11 gennaio 2013

La storia della Starter, II parte


Starter Parte II
Testo Umberto Cattani, collaborazione David Tarallo
Foto Umberto Cattani-David Tarallo

E la nave va....

La Porsche 356B Carrera GTL Abarth segna il debutto di
Perche in seno a Starter. La produzione cresceva e si
cercavano nuovi talenti in grado di allargare le
prospettive commerciali. 

Tolti gli ormeggi, la barca Starter prende il largo. Chiamarla barca ci sembra un po' riduttivo, forse sarebbe meglio definirla una corazzata, con tutti gli attributi in regola per fronteggiare la concorrenza.
Se Starter mosse i primi passi nell'estate 1983, non bisogna dimenticare che all'orizzonte già s'era profilata l'avversaria principale. Nel 1982 infatti, a Cogolin, piccolo comune a pochi km da Saint Tropez, nasceva Provence Moulage, una firma che avrebbe ingaggiato un duello all'arma bianca con il gruppo marsigliese, con esiti che vi narreremo più avanti. Tornando alla nostra protagonista, il secondo catalogo Starter copre il periodo compreso tra l'autunno 1985 e la fine del 1986. Gli obiettivi diventano sempre più ambiziosi: da sei novità per mese si passa ad otto, le pagine diventano a colori e l'attività di Calligraphe si allarga alla produzione di decalcomanie conto terzi nelle scale 1/43, 1/24 ed 1/87. Per l'anno a venire, il 1987, la casa francese consente al collezionista di realizzare autonomamente il proprio raccoglitore. 
Il retro dell'affiche spedita ai commercianti che, in questo modo, potevano attaccarla alla vetrina del loro negozio. Un modo semplice ma efficace per promuovere il prodotto. 
Per la prima volta, un fabbricante di modelli propone un'informazione diretta, grazie all'invio mensile di un foglio novità a colori tale e quale quello spedito ai commercianti. Un complemento indispensabile per facilitare il montaggio dei kit, accompagnato da una lettera che garantirà la conoscenza della produzione Starter presente e futura. 
Prima che la NASCAR facesse calare sul mondo dei modelli speciali la sua tremenda mannaia, Starter ebbe modo di proporre una nutrita serie di kit sulla tematica. Oggi se ne trovano ancora parecchi, a prezzi decisamente vantaggiosi. 
Bastava sottoscrivere un abbonamento, limitato alla Francia, di 70 franchi ed il postino vi portava direttamente a casa la busta con le novità. E' possibile che quest'iniziativa celasse in qualche modo un passaggio diretto tra produttore e consumatore... Anche perché i kit contenevano istruzioni dettagliate che altro non erano se non la fotografia pubblicata sul dépliant. Inizia in quei mesi una fattiva collaborazione con Ulrich Upietz, fotografo tedesco che aveva fondato anni prima il Porsche Modell Club a Duisburg (per la storia del Porsche Modell Club, leggere qui ). Per conto di questa associazione furono realizzati kit personalizzati e serie di modelli montati da Juergen Renardy; tra le iniziative ci fu anche la sponsorizzazione congiunta di una Porsche 944 Turbo che partecipò alla Coppa monomarca del 1986, prontamente inserita nella linea modellistica del club. 
Una bella immagine della Porsche 944 Turbo che partecipò nel 1986 alla Cup omonima per i colori del Porsche Modell Club, associazione creata alla fine degli anni settanta da Ulrich Upietz, poi divenuto fotografo ufficiale Porsche nonché autore di libri. Il modello in scala 1:43 fu realizzato naturalmente da Starter. 
Furono commercializzate anche alcune Ferrari già montate, come ad esempio le TR60 e 61, vincitrici a Le Mans nel 1960 e 1961. Per conto di BAM, celebre negozio parigino, fu realizzata un'ulteriore Ferrari, la 330 TRI prima a Le Mans nel 1962, disponibile sia in kit, sia montata da Jean-Paul Magnette.
Le Gruppo B erano vetture spettacolari e attiravano le attenzioni dei collezionisti. Perche si cimentò brillantemente nella riproduzione della MG Metro, declinata in numerose livree.

 
Solo la Delta S4 non raccolse i favori di Starter, forse perché qualcun altro a Cogolin si era brillantemente impegnato sul progetto? Ecco invece la Ford RS200. 

Purtroppo per Starter, la Citroën BX Gruppo B ebbe una carriera agonistica piuttosto sporadica, un grosso limite per una ditta che faceva della moltiplicazione delle versioni una delle sue strategie chiave. 

Dopo la Porsche 911, fu la 959 a cimentarsi fra le sabbie del deserto. La tematica della Dakar poteva contare su un buon numero di appassionati, soprattutto se imperniata sulle protagoniste assolute. 

Tra i prototipisti chiamati a lavorare sui master, si aggiunge Perche cui si devono modelli principalmente da rally. Benoit Moro lavorerà solo saltuariamente, principalmente sulla cera della Chevrolet Corvette realizzata da Ruf qualche anno prima, adattata e rivista in qualche dettaglio. Tra le novità in catalogo per la fine 1985, si evidenziano la Porsche 908/01 ed ulteriori versioni della 956 che festeggia le diecimila unità prodotte, celebrate da un'etichetta gialla applicata sulla scatola. I rally entrano nella fase Gr.B ed ecco uscire la Citroen BX 4 TC, la MG Metro 6R4, l'Audi Sport Quattro e la Ford RS200.
L'attualità impera. Ferrari è protagonista con la 750 Monza, la TR60 e la 275P. Nella primavera 1986 Porsche torna a ruggire, celebre la bella serie di 908/2 protagoniste della Targa Florio 1969 ed altrettanto riuscite le 718/8. Tra le vincitrici della 24 ore di Le Mans, Starter propone la Ford MKIV, la Mercedes 300 SL e la Ferrari TR 61, ora finalmente disponibile anche in kit. Originale la scelta della Mercury Capri Trans Am, un kit divenuto oggi rarissimo e molto ricercato perché inedito. Naturalmente ogni modello si presta facilmente ad una moltiplicazione di versioni e livree. Il 1986 si chiude in pompa magna con l'Aston Martin DBR1, la Nissan GTP IMSA, la Mercedes Kouros, la Spice Fiero C2, le Porsche 961 e 917K Coca-Cola. La NASCAR, altra passione di Philippe Roche, è celebrata dalla Pontiac in livrea Alugard.
La Mercedes 300SL fu spolpata all'osso: si contano più di una decina di varianti; in pratica non ci fu gara passata sotto silenzio. Il mercato, allora, lo consentiva. 

Benoit Moro realizzò il prototipo della Peugeot 405 in gara alla Dakar. Lavorò molto bene e ancora oggi questo modello appare fedele ed è oltretutto piuttosto difficile da trovare. 

André-Marie Ruf cedette a Starter alcune delle sue cere. Si quella della Corvette 1969 lavorò Moro, per adattarla dalla produzione in metallo bianco a quella in resina. 

Inizialmente realizzata per conto di BAM (Boutique AutoMoto) di Parigi, la Ferrari 330 TRI entrò più tardi nel catalogo Starter.
Sotto il punto di vista amministrativo, nel 1985 fu creata una nuova società, denominata Callipress comprendente le due precedenti entità. Tutto va a gonfie vele, il kit non conosce crisi ed il gruppo giunge a contare oltre una ventina di dipendenti. Le cifre sono impressionanti: ogni mese escono dai magazzini circa seimila scatole di montaggio, una forza produttiva incredibile favorita dalla completa autonomia del gruppo, in grado di sviluppare internamente ogni fase lavorativa, dalla concezione del modello alla fase finale, passando attraverso stampaggio, disegno, serigrafia, fotoincisione, iniezione dei particolari, fabbricazione delle ruote a raggi. Si effettua pure lo stampaggio di resine conto terzi. 
Con l'abolizione dei Gruppi B calò la spettacolarità dei rally ma l'interesse dei collezionisti per la tematica non venne meno. Largo quindi alle Gruppo A; questa Mazda 323 fu prototipata da Goupille. 

La BMW M3 rinverdì i fasti delle Porsche 956! Era infatti possibile, partendo dalla stessa base, moltiplicare livree e versioni, anche se il mercato iniziava a dare qualche piccolo segno di cedimento. 

La bete-à-gagner, così i francesi avevano soprannominato la Stratos, un modello che non poteva mancare nel catalogo Starter. Fu comunque sviluppata solo nelle versioni più conosciute. 
Mentre gran parte degli artigiani si affida a ditte esterne per la realizzazione d'ogni dettaglio, in Starter ampio spazio è dedicato a macchinari di tipo industriale, la concezione è quella della piccola impresa e non del semplice artigianato. Naturalmente, le potenzialità del mercato consentivano questo tipo d'investimento a tal punto che la sede originale, ospitata in pochi vani nel Boulevard Pardigon, si sposta al numero 164 di Chemin Saint-Jean-du-Désert, in locali più ampi e confortevoli. Nel frattempo, allo scopo di snellire il magazzino, inizia una campagna promozionale di vendita, un certo numero di kit infatti viene posto in vendita anche in Italia ad un prezzo molto competitivo, circa 20.000 lire dell'epoca, quasi la metà dei listini ufficiali. 
Starter fece la gioia di tanti "spolpettatori"... Produsse infatti numerosi fogli di decals generiche in varie scale, comprese l'1:87 e l'1:24. 

Un esempio di stampaggio conto terzi. La Ferrari 512S coda lunga che corse a Le Mans nel 1970 fu affidata da Faster43 a Starter, una garanzia in termini di serietà e velocità di consegne. 

Un kit di seconda generazione, il cui prototipo è opera di Victorini. La casa marsigliese si dedicò progressivamente alle vincitrici della 24 Ore di Le Mans, con ottimi riscontri. 

Un paio di kit offerti in saldo da Starter. Iniziava una fase di progressiva liquidazione degli stock giacenti in magazzino, allargata ad una buona parte delle decalcomanie prodotte da Calligraphe. 
Si tratta in gran parte di Rondeau e vetture NASCAR, il cui interesse è logicamente scarso. A fine 1987, la ditta marsigliese aveva a catalogo quasi quattrocento referenze ma qualcosa si muoveva nell'aria, un venticello malandrino proveniente dalla vicina Costa Azzurra, foriero di grandi mutamenti. E la nave, di conseguenza, cercò porti più sicuri....
Da queste immagini potete farvi un'idea delle varie tipologie di istruzioni che negli anni accompagnarono i kit Starter:  dalle più semplici, fino all'arrivo del colore. 





2 commenti:

  1. Leggo, ricordo e mi vengono alla mente frasi simili a quelle che spesso usa mio padre.
    Realizzando quando sto invecchiando.

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    1. Stavo giusto pensando alla stessa cosa ieri sera mentre scrivevo la recensione del volume sulle Alfa 155/156/147. Quando iniziano a uscire LIBRI su cose che hai visto di persona o si tratta dell'ennesimo instant book di Bruno Vespa o significa che stai diventando vecchio. Nel caso del libro sull'Alfa, la seconda che ho detto.

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