30 maggio 2020

Prossimamente sul blog: BMW e Spark, come essere vecchi dentro (e anche fuori)

Spark non è mai stata estranea al fascino delle BMW da competizione degli anni settanta e ottanta: dalle CSL alle M1, passando recentemente per le 530, la casa di Ripert sa che quelle vetture non lasciano i collezionisti di una certa età. Ormai, forse, siamo a livello di nicchia, credo che la presa che quelle BMW dallo sguardo "drammatico" (come le definì una volta Roberto, un collezionista dalle parti di Roma, che sapeva anche guardare tra le tante pieghe psicologiche dell'accumulare modelli) derivi dai flash che tanti di noi conservano ancora scolpiti indelebilmente nella memoria, legati ai Solido e alle varie elaborazioni che si vedevano alle borse, alle mostre o su Autosprint.
Ci occuperemo presto di almeno due di queste
BMW recentemente realizzate da Spark.

Ormai è un imprinting: la scritta "BMW Alpina" bianca su campo nero piazzata sul parabrezza, così come i loghi Schnitzer o BMW Luigi sono in grado di scatenare emozioni viscerali (che nulla hanno a che fare con virus intestinali, sia chiaro) con un'origine lontana. Da ragazzino sognavo per mesi e mesi alcune versioni che vedevo alla mostra di Dreoni e che credevo si trovassero in Francia sotto forma di normali kit Solido. Non sapevo che quelle elaborazioni derivavano da decals e transkit che erano già disponibili da alcuni anni nel mercato sottotraccia degli speciali. Sarebbe bastato chiedere a Paolo Tron, ma vallo a sapere che a Loano esisteva un negozio che poteva avere tutto o quasi. Senza parlare poi dei vari Brian Harvey, Boutique Automoto, Manou e compagnia varia.

Spark fa sapientemente leva su queste suggestioni, peraltro sanissime (meglio questo che fumare 50 sigarette al giorno o riempirsi di alcool). Beh, sanissime... Sane, vai. Sul filo della nostalgia, escono questi Spark che avrebbero potuto essere dei Solido del passato. E insieme alle CSL, certe coloratissime M1 dell'IMSA, di cui si vedevano di tanto in tanto pubblicate immagini di transkit Robustelli su Autosprint, a cura dei vari Valerio Alfonzetti, Mario Barteletti e altri. Uscendo oggi, questi modelli Spark a volte prestano il fianco a critiche anche feroci. Ogni tanto, in effetti, qualche granchio viene preso ma con quel ritmo di produzione sarebbe strano che non se ne prendessero.

Ogni modello è destinato a una determinata categoria di collezionisti, e più si riescono a individuare o a razionalizzare le emozioni che si nascondono dietro ogni acquisto, meglio si arriva a programmare una produzione mirata e destinata al successo commerciale. All'epoca, modelli come i Solido incarnavano le emozioni dell'epoca; oggi gli Spark quelle emozioni devono andare a scavarle, compiendo in un certo senso un percorso a ritroso. E' vero che ormai siamo nella nicchia della nicchia. Giustamente, giorni fa, il titolare di un importantissimo sito di vendita mi ha detto che un modello come Ralt F.2 del GP di Pau fatta di recente da Spark è qualcosa di assolutamente marginale e sarebbe difficile non dargli pienamente ragione. Una Ferrari Formula 1 2019 di Burago in 1:18 si vende in cifre enormemente maggiori in Europa, in Russia, in Cina, in Australia e in Indonesia e lui è bravissimo - anzi è un fuoriclasse di livello mondiale - nell'individuare i modelli che si venderanno meglio e a valutarne le quantità da azzeccare. Non è un indovino, ma un esperto della materia da levarsi il cappello.

Il bello del blog è prescindere da discorsi puramente commerciali; o meglio, tra le sue finalità vi è quella di affrontarli, ma inquadrandoli come s'inquadrerebbe ogni aspetto del collezionismo, commentando e analizzando. Le scelte tematiche, invece, resteranno sempre legate alle sensazioni, spesso totalmente irrazionali, che certi modelli sono in grado di suscitare in chi scrive.

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