23 dicembre 2012

Messico e Nuvole. Porsche 356 Carrera Panamericana 1952 [di Umberto Cattani]

Arriba Carrera!
Testo e foto Umberto Cattani
WIP Brumm Porsche 356 1/43

Dopo le Ferrari 512S e 458 Grand Am edicolose, è ora il turno di un paio di modelli firmati Brumm, finiti nella nostra officina in miniatura. Si tratta di due Porsche 356 che disputarono la Carrera Panamericana, anche in questo caso l'elaborazione è umana, alla portata di tutti, a patto di procurarsi in rete le indispensabili decalcomanie.

Le due 356 del WIP riproducono le vetture guidate da Paul Alfons von Metternich, coadiuvato dal diplomatico brasiliano de Teffé, alla Carrera Panamericana 1952 in veste cabriolet mentre la coupé scese in gara l'anno successivo per mano di Salvador Lòpez Chàvez, facoltoso industriale messicano proprietario della fabbrica più grande dell'America latina, specializzata nella produzione di scarpe. Il principe von Metternich concluse la gara all'ottavo posto assoluto mentre Chàvez fu costretto al ritiro nel corso della sesta tappa, dopo una gara piuttosto modesta sempre nelle retrovie di classe.
 

Prima della partenza, la 356 di von Metternich aveva la capote abbassata. In questa bella immagine a colori si notano Alfons von Hohenlohe al volante, dietro Herbert Linge ed in primo piano Constantin von Berckheim. Tre personaggi in cerca di...tapas!



Una rara immagine a colori che ritrae la Porsche di Chàvez in corsa. Pur contando su un portafoglio ben fornito, il pilota messicano non aveva un piede particolarmente pesante. Si nota la bella decorazione, dipinta a mano dai pittori locali.
Esaurito il capitolo storico, indispensabile per inserire i due modelli nel loro contesto agonistico, rivolgiamo l'attenzione alle riproduzioni in scala delle 356. La scelta è caduta su altrettanti modelli Brumm, un prodotto economico che ben si presta allo spirito dell'iniziativa. Come avete capito, questo spazio è dedicato alla passione più che alla qualità eccelsa, in parole povere, ci accontentiamo di lavorar di lima e stucco senza ricercare la perfezione, lontana anni luce dalle nostre mani. Le basi sono piuttosto datate, in commercio esiste altro, naturalmente, ma la filosofia di base andrebbe delusa, quindi largo alla nostra filiera e mano all'estro personale. Le stesse decalcomanie, pur se provenienti dagli Stati Uniti, sono frutto della tecnologia Cartograf, quindi il WIP può essere definito come lavoro in divenire, utilizzando il verbo di casa. Fatto in Italia, quindi, e scusate se sbandieriamo l'orgoglio nazionalista, ogni tanto è un lusso che dobbiamo permetterci.


Come si vede da questa preziosa immagine, proveniente dagli archivi Chàvez, dal foglio decals mancano queste due scritte, a stento identificabili nei caratteri più minuti. Pazienza, ce ne faremo una ragione...
Lo smontaggio è elementare, nulla a che vedere con le tonnellate di colla proprie degli orientali. C'è purtroppo il rovescio della medaglia, mentre sui prodotti cinesi lo stampaggio dello zama è quasi del tutto privo d'imperfezioni, le 356 Brumm soffrono di brutte giunture in corrispondenza delle chiusure dello stampo. Spazio quindi a lime ed olio di gomito per rifinire le carrozzerie. Indispensabile quindi il tuffo nel solvente e la successiva rifinitura con stucco e carta abrasiva.


Il modello base della cabriolet proposto da Brumm. Sulla carrozzeria si notano le preoccupanti bave di stampaggio, poi eliminate in fase di rifinitura.
Il lavoro è piuttosto impegnativo ma nulla può impensierire il cipollatore accanito. Si suda e s'impreca ma alla fine, la soddisfazione sarà impagabile. Le basi di partenza sono private dei paraurti, dei gruppi ottici posteriori, dei cerchi e delle griglie anteriori. Conviene rimpiazzare tergicristallo e griglia di coda con elementi fotoincisi, il modello ne guadagnerà e l'occhio sarà ripagato dai vostri sforzi.


Per la coupé, la scelta è caduta su questa variante, ma sono adatte tutte le versioni prodotte dalla casa lombarda. Un modello economico ma caratterizzato da buoni dettagli di base.


Lo smontaggio è molto semplice e veloce. Poche le componenti, il pianale è in metallo mentre i principali accessori sono in plastica di discreta qualità.


Pochissime le differenze tra la cabriolet ed il coupé. Buona la riproduzione del tettuccio in tela, da dipingere in grigio scuro opaco.
Come già accennato, la scocca va ripulita da ogni bava mentre il profilo sottoporta va eliminato completamente. Considerando che vogliamo abbigliare le 356 con il vestitino della domenica, via anche le maniglie stampate e spazio ad altre, fotoincise. Meglio fare i ganassa, potendo contare su una bella scatola ricambi, naturalmente. Prima di passare in sala dipinti, occorre stuccare in successione l'incisione del tettuccio apribile sulla coupé, i fori di attacco dei paraurti, lo sportellino di rabbocco sul parafango destro e le doppie griglie anteriori.


Entrambe le carrozzerie sono state private della vernice d'origine. Si notano le giunture di stampaggio, lo zama appare comunque di buona qualità, senza grossi difetti di superficie.



Gli interni sono da dipingere interamente in nero opaco, poi spazzolato per ottenere l'effetto similpelle. Gli schienali dei sedili sono ripiegabili, noi li abbiamo incollati per praticità.

Prima mano di stucco per intervenire dove necessario. In coda i gruppi ottici sono stati fresati, eliminate pure entrambe le modanature del sottoporta.
Con una fresa sferica ricaverete sulle portiere lo svasatura che consentiva l'inserimento agevole delle dita dietro alla maniglia. I gruppi ottici anteriori, privati delle bave di stampaggio, saranno quelli originali mentre in coda, spazio alle doppie gemme circolari sulla coupé ed ad un paio di cristalli rettangolari sulla cabriolet. Quest'ultima vettura è stata fotografata in veste aperta prima della gara ma scenderà in corsa montando la capote in tela, accessorio che dipingerete in grigio opaco scuro. Nuove le frecce direzionali anteriori, diverse come posizione sui due modelli. La documentazione aiuta nella realizzazione fedele delle 356, grazie ad alcune immagini molto preziose e rare, considerando che si tratta di fotocolor.


Dopo una mano di primer si correggono gli errori restanti con altro stucco. Usiamo un prodotto reso più malleabile con l'aggiunta di solvente alla nitro.



Sui sedili sono montate le cinture di sicurezza, obbligatorie in gara. Saranno corredate di fibbie fotoincise. La capote è già dipinta nella colorazione corretta.



Le due 356 hanno già la finitura definitiva, tutta alla nitro, in ottemperanza alle caratteristiche storiche dell'epoca.



Vista posteriore delle carrozzerie fresche di vernice. Il cofano della cabriolet va dipinto in bianco, dato che sulla decalcomania non esiste sviluppo per riprodurre il dettaglio.
Facendo la messinpiega alle pulci, abbiamo notato l'assenza tra le decals di un paio di scritte presenti sul parafango anteriore della vettura di Chavez ed anche in coda.. Pazienza, non si trovano da nessuna parte ma potreste richiederle a Francesco Dall'Ora (Fides Grafica di Verona) che stampa con buona qualità ed in tiratura minima.


I pannelli delle portiere sono ricavati da plasticard. Sopra, quello semplificato della cabrio, sotto, quello del coupé, provvisto di maniglia alzacristalli.
 


I modelli sono finiti, pronti solo per ricevere le decalcomanie e gli ultimi dettagli. Su entrambe, era prevista un'antenna sul parafango sinistro mentre la coupé aveva due cinghie fermacofano anteriori.


Ambientazione al tramonto. Il principe è sceso, la sua 356 è parcheggiata presso un segnale ottenuto con la tecnica del "fai da te". Una mano per la grafica la fornisce sempre l'amico Stefano Adami. A buon rendere...
Le plance posteriori che illuminano la targa, diverse tra loro, provengono dalla scatoletta magica. I terminali di scarico, doppi, sono ricavati da connettori elettrici, poi dipinti in gun metal. Gli interni, fedeli d'origine, ospitano ora una strumentazione arricchita grazie a decalcomanie, rivista la leva del cambio ottenuta con il classico spillo. La testa dello stesso è ingrossata con colla vinilica poi dipinta in nero satinato. Così otterrete un pomello più fedele e gratificante.


Un meccanico in tuta sembra accarezzare la pelle a squame della 356 di Chavez. Un fotografo con apparecchio d'epoca immortala il momento, i figurini sono realizzati da Omen ed Endurance.



Serve una ventina di giorni per ricevere le decalcomanie ma l'attesa è ampiamente ripagata. Eccellente la loro qualità, Cartograf resta un punto di riferimento ineguagliabile.


L' ambientazione è piuttosto semplice, un nastro d'asfalto ottenuto con carta vetrata dipinta ad aerografo, un cartello segnaletico e del pietrisco, secondo una fotografia d'epoca.
La pedaliera è sempre fotoincisa e costantemente nascosta,  agli amici farete roteare gli occhi purché riescano a scorgerla dopo mille acrobazie ottiche! La corona del volante va dipinta in bianco lucido su entrambe. Identico il colore degli interni, nero  opaco poi spazzolato con un pennello a setola dura per arrivare ad una finitura molto simile alla pelle dei rivestimenti. Mancano i pannelli delle portiere, ricavati sagomando ad arte rettangoli di plasticard. Sulla cabrio, ci sono solo le maniglie di chiusura mentre la coupé monta anche le leve dell'alzacristalli. Saranno poi incollate in corrispondenza della battuta interna della scocca. I cerchi vanno cambiati con quelli alleggeriti tipici delle 356 da competizione, sulla cabrio saranno dipinti nella stessa tonalità della carrozzeria.

Se questa 356 è fedele nella decorazione, la sorella purtroppo non lo è, alcune scritte sono state colpevolmente dimenticate. Per il colore della capote, abbiamo usato smalti opachi Humbrol.

Pur essendo una vettura conosciuta grazie ad una documentazione facilmente reperibile, la 356 cabrio di von Metternich è stata a lungo dimenticata. Il cofano posteriore va dipinto in bianco lucido.


La versione coupé è molto più coreografica della variante cabrio, grazie ad una decorazione splendidamente eseguita da Cartograf, che oggi utilizza una pellicola protettiva molto più lucida rispetto il passato.
Per i colori, un bel Fiat 456 blu notte abbiglierà la 356 di von Metternich mentre la sorella adotterà un azzurro metallizzato molto chiaro, tipico di alcune 356 dell'epoca. Vernice alla nitro su cui poi abbiamo steso una leggera mano di trasparente, sempre alla nitro, per ottenere una finitura in linea con quegli anni. Caramelle, non ne voglio più...Ricordate, la cantava Mina, che bei tempi.


In coda, abbiamo dovuto ricorrere al pennello per realizzare la scritta "Zapatos Mexicanos". I caratteri sono perfettibili, naturalmente, ognuno può esercitarsi nel compito ed ottenere risultati migliori dei nostri.


Chàvez non era un pilota eccelso ma poteva contare su cospicui mezzi finanziari. La sua macchina colpì il pubblico più per la decorazione che per le doti velocistiche dell'equipaggio.


L'elaborazione è alla portata di tutti, serve la riverniciatura completa ma le modifiche l'impongono. Le 356 Brumm possono essere trovate ad un prezzo interessante e le stesse dealcomanie sono economiche.


Il lavoro di lima vi farà venire braccia da culturista, per ripulire al meglio la carrozzeria armatevi di santa pazienza, è il lato più pesante della vostra elaborazione.
Per i cerchi del coupé, invece, la tinta sarà alluminio. I fari anteriori erano mascherati per proteggerli da sassi ed insetti, tre bande incrociate di adesivo erano applicate sulla 356 blu mentre l'altra aveva le calotte oscurate da una pellicola bianca opaca, solo una sottile lama centrale consentiva il passaggio di un flebile raggio di luce.


Le fotografie scattate con la luce ambientale sono molto più calde e realistiche di quelle fatte in interno con il flash, soprattutto se il modello è inserito in un'ambientazione specifica.


In coda abbiamo inserito il doppio terminale di scarico ricavato da connettori elettrici. La griglia, in origine stampata in plastica, è stata rimpiazzata da un'altra fotoincisa.




Siamo in inverno, le ombre sono lunghe, le vostre 356 potrebbero essere state ritratte al tramonto nell'atmosfera tipica della pianura messicana.

Le decalcomanie, firmate Cartograf, sono state realizzate per conto dell'America Scale Designs. Si trovano in rete ad un prezzo molto contenuto e consentono di realizzare, oltre le due 356 della nostra rassegna, anche la bella Porsche bianca e blu di Lippman, in gara nel 1953.

Il colore delle placche della Carrera (in questo caso rosso) cambiava in base all'anno ed alla classe di appartenenza. Il colore blu della carrozzeria è piuttosto delicato, servono diverse mani di colore per ottenere una copertura ottimale.
 
Non trattandosi di un modello inedito (prevista a breve nel catalogo True Scale ma anche vista come Brumm e Leader) non è stata presa in considerazione ma ciò non toglie che, se lo volete, potrete regalarvi un interessante trio di modelli relativi ad una delle gare più belle e pericolose di tutti i tempi.



Fatti un po' di conti, con poco più di 20 euro a modello avrete pronta la spesa per il cimento. Noi ci siamo divertiti senza faticare troppo, a voi ora lime e pennelli, il cuoco, descritta la ricetta, per una volta siede a tavola.


Mancano all'appello della Carrera ancora tanti modelli, nello specifico potrebbero essere riprodotte altre tre Porsche 356 ma la documentazione non è completa. Su questa stessa vettura, mancano alcune scritte sul parafango anteriore.


Tom di Scale Designs si attendeva vendite migliori per le sue decalcomanie, soprattutto queste in scala 1/43. Difficilmente metterà in cantiere altri progetti. Un vero peccato, il costo è competitivo, la qualità ottima, forse la vendita unicamente in rete ne limita la diffusione.
Della Carrera, ne sono state disputate solo cinque edizioni, tra il 1950 ed il 1954 ma sono state sufficienti a proiettare la gara messicana nella leggenda. Motivi politici ed economici oltre la terribile tragedia vissuta a Le Mans, ne decretarono nel 1955 la fine prematura. Chi l'ha vista, non la dimenticherà mai. Evento deportivo automovilistico sin par!



Chi non bada a spese, potrà rimpiazzare i modelli Brumm con altri più costosi e raffinati. Noi guardiamo sempre all'economia ed alla praticità d'uso. La 356 italiana si smonta in un attimo, i prodotti d'origine orientale, invece, fanno sudar freddo! Il tocco finale: su entrambi i modelli abbiamo montato l'antenna, inserita sul parafango anteriore sinistro. Terminati i lavori, spazio nella vetrina, due belle novità per la vostra collezione sono pronte ad un ingresso in gran spolvero.




 
 
 

9 commenti:

  1. Bravo Zio, i tuoi post sono sempre interessantissimi.
    Per essere "doc", al posto del cartello della segnaletica stradale, ci dovresti mettere una "figurina", ci mancano anche loro...
    :-)

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  2. Ottimo. Ma non barare: il tuo lavoro "pane e salame" in realtà è ben sofisticato e approfondito. Considerando la base di partenza dei Brumm, che sono ancora validi coi loro trent'anni di esistenza sul groppone, posso solo immaginare che risultato sapresti ottenere da basi più sofisticate. Mi permetto un'ipotesi di intervento ulteriore: una limatina agli occhielli del passaruota per abbassare e incattivire l'assetto delle due saponette messicane. Que Viva Carrera!

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    1. Giusto suggerimento, un millimetrino e mezzo di assetto non nuocerebbe ai modelli.
      Di questi lavori c'è molto bisogno - sul blog e pure altrove, dopo la poco sana sbornia a base di Le Phoenix macellati e venduti a 1000 euro.

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  3. Intriganti come sempre i tuoi WIP.

    Due nitrodomande:
    - hai parlato di stucco fluidificato col diluente nitro. Lo stucco è quello catalizzato "da carroziere" che ha quel buon (?) profumo di carrozzeria?
    - le decals sono sopra o sotto al trasparente nitro?

    Pregusto già il prossimo WIP, qualunque cosa riguardi.

    Luca

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  4. Una risposta per tutti.
    Per Cico, le donninescollacciate non sono adatte all'atmosfera messicana, sono certamente fuori luogo. Il clima era abbastanza rigido in quel periodo, sarebbero stati più adatti dei campesinos.
    Da tempo ho in mento un diorama riferito alla Carrera ma lo spazio a mia disposizione per esporlo è molto limitato. Vedremo, magari più avanti.
    Per Caspy e David, ho usato quel che c'era in casa. Le 356 di Brumm sono un ottimo compromesso, riguardo l'assetto forse avete ragione, domani le esamino meglio studiando le fotografie.
    Per Luca, lo stucco con il tempo si asciuga. Per renderlo più fluido lo mescolo con del solvente alla nitro. Purtroppo c'è un lato negativo, diventa infatti più soggetto a ritiri, sono necessarie due passate per avere un riempimento efficace.
    No, nessun trasparente sulle decalcomanie, sono diventato contrario a questo procedimento.
    Sono soddisfatto del vostro gradimento, questi post sono dedicati un po'a tutti, allo scopo di rendere accessibile l'hobby ad un sempre più vasto pubblico.
    Spesso si arriva all'oscar partendo dai teatrini di periferia, sempre tenendo conto che in regia non c'è sempre Bergman e sul palco si propone un guitto senza eccessive pretese se non quelle di divertirvi.

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  5. Avendo la mania di mettere le foto al microscopio, mi sono accorto che sulla 356 di Chàvez manca in coda, oltre la scritta Zapatos Mexicanos, anche il verbo Use.
    Pensavo ai modelli della Carrera Panamericana ed a quanti errori od omissioni nascondano. Se ne salvano veramente pochi ed alcuni celano toppate clamorose.
    Nel frattempo, ho rivisto l'assetto delle 356, abbassandolo su entrambe, senza esagerare, naturalmente.

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  6. Salve, sono nuovo ma vorrei sapere se cartograf ancora oggi produce le decal.

    Grazie

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  7. salve, nmai fatto questi lavoretti, vorrei iniziare ho delle porsche 356\917 spark-tsm-premiumcxx doppie che vorrei convertire..ho provato a smontare la 917 tsm, ma non riesco, la colla è molto forte, come faccio a togliere il colore, mi dicono di usare acetone per unghie...e per togliere le decals che non mi piacciono come si fa, sempre da modelli in resina e anche in metallo -minichamps- grazie

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    1. I resincast non si adattano a questo tipo di lavori. Ti conviene cercare dei buoni kit e cominciare da zero.

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