28 marzo 2012

Fiat 127 I serie 2 porte (1971) BRUMM

Per il nostro test abbiamo scelto un esemplare blu scuro con interni rossi (art.R500-07)

Attesa da lungo tempo, è finalmente in distribuzione in questi giorni la Fiat 127 della Brumm. Si tratta di un'importante novità, che testimonia l'impegno e l'attenzione della casa lombarda per la storia automobilistica italiana.
Tutti e sette i colori disponibili nella versione civile: rosso corallo con interni neri (R500-01), bianco con interni rossi (R500-02), giallo Tahiti con interni neri (R500-03), verde lago con interni beige (R500-04), verde palude con interni beige (R500-05), azzurro chiaro con interni rossi (R500-06), blu scuro con interni rossi (R500-07). Nella foto manca la versione Carabinieri (R501).

Il lavoro di documentazione per quanto concerne allestimenti, dettagli e combinazioni di colori è stato molto meticoloso e d'altronde su modelli molto conosciuti come la 127 la verosimiglianza in queste particolari voci riveste un ruolo fondamentale. La versione prescelta per la prima uscita è la configurazione 2 porte, declinata in sette colori, più una versione Carabinieri.
Molto buona l'impressione generale. Corretta la verniciatura, lucida e non troppo spessa.

Notare il deflettore e il meccanismo di apertura dello stesso, simulati in tampografia. La freccia laterale è una piccola decal, così come è in decal la scritta posteriore "Fiat 127". I tergi in plastica sono tutto sommato decorosi e non presentano certe brutte sbavature dei Brumm del passato.
Particolarmente economico come tutti i Brumm (€ 25,00 nei negozi), il modello della Fiat 127 si presenta nella tradizionale scatola rossa o nera con vetrinetta di plexiglass e base in plastica nera. Ad una prima occhiata le verniciature sono piuttosto buone, lucide il giusto e prive di sostanziali sbavature o difetti macroscopici. Particolare importante, le carrozzerie non mostrano segni di giunture di stampo, che nel passato avevano rovinato modelli peraltro molto azzeccati di questo produttore. C'è quindi da segnalare un generale passo in avanti nella qualità del montaggio e nella pulizia dell'applicazione dei particolari. Il modello è composto da pochi pezzi e si smonta facilmente.
Forse la cosa meno riuscita sono i gruppi ottici posteriori: discreto il trasparente rosso, ma bruttino l'arancione coprente riportato sopra la porzione che simula gli indicatori di direzione.

Le proporzioni apparirebbero corrette, su una vettura più complicata a riprodurre di quanto non sembrerebbe ad una prima impressione.

Ecco alcuni esempi delle misure principali, che mostrano una sostanziale correttezza dell'insieme, abbinata ad un giusto "feeling" delle proporzioni:

Lunghezza totale: mm 3595 (1:1) – mm 83,60 (1:43) – mm 82,50 (Brumm)
Passo: mm 2225 (1:1) – mm 51,74 (1:43) – mm 52,00 (Brumm)
Larghezza tetto: mm 1280 (1:1) – mm 29,77 (1:43) – mm 25,00 (Brumm)
Larghezza: mm 1527 (1:1) – mm 35,51 (1:43) – mm 35,00 (Brumm)
Carreggiata anteriore: mm 1280 (1:1) – mm 29,77 (1:43) – mm 28,50 (Brumm)
Carreggiata posteriore: mm 1295 (1:1) – mm 30,12 (1:43) – mm 29,00 (Brumm)

Concludo per oggi dicendo che si tratta in ogni caso di un modello molto gradevole, del tutto compatibile con l'aspetto della vettura reale. C'è da sperare che in un prossimo futuro la Brumm faccia uscire altre versioni di questa 127 (magari da rally oppure qualcuna delle personalizzazioni sul mercato in quegli anni). Resta sempre la domanda sul perché un'azienda come la Brumm, che probabilmente non naviga nell'oro, non si converta alla resina piuttosto che continuare a fare investimenti nello zamac, che restano sempre molto onerosi. E' una questione di clientela? Di tradizione? Con la resina si potrebbero ottenere risultati altrettanto convincente e con costi forse inferiori. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano i diretti interessati.
Bella la calandra bordata col filetto cromato.

E' riprodotta sommariamente la meccanica sul fondino, in metallo. Parte inferiore del motore e impianto di scarico sono in plastica.
I tergi, pur non in fotoincisione, sono dignitosi e rappresentano un passo in avanti rispetto alla produzione precedente.
Il profilo, corretto e azzeccato.

Sui paraurti credo che manchino i rivetti di fissaggio, che si vedevano anche esternamente, sia davanti sia dietro.

Come al solito verosimili le targhe, con una provincia diversa per ogni colore.

Si tratta di un modello "sano".


Una sola vite è stata utilizzata per fissare il fondino alla carrozzeria; per svitarla è necessario rimuovere la parte inferiore del motore, semplicemente incastrata con due guide; posteriormente non ci sono viti ma solo un innesto.
Ben riuscite, pur nella loro semplicità, le ruote: cerchio stampato color alluminio e borchia cromata. Corretto e pulito.
La maniglia della portiera, riportata in plastica nera con la parte centrale dipinta.

Gli interni, ben curati e realistici. Particolarmente simpatiche le colorazioni con sedili rossi.


15 commenti:

  1. Bel servizio -- definirlo incompleto sarebbe una bugia.
    Tuttavia e prego chiunque di potermi perdonare (anche sapendo quanto sono sfacciato e quanto sono ...stardo dentro...) ma definire questa 127 una "importante novità" mi fa veramente ridere.

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  2. Ridere è salute!
    A parte questo, la 127 di Brumm rappresenta davvero un'importante novità, almeno per la casa italiana; questo modello si pone nel solco della Fiat 500, 600 e Panda uscite anni fa e che hanno rappresentato un modo di riprodurre vetture fondamentali nella storia dell'auto del nostro paese, secondo metodologie piuttosto rigorose, come la scelta dei colori corretta, allestimenti giusti e così via. Semmai andrebbe verificato, ma il tempo lo dirà, se questa 127 non sia arrivata troppo tardi. E' noto che la clientela-tipo della Brumm acquista in massa anche prodotti da edicola e credo che la 127 sia un soggetto che alcune raccolte hanno già incluso da tempo. A fronte del prezzo dell'edicola, il Brumm "costa"; si tratta quindi di una scelta coraggiosa, ma che a mio avviso andava fatta, così come andrebbe proposta l'intera storia della Fiat Uno. Ormai di inedito in questo settore c'è poco: le collezioni da edicola hanno fatto piazza pulita, ma l'hanno fatto a modo loro, con modelli spesso approssimativi e ovviamente disponibili in un solo colore.

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  3. ... dai David... facci quattro codolini e la versione del grande ma piccolo (di statura) Duilio Truffo... andava come una lippa con la 127 Gr2 (credo di Lavazza) ... in una gara l'abbiamo avuto come rivale (Maurizio ed io con la A112 Gr2)... ma lui ha cappottato... gli avevamo fatto paura (ah ah ah ...) ancora tanto ma tanto ridere...

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    1. Come scordare Duilio Truffo - ebbi la fortuna di averlo come istruttore al corso di guida agonistica di Stohr a Misano ed era uno dei più bravi anche nelle vesti di insegnante.

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  4. Aggiungo inoltre che sono parecchi i collezionisti monotematici sul marchio Brumm: certo non si fanno i grandi numeri con un gruppo di aficionados ma la fedeltà al marchio credo sia un bel valore.. Senza contare il di più dato da un'analisi storia attenta come già sottolineato.. per lo meno si evitano gli errori di chi non ha mai visto la vettura che va a riprodurre.

    Peccato che non abbiano sviluppato a dovere la Panda con versioni particolari oltre alla 4x4 e specialmente con la seconda serie, ancora nel cuore (e nel garage!) di molti..

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  5. Hai ragione Andrea; resta per me un mistero il motivo per cui non abbiano fatto la Panda II serie. E in ogni caso per questi soggetti molto italiani, ritengo Brumm una delle migliori soluzioni, a meno di non voler andare nel settore degli speciali.

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  6. Bellina!! Arriverà anche la 126?

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  7. Chissà. Non sono molto addentro nella brummologia, ne hai sentito parlare? A me non dispiacerebbe - come ho detto - nemmeno la saga delle Uno, oppure delle 128 (incluse le ultime serie, che sono praticamente inedite).

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    1. Non ne ho sentito parlare.
      Si, non dispiacerebbe, anche se a dir la verità non ho mai visto una Starline dal vivo. Che destano un certo fascino e dei bei ricordi sono le Mebetoys.

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  8. La Starline non è male, ma almeno i primi esemplari avevano grossi problemi di tenuta della vernice che faceva le bolle.

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  9. Eh, esistessero ancora i transkit, quattro codolini, un roll bar, due sedili e qualche faro non ci starebbero male... Io non sono un fiattaro, ma una 127 corallo la prenderò. Il mio transkit ideale, però, comprende sedili reclinabili, borsa secchiello e foulard Gucci e un paio di dettagli che nemmeno il Tarallo avallerebbe... ;-)

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  10. Fari e fanalini mi sembrano leggermente grandi.
    Alfonso

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  11. A me i fari principali sembrano leggermente piccoli, guarda come ci si trova d'accordo.

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  12. Premessa: il marketing nazionalpopolare di Tattarletti mi ha reso la Brumm appena più simpatica della Sampdoria.
    Con questo, nell'epoca degli Spark e degli AutoArt un modello del genere mi suscita quasi tenerezza. Anche considerando la ben diversa fascia di prezzo.
    Non dubito che una certa percentuale di collezionisti possa essere interessata ad avere una 127 con colore e targhe fedeli all'originale.
    Guardando i gruppi ottici, però, mi viene da pensare che il modello Brumm non aggiunga più di tanto a quanto già visto in edicola.
    Senza dimenticare che, se 500 e Panda restano oggetto di culto, con le ricadute del caso sulle riproduzioni in scala, non altrettanto sembra potersi dire della 127. A prescindere dal suo ruolo nella storia dell'automobile italiana.

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  13. Si tratta certamente di un modello simpatico, forse perché un po' fuori dal tempo. Non sono d'accordo su una parte del tuo ragionamento, Lorenzo: se la 500 è un classico fuori da ogni tempo, Panda e 127 secondo me se la giocano alla pari nei ricordi della gente. E' una questione di generazioni. Sono invece d'accordo con te sul fatto che certe iniziative diciamo così "pubblicitarie" della Brumm non siano state il massimo della simpatia; anzi, secondo me in certi caso potrebbero essere state anche controproducenti. Quanto al prezzo, parlavo di questo argomento proprio stamani con un collega collezionista: modelli di questo genere sono destinati a scontentare i negozianti, visto che il guadagno è miserevole. Dai distributori vengono venduti ai negozianti a poco più di 13 euro + IVA, con un prezzo di vendita di euro 25,00. Il ché, praticamente, corrisponde a un guadagno "pulito" di qualche euro. Del resto se costassero di più non si venderebbero proprio. E' un bel dilemma. Il dilemma dei modelli di questa fascia di prezzo, i più danneggiati dal ciclone-edicola.

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