A chi abbia posto un minimo di attenzione alle recenti tendenze della nostra nicchia dell'1:43 speciale, non saranno sfuggiti un paio di fenomeni: il progressivo sgonfiarsi della bolla degli AMR factory built e anche l'eclissarsi di qualcuno dei cosiddetti top builder che negli anni scorsi avevano cercato di stare al passo con la moda. Quanto al primo fenomeno, è troppo superficiale liquidarlo con generici discorsi sulla "crisi". Chi comprava (o compra) modelli da 500 o 1000 non ha problemi economici e dalla crisi potrebbe averci addirittura guadagnato. Le spiegazioni possono essere invece altre: questa nicchia nella nicchia che sono gli AMR montati è un ambiente forzatamente ristretto e qualsiasi variazione un minimo più ampia del normale è in grado di causare conseguenze che in altri mercati solo fenomeni di portata ben maggiore sarebbero capaci di scatenare. E' bastato il dietro front di due o tre grossi collezionisti per riportare tutto ai livelli (giusti) del 2006-2007, periodo in cui questa bolla speculativa ha avuto il proprio inizio. Si tratta di persone molto ricche, ricchissime addirittura, che ovviamente hanno stravolto il microclima dello stagno delle rane. E come spesso accade, l'indigestione arriva velocemente, con questi facoltosi appassionati che tutto a un tratto si sono scoperti saturi di accumulare in casa centinaia di modelli pagati una fortuna. La prima conseguenza è stata naturalmente un blocco delle valutazioni gonfiate alla quali i normali venditori di questo tipo di modelli si erano abituati; la seconda - che avverà fra poco - sarà un riflusso su ebay e altrove di tutti questi modelli accumulati negli anni, che certamente nessuno sarà in grado di comprare ai vecchi prezzi, con un'automatica svalutazione rispetto alle tendenze degli ultimissimi anni. A ciò si aggiunga un terzo fenomeno, questo a più lunga scadenza: i collezionisti di AMR sono persone piuttosto avanti con gli anni, molti addirittura anziani. Sono quelli che hanno seguito Ruf fin dagli esordi, e spesso si tratta di persone di 70-80 anni, molte delle quali ha ancora in casa decine di modelli, sia kit sia montati. E' normale pensare che questo enorme blocco di modelli, fermi da decenni, prima o poi irromperà sul mercato, facendo fatica a trovare compratori. Se infatti alcune branche del nostro settore sono abbastanza elastiche quanto a fasce di età, quella dei collezionisti AMR è per lo più legata a una o due generazioni che di questi modelli subiscono il fascino perché li hanno "vissuti" di persona, conoscendo tutto ciò che stava a monte. Dovendo fare una previsione, penso che fra qualche anno gli AMR factory built saranno molto difficili da collocare sul mercato, almeno ai prezzi visti da un quinquennio a questa parte. Il grande interrogativo è legato alla capacità di questi modelli di superare l'orizzonte delle generazioni che li hanno visti nascere e svilupparsi, e su tale capacità nutro parecchi dubbi.
All'inizio di questo commento accennavo anche alle presenti difficoltà dei cosiddetti (*) top builder: solo pochissimi sono riusciti a tenere una linea di discrezione, non lasciandosi tentare, se non in rari casi, da speculazioni commerciali mordi e fuggi che rendono subito ma che ti fanno perdere in immagine alla lunga (e ancora meno hanno avuto il buon senso di smettere dopo aver appurato che si trattava di una tattica sbagliata); altri si sono lasciati andare, e non hanno trovato di meglio da fare se non adattare, spesso a casaccio e senza un criterio logico, i prezzi di montaggio a quelli dei colleghi più famosi, anche in considerazione del fatto che nel suddetto stagno delle rane nuotavano ancora tanti bei pescioloni pronti ad abboccare all'amo. Adesso che la sbornia è finita, si ritorna alla qualità che paga e forse anche ad una maggiore selezione. Per diventare ricchi e famosi la strada è sempre lunga.
(*) piaccia o no, prima di top builder, ci va sempre l'aggettivo "cosiddetto".
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