Starter, partenza lanciata
Testo Umberto Cattani, collaborazione David Tarallo
Testo Umberto Cattani, collaborazione David Tarallo
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Umberto Cattani-David Tarallo
La celebre scatoletta a scacchi biancorossi adagiata sul primo catalogo edito da Starter nel 1983. La casa francese avrebbe compiuto trent'anni proprio nel 2013! |
Settembre
1983, ci piace identificare le nostre storie con precisi riferimenti temporali,
anche in questo modo si cerca di inquadrare la narrazione inserendola in un
contesto di date, delineando un quadro relativo ad un periodo ben definito.
L'estate nel sud della Francia si fa ancora assaporare, il clima in Provenza è
sempre piacevolmente caldo ma nubi
temporalesche si addensano all'orizzonte. Ripert e Calligaro, padri di Record,
decidono di comune accordo di interrompere il loro sodalizio modellistico. Il
primo resta al timone di Record mentre il secondo, coadiuvato da Roche e
Carpena, fonda una società denominata Starter. Gli obiettivi di questa nuova
realtà sono ambiziosi, noi, da parte nostra, un passo alla volta ripercorreremo
una vicenda umana e commerciale testimone dell'evoluzione del settore.
Calligaro
aveva le idee molto chiare. Dopo la separazione da André Ripert, trovò in
Philippe Roche e Jean-Loup Carpena due alleati in grado di apportare nuove
idee. Come già accennato, un punto debole di Record era costituito dalle decalcomanie.
Calligaro capì che era necessario produrre tutto in casa, per abbattere i costi
e contare sull'affidabilità delle consegne. Troppe volte un kit si fermava a
causa di intoppi esterni. Parallelamente a Starter fu costituita una ditta
affiliata, Calligraphe, che si occupava della parte grafica, stampando
cataloghi e, soprattutto, decalcomanie di buona qualità e semplice
applicazione.
Dopo
alcuni tentativi deludenti, la colla di supporto non era perfettamente
trasparente ma assumeva una colorazione rosacea, il tiro fu rapidamente
aggiustato. Oggi, a distanza di trent'anni, le stesse decalcomanie appaiono
accettabili ma con il tempo la vernice di supporto tende a cristallizzare,
rendendole molto fragili.
Il primo kit riproduceva la Porsche 956 Gruppo C, si componeva di pochi particolari ma perfettamente ridotti in scala. |
Dalla data
di debutto, fissata nel settembre 1983, Starter si propone di realizzare almeno
sei kit ogni mese scegliendo come tematiche iniziali l'Endurance, il Rallye,
l'IMSA e la NASCAR senza dimenticare le Gran Turismo.
Per il
debutto ufficiale, si scelsero otto versioni di Porsche 956 in gara a Le Mans
nel 1982 e 1983, nelle livree Rothmans, Kenwood, Skoal, Canon, BP, JDavid, New
Man e Boss.
Diverse le livree scelte da Starter per la sua serie iniziale di kit basati sulla Porsche 956. Questa è la celebre New Man di Joest. |
Riprendevano lo stesso prototipo di Goupille, rivisto in alcuni
dettagli. La filosofia di base era la stessa maturata con Record: pianale ed
alettone, dopo la resina iniziale, furono poi stampati in plastica. Pochi i
pezzi che componevano la scatola, il tutto studiato allo scopo di facilitare il
montaggio finale. Già in quegli anni, infatti, i garage dei collezionisti erano
pieni di scatole, scatoline e scatolette mai aperte, creando quell'ansia del
tempo che fugge che fu alla base di tanti abbandoni collezionistici. Un kit
Starter, tenendo conto del tempo necessario all'essiccazione della vernice ed
alla posa delle decalcomanie, poteva essere ultimato in un paio d'ore. Sulle
956 e su altri modelli, i gruppi ottici erano in resina traslucida, gli interni
formavano una cellula unica, gli acetati si adattavo perfettamente alle
carrozzerie, i cerchi erano in acciaio, tutti questi ingredienti semplificavano
il lavoro, rendendo gli Starter molto "simpatici" agli appassionati!
Il parallelo tra la Porsche 904 firmata Starter e quella Record è presto fatto. Uno è la copia conforme dell'altro... |
D'accordo che le linee della Lancia 037 erano difficili da interpretare, ma questo modello non fu certo fra i più felici tra quelli creati da Bourdin. In Italia sapevamo fare meglio... |
La Ford Mustang esulava leggermente dalle tematiche Starter. Il suo prototipo è da attribuire da François Bourdin. Fu realizzato in versione stradale o Tour Auto. |
Inizialmente,
ma la tendenza si perpetuò nel tempo, il filone Porsche era dominante, grazie
alla passione di Philippe Roche per le vetture di Stoccarda.
Già verso
la fine degli anni settanta Philippe realizzò autonomamente un suo kit, firmato
Ph. Story o anche Porsche Story. Riproduceva la Porsche 908/03 Turbo Martini, il modello poteva
tranquillamente essere scambiato per un MRF, essendo la confezione e la resina
del tutto simili a quelle utilizzate dalla casa marsigliese. Fu presentata in
anteprima alla Borsa di Marsiglia 1979 priva delle decalcomanie - Cartograf non
brillava certo per puntualità...- e solo nella primavera successiva poté
finalmente ricevere il vestito della festa. Stranamente, la 908/03 non entrò
mai nel catalogo ufficiale Starter.
Il foglio d'istruzioni che corredava il kit Ph.Story / Porsche Story. Responsabile del progetto, Philippe Roche che poi avrebbe ricoperto un ruolo fondamentale in seno a Starter. |
Il kit Porsche Story della Porsche 908/3 Turbo debuttò nel 1979 alla borsa di Marsiglia. Solo nella primavera dell'anno successivo sarà corredato dal foglio di decalcomanie relativo. |
Oltre la valanga di 956 lunghe o corte che
fossero, Starter debuttò nel mondo Ferrari con una splendida 250 GT
Sperimentale. Va sottolineato come, almeno inizialmente, tanti modelli si
sovrapponessero a quanto prodotto da Record. Con ogni probabilità, qualcosa fu
clonato, qualcos'altro prese ufficialmente la strada di Boulevard Pardigon,
prima sede della società, creando non poca confusione tra commercianti e
collezionisti.
Starter fu
tra le prime realtà artigianali a credere nella comunicazione: il loro catalogo
era una vera primizia, qualcosa di mai visto prima se non da parte di Western
Models, che, comunque, proponeva un semplice pieghevole, e di qualche altro
marchio, soprattutto inglese (viene in mente, ad esempio, Auto Replicas, ma gli
esempi sono pochi). La pubblicazione, venduta a 35 franchi, era in bianco e
nero ma costituiva una fonte ineguagliabile d'informazione per ogni
appassionato.
Non traggano in inganno i cerchi. Su questo modello, infatti, sono state montate ruote firmate Bosica. Inizialmente, le Ferrari costituivano una parte importante della produzione Starter. |
Goupille forever! E Porsche come se piovesse. Se oggi trovate un kit Starter, prestate grande attenzione allo stato delle decalcomanie che con gli anni diventano molto fragili. |
Sulle
Ferrari e, in genere, sulle vetture provviste di ruote a raggi, furono montate
rivoluzionari cerchi con una raggiatura diversa e più fine rispetto le prime
ruote MRF. In particolare, furono adottati galletti fedeli, realizzati in
fotoincisione, lo stesso materiale sfruttato per riprodurre tergicristallo ed
inserti dei cerchi. Come già accennato, alcuni doppioni si affiancarono
pericolosamente alla produzione di Ripert: Porsche 935 K4 J.David, Opel Ascona 400,
Porsche 924 Break, Ferrari 375 Plus e 250 GT SWB, ma l'elenco sarebbe davvero
troppo lungo da stilare. La battaglia era iniziata, senza esclusione di colpi!
Due versioni della R5 Maxi Turbo, un best seller immediato. All'epoca, erano poche le ditte in grado di fronteggiare lo strapotere marsigliese. |
In sala
macchine, era Goupille a tirar le fila e ad oliare gli ingranaggi, si devono a
lui gran parte dei prototipi Starter di prima generazione ed è a lui che si attribuiscono
le fortune iniziali del gruppo marsigliese. Nella primavera 1984 escono per la
gioia degli appassionati alcune Ferrari come la TR58 in tre varianti e la 250
GT Tour de France, mentre tra le Porsche debuttano la 930 Zimmermann, una 718
RSK, la 924 IMSA Rislone e la 911 SC RS Gr.B.
Un modello piuttosto raro. Si tratta del primo montato risalente al 1984, il prezzo era concorrenziale ma il pubblico non gradì molto l'iniziativa, forse a causa della scelta del soggetto riprodotto. |
La
tematica IMSA arride alla Ford GTP ed in questo ambito non potevano mancare le
macchine di Stoccarda, come la 935 K3 Style Auto, e la nuovissima 962 che fece
il suo debutto a Daytona nel 1984. Goupille lavorò molto bene su alcune
Ferrari, vedi la 330 LMB e la 375 MM Spider, dimostrando di sapersi
destreggiare su qualsiasi soggetto Roche e Calligaro gli proponessero.
Una delle rarissime Ferrari riprodotte da Bourdin, probabilmente l'unica. Di questo prototipista si conosce ben poco, ogni informazione al suo riguardo sarà benvenuta. |
Carpena,
agiva nell'ombra, disegnando tutte le decalcomanie della produzione Starter, un
lavoro oscuro ma che contribuiva concretamente al successo del marchio.
Nell'estate dello stesso anno l'interesse si focalizzò sul marchio Rondeau,
nello specifico i modelli M382 ed M379 che sarebbero stati in seguito
accomunati alla M482. Non si trattava per inciso di prodotti Starter ma TeamT, con
la firma di Boulevard Pardigon che ne curava solo lo stampaggio e la
distribuzione.
In questo caso, il modello monta cerchi a raggi originali. Data l'esiguità dei fili che riproducono i raggi, queste ruote erano da maneggiare con molta attenzione. |
Inutile
dilungarsi sulle varianti di Porsche 956 e 962, l'asse portante di tutta la
produzione Starter. Nel dettaglio, tutto ciò che scendeva in pista era oggetto
d'interesse!
Il filone
Ferrari era ben lungi dall'estinzione: 375 MM Coupé, 250 GTO 64, TR61 e
Testarossa 84 festeggiavano assieme la fine dell'anno, un 1984 trionfale per
Starter. A novembre, fece il suo debutto la prima NASCAR: si trattava della
Ford Thunderbird con i colori Wrangler, che sarà la prima di una lunga e
fortunata serie, interrotta più tardi dagli appetiti famelici degli
organizzatori del campionato. La linea Vintage fa il suo ingresso con una bella
Ford Mustang Coupé del 1964, creata da François Bourdin, un nuovo prototipista
entrato a far parte della scuderia provenzale. A lui si devono il master della
Lancia 037 (da dimenticare) e della 375 MM Coupé (più azzeccata).
Il 1985
inizia con una novità inattesa: Starter affianca i montati ai kit ma si
tratterà di un episodio. La scelta cadde sull'ennesima Porsche e non poteva
essere altrimenti. La 924 Cabriolet carrozzata da Hoffmann ebbe un'accoglienza
tiepida, al punto da convincere la dirigenza Starter a non insistere
ulteriormente nell'esperimento. Il debutto in gara della 959 4x4 non passò
inosservato, a poche settimane dal termine della Parigi-Dakar il collezionista
poteva cimentarsi nel montaggio di una delle tre vetture schierate al via. Era
questo il punto di forza della Starter, coller l'actualité, essere insomma
sempre sul pezzo, assecondando gli appassionati e mettendo in sempre maggiore
difficoltà la concorrenza.
Tutto passava attraverso le maglie del setaccio Starter:
rally con la Ford RS200 e la Renault R5 Maxi Turbo, NASCAR con la Chevrolet
Montecarlo, Le Mans con una nutrita serie di Ford GT40 Gulf ed un'entusiasmante
batteria di Ferrari 250 TR protagoniste nel 1958 e 1959. Il 1985 conclude
questo nostro primo appuntamento con la casa marsigliese, impegnata come non
mai ad accontentare i desideri dei collezionisti grazie a modelli come l'
Alpine A310 V6 Turbo, la Ford Mustang GTO, la Porsche 908/03, la Toyota Celica
Gr.B ed un'inedita Ford Probe 7.
Due varianti della Porsche 936, la 936/81 (a sinistra) e la vettura in configurazione Le Mans 1976 (a destra). |
Un altro soggetto rimasto inedito: la Mustang GTP IMSA 1983. |
Si è trattato di un'annata densa di grandi
soddisfazioni. Nel giro di un paio d'anni Starter si è imposta all'attenzione
mondiale con una gamma articolata, in grado di abbracciare ogni tematica. Erano
gli anni delle "macchine da corsa" e questo spiega seppure in parte
il disinteresse per le stradali, una tendenza che Calligaro &C. manterranno
fino all'ultimo. Come sempre, stay tuned, ne leggerete delle belle
prossimamente. Come un bel giallo a puntate, la tensione dev'essere sempre
mantenuta ai massimi livelli, alla fine non ci sarà un colpevole ma sotto i
vostri occhi si dipanerà una storia che siamo certi vi coinvolgerà con il suo
ritmo incalzante.
Porsche 924 Carrera GTR IMSA. |
chi non ha in casa almeno una di queste scatoline a scacchi?
RispondiEliminaEcco spiegato il mistero che mi attanagliava riguardo un kit RONDEAU STARTER con la scocca marchiata TEAM T!!!!!!!!!
RispondiEliminaEd io che pensavo fosse un tarocco.............
By Marcoparra
Altro che una scatolina a scacchi...
RispondiEliminaMi ha sempre incuriosito l'evoluzione delle resine di questi modelli, evolute nella composizione e nella conseguente malleabilità. Se le facevano loro o le reperivano sul mercato?
Facevano tutto in casa.
RispondiEliminaRicordo che Ripert, ai tempi di Record, mi mostrò uno dei loro master, era realizzato in araldite.
Io della 904 di Bohringer al Montecarlo 65 ho un elaborazione su base Vitesse fatta da un bravo modellista di Faenza ..... ha pure il cofano apribile .... ehe ehe . R. Marzano
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