12 marzo 2012

Elogio dell'imperfezione

Una specie di corollario ad un recente post riguardante la "psicologia dell'errore" potrebbe essere chiamato a sua volta "elogio dell'imperfezione". Forse i lettori troveranno qualcosa su questo argomento in precedenti articoli, ma tant'è: il tema è talmente sottile (e sfuggente) che è difficile il solo cercare di metterlo a fuoco. E tutto sommato si procede per tentativi, provando a circoscrivere qualche elemento per meglio analizzarlo. Cos'è l' "elogio dell'imperfezione"? E' l'ammirazione per chi riesce ad accettare non tanto un errore marchiano, quanto un leggero difetto ed ha sufficiente maturità per decidere che ogni intervento "migliorativo" (o presunto tale) avrebbe conseguenze ben peggiori dello status quo. Insomma, per dirla con un popolare detto veneto, per avere abbastanza esperienza per capire quando sarebbe "pezo el tacon del buso". Non è facile, perché prima di tutto bisogna distinguere fra difetto accettabile e difetto non accettabile, e già qui si apre la voragine della soggettività... ma forse fino a un certo punto. Sarebbe interessante stilare delle casistiche. Concludo questo abbozzo di articolo con una distinzione: quando parlo di capacità di tollerare i difetti, parlo di una competenza talmente avanzata da accettare consapevolmente qualcosa di irregolare, non certo della miopia tipica di certi collezionisti che quei difetti non li vedono neanche. A far così son capaci tutti. Il difficile è recuperare una coscienza di secondo grado, come quelli che imparano tutto su una cosa, poi scordano tutto ciò che sanno su di essa e solo allora possono definirsi dei veri esperti. Lo zen e l'arte dell'1:43.

8 commenti:

  1. Non so come... Ma mi sembra di essere un po' tirato in ballo...

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  2. ... uno dei miei sogni nel cassetto sarebbe un twist con te Piero al Jack Rabbit Slim's ... in realtà, da parte mia, questa tematica mi è un po' venuta a noia ... mi spiego meglio: la psicologia dell'errore è talmente soggettiva che sprofonda ogni discussione in un vortice senza fine ... addirittura potremmo sconfinare nell'emozione dell'ìmperfezione... mentre altre volte, banalmente, è valido il decrepito detto: occhio non vede, cuore non duole...

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  3. L'altro ieri mi riguardavo uno dei miei rari Spark (no, non ho sbagliato thread! Anche se...) indeciso se riprendere o meno un paio di difettucci, poi ho deciso di lasciare perdere.
    Non sono modelli che ho montato io e di cui, pertanto, conosco perfettamente il procedimento di verniciatura e montaggio, ho pensato che il gioco non valeva la candela.
    D'altronde, mi è capitato in precedenza di far danni su alcuni modellini (per fortuna da edicola)dove un certo trattamento su un tipo di modello era perfettamente andato a buon fine, mentre sull'altro no, misteri...
    Ora, però, la faccenda è ben più complessa e non circoscritta ai soli die-cast (o resincast...), ma riguarda anche (secondo me) i kit.
    E' giusto alterare, durante il montaggio, l'aspetto di un kit?
    Fino a quando si è in presenza di errori o mancanze madornali, la mia risposta è si.
    Quando si tratta di interpretazioni, beh, occorre distinguere da caso a caso.
    Ultimamente mi sono cimentato nella modifica di una scocca di una 250 GTO Noostalgia (clonata), da cui volevo derivare il breadvan, il lavoro è finito nel cassonetto, ho sopravvalutato le mie capacità.
    Vedendo però un modello simile su facebook, montato ultimamente da Fabregues, mi sono mangiato le mani, il kit di partenza (secondo me), prafrasando Benigni/Stecchino, non ci somiglia per niente...
    Era il caso di modificarla (la base) per renderla più verosimile o...
    Alfonso

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  4. ... Alfonso, perdonami la brutalità ma... queste sono vere e proprie masturbazioni mentali... mi pare evidente che quando compri un kit tu debba montarlo al meglio, avendone le capacità con le opportune modifiche... tutto il resto è noia...

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  5. Tutto dipende se Alfonso vuole a tutti i costi mantenere il carattere tipico della 250 di Ruf oppure preferisce avere un modello più aderente al vero... in ogni caso credo dovrebbe tirarla fuori dal freezer adesso che non è ancora surgelata del tutto e tornare a lavorarci!

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  6. Visione tecchiocentrica, caro Piero! :) (Scusate l'assenza ma ero in viaggio). Direi che in questo caso i modelli di Piero erano l'ultima cosa alla quale stavo pensando mentre scrivevo questo commento. Perché in realtà ciò a cui mi riferivo (e forse ho fatto male a non specificarlo in modo più chiaro) sono le imperfezioni di montaggio su modelli diciamo medi o medio-alti. Posso capire che l'argomento abbia dei potenziali infiniti risvolti soggettivi ma il tema mi affascina e l'approfondimento... "filosofico" (?) di alcuni aspetti è qualcosa a cui non voglio rinunciare. Anzi, ponderando alcune risposte date in questo caso mi è venuto in mente un altro tema di questo tipo che affronterò fra qualche giorno.

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  7. Beh... direi che tu sei il caso più evidente di questo pensiero, con la capacità di apprezzare anche dettagli fuori scala o di proporzioni sbagliate ma che comunque hanno un loro senso nell'economia del modello!

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  8. http://imageshack.us/photo/my-images/10/pierotecchioonair.jpg/

    ... a proposito ti "Tecchiocentrismo"...

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