12 maggio 2020

Porsche 908LH 1000km Paris Montlhéry 1968 di Heller in 1/24: un coraggioso montaggio di Massimo Martini

Quando qualche anno fa uscì il modello di Spark della Porsche 908LH vittoriosa alla 1000km di Parigi del 1968 con Hans Herrmann e Rolf Stommelen, oltre a procurarmi velocemente il modello, inserito nella serie limitata francese, il ricordo andò in modo quasi automatico ad una lontana estate degli anni ottanta passata in Svizzera. In quel periodo dell'adolescenza il mio interesse per i modelli speciali era già debordante, ma non disdegnavo alcuni kit in plastica, specie se mi ricordavano, come soggetti, alcuni modelli artigianali per me introvabili o irraggiungibili.

A Zug, non lontano da Lucerna, c'era uno di quei negozi di modellismo un po' generici ma molto forniti, che rendevano i miei viaggi in Svizzera particolarmente movimentati (senza citare Weber di Lucerna o Jelmoli di Weggis, che era un emporio dove scavando si trovavano fondi di magazzino da sogno). A Zug ci andavo spesso, ricordo ancora il punto esatto dov'era situato il negozio, all'interno di una galleria in un centro commerciale. Lì trovavi kit Tamiya difficili da reperire in Italia o le riedizioni dei kit Heller di fine anni sessanta-inizio settanta. Quei kit, distanti anni-luce dalla semplicità e dalla razionalità dei Tamiya, avevano questo di affascinante, una certa aria di esotico, di raro (anche se rari non erano), per lo meno di misterioso. La Svizzera era anche il paese dove arrivavano i Solido che in Italia non venivano più importati e dove trovavi i Tomica o i Diapet che neanche i fratelli Tron riuscivano ad avere, e ce ne voleva.

Non erano neanche esatti come i Tamiya, gli Heller, anzi spesso avevano forme un po' fantasiose che però conferivano loro un'aria vagamente fumettata, direi quasi simpatica. Ecco, la simpatia finiva qui. Finiva nel momento esatto in cui iniziavi a montarli. Ne ebbi molti: Ferrari 512S, Porsche 917K Le Mans 1970, e appunto la 908 della 1000km di Montlhéry... Mai finito uno. Erano ai limiti dell'assurdità. I pezzi non tornavano mai, quando montavi insieme due pezzi scoprivi che avresti dovuto verniciarli prima separatamente o viceversa. Non erano ai livelli di demenzialità di certi Esci ma poco ci mancava. Ecco perché quando Massimo Martini mi ha inviato le foto della Porsche 908LH di Heller appena terminata, mi sono rivisto, più di trent'anni fa, intento a fare uscire da quelle congerie di pezzi senza capo né coda qualcosa che assomigliasse a un'automobile.

Vedendo le foto del montaggio di Massimo e ricordandosi del kit, sono convinto che i lettori apprezzeranno lo sforzo tecnico non solo di far tornare il modello, il che è tutt'altro che scontato, ma anche quello di dettagliarlo modificandolo in modo piuttosto radicale. Il risultato finale corrisponde probabilmente a quello che sognavano i modellisti degli anni settanta quando si accingevano ad aprire per la prima volta la scatola di un Heller. Solo che il più delle volte il sogno terminava in un incubo e il modello nella spazzatura.

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