11 dicembre 2012

YES IT'S HARDWARE! Ferrari 458 Grand-Am [di Umberto Cattani]

WIP

Ferrari 458 Italia Grand Am
Ferrari Collection 1/43
Testo e foto: Umberto Cattani

Alla scoperta dell'America

 
Nel 2011, alla fine di luglio, una Ferrari 458 Italia, preparata da Michelotto secondo le specifiche della serie Grand-Am, svolse due giorni di prove sul circuito di Daytona. Al volante il brasiliano Jaime Melo, reduce dal secondo posto ottenuto con la 458 Risi in compagnia di Toni Vilander in occasione del Grand Prix di Mosport, quarta tappa dell'ALMS.
 
 
Nel corso del test, furono percorsi circa novanta giri del circuito senza rilevare problemi particolari. L'assetto era studiato per adattare le performance della 458 alle caratteristiche delle gomme Continental, fornitura base per le vetture della serie, un tipo di gomma molto prossimo alle coperture stradali e quindi difficile da mandare in temperatura.

 
 
Il modello uscito la scorsa settimana per la serie da edicola Ferrari Collection riproduce piuttosto fedelmente la Ferrari 458 Italia, nella classica scala 1/43. Prezzo abituale per questa raccolta, poco meno di tredici euro ed una presentazione dignitosa, consistente in una teca con base che imita una porzione di pista e relativo cordolo. Dopo la versione 458 GT2 già proposta in passato, ecco ora questa variante Grand-Am, diversa dalla sorellina in numerosi dettagli.

Fresca di edicola, ecco la vostra 458 Grand Am. Considerando le temperature di questi giorni, mai definizione fu più calzante.
La decorazione è ottenuta grazie a decalcomanie ad acqua, un grosso vantaggio per quanti vorranno cimentarsi in un rifacimento completo del modello con relativa sverniciatura.
A nostro parere, non ne vale la pena, bave di stampaggio non se ne vedono e nemmeno sono evidenti gravi errori di base come nel caso del modello uscito in precedenza nella collana, la 512S già da noi esaminata e rivista.

Vista di coda, si nota subito la larghezza insufficiente delle gomme. I più smaliziati, potranno rimpiazzare le pinne verticali dello scivolo con altre in lamierino.
 
Per rettificare qualche leggera imprecisione nel posizionamento delle decalcomanie, queste sono state parzialmente tolte, immergendo per qualche minuto il modello in acqua calda. Aiutandosi con un pennellino, non sarà troppo complicato staccare le varie scritte, favoriti dal film unico che racchiude gli sviluppi del cofano anteriore e delle fiancate. Posate quindi le decal su un foglietto di supporto, ritagliando successivamente ogni sticker aiutati da un cutter ben affilato.
Miseria e poca nobiltà. Gli interni si presentano così ai vostri occhi. Una bella agitata alla scatoletta magica e come d'incanto compariranno gioie e nuovi splendori.
Come già accennato, non si notano errori grossolani, solo le gomme posteriori appaiono eccessivamente strette. Per allargarle sufficientemente, abbiamo dovuto affrontare qualche leggero grattacapo. Impossibile trovare in commercio loghi Continental da applicare a nuovi pneumatici  quindi le coperture originali andavano obbligatoriamente mantenute. Dopo qualche momento di perplessità (le cambiamo o no?) è prevalsa l'idea del "tanto poi, alla fine, l'occhio mi cascherà sempre lì..." quindi mano all'inventiva. Con cautela abbiamo smontato i cerchi dall'assale, cautela richiesta dalla fragilità del pezzo stampato in plastica piuttosto fragile. Il bordo esterno è stato eliminato, rifilandolo completamente, una lamina in metallo larga circa 3 mm. è stata incollata all'interno del canale e su questo abbiamo inserito un tondino metallico poi fresato a filo. Partendo da una gomma intagliata provvista di battistrada, abbiamo sezionato due strisce sempre da 3 mm. poi incollate alle originali con un prodotto vinilico. Ad essiccazione avvenuta, il pneumatico va poi dipinto in nero opaco molto diluito. In questo modo, la larghezza originale è rispettata, con buona pace delle nostre paranoie da fedeltà. Sulla scocca, purtroppo, non sono stati riprodotti i parafanghini riportati. Noi ovvieremo con pennello e mano ferma, chi sceglierà la strada radicale del rifacimento, potrà con una fresa adatta e mano fermissima incidere direttamente sulla scocca la giunzione tra codolini e carrozzeria. Noi, che parteggiamo per un bricolage all'acqua di rose, confideremo in una manualità giottesca e nulla più...

Da questa prospettiva si notano meglio le gomme, particolari che voi allargherete seguendo i consigli indicati nel testo. Una leggera sudata ma che vi farà bene al fisico ed alla mente.

Gli interni sono da poverelli. Cinture a decal, un estintore che pare una bombola di gas liquido ed assenza di ogni minimo particolare. Spazio quindi al vostro estro, una foto vi mostra nel dettaglio l'inserimento di cinture adeguate, rinforzi sul pianale,  centralina elettronica e barra diagonale del roll-bar. Sul parabrezza, ricavati da fili neri di nylon, abbiamo incollato i tre rinforzi paralleli del cristallo, obbligatori da regolamento. Sempre a proposito del roll-bar, non abbiamo foto esaurienti per riprodurre fedelmente la zona in prossimità delle portiere ma fortunatamente il nostro modello è montato con viti, un particolare che ci permetterà ogni intervenuto futuro senza alcun problema. Il filetto di protezione lato guidatore è stato ripulito da qualche bava e poi dipinto in rosso satinato.

Mannaggia a li cinesi... Metterebbero ribattini anche alla tazza del riso. In ogni caso, almeno in questa occasione, il vostro modello non avrà bisogno di manipolazioni e vari smoccolamenti, immancabili.

Al posto dei fermacofano stampati con una volgare decalcomania abbiamo incollato particolari fotoincisi. Alla base del montante di sinistra, ecco il laccetto che comanda l'impianto d'estinzione, una finezza imperdibile per un modellista ruspante. Si tratta di un dettaglio sempre fotoinciso e di provenienza scatola del fai date. Le zone dipinte in nero opaco richiedono qualche piccolo ritocco di vernice, un lavoretto facile facile. Il doppio tappo di rifornimento sul lato sinistro è ora in metallo fotoinciso, mentre i bulloni dei cerchi vanno dipinti in nero. Rivisto anche l'assetto, abbassato fresando la sede degli assali. I braccetti anteriori che sostengono l'alettone sono da dipingere in colore alluminio. Otto minuscole clip circolari, sempre ottenute con fotoincisioni, figurano a meraviglie altrettanti rinforzi sul lunotto e sul parabrezza.

Ecco le gomme riviste e corrette nella larghezza. Noi vi abbiamo suggerito un modo per elaborarle ma ognuno è libero d'esprimere il proprio talento come meglio crede.

Per ottenere in trompe l'oeil i parafanghi rapportati abbiamo fatto ricorso al tratto a pennello. Con mano ferma (niente cicchetti oppure caffè a gogo e nemmeno stecche di nazionali esportazione, mi raccomando...) si cerca di ripercorrere fedelmente l'arco desiderato. Se non risulterà perfetto, potrete sempre ripulire il tutto e ricominciare per gradi fino ad ottenere un risultato finale decente, in linea con le vostre aspettative.
A noi è parsa discutibile la scelta della riproduzione di un vettura laboratorio ma siamo certi che in futuro vedremo altre livree della 458 Italia Grand-Am, riferite magari alla vincitrice della Serie 2012, per mano di di Segal ed Assentato.

Gli interni ora appaiono più preziosi e ricercati. Cinture in cerotto (Adami docet..) con fibbie fotoincise, consolle elettronica, estintore tornito, rinforzi vari, Melo si troverà ora più a suo agio.
La livrea Motorola è discreta, tetto nero opaco e corpo vettura rosso Ferrari. A noi, piace poco ma a chi preferisce una certa pulizia di base, la 458 Daytona 2011 può apparire rigorosamente bella.


Quasi inesistenti le modifiche in coda. La parte superiore dei gruppi ottici va dipinta in nero opaco, qualche ritocco è indispensabile qua e là ma in modo quasi impercettibile.
 
E' già mattino, Melo sta apprestandosi ad indossare guanti e casco. Peccato per quelle Continental, fa caldo ma le gomme faticano ad andare in temperatura. Maledetta monogomma, era forse più adatta ad un'altra giumenta...
Questa bella 458 sarebbe il pane adatto a chi mastica transkit ma il momento attuale non sembra riservare agli avventurieri eccessivi spunti, anche se la speranza è sempre l'ultima a morire. Eh, beh, se imbarcassimo questo modello nella macchina del tempo programmando il timer sul 1983 o giù di lì, se ne vedrebbero davvero delle belle, ma siamo sul finire del 2012 e, come per altre cose, dobbiamo giocoforza accontentarci di un trans-spread, più in linea con i temi attuali. Triste, sì, ma questa è la realtà, per scaldare i muscoli questa 458 ci sembra comunque un attrezzo davvero indicato. Onesto, sincero e di poche pretese. Dimenticavo l'ultimo dettaglio: spenderete 13 euro ma l'edicolante vi darà come resto un bel centesimino, che in questi giorni di festa spenderete come favolosa strenna natalizia. O tempora, o mores....

Siamo al tramonto, le nuvole della Florida si tingono di rosa e noi, con la lira in mano, strimpelliamo note d'amore per la bella giunta al riposo. Toys for big romantics.
 
 
 


24 commenti:

  1. Ieri ho lasciato un cent di resto: sarò uno scialacquatore?
    Bel lavoro e bel progetto, anche se fuori dal mio range collezionistico.

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  2. Paperon de Paperoni ha fondato la sua fortuna accumulando centesimi su centesimi.
    Cambiate i vostri euro con monetine e permettetevi un bagno salutare, portasse fortuna...

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  3. Un altro ottimo "manuale di modifica".
    Questo è il tipo di articoli che avrei voluto vedere più spesso anche su MA.
    Vederli qui è ancora più comodo e, perchè no, anche più zoomabile.

    Grazie
    Luca

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  4. Grazie Luca.
    Come vedi, non è mai troppo tardi.
    Spero che la mia collaborazione con il blog di David possa continuare sotto i migliori auspici.
    Le premesse ci sono e la disponibilità accordatami mi spinge ad esprimermi senza alcuna concessione.
    Per il futuro, ci auguriamo di proporvi sempre nuovi argomenti, interessanti e coinvolgenti.
    Passo dopo passo, cerchiamo di scalare quelle che ora sono colline ma che, nel tempo, potrebbero rivelarsi vette più alte ed ambiziose.
    Restate sintonizzati, stiamo lavorando per voi ed insieme cresceremo, nell'interesse comune.

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    1. Umberto su questo blog ha completamente campo libero e questo penso che stimoli la sua voglia di trovare argomenti interessanti e sempre nuovi. Qui non ha limitazioni né su cosa scrivere né sulle foto né su niente di niente. Certo, avremmo preferito - noi lo sappiamo - un altro contesto, ma per ora proseguiamo su questa strada un po' "fai da te" ma che non è detto che non ci dia qualche soddisfazione immediata. Anche di questo abbiamo bisogno.

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    2. Passo dopo passo, da qualche parte arriveremo.
      La passione paga sempre, basta aver pazienza.

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  5. Ci mancherebbe che non restiamo sintonizzati! Grazie sempre per la disponibilità e la voglia di rendere tutti partecipi di tanta bravura e capacità. Aspetto qualche elborazione/miglioramento su auto più "antiche".
    Cordialissimi saluti.

    Andrea De Regis

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    1. Andrea

      Il prossimo WIP riguarderà un paio di Porsche 356 in gara alla Carrera Panamericana. Modelli su base Brumm.
      Cerco, nei limiti del possibile, di abbracciare varie tematiche relative ad altrettante epoche.

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    2. Vale a dire che, dopo le 356 Brumm, vedremo qualcosa di polveroso? ;-)

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    3. E' presto per dirlo, almeno per ora non ho progetti di articoli sulla tematica dei rally pur avendo montato ultimamente diversi kit relativi a questo settore.
      Sempre restando in questo ambito, è giusto sottolineare come in Italia stia progressivamente scomparendo l'interesse per questa specialità, complice la scarsa eterogeneità delle vetture in corsa nei nostri campionati.
      Proliferano le iniziative private, le serie confidenziali e le produzioni di stampo casalingo.
      Solo Paolo Marcolin, grazie ad un'affezionata clientela, prosegue questo cammino, senza dimenticare Marco Bacigalupi ma si tratta di proposte molto limitate.

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  6. Domanda forse banale, ma le decals da dove vengono?

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    1. Le decalcomanie sono quelle del modello originale.

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    2. Grande Umberto!
      Sempre ottimi articoli. Fai venire voglia di riprendere gli attrezzi e ricominciare....
      Grazie per la condivisione e ringrazio anche David che con la sua ospitalità permette questo.
      Paolo (pdm52)

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  7. Che bel lavoro, caro zio!
    Spero che ci starai a lungo, sul blog del buon David...

    Elio Venegoni

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    1. Elio

      Sono solito fermarmi a lungo dove respiro aria di libertà e di rinnovamento.

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  8. Permettemi - in questo contesto - un piccolo quiz. Il titolo dell'artiolo di Umberto, che ho scelto io, non è casuale e ha un legame col tema prescelto. Qualcuno se la sente di individuarlo?

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  9. Bel WIP Umberto, come sempre!

    Imparo l'arte e metto da parte....


    AndreaB

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  10. E basta con ste macchinine! Possibile che alla vostra eta' non apprezziate le cose piu' belle, come, che so', le bocce od i cantieri stradali (road watching)?
    Che bello rileggerti Umb, mi sono sparato anche quello della 512.
    Bonsoir David, e' permesso? (come ogni sciancamaroni che si rispetti lo chiedo dopo)

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    1. Flaco, sai bene che sei sempre il benvenuto qui dentro.

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  11. Ciao umberto, vuoi vedere che piano piano, si ritorna a elaborare i modelli da pochi euro, e a divertirsi anche, riscoprire la voglia di aggeggiare, scoprire che con poca fatica si ottiene oggetti che hanno poco da invidiare a i più blasonati, io è da tempo che vado dicendo che i modelli edicola con pochi ritocchi possono diventare validi, il seme è stato piantato vediamo cosa cresce.
    saluti e buone feste.
    pierluigi

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    1. Luigi, questo può anche essere vero, salvo i miei soliti (e credo più che fondati) dubbi sulla tenuta delle vernici, dello zamac e in generale sulla componentistica dei modelli da edicola. Detto questo, sono del tutto d'accordo sul fatto che ultimamente siamo andati un po' troppo... oltre. Insomma, c'è bisogno di semplicità. E' proprio quello che stavo pensando oggi, e credo che ne farò un intervento sul blog. Intervento che non sarà condiviso da molti, ma come si suol dire chissenefrega.

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  12. Sulla tenuta nel tempo dei nostri modelli, se n'è già parlato parecchio in passato.
    Così come sulla durata delle leghe di zama. Un materiale poco nobile, purtroppo, la cui scelta da parte dei produttori è dettata da motivi svariati, non ultimo quello economico. Il rischio c'è, inutile far finta di niente. Ho più volte sottolineato come Solido e Dinky al momento non soffrano inconvenienti, e la loro origine data oltre 40 anni.
    Per l'attuale produzione cinese, val la pena tenere gli occhi bene aperti ed ispezionare la propria raccolta con occhio vigile.
    Lo spazio che io e David abbiamo aperto sull'argomento delle elaborazioni ruspanti cerca in ogni caso di fornire spunti per quanti dispongono di mezzi economici limitati. Negli anni passati, pochi si cimentavano nell'elaborare un Minichamps, non ne valeva la pena ed era preferibile cimentarsi con i kit.
    Oggi, l'edicola è in grado di proporre ad un costo abbordabile ai più soggetti validi ed interessanti. Chiediamoci tra dieci anni se ne è valsa la pena dopo aver visto vernici ossidate o scocche a banana prossime al cestino. Accontentiamoci di vivere un po' alla giornata. In fin dei conti, se tutto andrà a farsi benedire, potremmo sempre mettere a tacere la coscienza, sapendo di aver speso il giusto traendone comunque un divertimento. Io, con questi modelli, ho ripreso la voglia di spolpettare e, come Pierluigi, passo qualche ora di rilassamento. Non ho eccessive pretese, insomma, mi accontento, cerco solo dispiegare i primi rudimenti dell'elaborazione, in fin dei conti dobbiamo riportare il nostro hobby ad un livello più popolare d aperto a tutti.
    Poi, nel tempo, chi sa e chi può, cercherà nuovi orizzonti e nuovi confini, qualcuno allargherà interessi e motivazioni ma sono convinto che solo in questo modo, partendo dalla terza categoria, si possa rilanciare il settore.
    Auguri Pierluigi, anche a te come a tutti. Insieme abbiamo percorso forse gli anni più belli dell'automodellismo, speriamo che tornino quei tempi...

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    1. E' confortante che si ripercorrano queste strade per uno che non si capacita di come si stia perdendo il gusto sapido del modellismo fatto da se'.
      Apprezzo e ammiro i die-cast alta qualita', ammiro e basta le cose dei professionisti ma la gioia di fare qualcosa simile a cio' che Umberto ci propone non ha prezzo, parafrasando una nota pubblicita'. L'importante e' non sbagliare strada quando agli inizi ci si trova di fronte al bivio dove si deve scegliere tra raffazzonare indegni pasticci, magari utilizzando materie prime inadatte, e credere d'essere dei mezzi fenomeni e tra raffazzonare indegni pasticci sapendo che si e' agli inizi e si deve mastcare ancora parecchia colla.
      Umberto che fa e david che pubblica sono come un eloquente cartello. Molto, molto bene.

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