19 marzo 2012

Le origini dell'automodellismo speciale italiano

di Paolo Tron

Il settore della produzione di automodelli "speciali" 1/43 in Italia ha avuto i suoi primi sussulti a partire dal 1972.
In particolare due artigiani si sono schierati a quei rudimentali blocchi di partenza.
La sensazione è che fossero dei tentativi del tutto velleitari, della serie:
"cià che vediamo cosa succede"... E infatti qualcosa è successo.
Il primo fu il Sig. Francesco De Stasio di Napoli, nelle vicinanze del verde Parco S.Paolo.
Debuttò con la sua nuova azienda F.D.S. (uno dei primi acronimi) con una Fiat Campagnola.
Vi saranno un sacco di ragioni per la quale scelse questa bella Gippotta, ma noi le ignoriamo totalmente e neppure ci interessa approfondire.
Alla Campagnola fecero seguito parecchie altre realizzazioni ... una fantascientifica Itala Gran Premio 1925, il TARF Bisiluro di Taruffi del 1956 (altre scelte davvero bizzare, viste con gli occhi di oggi) e dopo, decine e decine di F.1 e Sport.
Mentre questo succedeva nella magnifica città della sirena Partenope (oggi mi sento molto Licià Colò, forse perchè è l'8 Marzo) al Nord, nella cittadina di Tradate, particolarmente nota per la "Tradate Iron Fest" (celeberrimo festival internazionale della musica Metal) venivano timidamente alla luce le prime realizzazioni di un uomo, sino a quel momento, dedito all'automodellismo in scala 1:12: Carlo Brianza. Eccellente artigiano che pensò di dedicarsi maggiormente (e il tempo gli diede totalmente ragione) alla scala che rimane la regina assoluta nell'automodelllismo ...la 1:43.
Bene.
Bravo.
Bis.
Mentre questi due artigiani sondavano e invadevano quel micro mercato, con il metallo bianco il
Campano e con la resina il Lombardo ... altri piccole presenze iniziavo a manifestarsi ... come
timide formichine che uscivano dal formicaio dopo un inverno di bagordi e rave parties ...
Fra questi individui, più o meno loschi, (sto scherzando!) troviamo, Paolo Rampini di Milano,
già alle prese con un certo tipo di giornalismo (nè sadomaso, nè hard-core), un certo Luca Grossi di
Torino, giovane collezionista e appassionato di Lancia e due fratelli di Loano che avevano
manifestato una certa dinamicità con la produzione di una fetida pubblicazione ciclostilata che
avrebbe ambito a diventare un catalogo per la vendita per corrispondenza.
Questa serie di persone si rivolsero tutte al pionere di Napule (in Napoletano antico -- fonte: wikipedia) il quale, con le note di "Maradoooonaaaa è meglio e Pelè"... ** accettò di buon grado di realizzare per loro una serie di automodelli -- pionieristici automodelli per pionieristici produttori in erba (e... non pensate male!). F.D.S. realizzò per  il Sciur Rampini una Alfa Romeo Freccia d'Oro e una Fiat Balilla Spyder -- per la Car Cast di Luca Grossi una Lancia Aprilia berlina e per i fratelli Tron, classica famiglia Piemontese (di Villar Perosa, giuda faus, trasferitasi in Liguria per le classiche ragioni di salute) una Ferrari 553 Squalo GP d'Italia del 1953 e una Jaguar E2A Team Cunningham Le Mans 1960.
Il TARF Bisiluro della FDS.

Non ci faremo trascinare in alcun modo nel commento sulla qualità di questi alborici *** automodelli "speciali" -- siamo nel 1975, quindi ... pezzi di storia...
In seguito Luca Grossi, per impegni pressanti nella sua attività e per aver constatato che certe
collaborazioni possono diventare molto ... mmm... come dire... moltooo... "complicate"... ecco...
ha mollato il colpo... sparendo come la luce delle luciole (ho appreso che si scrive con una "elle" sola) senza l'ossigeno ... mentre gli altri tizi,  il Rampini e i Tron si sono rivolti entrambi (ma guarda un po')  all'artigiano di Tradate, il quale in modo bonario e altruistico ha realizzato una serie di mirabilanti  automodelli in una sgargiante resina gialla chiamati Modelli "R" sia in scatola di montaggio/kit  (ma chiamarli kit era uno stoico atto di coraggio in quanto contenevano 5/6 pezzi altre alla carrozzeria)  e anche in serie montata.
Chi non ricorda la serie di Porsche IROC (Race of Champions) realizzate in quegli anni?
Saremmo davvero curiosi di vedere ora quelle opere d'arte.
Ne parliamo in tono birichinamente ironico anche se, in realtà, sono anche questi... pezzi di storia.
I due giannizzeri Loanesi con pedigree Villarese, invece, non ebbero alcuna collaborazione produttiva dal Sig. Brianza se non quella tecnica ... insomma impararono dal Brianza a realizzare la resina,  utilizzando la macchina che serviva a montare la panna proveniente dal loro ex-bar
(non vi stupite oh Attenti Lettori,  allora succedeva questo e altro ... un notissimo modellista di
Torino le cui iniziali sono M.C. verniciava con un aggeggio che in giardino si utilizzava per dare il verderame ...  non esistevano ancora le aeropenne) e, con cotanta conoscenza, riuscirono a realizzare le loro prime Formula Uno e Sport in scatola di montaggio: Shadow, Surtees TS19, Abarth 2000 Sport, Ferrari 312P Sport NART 1974 eccetera eccetera... e dopo fu la luce...
Per aspera sic itur ad astra.
Copertina del TSSK n.7 (autunno 1977) con in evidenza la Ferrari 312 P del '74 e la Surtees TS19, due kit della gamma Tron.


**
lo so ...lo so... è un falso storico...Diego arrivò al Napoli nel 1984...
***
alborici non esiste... è un neologismo creato ad hoc...

19 commenti:

  1. I racconti pioneristici mi hanno sempre affascinato. Spero che la storia continui, anche perché io la ignoro e tu la racconti in modo meraviglioso.

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  2. heheheheh, potremmo pubblicare un libro di fiabe illustrate per fanciulli come si usava una volta: le fiabe di Nonno Tron...
    Ma se illustrate con i ritratti dei protagonisti scadremmo nell'horror weird... (ciao Pol, sempre bello leggerti!)

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  3. son belle storie anche per chi ci è arrivato molto tempo dopo, correva l'anno 1990...

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  4. Eh si , bei racconti di vita modernisticamente parlando fatta in primus da passione e poi viene tutto il resto ! Dalle parole di Paolo poi sono novelle ancor più belle !
    Ciao Paolo , è sempre un piacere leggerti !

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  5. Beh ... intanto grazie... come immaginate io mi diverto a raccontare quelle vicende ... ringrazio Massimo che dice "spero che la storia continui" ... in effetti non avevo considerato che anche il periodo 1976/1982 possa avere un suo interesse ... ne parlerò con David per eventualmente produrre la 2a puntata... grazie a voi ragazzi... è bello sapere che quello che fai viene apprezzato...
    ps
    "horror weird!"? ... non hai torto ... ti immagini pubblicare la capoccia imbrillantinata di Francesco De Stasio?

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    1. Ciao ho letto la storia della f.d.s. e equipe tron sono possessore e assemblatore della cara e vecchia Surtees Beta del grande Vittorio Brambilla l'ho acquistata nel negozio di corso Giulio Cesare a Torino ed è la mia N1 come il centro di Paperone,felicissimo di avervi ritrovati salutoni Franco Passadore

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  6. Grazie Paolo, attendiamo la prossima puntata !!!

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  7. Bella Tron...ci piace assai!!!! Avanti così...oltre alla brillantina, le sigarette di FDS....di modelli "R" ricordo una Lancia Aurelia B10.....qualcosa di King Models di Roma? Mamone? ( se non sbaglio era Calabrese...)....qualcosa di GP Studio ( Giorgio Pradella credo..)

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  8. Su King Models uscì un bell'articolo su AutoModelli molti, molti anni fa. Mamone è calabrese e sta in Toscana, verso Pistoia.

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    1. Bene David, mi vengono in mente anche i fratelli Petrucci che fondarono "Progetto K"....

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  9. Fabrizio Petrucci è ancora attivo, ed è uno dei fondatori della PEGO Italia.

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  10. Ringrazio anche io Paolo per queste storie, fatte non di numeri ma di persone ed aneddoti!

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  11. Sarebbe bello poter leggere un giorno su questo blog un'intervista di Paolo al Maestro Bosica...

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  12. col coso del verderame si vernicia benissimo! (Almeno se devi dare di bianco alle pareti... per gli automodelli nonzo).

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  13. Ringrazio Paolo per tutto quello che scrive e per tutto quello che ci fa ricordare.

    Che nostalgia quelle scatole.......ma che FDS sia stato il primo in Italia, proprio
    non lo ricordavo. Ho ancora un Kit in resina di ABC di una Ferrari T2 ? Dire orribile è poco, ma all'epoca deve avermi affascinato

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  14. Salve, io sono un nostalgico ormai cinquantenne. Ho ancora alcuni modellini della FDS che se non ricordo male all'età di 16 / 17 anni alestivo con non molta destrezza. Ora, dopo anni in alcune scatole, vorrei rismontarli, pulirli, riverniciarli e praticamente fare un restauro come si effettua per le vere auto ...... che dite ??? Un saluto

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  15. argomento scabroso i kit "d'epoca"... ricordo, ero in vacanza in Corsica, Land Rover e roulotte quando mi sono imbattuto in una rivista con in copertina una sventagliata di modelli inediti e ghiotti. Mi erano apparsi i John Day. Cose mirabolanti per me che scovavo vecchie Norev in plastica - tipo la GTB - accucciato a frugare negli scaffali delle Galeries. Poi ho trovato i primi FDS. Il bisiluro, ad esempio, montato in modo orrido (che ho poi rifatto l'anno scorso riportandolo al grezzo e ricominciando la trafila. Qualche kit ghiotto l'ho comprato nel corso degli anni sopratutto per i soggetti(tipo Flaminia Zagato)ma con scarsi risultati... Il lavoro, il figlio e anche la maggiore offerta di die cast mi hanno fatto tralasciare i kit, sempre, per me dal braccino corto, troppo cari. (Se è un gioco non deve costare troppo!). Qualche anno fa poi sono incappato in Paolo Tron e affascinato dal camion Fiat della Ferrari... sono caduto incauto nel vortice. Oramai quasi nessuno vuole i kit, pare.E' mio destino andare sempre contro tempo... E alla mia età ho cominciato a cercare di imparare,e un minimo sono migliorato e mi escono decenti, se non belli certo, ma almeno decenti i kit. Nei mercatini ho cominciato a frugare e scovare: affascinante. Accanto a kit recenti ed evoluti ho raccolto kit degli albori, compresi tre di Paddy Stanley. Non sempre sono integri, mancano pezzi o sono rotti. Con spirito da don Chisciotte li affronto, con qualche frustrazione in verità. Ora sono alle prese con un kit ARTIGIANA MAMONE di una Ferrari 250 che non riesco ad identificare con sicurezza, anzi sono proprio attanagliato dai dubbi, era il modello n°3, ma non trovo documentazione.
    Piccola nota di costume sui modelli King. Settimana scorsa ero sotto una tenda al bagno Piero e chiacchierando con amici di amici e venuto fuori che un signore, mio coevo, ormai noto professionista, era stato, ai tempi della scuola, uno dei fondatori... e mi ha raccontato un sacco di aneddoti...

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  16. Finito qui per caso... chissà se qualcuno legge ancora questi commenti... e in tutti i casi essendo modellista, grafico ed illustratore e per di più napoletano, mi è capitato di lavorare per circa due anni per Francesco Di Stasio, proprio nel momento in cui creò la linea già montata "Top Model" il cui logo è mio... ed ho ancora i miei disegni originali delle istruzioni di montaggio di moltissimi suoi kit nell'epoca d'oro... mi piacerebbe sapere ora cosa fa sperando stia bene data l'età presunta...

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    1. Ciao e grazie per il messaggio. Molti articoli del blog vengono letti anche dopo anni perché- non lo dico per vantarmi - alcuni hanno fatto epoca! Ho incontrato spesso la famiglia De Stasio alle borse di scambio. Hanno continuato la loro produzione con alti e bassi, restando nell'ambito dell'1:43.

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