Starter Parte II
Testo Umberto Cattani, collaborazione
David Tarallo
Foto Umberto Cattani-David Tarallo
E la nave va....
La Porsche 356B Carrera GTL Abarth segna il debutto di Perche in seno a Starter. La produzione cresceva e si cercavano nuovi talenti in grado di allargare le prospettive commerciali. |
Tolti gli ormeggi, la barca Starter
prende il largo. Chiamarla barca ci sembra un po' riduttivo, forse sarebbe
meglio definirla una corazzata, con tutti gli attributi in regola per
fronteggiare la concorrenza.
Se Starter mosse i primi passi
nell'estate 1983, non bisogna dimenticare che all'orizzonte già s'era profilata
l'avversaria principale. Nel 1982 infatti, a Cogolin, piccolo comune a pochi km
da Saint Tropez, nasceva Provence Moulage, una firma che avrebbe ingaggiato un
duello all'arma bianca con il gruppo marsigliese, con esiti che vi narreremo
più avanti. Tornando alla nostra protagonista, il secondo catalogo Starter
copre il periodo compreso tra l'autunno 1985 e la fine del 1986. Gli obiettivi
diventano sempre più ambiziosi: da sei novità per mese si passa ad otto, le
pagine diventano a colori e l'attività di Calligraphe si allarga alla
produzione di decalcomanie conto terzi nelle scale 1/43, 1/24 ed 1/87. Per
l'anno a venire, il 1987, la casa francese consente al collezionista di
realizzare autonomamente il proprio raccoglitore.
Il retro dell'affiche spedita ai commercianti che, in questo modo, potevano attaccarla alla vetrina del loro negozio. Un modo semplice ma efficace per promuovere il prodotto. |
Per la prima volta, un
fabbricante di modelli propone un'informazione diretta, grazie all'invio
mensile di un foglio novità a colori tale e quale quello spedito ai
commercianti. Un complemento indispensabile per facilitare il montaggio dei
kit, accompagnato da una lettera che garantirà la conoscenza della produzione
Starter presente e futura.
Bastava sottoscrivere un abbonamento, limitato alla
Francia, di 70 franchi ed il postino vi portava direttamente a casa la busta
con le novità. E' possibile che quest'iniziativa celasse in qualche modo un
passaggio diretto tra produttore e consumatore... Anche perché i kit contenevano
istruzioni dettagliate che altro non erano se non la fotografia pubblicata sul
dépliant. Inizia in quei mesi una fattiva collaborazione con Ulrich Upietz,
fotografo tedesco che aveva fondato anni prima il Porsche Modell Club a
Duisburg (per la storia del Porsche Modell Club, leggere qui ). Per conto di questa associazione furono realizzati kit
personalizzati e serie di modelli montati da Juergen Renardy; tra le iniziative ci fu anche la sponsorizzazione congiunta di
una Porsche 944 Turbo che partecipò alla Coppa monomarca del 1986, prontamente
inserita nella linea modellistica del club.
Furono commercializzate anche
alcune Ferrari già montate, come ad esempio le TR60 e 61, vincitrici a Le Mans
nel 1960 e 1961. Per conto di BAM, celebre negozio parigino, fu realizzata
un'ulteriore Ferrari, la 330 TRI prima a Le Mans nel 1962, disponibile sia in
kit, sia montata da Jean-Paul Magnette.
Le Gruppo B erano vetture spettacolari e attiravano le attenzioni dei collezionisti. Perche si cimentò brillantemente nella riproduzione della MG Metro, declinata in numerose livree. |
Solo la Delta S4 non raccolse i favori di Starter, forse perché qualcun altro a Cogolin si era brillantemente impegnato sul progetto? Ecco invece la Ford RS200. |
Dopo la Porsche 911, fu la 959 a cimentarsi fra le sabbie del deserto. La tematica della Dakar poteva contare su un buon numero di appassionati, soprattutto se imperniata sulle protagoniste assolute. |
Tra i prototipisti chiamati a lavorare sui master, si aggiunge Perche cui si devono modelli principalmente da rally. Benoit Moro lavorerà solo saltuariamente, principalmente sulla cera della Chevrolet Corvette realizzata da Ruf qualche anno prima, adattata e rivista in qualche dettaglio. Tra le novità in catalogo per la fine 1985, si evidenziano la Porsche 908/01 ed ulteriori versioni della 956 che festeggia le diecimila unità prodotte, celebrate da un'etichetta gialla applicata sulla scatola. I rally entrano nella fase Gr.B ed ecco uscire la Citroen BX 4 TC, la MG Metro 6R4, l'Audi Sport Quattro e la Ford RS200.
L'attualità impera. Ferrari è protagonista con la 750 Monza, la TR60 e la 275P. Nella primavera 1986 Porsche torna a ruggire, celebre la bella serie di 908/2 protagoniste della Targa Florio 1969 ed altrettanto riuscite le 718/8. Tra le vincitrici della 24 ore di Le Mans, Starter propone la Ford MKIV, la Mercedes 300 SL e la Ferrari TR 61, ora finalmente disponibile anche in kit. Originale la scelta della Mercury Capri Trans Am, un kit divenuto oggi rarissimo e molto ricercato perché inedito. Naturalmente ogni modello si presta facilmente ad una moltiplicazione di versioni e livree. Il 1986 si chiude in pompa magna con l'Aston Martin DBR1, la Nissan GTP IMSA, la Mercedes Kouros, la Spice Fiero C2, le Porsche 961 e 917K Coca-Cola. La NASCAR, altra passione di Philippe Roche, è celebrata dalla Pontiac in livrea Alugard.
La Mercedes 300SL fu spolpata all'osso: si contano più di una decina di varianti; in pratica non ci fu gara passata sotto silenzio. Il mercato, allora, lo consentiva. |
Benoit Moro realizzò il prototipo della Peugeot 405 in gara alla Dakar. Lavorò molto bene e ancora oggi questo modello appare fedele ed è oltretutto piuttosto difficile da trovare. |
André-Marie Ruf cedette a Starter alcune delle sue cere. Si quella della Corvette 1969 lavorò Moro, per adattarla dalla produzione in metallo bianco a quella in resina. |
Inizialmente realizzata per conto di BAM (Boutique AutoMoto) di Parigi, la Ferrari 330 TRI entrò più tardi nel catalogo Starter. |
Sotto il punto di vista amministrativo,
nel 1985 fu creata una nuova società, denominata Callipress comprendente le due
precedenti entità. Tutto va a gonfie vele, il kit non conosce crisi ed il
gruppo giunge a contare oltre una ventina di dipendenti. Le cifre sono
impressionanti: ogni mese escono dai magazzini circa seimila scatole di
montaggio, una forza produttiva incredibile favorita dalla completa autonomia
del gruppo, in grado di sviluppare internamente ogni fase lavorativa, dalla
concezione del modello alla fase finale, passando attraverso stampaggio,
disegno, serigrafia, fotoincisione, iniezione dei particolari, fabbricazione
delle ruote a raggi. Si effettua pure lo stampaggio di resine conto terzi.
La bete-à-gagner, così i francesi avevano soprannominato la Stratos, un modello che non poteva mancare nel catalogo Starter. Fu comunque sviluppata solo nelle versioni più conosciute. |
Mentre gran parte degli artigiani si affida a ditte esterne per la
realizzazione d'ogni dettaglio, in Starter ampio spazio è dedicato a macchinari
di tipo industriale, la concezione è quella della piccola impresa e non del
semplice artigianato. Naturalmente, le potenzialità del mercato consentivano
questo tipo d'investimento a tal punto che la sede originale, ospitata in pochi
vani nel Boulevard Pardigon, si sposta al numero 164 di Chemin Saint-Jean-du-Désert,
in locali più ampi e confortevoli. Nel frattempo, allo scopo di snellire il
magazzino, inizia una campagna promozionale di vendita, un certo numero di kit
infatti viene posto in vendita anche in Italia ad un prezzo molto competitivo,
circa 20.000 lire dell'epoca, quasi la metà dei listini ufficiali.
Starter fece la gioia di tanti "spolpettatori"... Produsse infatti numerosi fogli di decals generiche in varie scale, comprese l'1:87 e l'1:24. |
Un esempio di stampaggio conto terzi. La Ferrari 512S coda lunga che corse a Le Mans nel 1970 fu affidata da Faster43 a Starter, una garanzia in termini di serietà e velocità di consegne. |
Un kit di seconda generazione, il cui prototipo è opera di Victorini. La casa marsigliese si dedicò progressivamente alle vincitrici della 24 Ore di Le Mans, con ottimi riscontri. |
Un paio di kit offerti in saldo da Starter. Iniziava una fase di progressiva liquidazione degli stock giacenti in magazzino, allargata ad una buona parte delle decalcomanie prodotte da Calligraphe. |
Si tratta in
gran parte di Rondeau e vetture NASCAR, il cui interesse è logicamente scarso.
A fine 1987, la ditta marsigliese aveva a catalogo quasi quattrocento referenze
ma qualcosa si muoveva nell'aria, un venticello malandrino proveniente dalla
vicina Costa Azzurra, foriero di grandi mutamenti. E la nave, di conseguenza, cercò
porti più sicuri....
Da queste immagini potete farvi un'idea delle varie tipologie di istruzioni che negli anni accompagnarono i kit Starter: dalle più semplici, fino all'arrivo del colore. |
Leggo, ricordo e mi vengono alla mente frasi simili a quelle che spesso usa mio padre.
RispondiEliminaRealizzando quando sto invecchiando.
Stavo giusto pensando alla stessa cosa ieri sera mentre scrivevo la recensione del volume sulle Alfa 155/156/147. Quando iniziano a uscire LIBRI su cose che hai visto di persona o si tratta dell'ennesimo instant book di Bruno Vespa o significa che stai diventando vecchio. Nel caso del libro sull'Alfa, la seconda che ho detto.
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