25 febbraio 2018

Edizione limitata di 25 esemplari della McLaren Eagle Weslake GP Inghilterra 1967 per Marsh Models su base SMTS

Marsh Models ha appena annunciato una serie limitata di 25 esemplari della McLaren Eagle Weslake in versione GP d'Inghilterra 1967 a Silversione con Bruce McLaren. La base sarà il kit SMTS e il modello, con alcuni dettagli supplementari, verrà venduto in una teca BBR.
 



Ancora su Hobby Tecnica: Auto Union "Tipo Reims" 1938

Ha riscosso un certo interesse l'articolo su Hobby Tecnica pubblicato lo scorso Natale, visibile a questo link: https://grandiepiccoleauto.blogspot.it/2017/12/una-marca-del-passato-la-hobby-tecnica.html




Su richiesta di alcuni lettori pubblicheremo quindi le foto di alcuni recenti montaggi, iniziando con l'Auto Union Tipo Reims 1938, un kit molto semplice ma che ha posto alcuni notevoli problemi nella preparazione della scocca, piena di segni di fusione e di sbavature di ogni tipo e a ogni livello, tantoché prima della verniciatura è stato necessario reincidere molte delle linee che si erano perdute in fase di carteggiatura e stuccatura.
 


Si è deciso di non fare interventi radicali: i tromboncini di aspirazione stampati con la carrozzeria sono stati sostituiti da tubicini veri. Le gomme d'origine, che tra l'altro erano state fornite nel kit con un errore (tre di una misura, una di un'altra) sono state rimpiazzate da pneumatici prodotti di recente, più freschi e forse anche più adatti come larghezza e spalla. Sostituito anche il vetrino. L'abitacolo ha ricevuto qualche cura: il sedile, secondo la documentazione, è stato dipinto in grigio opaco, il quadro strumenti nero con quadranti in decals, mentre il volante a quattro razze, d'origine, è stato opportunamente preparato e colorato con effetto legno Molak. A distanza di quarant'anni e passa, l'Auto Union resta uno dei migliori modelli prodotti da Hobby Tecnica, un soggetto originale un'epoca in cui i produttori di modelli speciali non disdegnavano vetture anteguerra.

Rassegna stampa: AutoModélisme n.242 (febbraio 2018)



Con diverso ritardo recensiamo il numero di febbraio 2018 di Auto Modélisme. Si tratta probabilmente di uno dei numeri meglio riusciti di questi ultimi mesi, con una ricchezza di temi difficilmente eguagliabile. Certo, alcune scelte possono piacere o non piacere, ma questo succede sempre con le riviste che ancora oggi alcuni utopisti vorrebbero fatte a loro uso e consumo. Per gli amanti dei diorami (io non lo sono per nulla), viene presentata una imponente composizione del solito Jean-Claude Baudier che riproduce una buona parte della griglia di partenza del GP di Francia 1991, disputato a Magny Cours. Tante le recensioni e particolarmente interessante la terza e ultima parte della retrospettiva dedicata a Henri Pescarolo, col capitolo riservato alle vetture da lui realizzate come costruttore; è forse la parte meno conosciuta, malgrado si tratti di un periodo recente, e fa piacere trovare una serie di foto-documento a pagina 27, che ritraggono alcune Pescarolo e lo stesso pilota-costruttore in compagnia di vari personaggi, fra cui il modellista Jean-Paul Schwartz di JPS. Il montaggio del kit in plastica è riservato alla BMW M6 GT3 in scala 1:24 di Platz, Insomma, proprio un bel numero che merita di essere letto con attenzione.

22 febbraio 2018

Dinky: alcune considerazioni sulle tendenze di mercato



Questo è un blog politicamente scorretto (lo è sempre stato, dal 2012), e soprattutto è il mio. Esso quindi non necessariamente rispecchia le opinioni di molti collezionisti né si propone di avallarle magari solo perché costituiscono una determinata maggioranza. Spesso mi chiedono - e chiedono anche ad altri - cosa ne pensi delle tendenze del collezionismo dei modelli obsoleti. Non sono un esperto assoluto in questo campo, ma ho molti contatti con altri collezionisti e rivenditori professionali che hanno chiara la situazione attuale. Soprattutto in Italia si tende a confondere un collezionismo serio e preparato con l'indiscriminato accumulo di rottami. Ognuno fa ciò che vuole (e può), ma poi non può sorprendersi se al momento di tirare le somme viene fuori che le decine di modelli affastellati in mercatini e negozietti valgono poco più del peso del metallo di cui sono fatti.
Non si tratta di far la guerra tra fazioni; si tratta piuttosto di capire che quel genere di collezionismo può essere un divertimento e nulla più, spesso accompagnato da una scarsissima conoscenza storica e un altrettanto scarso interesse per le tante questioni tecniche che dovrebbe accompagnare una crescita culturale. Si colleziona anche per conoscere, non solo per il gusto di riempirsi la casa di roba raccattata qua e là. Ebbene, le tendenze: in un contesto di questo tipo, a guadagnarci - che piaccia o no - sono quelli che maneggiano modelli di qualità, rari e certificati. Lasciamo perdere potenziali falsari perché il discorso esulerebbe dal tema del thread. La maggior parte dei collezionisti non acquista per investire, ma fa comunque piacere pensare che ciò che si è speso non andrà bruciato nello spazio di poco tempo.


I risultati delle recenti aste della collezione Parodi sono lì a testimoniare che la qualità paga. Si può portare anche qualche esempio: una Renault 4L Dinky France Junior in verde chiaro (art.100), uno dei modelli meno rari della serie, ha raggiunto le 550 sterline inglesi, quando normalmente si può trovare a 200-300. Una Citroen RTL (art.1404, sempre di Dinky France) ha chiuso a 550 sterline. Fra i Dinky inglesi una Plymouth Fury (n.137) in rosa ha fatto 200 sterline pur essendo in condizioni non perfette, mentre la variante in blu ha raggiunto le 260. Fra i mezzi industriali, un Foden Wagon blu (art.501) ha spuntato 750 sterline e un altro Foden seconda serie in blu e rosa pallido (art.903) è stato aggiudicato a 950. A questo vanno aggiunte le commissioni del 25% a carico dell'acquirente. Troppo? Forse, ma fatto sta che questi modelli si vendono, cambiano di mano abbastanza facilmente, quindi significa che la domanda c'è. Dall'altra parte della barricata c'è chi vuol vendere i propri pezzi ereditati ma non sa come comportarsi. In un thread futuro daremo un po' di dritte in merito.

21 febbraio 2018

Si fa presto a dire 'generico': la storia di un foglietto di decals (nulla di più)


D'accordo, non si può sempre scrivere dei massimi sistemi. A volte un piccolo aneddoto o una spigolatura storica possono essere interessanti. La Porsche 911 e i suoi derivati sono da sempre un classico nella produzione modellistica. E negli anni settanta-ottanta, con la produzione Solido alla base di certe collezioni 1:43, avere a disposizione delle decals che migliorassero i già buoni prodotti francesi era un'esigenza non trascurabile. Ci pensò abbastanza presto la BAM, che alla fine degli anni settanta fece stampare alla Cartograf un foglio piuttosto grande contenente moltissime decal necessarie per decorare le varie 911 Carrera RS, 934 di Solido e altri modelli similari. La BAM aveva già prodotto fogli di decals molto utili, di cui i collezionisti ricordano ancora perfettamente le livree, e questo "generico Porsche", che misurava cm 19x14, ebbe come si può facilmente immaginare, un buon successo. In Italia costava, tramite i fratelli Tron di Loano, 4.500 lire, più o meno a metà strada fra un transkit fra i meno complessi (che si attestava sulle 3.500 lire) e quelli più ricchi di particolari (sulle 5.000 lire). Una riproduzione di questo foglio di decals compare a pagina 28 del TSSK n.20 della primavera 1980 (foto sopra).

Una curiosità: il foglio BAM servì d'ispirazione a chi commissionò, molti anni più tardi un foglio generico Porsche ancora più grande, stampato dalla Giotto decals di Prato (a lato). In questo foglio si trovano diversi elementi già presenti nella plancia BAM, affiancati ovviamente da altre cose. Ma chi si ricordava del vecchio foglio BAM?

18 febbraio 2018

La passione per i veicoli del Tour ciclistico non è di oggi: un transkit Record di inizio anni ottanta




Modelli da edicola, ma anche resincast, diecast e chi più ne ha più ne metta: l'indigestione cinese non ha risparmiato neanche i pittoreschi veicoli pubblicitari del Tour de France ciclistico, ed è normale. I soggetti del Tour sono gradevoli all'occhio, coloratissimi e estremamente decorativi. Ma c'è chi ha avuto qualche idea brillante anche ai tempi in cui il mondo era offline e la produzione orientale ancora di là da venire. Considero quasi un ritrovamento archeologico questo transkit realizzato dalla Record nei primissimi anni ottanta, che permetteva di trasformare il modello Solido nella Citroen 15-Six sponsorizzata da Suze e Yvette Horner, vista al Tour de France del 1954.

Oltre al foglio di decals e alle dettagliate istruzioni (rigorosamente in francese), la bustina conteneva alcuni pezzi in resina di ottima fattura, compresa la statuetta della suonatrice di fisarmonica. Una rarità all'epoca, e se non ricordo male il TSSK pubblicò l'immagine in bianco e nero della vettura, che appare nel frontespizio del transkit, che in realtà è la copia di una foto a colori, che ho ritrovato in rete.
Il transkit di queste foto è ancora sigillato e costituisce un'interessante testimonianza di un periodo ormai lontano.


Ci si potrebbe interrogare se sia più opportuno tenerlo così com'è senza mai aprirlo, o utilizzarlo su un modello Solido (se ne trovano ancora moltissimi in giro) per dargli finalmente vita, con una riproduzione dotata di molta più anima rispetto a un banale modello da edicola.
Per chi desideri approfondire la storia del marchio Record, il blog ha dedicato a questo glorioso produttore alcuni approfondimenti:


http://grandiepiccoleauto.blogspot.it/2012/12/mrf-la-causa-di-tutto-alle-origini-del.html


http://grandiepiccoleauto.blogspot.it/2013/01/appendice-alla-storia-della-record-i.html

17 febbraio 2018

I magnifici lavori di Paolo Devodier su Autosprint (e una breve retrospettiva storica)



Dire che non si compra più Autosprint da anni è da snob, esattamente come dire che si porta il figlioletto a rugby perché il calcio è da coatti; però Autosprint io non lo compro davvero da anni. Credo di avere smesso di acquistarlo regolarmente nell'anno del titolo mondiale di Raikkonen, quindi fate un p' voi i conti, per poi smettere in modo definitivo verso il 2010. Stavolta l'eccezione era più che giustificata da un'intervista con Paolo Devodier scritta da Sergio Remondino, nel numero 7 uscito martedì scorso. Devodier non credo abbia bisogno di grandi presentazioni; il mio primo ricordo dei suoi lavori è legato alla rivista AutoModelli diretta da Mario Barteletti, che pubblicò degli ampi resoconti sulla trasformazione di una Renault Formula 1 e poi le istruzioni per come autocostruirsi l'Osella di Riccardo Paletti. All'epoca certe cose sapevano di misterioso, con delle espressioni arcane del tipo "ordinate scocca", che agli occhi di un poco più che decenne suonavano allo stesso tempo affascinanti e difficili. Sono passati più di trent'anni da quegli articoli e Paolo Devodier ha segnato la storia del modellismo con i suoi 1:12 autocostruiti. Ne ha fatti tanti, quasi solo Ferrari; alcuni non li ha conservati, ma ora è intenzionato a non separarsi da ciò che fa. L'articolo di Autosprint è doppiamente importante perché scritto da chi in passato, nell'epoca pre-internet, faceva conoscere al grande pubblico la produzione degli artigiani dell'1:43. Remondino e Alfonzetti furono tra coloro che portarono il modellismo in Autosprint. Negli anni settanta le novità erano ben recensite; all'inizio si parlava - senza risparmiare loro diverse critiche - dei vari Politoys, Corgi, Dinky o Mercury. Era evidente che i modelli industriali non soddisfacevano neanche allora i collezionisti un minimo esigenti. E' un argomento storicamente interessante di cui mi occuperò un'altra volta. Anche la storia del Mini Autosprint meriterebbe una trattazione a parte.

Fu negli anni ottanta e anche negli anni novanta che regolarmente apparvero su Autosprint sempre più novità di artigiani non solo italiani ma anche esteri, primi fra tutti i francesi di Provence Moulage, Starter, Automany, JPS e Mini Racing. Alla fine degli anni ottanta, la piccola rubrica di modellismo faceva parte del timone fisso di Autosprint, con Tameo e Meri Kits che presentavano le loro novità della Formula 1 contemporanea, Arena con le sue vetture da rally o anche Brumm con certi modelli promozionali che all'epoca scatenavano le brame di collezionisti in crisi d'informazione. Era ancora il periodo in cui un'unica foto pubblicata su un settimanale veniva guardata, osservata e divorata infinite volte nell'attesa della successiva. Tornando sulle magnifiche opere di Devodier, l'intervista di quattro pagine rappresenta un giusto riconoscimento a migliaia di ore passate a rincorrere le forme delle più belle Ferrari sport-prototipo degli anni sessanta e settanta. Con la sola differenza che oggi, per chi voglia saperne di più, basta andare su Facebook e cercare il profilo del Nostro, parlando magari direttamente con lui...

15 febbraio 2018

Per niente omologato: il nuovo set OM150 e Fiat 850 furgone di 'nonomologati'

Il nuovo set OM 150 e Fiat 850T di 'nonomologati'
Il nome 'nonomologati' può significare tante cose, non ultime la volontà di andare sempre oltre alla banalità di certe scelte che contraddistinguono a volte il mondo del modellismo, ma anche a ricerca della qualità o dell'esattezza storica. Da quando questo marchio italiano si è dato una nuova impostazione non sono mancate le belle riproduzioni, la più recente delle quali è un set composto da un OM 150 e da un Fiat 850 furgone nei colori Forese, la famosa azienda pescarese di trasporti. L'idea di riprodurre la colorazione Forese è nata dal bellissimo plastico in scala H0 rappresentante la stazione Pescara Centrale di cui potete leggere qui: http://www.ferramatori.it/forum/viewtopic.php?f=183&t=3079 

La caratteristica colorazione dei mezzi Forese, argento con i loghi rossi, rende particolarmente bene sui piccoli modelli, che hanno ricevuto particolari cure e dobbiamo dire che il risultato è del tutto all'altezza delle attese. La produzione è estremamente limitata; quello che vedete in queste foto è il primo set terminato giusto questa settimana. E' di sicuro interesse riportare alcune annotazioni tecniche forniteci da Marco Feliziani, uno degli animatori di "nonomologati": "Il set è formato da un OM 150 e un piccolo Fiat 850T con immatricolazioni che ambientano i due veicoli nel maggio del 1972.
L'OM 150 è un piccolo capolavoro della produzione
'nonomologati'
E' necessario anche apprezzare la finissima fattura del
Fiat 850T, che richiede non poco lavoro di preparazione
e finizione. 
I modelli seguono le ultime caratteristiche costruttive della nostra produzione, quindi un mix di pezzi in resina e metallo bianco completati da molte fotoincisioni. Il nostro intento è infatti quello di eliminare, dove possibile, i ritocchi e i punti di colore decorati a pennello per sostituirli con piccole fotoincisioni, così da avere un dettaglio più fine e preciso e anche un maggior rilievo.
La foto che ha ispirato questo set: un OM 120 accanto a
un Saviem-Alfa Romeo
E' infatti una caratteristica dei nostri mezzi l'utilizzo di cabine (per i camion) e carrozzerie (per i furgoni) lisciate e private di tutti quei dettagli che saranno poi sostituiti con fotoincisioni (maniglie, fanali, cerniere). La nuova produzione vede anche l'utilizzo di acetato lavorato con particolari stampanti, che oltre a tagliarlo a misura lo decorano anche.
Il Fiat 850T, che ha ormai raggiunto un notevole equilibrio
fra proporzioni e finiture. E' un modello complesso che non
sfigura affatto accanto all'OM 150. 
La finezza della cabina dell'OM 150; si notino anche i vetri
applicati con grande precisione e la generale pulizia delle finiture. 

I vetri sono realizzati con questo nuovo metodo così da risultare anche perfettamente a filo. Questa caratteristica viene poi evidenziata sulla cabina dell' OM 150 dal grande parabrezza la cui leggera curvatura segue e aderisce perfettamente alla carrozzeria. La verniciatura con colori da carrozzeria ha poi una finitura lucida, realizzata con bicomponente alla nitro. Tanti piccoli dettagli e un montaggio il più accurato possibile completano al meglio i nostri modelli".
Abbandonate ormai le scatole di legno, il produttore
usa ora delle basi in plastica con vetrinetta in plexiglass.
Da ormai diversi anni, il marchio 'nonomologati' si è guadagnato una giusta fama nel settore dei mezzi pesanti in scala 1:87, che ormai possono dirsi affrancati dal fermodellismo avendo acquistato una loro completa indipendenza. Questo, ovviamente, non toglie che i modelli facciano la loro bellissima figura collocati in un plastico ferroviario.


13 febbraio 2018

On line il nuovo sito di Grand Prix Models

Da oggi è on line il rinnovato sito di Grand Prix Models: molto più chiaro nella grafica, il sito (sempre reperibile all'indirizzo www.grandprixmodels.com) è ora più facile da utilizzare e i prodotti sono meglio catalogati e raggruppati. Ogni sottogruppo propone ora il totale dei modelli disponibili e i produttori effettivamente presenti in ogni categoria. La versione "mobile" è ora pienamente ottimizzata, con un'evoluzione che rappresenta un grosso passo in avanti rispetto al sito precedente.

07 febbraio 2018

Collezione Museo Botta: tre nuovi modelli su base Brumm

Il Museo Botta ci segnala l'uscita di tre nuove referenze realizzate su base Brumm. Della Fiat 600 Multipla avevamo già parlato in un recente thread.


Ecco il dettaglio dei singoli modelli:


MUSEO BOTTA (Mu.Bo.007) Porsche 917K test aerodinamici MIRA 1970
MUSEO BOTTA (Mu.Bo.009) Porsche 550 1500RS Victor Rolff Hockenheim 1956 (con cupola in vetro)
MUSEO BOTTA (Mu.Bo.011) Fiat 600 Multipla depliant pubblicitario


 


Un'occasione persa: Dino 246GT Le Mans 1972 di BBR

 Saranno stati in molti a essere contenti quando BBR ha annunciato l'uscita della versione NART Le Mans 1972 della Dino 246GT. Si tratta di un modello originale e interessante, seppur non inedito, che non si vedeva da un po' di tempo. Da poche ore sono state divulgate le immagini ufficiali del modello, disponibile con basetta semplice in plastica oppure con una presentazione più lussuosa. In entrambi i casi i modelli sono numerati (rispettivamente a 140 e 20 esemplari).




Osservando le foto della riproduzione e della vettura originale, non si può essere che presi da un'inevitabile delusione.



Tante, davvero troppe le sviste, difficilmente comprensibili su un'auto di cui esiste tanta documentazione. Gli interni sono rimasti quelli di serie, compresa la cintura di sicurezza stradale (finché lo fa Bang...); i codolini della carrozzeria hanno una forma diversa dalla realtà e tanti piccoli dettagli sono stati omessi, come la luce di illuminazione del numero posteriore. Davvero un peccato, perché BBR è un'azienda che ci ha abituato a standard qualitativi molto alti, ed è difficile prendere per buona una prova come questa.

Qualche eco degli anni novanta: modelli e Seneca

...perché poi dici fine anni novanta e ti sembra che sia ieri, invece son passati vent'anni. Qualche giorno fa ho trovato in una grande libreria fiorentina un volume scritto dal buon Bruno Libero Boracco, "Automodelli da collezione", edito da Clerico editore di Torino nel 1998. Con un prezzo scontato di € 7,50 (il libro costava all'epoca 42.000 lire) ho deciso di prenderlo, insieme a un Seneca della Zanichelli del 1992. Bene, "Automodelli da collezione" è un tipico prodotto pre-internet. Non si tratta di altro che di un elegante album che contiene belle foto di tre quarti di modellini d'epoca, soprattutto anni cinquanta-sessanta.

Divisi alfabeticamente per marca della vettura riprodotta, i modelli sono accompagnate da succinte didascalie, con qualche annotazione che all'epoca poteva essere abbastanza difficile da procurarsi altrove. C'è di tutto: Dinky, Corgi, la nostra Politoys, ma anche le più rare marche giapponesi Asahi o Diapet, passando per le varie Minialuxe, Norev, Spot On, Tekno e diverse altre. Era un libro che non avevo mai pensato di acquistare, soprattutto perché in questi ultimi anni sono uscite monografie molto valide sui singoli produttori. E poi con Internet, non si trova tutto? Già, il web. Con il rigurgito di foto di roba più o meno decente che i collezionisti scaricano sugli a-social, che bisogno c'è di un album di questo tipo? Nessuna e tutte. E' una questione di estetica, quasi di spirito di contraddizione. Sfogliando il libro tra gli scaffali ho dovuto ammettere che la sua eleganza vent'anni dopo ha ancora molto da dire.

E' un viaggio, seppur corto, nella sobrietà e nella bellezza delle produzioni del passato. Ciò che traspare dai suggestivi blu turchese, verde acqua, giallo crema e rosso carminio è il savoir-faire di un'industria europea e mondiale che per decadi ha saputo lavorare come oggi non si lavora più, affascinando non solo i bambini e i ragazzini ma anche collezionisti adulti. A distanza di vent'anni è il momento di ringraziare l'autore per questa pubblicazione con la quale si possono tranquillamente passare alcune ore di contemplazione off line. E Seneca? Beh, ha completato l'acquisto in libreria, ricordando come mio cugino amasse particolarmente questi volumi pubblicati a Bologna, conservandone diversi con grande cura quando da liceale passava giornate intere a leggere i classici greci o latini. Anche in questo caso, oltre all'interesse dei testi contenuti e all'ottima traduzione, si tratta di un libro che induce alla lentezza; alla lentezza della lettura ma anche alla riflessione, favorita dalle impagabili riflessioni del filosofo che predicava bene e razzolava male ma anche dalla sobrietà e dall'eleganza dell'impaginazione. Vi pare poco?


02 febbraio 2018

Dinky Toys Collectors' Association, The Journal n.68 (January 2018)


E' arrivato agli associati alla fine di gennaio il primo numero 2018 del notiziario del DTCA (Dinky Toys Collectors' Association). Si tratta in questo caso di un denso fascicolo di 24 pagine, scritte fitte fitte, come nella migliore tradizione della stampa specializzata anglosassone. Questo notiziario del DTCA ricorda tanto certe pubblicazioni anni 70 e 80, che oggi rappresentano una fonte imprescindibile per la ricostruzione del collezionismo di quel periodo. Tornando alla rivista, come sempre vengono affrontati argomenti specifici in modo documentato e ricco d'informazioni: troviamo la storia del Foden n.950 (uno degli ultimi mezzi pesanti prodotti dalla Dinky) o una ricostruzione dei rapporti commerciali fra la Dinky e la Nuova Zelanda. Notiziari come questi fanno pensare - ahinoi - alla desolante ignoranza della maggior parte dei collezionisti italiani, che si limitano a sterili accumuli di modelli in pessime condizioni facendo a gara a chi ha speso meno... salvo poi affastellare migliaia di euro di spazzatura che alla loro morte verranno rivendute a due lire agli speculatori oppure gettate direttamente nel cassonetto da mogli esasperate.

01 febbraio 2018

Ancora su Spark: le osservazioni di un collezionista di Tolosa

Luci e ombre...?
Alcuni recenti interventi del blog (che potete leggere a questo e a quest'altro link) hanno suscitato un certo interesse. Questo fa indubbiamente piacere, anche perché il blog era nato anche come possibile stimolo di riflessione su temi d'attualità del collezionismo, proponendo anche visioni "laterali" o alternative. Ebbene, fa particolarmente piacere il messaggio di Michel Vigneres, un collezionista di Tolosa (Francia) che con grande gentilezza mi ha concesso di pubblicare le sue osservazioni, che ritengo particolarmente puntuali:

J'ai lu vos 2 articles sur Spark, et je ne voudrais pas simplement dire combien je partage votre analyse, mais amener une petite contribution

Je pourrais amener comme témoignage les approximations sur quelques monoplaces qui sont à la maison :

1 - la taille parfois surdimentionnée des têtes des pilotes

2 - La position de la tête des pilotes, souvent trop haute, sur les monoplaces des années 60.Ce défaut remet à lui seul en cause la perception de la voiture.

3 - Le manque de précision dans la finition des accessoires autour du moteur . 

4 - Evidèmment, le diamètre des bras de suspension et des barres de poussée. Dans la plupart des cas, il est trop important.

5 - La largeur des jantes et des pneus , parfois trop étroits.Une simple comparaison avec des photos d' époque fait ressortir ce défaut, ce qui remet en cause tout l' équilibre de la monoplace. C'est en particulier le cas pour les Lotus 38 Indy de Clark et Hill, et pour la Lotus 43 BRM. 

Pour les monoplaces, les comparaisons avec d' autres fabricants sont plus difficiles.Il me semble cependant, qu' en appliquant les mêmes critères d' analyse que ceux de vos articles, le rapport qualité/ prix d' un kit monté de Formula Models (Colin Fraser)
est du même niveau que celui de Spark. Beaucoup moins de modèles, un prix plus élevé, mais une finition dans les détails supérieure, et un respect des dimentions. 

Si vous le voulez, vous pouvez même rajouter que si les BRM P 261 V8 de Spark sont à l'échelle 1/ 43, alors les BRM P 83 H 16 doivent être à l' échelle 1/44 5 et même 1/ 45) au niveau des dimensions des chassis . Je l' ai vérifié à partir des dimensions données dans les petits ouvrages à la couverture bleue clair, qui ont été publiés par directement par la firme en 1966/67.

Pinky Toys, un altro modo di fare new-vintage


Spesso nel blog ci siamo occupati del fenomeno new vintage, con i suoi pro e contro. Oggi come oggi l'offerta è articolata, con fasce di prezzo che vanno dai Dan Toys, davvero poco costosi, ai lussuosi Minialuxe, passando per altri prodotti artigianali. Su base Remember è nata una gamma chiamata Pinky Toys (il portafortuna sarà un maialino?), che cerca di rispondere alle esigenze di chi desidera un modello in resina new vintage ma che non costi una fortuna. Il primo modello della serie è la Peugeot 203 Fourgonnette, che rispetto alla concorrenza diretta ha un costo nettamente più contenuto; lo chassis in materiale metallico contraddistingue questi modelli che hanno ovviamente dei classici cerchi in torniti stile vecchio Dinky, pneumatici specifici e decorazioni di alta qualità. La verniciatura è particolarmente curata senza essere troppo "moderna". Dopo alcune settimane di sviluppo dei prototipi siamo in grado di presentare le prime foto di un modello definitivo, in livrea Cadum. La produzione sarà limitata e si rivolgerà anche a club di marca, associazioni e a aziende che desiderino delle serie promozionali a un prezzo abbordabile senza rinunciare all'originalità.