02 marzo 2012

Breve rassegna stampa: AutoModélisme n.177

La copertina di AutoModélisme n.177 (marzo 2012), dedicata ovviamente al Salone di Norimberga.
Il numero di marzo di AutoModélisme è dedicato naturalmente per buona parte al recente salone di Norimberga. Se non altro, rispetto alla concorrenza bimestrale di Modelli Auto, la rivista francese arriva per forza di cose con una tempistica accettabile. Al di là dell'interesse assoluto che reportage di questo genere possano rappresentare su riviste mensili o bimestrali, l'impegno della redazione di AutoModélisme è stato comunque notevole, con un'abbondanza di foto e di testi che possono giustificare la presenza massiccia di un argomento come il salone. Tutto sommato si tratta dell'evento modellistico più importante dell'anno. Un reportage realizzato dal direttore Alain Geslin, Jean-Louis Blaisius e di Benoit Sayze con foto di Christian Bedei particolarmente ben fatto e molto informativo. Da leggere e considerare con attenzione l'introduzione di Geslin (Pain blanc ? Pain noir ?) su un aspetto che a suo tempo avevo anticipato anche in questo blog: l'aumento progressivo dei costi di manodopera in Cina e la sempre minore disponibilità delle giovani generazioni per lavori come quello proposte da industrie come Spark ("al limite, commenta Geslin, meglio lavorare alla Apple", anche se tutto questo andrebbe verificato). Certo è che di localizzazione dalla Cina si comincia a parlare in maniera diffusa e non è un caso se qualcuno è già corso ai ripari o si sta organizzando... magari per tornare in Europa. Argomento da seguire e sviluppare... in attesa che i costruttori trovino, per citare l'articolo di introduzione alla parte riguardante le scale più grandi, la "pietra filosofale", che altro non è se non l'equilibrio fra la qualità e il prezzo. Grazie.
Non è un lavoro da poco quello a cui si sono sottoposti i redattori di AutoModélisme nel cercare di riassumere le novità del salone tedesco.

Interessante l'articolo sulle berline sportive Renault (4CV 1063, R8 Gordini, R12 Gordini...), occasione per vedere fotografati alcuni modelli poco noti e poco diffusi.
Simpatico l'articolo sulle berline sportive Renault.

Modelli del mese fra le vetture turismo, la Ferrari 458 Italia GT2 della Fujimi: ma come "turismo"? Va bene che la versione recensita è la "presentazione" (o roba del genere), ma si tratta di un'auto da corsa, punto e basta! Mah. Comunque i commenti sono positivi per un modello che rappresenterà una valida alternativa ad altre proposte più costose ma non necessariamente più valide. Modelli del mese nella categoria "competizione", la Citroen DS3 WRC 2012 di Provence Miniatures e la Mercedes W196 di Spark in versione fine corsa GP d'Inghilterra 1954.

Non è affatto un brutto numero e lo consiglio senz'altro.

10 commenti:

  1. Personalmente ho smesso di comprare Auto Modelisme da tanto tempo, perché da una parte il mio francese non e' eccezionale, dall'altra seppure avesse sezioni interessanti, soprattutto quella storica _ anche se spesso non condividevo la scelta dei soggetti_ non finiva mai per piacermi. Il più grosso difetto di queste riviste comunque, secondo me, consiste nella qualità delle foto dei modelli pubblicate. E' un settore in cui ci sarebbero ancora grossi margini di miglioramento e che giustificherebbero l'esistenza di queste riviste in quest'epoca dove Internet le rende più o meno obsolete per quello che riguarda l'aggiornamento.

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  2. Secondo me la qualità delle foto è accettabile e non è quello il maggiore dei difetti; al contrario, a volte, cercando per forza di cose la qualità delle immagini, come accade con Modelli Auto, si rischia di avere una rivista impeccabile sotto l'aspetto formale ma sostanzialmente inutile dal punto di vista dei contenuti.

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  3. ... due opinioni, ambedue rispettabili... Piero che ama "le belle foto" (la rivista Giap di ieri sera ne aveva... alcune)... e David che bada al sodo ... la mia opinione è ben nota... ?perchè devo acquistare una rivista per vedere 450 foto che "posso" aver già visto in rete? ... appena dico questo, sempre sempre, ovvio ovvio, vengono fuori i nostalgici: "ma che buon profumo che ha la la carta!" "ma dove andremo a finire!" "non ci sono più le stagioni di una volta" "era meglio quando era peggio" ...ehm... la carta è semplicemente finita... però non lo sa...
    ps
    Jean Louis Blaisius è un notissimo giornalista del settore e non uno pseudonimo di Viranet...
    pps
    credo che l'appeal storico di questa rivista sia defunto da quando ha lasciato il mio amico Jean Marc...

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    1. A volte basterebbe cercare quanto di buono è stato fatto nel passato per riproporlo in chiave moderna. E' proprio abbandonando una vocazione "di servizio" che le riviste specializzate hanno finito per snaturarsi e per non accontentare più nessuno. Andrebbe rivisto tutto il sistema della comunicazione, ma sono sicuro che né gli editori né i redattori hanno troppa voglia di rimettersi in gioco. Faranno la fine dei dinosauri non perché la carta stampata è finita, ma perché non avranno avuto la forza o l'intelligenza di adeguarsi.

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  4. Sono sicuro che Viranet scrivesse su AM con uno pseudonimo simile, vado a vedermi alcuni numeri vecchi per recuperarlo.
    La carta non è finita, deve solo sapersi... riciclare. Justement.

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  5. Jean-Pierre d'Artois, ecco come si firmava Viranet.

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  6. ...d'Artagnan ... quello che asserisci ha senso ma è ... fuori dal tempo... mi spiego meglio... negli anni quaranta e cinquanta la comunicazione avveniva attraverso i quotidiani e la radio... ok... Radio Londra "la gallina ha partorito", accadevano le cose la domenica e noi avevamo il reportage di Autosprint il mercoledì, martedì per chi abitava più vicino a San Lazzaro di Savena... poi, lentamente prima e rapidissimamente poi abbiamo avuto la TV, abbiamo avuto Internet (vera svolta per l'umanità), i Cellulari... dopo l'Avvocato Agnelli con il suo cell e la batteria di 12 kili in un trolley abbiamo l'ultimo iPhone con il quale ci puoi anche fare una carbonara (al dente)... sono fottutamente e maledettamente (?) cambiati i tempi... la carta è semplicemente superata... abbiamo nuove vie e l'essere umano è straordinario nel testarle prima e buttarcivicivisi, poi...
    Quello che dici sulla "intelligenza di adeguarsi" non mi trova d'accordo -- adeguarsi a cosa? Gli Editori si stanno già adeguando e vanno (tutti) verso Dingles, Tablets, Schnaquets e quant'altro... paper? Good-bye, not without tears in rain... time to die...

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  7. Non sono affatto sicuro che Internet arriverà a rimpiazzare del tutto la carta stampata, anzi personlamente credo che non accadrà. Tornando al tema delle riviste, la loro attuale pochezza è legata al non essere concorrenziali nei confronti del web solo in quanto esse si ostinano a fare concorrenza alla rete anziché cercare di trovare delle alternative valide nei contenuti (approfondimenti contro cronaca, risvolti storici contro attualità ecc). Ci sarebbe ancora margine se ci fosse un ritorno al passato, paradossalmente. O forse, semplicemente, stiamo vivendo un periodo di passaggio, di adeguamento che però non saprei esattamente dove ci stia portando.

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  8. Uno dei problemi è che i tempi stanno cambiando, e in fretta. Sinceramente, chi 20 anni fa, avrebbe previsto questo sviluppo di Internet e dei cellulari? Abbiamo in mano un oggetto che ci permette di parlare, di leggere tutta la rete, di navigare per le strade e non mi dilungo oltre. Da qui a vent'anni chi può dire cosa succederà?
    E quindi la carta stampata che è stato uno dei punti di fermi da Guttemberg in poi ha perso parte del suo ruolo.
    E quindi credo che la funzione di una rivista sia quella di offrire qualcosa che la rete in questo momento non offre.

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  9. ... vi dettaglio meglio la mia visione (apocalittica per alcuni) ... la carta la vedo come quei quattro puzzolenti che pestano a sangue e poi uccidono a manetta per rubare tutto quello che possono (e anche dei libri) in "Codice Genesi" ... per poi portarli da Gary Oldman il quale, visto che ne cerca solo UNO... li brucia ... visione dark nonchè visione fanta-scientifica... ma questa è la mia visione ... le edicole diventaranno come le cabine telefoniche Inglesi ... tutte le pubblicazioni diventaranno come il vinile... roba vecchia... questa mia "immagine" non è scevra delle ultime proiezioni dell'uso di Internet in futuro ... nel 2020 saranno 5 MIGLIARDI i fruitori ... cinque migliardi di persone che non avranno alcun bisogno di spendere soldi per un quotidiano... sarà (quasi) gratis ... nessun bisogno di aspettare qualche giorno che arrivi una rivista perchè ha già le notizie in tempo reale... anche le riviste Gossip stanno morendo sopraffatte da Internet... è micidiale la velocità del cambiamento ... presto saremo online ovunque... alcune linee aeree sono già online su tutto il territorio USA ... etc etc et schnaus...

    Lettera inviata alla Stampa da parte di una persona anziana -- la quale non prende in considerazione una amara realtà: presto gli anziani non saranno più...

    "Ho letto l’interessante articolo di Marco Belpoliti pubblicato lunedì dal titolo «Dall’edicola alla tavoletta» e sono rimasto impressionato dalle conclusioni che vengono tratte dopo l’amara constatazione della riduzione delle edicole e dei lettori dei giornali, anche e soprattutto a causa dell’avvento dell’iPad, nuovo modo per leggere il quotidiano preferito senza dover uscire di casa.
    Sono anziano e fortunatamente ho imparato per tempo a usare il computer, ma mi preoccupo per i tanti miei coetanei che non hanno la possibilità di acquistare l’iPad e di avere dimestichezza con questo moderno strumento (alcuni, anche se più giovani, hanno una vera idiosincrasia per gli apparati elettronici). Che destino avranno col passare del tempo? Saranno privati del piacere di leggere il giornale e rimanere quindi all’altezza dei tempi, tenendo anche conto che ormai per ogni altra necessità sempre più spesso si deve ricorrere a internet?"

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