodo folle negli anni novanta, in cui il negozio Rossocorsa di Via Gordigiani sembrava aver inaugurato una nuova tendenza, ma si trattò di un fuoco di paglia. Eppure quello era il periodo in cui le cose avrebbero potuto prendere una piega diversa, almeno per un decennio o due. Rossocorsa non chiuse perché non c'era mercato; chiuse per ragioni indipendenti dall'andamento del settore. Purtroppo in quest'ultimo anno abbiamo assistito alla sparizione di tre esercizi cittadini che in un modo o nell'altro hanno segnato la storia modellistica della città: in primis, Luciano Rocchi di Via Vittorio Emanuele II (Hobby Modellismo), un decano nel settore, dove negli anni ottanta tutti gli appassionati si davano appuntamento per discutere, commentare, scambiarsi idee. Rocchi ebbe anche il coraggio di organizzare una mostra nel 1987, di cui trovate anche qualche foto in altra parte del blog. Di una stanza ne aveva fatte due, e il negozio aveva una sua dignità. Negli anni d'oro del kit non era difficile imbattersi in qualche Starter, Provence Moulage, AMR, Pit e via di seguito. Non era sicuramente un brutto posto, e il sottoscritto conserva tanti ricordi di quel negozio di Via Vittorio Emanuele. Ha chiuso anche Crazy Model di Scandicci, del buon Patrizio Mazzoni, una persona competente e gentile. Crazy Model era un negozio più che dignitoso, che a tratti proponeva ottime selezioni di modelli 1:43, anche rari e meno conosciuti. In ultimo, Delle Piane in Via Gordigiani, un punto dedicato soprattutto ai treni, all'1:87 e al settore dei kit in plastica militari.
Niente modellismo ma Firenze per fortuna resta Firenze.
San Frediano in Cestello visto da Piazza Ognissanti. 
Questi tre ormai sono solo un ricordo. Per fortuna tutti i proprietari hanno cessato l'attività per raggiunti limiti di età e non per altre ragioni, ma resta la malinconia di non aver assistito a un passaggio di consegne. Del resto oggi chi avrebbe il coraggio di aprire un esercizio simile? Forse i temporary store potrebbero essere una soluzione alla difficoltà di resistere a lungo ma nel nostro settore non credo che nessuno ci abbia ancora pensato. Eppure c'è chi va avanti. Penso ad esempio a Hobbytalia 2 in Via degli Artisti, ma esistono in città negozi che definirei - in gergo automobilistico - un po' "crossover", ossia a metà strada fra il modellismo tradizionale e qualcosa di più moderno. Mi riferisco ai vari droni, figurini manga, kit di robot e roba simile. Tutto molto colorato e tutto sommato attraente per l'occhio. In Via del Ponte alle Mosse, a due passi dalla Porta al Prato, troviamo Redis Model, presento ormai da tre anni in questo sito dopo essersi spostato dal quartiere più centrale di San Frediano. Negozi di figurini di war game, di manga e di oggetti - per così dire - paramodellistici ce ne sono più di quanto non si pensi. Posso citare, ad esempio, a Mister Neko di Via Manzoni, dietro Piazza Beccaria, poco fuori dal centro storico. E' questo il futuro dei negozi, mentre gli automodelli statici sono per lo più confinati a siti Internet? Chissà. Sta di fatto che, continuando verso il Prato, mi sono trovato in centro, verso Piazza Ognissanti e poi costeggiando un magnifico lungarno, ho ripiegato in Via Cavour, giusto per dare un'occhiata a Dreoni, preso dalla nostalgia di quando la sera di un giorno di novembre ci ritrovavamo a sistemare i nostri modelli per la mostra annuale che attirava gente da tutta Italia.
Un negozio storico di Via Cavour, Dreoni. 
Una selezione di modelli Ferrari nella vetrina di Dreoni. 
Dreoni all'epoca (parlo di fine anni settanta-inizi anni ottanta) poteva contare su uno o due commessi che avevano una notevole conoscenza del mondo modellistico. Oggi forse puoi trovare un paio di burocrati capaci di consultare i database di Ripa o di Balocco Model. Sono i tempi che cambiano. Del resto, anche in questi ultimi mesi, le vetrine dedicate agli automodelli sono diventate sempre più scarne e tristi. Qualche Spark (cinque? sei?), alcuni diecast in 1:18, dei Brumm, un MG Model (come ci sarà arrivato là?) e poco altro. Meno male che a qualche decina di metri mi aspetta il ristorante greco di Via San Gallo.
Spark, Minichamps, Ixo e altre marche da Dreoni: la scelta
è tutto sommato limitata ma chi ha voglia di fare magazzino?

25 dicembre 2019

Rassegna stampa: Modelli Auto n.138 (quarto trimestre 2019)

A sinistra, sul tavolino, la Venturi di Spark,
uno dei primi modelli recensiti per il nuovo 
Modelli Auto, un ricordo del 2014. 

Si chiude il sesto anno del nuovo corso di Modelli Auto. Sapete che queste rassegne stampa sono poco oggettive, spesso chiosate da commenti, considerazioni e divagazioni varie. Ricevendo ieri l'ultimo numero del 2019 di MA mi è tornato in mente l'hotel di Parigi (mi trovavo laggiù per Rétromobile, inizi febbraio 2014) dove fra un evento e l'altro iniziavo a scrivere la recensione di una Venturi di Le Mans appena prodotta da Spark. 



Rinasceva Modelli Auto e cominciava per me una bella esperienza fatta soprattutto di incontri con modellisti e produttori. Il numero 138, di cui vi propongo poche immagini perché altrimenti c'è chi se le stampa e le legge a ufo (scherzo, ma non troppo) è uscito prima di Natale. Stavolta noi collaboratori siamo stati bravi! Sui contenuti giudicheranno i lettori ma anche quest'ultimo fascicolo conferma una tendenza di massima varietà di soggetti, calibrati soprattutto fra le due scale principali, 1:43 e 1:18, con qualche lecita intrusione dell'1:12 che sta facendo tendenza. 

Ma non mancano altre scale storiche come l'1:24, con la prosecuzione della serie dei montaggi dedicati alla cronoscalata del Bondone. Due le tematiche di collezione, una bella raccolta Fiat di un appassionato fiorentino e i novant'anni della Scuderia Ferrari. Non manca poi lo spazio ai modelli del passato (le Triumph TR), le schede di documentazione e le tante recensioni in cui uno come Umberto Cattani eccelle. Insomma, ognuno a Modelli Auto ha il proprio talento e l'obiettivo è quello di metterlo a frutto nel modo migliore, valorizzando le singole capacità. Appuntamento al primo numero del 2020 che uscirà nel mese di marzo. 

24 dicembre 2019

Che c'entra un racconto di Antonio Manzini col nostro mondo dei modelli speciali? Poco, ma...

"Cinquanta in blu. Storie" è il titolo di un bel volume uscito lo scorso ottobre per celebrare il mezzo secolo dell'editore Sellerio. L'idea è intrigante: prendere alcuni titoli già usciti per i tipi dell'editore palermitano e farli "rivisitare" da nuovi scrittori, che ne stravolgono il senso, fanno contaminazioni, immaginano storie diverse e magari fanno entrare i protagonisti del libro originale nel loro testo. Un'operazione letteraria al contempo raffinata ma non inutile perché creativa e stimolante. La scacchiera di Antonio Manzini è a mio parere uno dei racconti meglio riusciti di questa raccolta: decadente e lucido, trasmette la parabola discendente ma ricca di significato di una compagnia di teatro che ha fatto la storia ma che arriva alla conclusione che più nessuno si interessa a quest'arte; è una consapevolezza piena di cultura, che trasuda quasi autocompiacimento nel constatare i tempi che cambiano.


Il racconto ha diversi piani letterari che varrebbe la pena analizzare, ma mi permetto di inventarmene uno cui sicuramente l'autore non avrà pensato (non era neanche questo forse lo scopo del racconto): la fine in generale di un modo di intendere l'arte o l'artigianato, il decadimento inesorabile del linguaggio analogico e del passaparola, dell'attività comunicativa che prevede la partecipazione di persona dei referenti. Questo era il teatro, questo è... Beh, esageriamo: questo era il nostro mondo del collezionismo trenta o quarant'anni fa. Fine anno 2019, i social sono pieni di collezionisti che litigano e si accapigliano sull'ultimo GT-Spirit o l'ultimo Laudoracing. Questa è la situazione attuale e non dico che sia peggiore di quando, specie nelle città marginali (e la nostra Firenze, dal punto di vista collezionistico, è sempre stata una città marginale) restavi isolato in casa ad aspettare pacchi dall'Europa pieni di dazi doganali che ci mettevano una vita ad arrivare da Parigi o dalla Gran Bretagna. Era tutto sommato un mondo abbastanza triste, pieno di brutte notizie e colmo di domeniche morte in cui non c'era letteralmente un tubo da fare. Quel racconto di Manzini è il trait d'union fra quella mentalità del passato che ti imponeva di essere creativo e il mondo di oggi che sembra ignorare completamente i relitti dei decenni scorsi che - rari nantes in gurgite vasto - di tanto in tanto riaffiorano da qualche parte. Mi è capitato di recente di trovare su eBay un paio di venditori francesi che hanno messo on line modelli speciali tipici della fine degli anni settanta: MRF factory built (rari), Belle Epoque, degli AMR della prima ora, Eligor in resina, Playtoy, MA Collection e così via. 


Erano quelli i modelli che nell'oscurità di quel periodo, si aspettavano per settimane. Ti arrivava un montato dall'Inghilterra strapieno di gommapiuma che aveva fatto più danni che altro e eri anche contento, dopo averlo malamente riparato e rabberciato. La sua unicità, la sua rarità facevano tollerare tutti questi inconvenienti. Oggi gli speciali esistono ancora, ma qual è la differenza rispetto al passato? All'epoca questi modelli erano essenziali per una collezione, nel senso che se volevi qualcosa non potevi trovare altro. L'attrazione verso questi modelli era motivata, credo, dal mero interesse nei confronti del soggetto riprodotto. Chi comprava una Ferrari Daytona Spyder di MRF penso che volesse tutto sommato mettersi in collezione una riproduzione di quella vettura e non tanto un modello fatto a mano, in Francia dal montatore X o dal produttore Y. 

Oggi che gli speciali non sono tramontati, forse lo spirito è in parte cambiato. Certi modelli artigianali (non tutti ma alcuni sicuramente) si acquistano per avere qualcosa di esclusivo, magari di fronte all'imperante Spark che ha si è in pratica sovrapposta a molta della produzione "speciale". Oggi acquistare un modello artigianale lontano dal mainstream (non parlo di BBR, MR Collection o simili, quelli sono un'altra storia) significa forse proprio ricercare un'esclusività legata al prodotto e al lavoro che c'è dietro. Senza contare che fra alcuni collezionisti si sta manifestando l'interesse per marchi che a lungo sono rimasti semisconosciuti o sono stati sottovalutati, come RD Marmande, su cui vi invito a leggere i fondamentali interventi di Vincent Espinasse sul blog dell'Auto Jaune. Difficile dire che seguito avranno queste tendenze a lungo termine. Certo è che il collezionismo a volte prende strade imprevedibili rivalutando e facendo rivivere aspetti e personaggi che forse con troppa superficialità si sono dati per definitivamente dimenticati. Come il teatro?

20 dicembre 2019

Un plauso al Circuito del Mugello per il contributo dato nei giorni del post-terremoto


Il Circuito del Mugello si è confermato struttura moderna, capace cioè non solo di organizzare eventi sportivi di primo livello, ma anche di adattarsi alle esigenze della comunità e del territorio.

Nei giorni difficili che sono seguiti al terremoto che ha colpito le zone di Barberino del Mugello e di Scarperia nella notte fra l'8 e il 9 dicembre scorso, l'autodromo è stato attrezzato a zona di emergenza e di accoglienza. Fino ad oggi, notte dopo notte, hanno trovato un posto sicuro coloro che avevano dovuto lasciare le abitazioni nel centro di Barberino e anche quelli che non se la sentivano di dormire nelle loro case, seppure agibili.

Negli anni la pista era stata teatro di esercitazioni di vario genere, che simulavano incidenti autostradali, terremoti e altre emergenze, ma stavolta - purtroppo - si è fatto sul serio, e la pista si è confermata una risorsa importantissima anche a livello locale. Ora il Mugello chiude e si cerca di tornare alla normalità, ma restano in loco strutture e attrezzatura varia nel malaugurato caso fosse di nuovo necessaria una mobilitazione. Un ringraziamento e un plauso va a tutto il personale che si è impegnato in queste quasi due settimane, dai Vigili del Fuoco alla Protezione civile, dalle forze dell'ordine ai tanti volontari di tutte le associazioni fino al personale stesso della pista. Il Circuito del Mugello è un esempio di cui andare orgogliosi.

A volte riemergono: una curiosa collezione di vecchi modelli nella periferia di Firenze


L'avevo notata anni fa, poi era sparita: una collezione di vecchi modelli esposta nella vetrina di un'agenzia di assicurazioni (o roba del genere) nel quartiere periferico di Novoli a Firenze, a due passi dalla famosa pasticceria Gaetano. Oggi, passando a piedi, la collezione mi è riapparsa e ho colto l'occasione per scattare due (scadenti) foto, rese ancora più frettolose dalla pioggia, dalla gente che passava e dalle due buste che reggevo in mano insieme al cellulare. In ogni caso credo che ormai una collezione come questa sia rimasta un unicum come decorazione delle vetrine di Firenze. In un passato ormai neanche più recente, anche esercizi che praticavano commerci tutt'altro che vicini al modellismo usavano rendere interessanti le vetrine con modellini di auto, per non parlare poi dei centri di ricambi auto, concessionarie e via di seguito. Forse qualcosa lo troviamo nei bar o in qualche ristorante, ma questo ensemble, in una vetrina della periferia, fa molto anni settanta. Non ho approfondito l'origine di questa raccolta, che penso sia stata acquistata dal proprietario nei periodo di produzione, vista l'uniformità delle condizioni.


Vi troviamo Politoys, Mebetoys, Polistil, Mercury, sporadici Dinky e Corgi. Qualche aggiunta più moderna stona un po'. E' comunque bello vederli tutti insieme, questi modelli, riporta indietro nel tempo. Non so quanti abbiano la curiosità di soffermarsi davanti a questa vetrina ma penso che nei prossimi giorni ci ripasserò, perché fa davvero allegria.

Esce dalle linee di produzione l'ultima Porsche 911 della serie 991

 

E' uscita dalle linee di produzione Porsche l'ultima 911 serie 911, una Speedster. La serie 991, presentata nel 2011, ha avuto una lunga vita, ricca di modelli di successo e di grande importanza per la storia della Porsche. La generazione 991 ha costituito una base molto adatta per lo sviluppo di modelli speciali e vetture sportive estreme. Nel 2013 è stato festeggiato il mezzo secolo della 911 con una versione in serie limitata di 1963 esemplari dagli equipaggiamenti esclusivi. Nel 2016, la 911 R con motore ad aspirazione naturale da 500 cavalli ha rievocato il ricordo delle omonime vetture da gara che correvano nella categoria prototipi.

Nel 2017 hanno debuttato altre due versioni, la 911 T e la 911 GT3 con pacchetto Touring. Anche la milionesima 911 è stata costruita nel corso della generazione 991; nello stesso anno Porsche Exclusive Manufaktur ha inoltre presentato la 911 Turbo S Exclusive Series nell'esclusivo colore Golden Yellow Metallic. E non è finita: citiamo la 911 GT2 RS e la 911 GT3 RS. Arrivata puntualmente per celebrare il settantesimo anniversario del marchio, la 911 Speedster si è fatta notare per le sue caratteristiche di efficienza, purezza e dinamica di guida. Spazio adesso alla generazione successiva, che saprà sicuramente fare onore alla tradizione della 911, sperando che il marchio tedesco non tradisca l'eredità con modelli troppo distanti dal pedigree che i veri appassionati richiedono.
911 edizione 50° anniversario. 


Porsche 911 Carrera Cabriolet.
Porsche 911 GT2 RS

Porsche 911 GT3 RS con pacchetto Weissach


Porsche 911 Turbo S Exclusive Series. 

La milionesima Porsche 911 è una serie 911. 



911 Carrera T

18 dicembre 2019

Da Remember un utilissimo transkit in scala 1:43 per la Ferrari 250 GTO


Già disponibile cinque o sei anni fa, torna il transkit generico Remember per la Ferrari 250 GTO. Esso è composto di numerosi pezzi, alcuni dei quali si potevano già acquistare separatamente, ma nella confezione vi è l'aggiunta di decals, della leva del cambio in alluminio (non disponibile altrimenti) e altri piccoli particolari, che potranno essere utili a chi ha bisogno dei pezzi per migliorare/trasformare un solo esemplare. Il transkit si adatta naturalmente ai kit classici di AMR, Le Phoenix, ma anche a kit in resina, modelli di serie di pregio o meno e potrà essere utilmente integrato con altri particolari Remember come il motore, le ruote a raggi e altro.
Il transkit (catalogo TK222/1) è disponibile a questo link:
https://www.geminimodelcars.com/listing/749537086/complete-transkit-for-143-ferrari-250

07 dicembre 2019

Rassegna stampa: DTCA, The Journal, October 2019, issue n.75


L'ultimo quaderno dell'anno della Dinky Toys Collectors' Association non è particolarmente ricco di elementi di interesse. Vorrei però soffermarmi su un aspetto su cui DTCA sta cercando di mettere ordine da un po' di tempo, ossia la definizione esatta delle sfumature di colore. Per sfumature di colore si intendono quelle davvero diverse le une dalle altre, escludendo differenze che possono essere ricondotte a casi abbastanza fortuiti come l'invecchiamento di un singolo modello oppure le normali differenze di vernice tra la produzione di un giorno e l'altro o di una settimana e l'altra. In gioco ci sono le definizioni specifiche di ciascun colore, rese ancora più caotiche dal tentativo di classificarle in oltre quarant'anni di guide specializzate, che in alcuni casi hanno portato più confusione che chiarezza. Un articolo-pilota sulla Riley numero 40A/158 della Dinky mostra come ci si potrebbe muovere nella classificazione dei colori. 

Da CCC la Fiat 508S Balilla Sport Coppa d'Oro di Le Mans 1935

Dopo le Fiat Balilla Sport di Le Mans 1937 e 1938, CCC propone la 508S Sport Coppa d'Oro in configurazione quasi di serie che prese parte alla 24 Ore di Le Mans 1935. Nelle foto potete vedere la vettura preparata da Amedeo Gordini e pilotata da Gordini stesso insieme a Carlo Nazzaro (ritirati). Una seconda auto, col numero 45, finì in un'onorevole diciottesima posizione assoluta con Anne-Cécile Rose-Itier e Robert Jacob. Ricordiamo che i modelli CCC sono disponibili sia in kit sia montati. 


02 dicembre 2019

Novegro, borsa del 1° dicembre 2019: tutto sommato niente di nuovo (e in questo caso non è una cattiva notizia)


La borsa di Novegro, almeno nell'edizione di dicembre, "regge". E' questa, a mio parere, la buona notizia emersa dall'appuntamento di ieri 1° dicembre. Senza particolari sorprese, tutti gli elementi tipici della borsa erano presenti: gli habitué dei modelli speciali, alcuni banchi con giocattoli d'epoca di un certo livello, dei rivenditori generalisti come La Formula 1 del Modellismo o i francesi di Virus. 


Fa piacere notare come la produzione Pit di Fabrizio Pitondo abbia ora una seconda vita grazie a un suo amico (bellissima la serie di Porsche 914/6 IMSA portata in borsa). Forse qualcosa in più ci si poteva attendere dal settore degli obsoleti diecast. 


Per il resto, il corredo prevedeva molti volti noti, incluso il grande Vincenzo Bosica che è venuto a fare un giro, e venditori che ormai hanno fatto di Novegro una tradizione. Si conferma il trend in decisa crescita per i vari diecast 1:24/1:25 degli anni settanta/ottanta, con prezzi in salita. In conclusione, una buona borsa, svoltasi in una giornata decisamente piovosa...