15 gennaio 2013

Kess Models: Alfa Romeo Sprint 1.5 Quadrifoglio Verde 1983


Dopo la Maserati Quattroporte, l'Alfa 6 e l'Alfetta Quadrifoglio Oro, l'italiana Kess Scale Models propone un modello molto atteso dai collezionisti, che era stato presentato già all'ultimo expo di Novegro: la Sprint 1.5 Quadrifoglio Verde. La Sprint, svelata nel marzo del 1983, era essenzialmente una Alfasud Sprint rivisitata; il nuovo modello, tuttavia, perdeva il nome di Alfasud, per chiamarsi semplicemente Sprint. Tre le versioni disponibili all'epoca: 1300, 1500 e 1500 Quadrifoglio Verde, che si contraddistingueva per delle ruote in lega specifiche. Questa gamma di vetture rimase in produzione fino al 1987, anno in cui fu sostituita da un restyling, conservando la motorizzazione 1.3 ma sostituendo i motori 1500cc con i 1700cc. La Sprint uscì definitivamente di produzione nel 1989. Due le colorazioni proposte da Kess nella serie standard: un classico Rosso Alfa (catalogo KE43000091) e nero (KE43000090). Questi due modelli sono stati realizzati rispettivamente in 285 e 254 esemplari. Esistono poi due colorazioni speciali vendute in esclusiva da Carmodel: argento metallizzato (KE43000093, in 51 esemplari) e bianco (KE43000092, 49 esemplari). Ricordiamo che i Kess Models, eccetto le serie esclusive di Carmodel, sono distribuiti in Italia da Balocco di Cesena. Lasciamo la parola alle immagini, che saranno accompagnate da articolate didascalie.




Il giudizio complessivo è buono, forse anche molto buono, sebbene questa Sprint sia penalizzata da qualche particolare che poteva essere realizzato meglio. In un certo senso è stato fatto un mezzo passo indietro rispetto ai primi modelli della serie, ma senza dubbio si tratta di un articolo atteso da molto tempo che dev'essere accolto con favore dai collezionisti. Peccato per qualche ingenuità di troppo, facilmente evitabile. Speriamo comunque che Kess continui con idee di questo genere, di cui c'è un gran bisogno. Del resto il programma di novità prossime all'uscita è invitante (Mini De Tomaso, Citroen BX Sport sono annunciate per marzo) e le competenze ci sono. Il problema, semmai, è far collimare i progetti con l'esecuzione materiale in Cina, cosa non sempre facile.
La classica confezione Kess: basetta simil-alluminio in plastica, vetrinetta in plexi e protezione esterna in cartone. Il tutto molto sobrio ed elegante. 
Per queste note abbiamo scelto un esemplare rosso Alfa, che si presta meglio del nero a essere fotografato. Il colore è molto bello, corretto (più scuro di quanto non appaia col flash), e la finitura è perfetta senza sbavature né difetti evidenti. Bello lo specchietto retrovisore esterno, con superficie riflettente. 

Le proporzioni ci sono. La Sprint di Kess è un modello "sano". Come sempre, carrozzeria in resina, interni in resina/plastica e pianale in plastica. 

Il paraurti si presta forse a qualche critica: le due bocchette sotto lo scudetto Alfa (correttamente bordato di verde) sono un po' troppo fini, così come le due frecce ai lati del paraurti. Anche i fari sembrano un pelino piccoli. 

Molto belli i gruppi ottici posteriori; notare il retronebbia sotto il paraurti. I vetri, su tutti gli esemplari che ho esaminato, sono incollati molto bene, senza eccessive tracce di colla né fastidiose aperture. Se la colla tiene nel tempo, il modello sotto questo aspetto è irreprensibile. 

I paraurti e i fascioni laterali sono correttamente bordati di verde. La targa richiama la provincia del fabbricante e il numero di catalogo del modello, a discapito della fedeltà storica. Intorno al 1984 la provincia di Teramo andava per le 190000 immatricolazioni complessive. Non credo sia neanche mai esistita una targa arancione di Teramo con un numero così alto. 

I cerchi riproducono il disegno specifico di quelli in lega della Quadrifoglio verde: il problema maggiore, che altera un po' la percezione del cerchio in 1:43, è l'assenza di profondità  (o forse di definizione) delle piccole asole fra gli occhielli. La larghezza e la spalla delle gomme sono corrette. 

I gruppi ottici anteriori, con i due fendinebbia. 

Molto ben applicate le cornici dei vetri, complice anche - evidentemente - una prototipazione "pulita" e senza difetti.  L'indicatore di direzione laterale è semplicemente dipinto in arancione e sembra più tondo che quadrato; su un modello di questa fascia si richiederebbe un elemento ottico più consono all'originale. 

La griglietta rotonda dietro il finestrino posteriore non è orientata correttamente. 

Da questa immagine si percepiscono bene gli interni verdi, che facevano da pendant con le filettature della carrozzeria. Un richiamo evidente al colore del Quadrifoglio. 

Il caratteristico tessuto dei sedili è realizzato con delle decals. Notare, una volta di più, le cornici correttamente incollate. In questo esemplare il volante è incollato leggermente storto rispetto all'asse longitudinale della vettura 

Il pianale è fissato alla scocca mediante quattro viti (due coppie alle estremità anteriore e posteriore). Per svitarne una delle due di coda è necessario rimuovere il terminale di scarico, attaccato al fondino con un perno e con una punta di colla neoprenica. 

Il fondino si sfila facilmente, visto che non è incollato alla scocca, ma solo avvitato. Notare il gruppo del divano posteriore, incastrato nella carrozzeria. All'interno vi sono le cinture di sicurezza con fibbia fotoincisa. 

Questa è la parte più deludente del modello. Se non andiamo errati, il tunnel centrale dovrebbe essere di colore nero e dovrebbe collegarsi al cruscotto senza soluzione di continuità. Sul modello, invece, crea un effetto di discontinuità con la parte inferiore del cruscotto. Piuttosto grossolana la fattura del cambio e del freno a mano, nonché in generale di tutta la parte inferiore del tunnel sotto il cruscotto. Inspiegabilmente nell'esemplare sotto, i pedali sono rimasti verdi, mentre sull'esemplare nero sono stati correttamente colorati. Il bordo superiore dei poggiapiedi si nota molto anche a modello chiuso (complice il colore chiaro), e non si raccorda bene con la parte della scocca. 

Notare la retina trasparente all'interno dei poggiatesta. I sedili, incollati un po' storti (specie quello lato passeggero) si risistemano facilmente, essendo incollati al pianale con una colla molto elastica. 

Ancora una visuale dei sedili.  La leva del cambio e il suo supporto col rivestimento in gomma avrebbero meritato un trattamento più fine. 


4 commenti:

  1. A proposito della targa: premesso che quella del modello è sicuramente un falso, perché le targhe bianche furono introdotte nel 1985, i produttori sono forse obbligati a usare numerazioni di fantasia per evitare possibili beghe legali?
    Un'alternativa potrebbe essere l'utilizzo delle targhe dell’esemplare impiegato per la presentazione?
    Ricordo, tra l'altro, che verso la fine degli anni '70 le case usavano immatricolare gli esemplari destinati alla presentazione con targhe EE (Escursionisti Esteri, per i lettori più giovani).

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    1. La tipologia di targa per questo modello è giusta.
      Sarebbe bastata, appunto, una targa EE oppure una placca generica, appunto, come quelle che si vedevano nei saloni e nei concessionari.

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    2. A beneficio dei giovani:la targa EE era molto usata dall'Alfa Romeo per le foto dei depliants e delle cartelle stampa, il suo utilizzo consentiva di ridurre la possibilità di datare abbastanza esattamente le foto delle auto, dato che non tutti erano in grado di capire in che periodo era stata emessa la targa EE.....

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  2. Ne ho appena acquistata una. Oltre ad avere la linea sbagliata (il cofano non era così gonfio nella parte fra le due bocchette, si vede ben confrontando la prima foto dell'auto vera con l'8a del modellino), la mia è montata in maniera pessima: fotoincisione parabrezza sbilenco, paraurti anteriore che pende, sbavature di vernice sul fascione..... Secondo me sia Spark che Neo Scale Models sono su un'altro pianeta.

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