04 gennaio 2013

RECORD, il rinnovamento [parte II]


A cura di Umberto Cattani. Collaborazione David Tarallo.
Foto Umberto Cattani / David Tarallo.

Ci siamo lasciati con un marchio, Record, che iniziava ad essere universalmente conosciuto. In quegli anni si opponevano opposte fazioni di collezionisti, metallari e plasticisti. Spesso, infatti, i modelli in resina erano identificati come prodotti in plastica. I metallari, cui si affiancavano i cultori dei diecast, accusavano gli "avversari" di avere il compito facilitato nell'esecuzione dei prototipi. Questo era in parte vero ma bisogna sottolineare come il concetto di partenza fosse lo stesso, basato sull'interpretazione in miniatura di una vettura in scala 1/1, qualsiasi fosse poi il materiale finale con cui era proposta.
Dalla collaborazione tra Record e Solido nacque una linea specifica di modelli. Siamo nel 1981, la scatolina era personalizzata, con finestra in acetato. Le basi utilizzate erano comuni alla produzione Solido. Torneremo sull'argomento con un'appendice dedicata.

Una delle numerose Porsche 911 Gr4 in allestimento rally già descritte. Una base in resina - da notare il debutto del materiale poliuretanico al posto del poliestere - si adattava a pianale e interni Solido. 

La R5 Turbo fu il cavallo di battaglia della serie Record-Solido. Pochi ma fondamentali particolari aggiuntivi: in questo caso si tratta della batteria dei fari supplementari, oltre il foglio di decals. 

Siamo ad inizio 1981; tra gli obiettivi di Record c'era il desiderio di avvicinarsi al maggior numero di collezionisti. I kit costavano cari ed altrettanto poteva dirsi dei montati. In quel periodo si cercò quindi di conquistare nuove posizioni di mercato. Nasce la linea Record Solido, fondata su di una moltiplicazione di varianti sulle medesime basi diecast fornite da Solido già dipinte. La casa francese proponeva da qualche tempo una serie promozionale denominata Solido 2, venduta all'epoca a 15.000 lire quando, invece, un modello tradizionale ne costava 9.500. Fiore all'occhiello dei Solido 2, il foglio di decalcomanie, firmate Cartograf.
Costi contenuti, imperativo di Record-Solido! Su questa M1, ad esempio, gli inserti a stella dei cerchi erano riprodotti con una semplice decalcomania. 
Ebbero un buon successo, inizialmente. La distribuzione dei successivi Top43 fu affidata all'Equipe Tron, punto di riferimento assoluto per il nostro paese. Le Record Solido, purtroppo, pativano la concorrenza, infatti, se da un lato sfruttavano basi invitanti con accessori specifici in resina e in plastica, dall'altro soffrivano per la qualità delle decalcomanie. Erano venduti allo stesso prezzo dei Solido 2 e Top43, sfruttando come basi modelli come la Renault R5 Turbo, la BMW M1, la Stratos Gr.4, la Peugeot 505 e la Porsche 936. La produzione di questa linea cessò due anni più tardi, soffocata dalla concorrenza. Oggi alcune versioni sono diventate rare ma in rete è ancora possibile trovare parte di questa linea, con produzione comunque piuttosto limitata. Parallelamente, sempre in collaborazione con Solido che forniva pianali ed interni, fu presentata una nutrita serie di Porsche 911 da rally. Allestimento gr.4 comprendente ogni piccola variazione sul tema ma decalcomanie sempre deficitarie.
Un modello che ebbe particolare successo, restando a lungo inedito. Riproduce la Ferrari 308 GTB in gara al Rally di Sanremo 1978. Resina poliestere e decalcomanie Cartograf, indispensabili per avere un prodotto di qualità.
Il 1983 fu un anno particolarmente tribolato per Record. Dopo la cessazione della collaborazione con Solido, Ripert e Calligaro divisero le loro strade. Calligaro infatti decise d'intraprendere una nuova avventura, fondando Starter, un marchio che negli anni seguenti diventerà un punto di riferimento per tanti collezionisti. Come già ribadito, in quei tempi il mercato era in continua evoluzione, non passava anno che non vedesse aperture e chiusure di realtà artigianali, alcune vivevano lo spazio di una stagione, altre, invece, si consolidavano, potendo contare su un progetto concreto. Il settore "tirava", la fame dei collezionisti era ancora lontana dall'essere placata e la marea cinese restava confinata laggiù, senza pericolose interferenze.
Record produsse un certo quantitativo di Ferrari 308 GTB Gr4 prive di decalcomanie; in questo caso fu usato per il montaggio un set Cartograf per riprodurre la vettura di Nico alle Valli Piacentine 1980.

Inizialmente il mondo dei rally fu una tematica cara a Record. Ed ecco l'Opel Ascona 400 vincitrice del Montecarlo 1982, poi declinata in altre versioni. 

Un kit che nel frattempo è diventato molto raro, riproduce l'Opel Manta 400 di Guy Fréquelin al 1000 Pistes 1983. 

Con tutto il rispetto che abbiamo per Perche prototipista, si nota subito che su questa Lancia 037 non si erano posate le attenzioni di Goupille...

Ripert cercò di fronteggiare la concorrenza affidandosi di nuovo a Cartograf, capendo che la qualità dei kit era imprescindibile dalla fedeltà della decorazione.
Furono scelti soggetti d'attualità, senza dimenticare la storia dell'automobilismo: in catalogo furono inserite le riproduzioni, sempre in scala 1/43, della Ford C100, delle Porsche CK5, 917LH, 959 e 718 RSK, unitamente all'Opel Manta 400, alla Lancia LC2 Gr.C, alla Ford Mirage, all'Audi Quattro corta, oltre alla nuova Peugeot 205 T16 e all'Alfa Romeo Spider 2000. I cultori del cavallino furono accontentati con la 365 GT 2+2, la Dino 246 NART Le Mans 1972, anche in veste Targa stradale, cui si aggiungeva la 330 GTC.

Nulla da eccepire sulla linea, ma a questo punto Record aveva già iniziato a semplificare: cerchi standard, assenza di rollbar e decalcomanie Decalkit. Il modellista spesso doveva aggiungere un po' del suo talento. 

Secondo logica, Record proseguì nel riprodurre le evoluzioni della Porsche 935, qui una K3 nella celebre livrea Jaegermeister. 

Se con la Lancia 037 Perche s'era perso per strada, con la Porsche CK5 ebbe modo di riscattarsi ampiamente, tenendo conto delle linee della vettura, piuttosto complicate da interpretare.

All'orizzonte, a pochi chilometri da Aix, si profilava un altro temibile concorrente. Xavier de Vaublanc, architetto marsigliese, già titolare del negozio XVM, era infatti sceso in campo con una nuova realtà. Provence Moulage, questo il nome del terzo polo francese della resina, s'era già inserita molto bene nel mercato, sfruttando inizialmente parte dei vecchi prototipi MRF. La concorrenza iniziava a far sentire il fiato sul collo, affidata a due personaggi, de Vaublanc e Calligaro, molto agguerriti e preparati.
Parte della produzione Record era fornita priva di decals. In commerci, infatti, si trovavano diversi fogli. La 934 fu sviscerata in ogni possibile variante, la JMS nello specifico è stata ricavata con decals di provenienza FDS-Cartograf. 

Le novità erano proposte con una certa regolarità ma sempre in numero inferiore ai conterranei. Nel 1985 figurano le uscite delle Ferrari Testarossa 1984, Mondial 8 Cabriolet e coupé, unitamente alla 288 GTO 1984. Basi già conosciute come l'Opel Manta 400, la Ford C100 o la Porsche 904, forniscono lo spunto per nuove versioni. Piuttosto belle le Lancia LC3 e la Porsche 356A Speedster. Si cercano nuove strade, spazio quindi alla Chevrolet Styleline del 1949 in diversi allestimenti ( berlina, coupé, cabrio e stationwagon) ed alla Peugeot 202 nelle varianti cabrio, furgone pubblicitario e break.
Un modello senza dubbio originale, che non poteva mancare in ogni collezione Porsche... Caratteristica positiva dei kit Record, il loro montaggio era alla portata di ogni modellista. 

Per diversificare l'offerta, Record decide di produrre una linea di modelli montati. Ricordiamo che siamo sempre nell'ambito dell'1/43, naturalmente. Caratteristica base di questa nuova produzione, un prezzo di vendita di poco superiore a quella dei kit: 40.000 lire in luogo delle 35.000 richieste per le scatole di montaggio. Una buona verniciatura si associava a finiture ridotte al minimo per contenere al massimo i costi. Ferrari si ripropone con l'evoluzione 328 e Mondial cui si unisce l'inedita 365P Pininfarina. In previsione autunnale, ecco profilarsi la Jaguar XK140.
Per fronteggiare al meglio la concorrenza, si fece appello a Cartograf per le decals. La Peugeot 205 Turbo 16 Gr.B fu uno dei primi modelli del nuovo corso a ricevere decalcomanie finalmente in linea col prodotto base. 

Il tempo trascorre e Record sembra interessarsi sempre di più ai montati economici più che alla presentazione di novità. Da Aix en Provence arrivano comunque un paio di belle Hotchkiss 686, una Bugatti Galibier, l'Aston Martin DB4 Zagato e la Lamborghini Countach LP500. Decisamente poco se paragonato a Starter e Provence Moulage, cugine terribili ed iperattive.




Tre viste di una Porsche 911SC Gr4 Almeras Rally Montecarlo 1982, realizzata con carrozzeria Record su pianale e interni Solido. 

Difficile capire i motivi dell'inizio della crisi, probabilmente era proprio Calligaro la benzina nel motore Record ed il successo che arride al marchio marsigliese sembra confermare questa ipotesi. E' una vera battaglia, senza esclusione di colpi, Davide contro Golia, senza dimenticare qualche piccolo rancore personale.
I factory built erano di qualità accettabile, almeno quelli di prima generazione che non pativano confronti con le firme più blasonate. Oggi in rete non è difficile trovarne ancora qualcuno, a prezzi a volte ridicoli. 

Su un altro di questi montati delle casa, si notano le classiche ruote a raggi di derivazione MRF. La linea "Vintage" comprendeva numerose Ferrari gloriose come questa 375 Plus, prima a Le Mans nel 1954 e a lungo ritenuta come la sua miglior riproduzione in scala 1:43. 

Sfogliando uno dei TSSK d'epoca, pubblicazione cult per ogni collezionista che si rispetti, si nota come l'elenco dei produttori artigianali sia davvero impressionante. Le comete sono transitate senza lasciare troppi rimpianti, si vanno consolidando realtà sempre più prolifiche, soprattutto in Francia, Inghilterra e nel nostro paese.
Gli artigiani schiacciano per numero e qualità gli industriali. Questi ultimi, poi, devono fare i conti con costi di produzione elevati, giustificati solo da numeri conseguenti
In questo scenario si muove Record, a piccoli passi, incerta sugli obiettivi da raggiungere, o, meglio, mantenere.
Nel 1989 si assiste ad un colpo di coda. Bisogna mostrare i muscoli, far vedere al mercato che Record è ancora viva ed attiva. Ed ecco una serie di belle Ferrari: la F40, la 330 GT 2+2 a doppio faro, una Testarossa Koenig, la 342 America Vignale, la 375 MM Rossellini e le varianti sul tema 348. Nel frattempo i prezzi dei montati sono aumentati pur mantenendosi su livelli accettabili. Purtroppo la qualità di kit e montati resta ancorata ai primi anni ottanta mentre la concorrenza è davvero spietata e propone novità a getto continuo.
Diventa sempre più arduo opporsi con argomenti validi e di attualità quando le idee vengono a mancare.


I factory built dell'ultima generazione (nella fattispecie una Porsche 356 e una Ferrari F40) si caratterizzavano per delle finiture semplificate al massimo e per la mancanza di elementi fondamentali, come la colorazione di alcuni gruppi ottici e quant'altro. 

Senza troppi clamori, leggiamo sul TSSK n°41 dell'autunno 1991 che Record chiude i battenti, una fine logica, secondo molti, un epilogo scontato ma non privo di qualche rimpianto. All'orizzonte si sta profilando un marchio, Minichamps. Fa capo a Paul Lang, titolare di un grande negozio ad Aachen e nel tempo stesso fautore e responsabile di una linea di prodotti artigianali che si avvale della collaborazione di André Marie Ruf e Mike Stephens di Western Models, ovvero il Gotha del settore. Lang non è persona da accontentarsi, cercando i grandi numeri "scopre" la Cina e le immense potenzialità che questa nazione può offrire al mercato, a costi ridicoli.
E' l'alba di un nuovo giorno, per tanti, poi, più tardi, quasi per tutti.
Un kit la cui scatola riporta la doppia dicitura Record-MRF: Ferrari 512BB Bellancauto Le Mans 1984. 
Record si ritira in buon ordine ma André Ripert nel frattempo ha sfornato forse la sua novità più importante. Porta il nome di Ugo, il rampollo di famiglia. Ma questa, come immaginate, sarà l'inizio di un'altra storia, anzi, l'espressione di quell'attualità che stiamo oggi vivendo, il perpetuarsi di una passione che non conoscerà più confini.


Nota: contiamo di pubblicare presto una piccola appendice con la lista completa della produzione Solido-Record, che pensiamo possa essere utile ai collezionisti. [DT]

4 commenti:

  1. E con Hugo si e' preso delle belle rivincite il sig.Ripert................!

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  2. Parlando di generazioni, ricordiamo anche Michele e Maurizio Conti, Carlo ed Andrea Brianza, Peréz padre e figlio, lo stesso Paul Lang si avvale della collaborazione del figlio.

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  3. Tornando all'argomento principe, sarebbe interessante sapere come, quando e perché ad un certo punto sulle scatoline apparve di nuovo il marchio MRF accanto alla dicitura Record.

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  4. Credo che gli intrecci fra Marsiglia, Cogolin, Aix en Provence ed Aubagne fossero davvero romanzeschi....

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