02 ottobre 2012

Inizio ottobre

Inizio ottobre - e le impressioni su Novegro sono state generalmente buone. Forse non troppe vendite ma sicuramente, come diceva Carlo "Casper" in un suo intervento, c'è la voglia non dico di ricominciare (di fatto non si smette mai) ma almeno di aprire dei nuovi orizzonti. In che modo è ancora difficile da capire, ma probabilmente il vento lo si sente cambiare quando è il momento. In che senso potrebbe cambiare il vento nel nostro piccolo settore dell'1:43, speciale e non? Non certo a livello di chissà quali fenomeni commerciali. Semmai identifico un qualche mutamento (maturazione) in una generalizzata o diffusa presa di coscienza "post moderna". Ci siamo ingozzati per anni di forum, ci siamo scambiati idee, foto, impressioni, ci siamo scontrati sugli argomenti più peregrini, Abbiamo conosciuto i modelli giapponesi, i modelli low-cost, quelli dei guru europei, quelli dei pataccari e quelli dei montatori onesti. Ho l'impressione che molti siano cresciuti, che si siano fatti col tempo delle opinioni più mature. Lo vedi da diversi segnali, e senza dubbio lo riconosci anche grazie al fatto che gli incontri, i viaggi o semplicemente il moltiplicarsi dei contatti ha favorito la formazione di opinioni personali motivate e articolate. Non basta più mettere un WIP in un forum per essere giudicato come un dio in terra, così come, al contrario, chi non mette WIP nei forum non è necessariamente l'ultimo arrivato. Ci sono state settimane di trasformazione. Modelli Auto ha chiuso e questo, al di là del dispiacere per chi ci aveva dedicato tanto del proprio tempo e delle proprie energie, sembra aver causato il classico effetto del sasso nello stagno. C'è stata una specie di reazione che continuerà con l'onda lunga, e che necessariamente porterà a qualcosa di originale. Ho come l'impressione che l'Hobby Model Expo di quest'anno preluda ad una specie di presa di coscienza da parte dei collezionisti. Sono sensazioni ancora generiche ed è difficile trovare loro una collocazione esatta, ma come dicevo all'inizio, il vento che cambia lo si sente cambiare prima ancora che si abbia l'idea precisa di cosa sia destinato a morire e di cosa al contrario stia per nascere.

Sforzandosi di andare un po' più nello specifico, una cosa che mi viene in mente è quanto la conoscenza dei montatori giapponesi si sia diffusa grazie all'opera di informazione e alla disponibilità di Piero Tecchio. Ora, per molti, i modelli dei vari Shimoma, Kamimura, Momose e compagnia bella non sono delle semplici chimere da inseguire in siti di cui a stento si sa digitare l'indirizzo. Oggi quei modelli si possono guardare da vicino, commentare, insomma sono diventati parte integrante del panorama nostrano. Hanno perduto molto dell'esotico per guadagnare in concretezza. Con quali risultati? Allacciandomi al discorso sullo sviluppo delle capacità critiche di ciascuno, potrei dire che è stato un bene. La loro conoscenza sempre più diffusa ha indubbiamente dato alla testa a qualcuno, che continua ostinatamente a tagliare/incollare pezzi di AMR senza rendersi conto che di questo passo non andrà da nessuna parte; altri hanno capito e si sono adeguati, altri ancora hanno preso atto e hanno imparato a convivere coi "fenomeni" trovando nondimeno la propria decorosa dimensione. Perché se c'è una cosa che i giapponesi hanno insegnato, è che non bisogna necessariamente essere tutti giapponesi.


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12 commenti:

  1. Grazie per la citazione, il senso del mio commento è proprio quello: è ora di fare delle cose, modellistiche e non, che siano anche una scommessa per il futuro. Altrimenti non si scappa da un presente quanto mai negativo, e mi limito volutamente al nostro orticello.

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  2. Caspy , ti quoto al 100 %.....da tempo cerco di PORTARE certi amici su una strada
    tortuosa ma bellissima. Come tu dici sarà una grande scommessa ma l'entusiasmo che ci animerà, sarà certamente la base di un successo. Tieniti come altri pronto a dare il tuo contributo. Naturalmente "gli altri" ancora (per scaramanzia) non sanno cosa bolle
    in pentola. Incrociamo le dita e andiamo avanti.

    Ago

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  3. Un mio commento credo proprio che ci voglia...
    Credo che avere fatto conoscere i giapponesi abbia avuto degli effetti, piaccia o no.
    Posso dire tranquillamente che avere visto questi montaggi ha significato per me smettere di montare modellini. Probabilmente avrei smesso lo stesso, perchè il tempo da dedicare al montaggio era sempre più esiguo, e purtroppo, per me montare presuppone anche una certa abitudine. Io non riesco a verniciare un modello ogni sei mesi ed ottenere dei buoni risultati.
    Quindi la contemporanea diminuzione del tempo libero dovuta al lavoro e la contemporanea scoperta dei giapponesi ha significato smettere con il modellismo attivo.
    Però credo che questo non valga per tutti.
    Su altri ha avuto l'effetto di spingere a migliorarsi, e in ogni caso a scoprire nuovi modi di concepire ed eseguire un montaggio.
    Questo perché il modellismo alla giapponese non vuol dire solo esasperare la tecnica e la pulizia di montaggio, ma anche guardare al modellismo con un'ottica diversa da quella che avevamo.
    E questo per me rimane comunque un successo.
    E' chiaro che ogni tecnica può essere usata bene o male, e che certi passaggi presuppongono un'abilità tecnica non indifferente.
    Ma il cercare di rendere un modello reale non presuppone per forza l'essere dei fenomeni.

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    1. Certamente la tecnica ha una valenza notevole su queste realizzazioni e ammiro il modo in cui tu riesci a "isolare" certi particolari di un modello per goderne appieno. Ricordi? Se ne era parlato. Però la tecnica deve essere al servizio di un risultato globale che ne rappresenti una sintesi, altrimenti resta un puro esercizio di abilità. In altre parole, se un montatore ci mette 2 giorni a fare un particolare che alla fine risulta inesatto o sovradimensionato, il risultato sarà preferibile a quello ottenuto da un produttore - che so io - di resincast che è riuscito a riprodurre lo stesso particolare con una finezza superiore, magari in plastica o in resina stampata?

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    2. Il problema è che a me piace il risultato finale.
      E sono questioni sottili.
      Perché un conto è rendere la macchina bella come non lo è mai stata, e un conto è stravolgerla.
      Provo a spiegarmi meglio.
      Tu prendi la Cobra Daytona, vai dal miglior restauratore del mondo e gliela affidi. Il risultato sarà una macchina con una verniciatura esemplare e con ogni particolare lavorato per renderla più bella, con ogni cromatura perfetta ruote nuove e via dicendo.
      Un conto sarebbe portarla da un preparatore che la pompi e la allarghi e ne stravolga la carrozzeria originale.
      E' chiaro che se quello che ricerchi è una macchina in perfetto stato di conservazione la strada non sarà mai una di queste due. Appunto perché hai tolto quella patina che solo il tempo può dare.
      Certe questioni invece sono un po' fini a se stesse.
      Le discussione sulle gomme slick per esempio. Se non ti piacciono basta dire al montatore di lasciare le gomme originali.
      O invece dirgli di rifartele secondo la tecnica che preferisci ( ma io, sinceramente non ho voglia di spendere altri soldi per risultati che non mi convincono fino in fondo, e soprattutto di cui non so quale sarà l'evoluzione futura).
      Sono stato scottato dall'esperienza con la McLaren vincente a Le Mans, ed è un'esperienza che spero di non ripetere su questo tipo di modelli.
      Esistono infine i gusti personali.
      Io amo le valvole delle ruote, lo scudetto della Ferrari in rilievo, oppure che si veda la trama della fibra di carbonio.
      Questi sono particolari fuori scale e SBAGLIATI in 1/43. Ma mi piacciono. Invece non tollero che si veda la fibra del tessuto. Avete presente il volante della 156/81 ricoperto in pelle? Un virtuosismo che però aveva un risultato finale che non mi piaceva. L'importante è conoscere bene i propri gusti e regolarsi di conseguenza.

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    3. Tutto vero e ovviamente la premessa è quella giusta: i modelli, è stato detto tante volte, debbono soddisfare chi li commissiona. D'altro canto non credo si tratti di discussioni inutili. Se l'obiettivo è quello di avere la macchina restaurata o "come se" fosse restaurata, non ci sono discussioni; ma allora in quel caso perché non prendere una vettura così com'è allo stato attuale e farla riprodurre pari pari come ad esempio hai fatto con la Dino 206S Spyder? Combinare in altri casi documentazione storica alla realizzazione di una finitura degna di Pebble Beach è, comunque la si giri, un'incoerenza. Io un modello da corsa lo intendo come "fotografia" storica di un periodo; mi sto anche allontanando da certi montaggi di Alberca, che non approvo più, proprio perché secondo me concedono più all'occhio che alla veridicità storica, oltre a rappresentare una forzatura a modelli che probabilmente non "reggono" bene questo tipo di montaggio, ma questo è un altro discorso. Spero di affrontare ancora argomenti di questo tipo. Le mie non sono critiche a chi ha fatto di un determinato genere di modeli l'asse portante della propria collezione. Essendo questo il mio blog, faccio una serie di riflessioni ad alta voce e come ho scritto altrove, mi sono forse convinto che queste cose non fanno per me, per tutta una serie di ragioni di cui alla maggior parte della gente potrebbero essere del tutto indifferenti, proprio perché estremamente personali. Ma di ritirarmi nel blog l'ho scelto proprio per questo, per poter scrivere tante cose che su un forum potrebbero sembrare inutili/inopportune o semplicemente non interessanti. Qui al limite, se un giorno mi gira di scrivere una filastrocca di Natale, lo posso fare senza che nessuno mi venga a sindacare quello o quell'altro.

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    4. Vorrei chiarire subito che a me quello che da fastidio non sono le critiche, ma il modo di farle.
      Posto che poi ognuno è libero di dire quello che vuole, ma se io dico una cosa e la circostanzio, va bene più o meno tutto.
      Quello che non ho tollerato è che qualcuno che neanche aveva visto un modello dicesse che era sopravvalutato. Questo lo tollero meno.
      Il risultato finale può piacere o meno.
      Bisogna capire anche se un determinato particolare e' possibile ottenerlo o no. Un modello come la Cobra, volenti o nolenti , non sono molti al mondo in grado di realizzarlo. E se qualcuno pensa di essere in grado si faccia avanti e ne parliamo.
      A me piace quello stile e quindi non vedo perché dovrei farmi montare un modello con un risultato finale magari più rispondente al vero, ma che poi mi piace meno.
      E se qualcuno vuole i modelli opachi, o con la patina di vecchio, e' padronissimo di ordinarselo e di farselo montare.
      Io i miei modelli li voglio così, anche se sono sbagliati.

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    5. Per carità, se a uno piacessero solo modelli verdi a pallini rosa sarebbe liberissimo di farseli fare. Esistono nella vita già così tante limitazioni, ci mancherebbe che uno si facesse condizionare nelle proprie scelte dal giudizio degli altri. E' vero che finché non si osservano dal vivo è molto difficile farsi un'idea di questi modelli. Ma va anche considerato un fenomeno abbastanza normale. Di solito quando si sente parlare benissimo di un libro o di un film, si rischia di rimanere delusi al momento della visione o della lettura. E' un po' quello che è successo a me con i tuoi modelli. Pur riconoscendone l'assoluto pregio tecnico, non posso certo dire di essere rimasto folgorato. O meglio, sono rimasto folgorato da un numero "relativamente" basso di esemplari, pur riconoscendo l'eccezionale portata della raccolta. La McLaren-Ford di Senna è uno di quei modelli. Qualcuno suggeriva che i giapponesi possano essere particolarmente versati nel montaggio delle vetture a ruote scoperte, forse per la loro incredibile precisione nelle simmetrie e nelle regolazioni di elementi che su una monoposto restano a vista. Nondimeno, Piero, dalla tua collezione "ruberei" anche le due Porsche Gruppo C (sempre valida la proposta...). Però devo riconoscere che altri modelli mi hanno sì colpito ma non entusiasmato tanto da far scattare la scintilla. In una parola, non so se sarei disposto a dar via 100 modelli AMR factory built per far posto a 10 modelli di questo genere, tanto per restare terra-terra, con paragoni che ricordano tanto la pubblicità dei fustini. E del resto, quando si ragiona di cose che si basano sulla nostra emotività, i discorsi "un tanto al chilo" sono forse maggiormente giustificati, perché ognuno esprime il proprio candido parere. Proprio dall'osservazione dei tuoi modelli, Piero, è nata una sorta di "crisi", che si è allacciata anche alla sempre più scarsa voglia di seguire Alberca e le sue chimere da taglia/incolla. Insomma, alla fine è positivo, forse ho anche fatto un passo o due passi indietro. Ho ammesso a me stesso di non essere disposto a spendere 3 o 4000 euro per un modello di questo genere. Il che significa che in questo momento quel plus di qualità che viene proposto per quelle cifre non giustifica la spesa in più rispetto a un montaggio buono o ottimo. Posso anche comprendere che queste considerazioni non interessino a nessuno, ma è proprio per non creare problemi che ho inventato il blog.

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    6. Sul fatto che non interessino a nessuno queste discussioni non saprei. In ogni caso il discorso interessa noi due, e mi sembra sufficiente...
      Io credo che per te questi modelli siano come un film girato in maniera perfetta, ma che non ti rende assolutamente l'atmosfera dell'epoca. Tu ricercheresti un prodotto che riesca a rendere l'epoca. Per fare un esempio cinematografico potrebbe essere un parallelo tra le Relazioni pericolose e Barry Lindon. Uno un prodotto tecnicamente perfetto, l'altro magari esteticamente meno bello ma che ti fa sembrare di essere dentro al settecento.
      Qui rientriamo nel filosofico.
      A me in particolare non è che dia fastidio l'esattezza storica. Ma credo che riprodurre una vettura come la Cobra, nelle condizioni ESATTE in cui ha corso al Nurburgring nel 1965 sia quasi impossibile. Perchè non esiste un montatore che riesca a rendere una carrozzeria in quelle condizioni. A me a quel punto piace di più considerare la macchina come se fosse stata portata dal miglior restauratore del mondo, e a quel punto a cui siano stati applicati gli sticker della gara.
      So che è un paradosso ma a me piace.
      In fondo è quello che avevo fatto con l'Elise quando l'avevo riverniciato in verde e giallo.
      In fin dei conti direi che i modelli della mia collezione che ti sono piaciuti di più sono quelli più recenti, dove, forse, avverti meno lo stacco con le condizioni originali della macchina.
      Uno dirà: Allora perché non ti fai montare macchine più moderne, così si taglia la testa al toro?
      Perché sono più brutte di quelle di quegli anni...

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  4. Ricordo ancora quando debuttai con i miei primissimi "Masterpiece" che il buon Roberto 40 disse:
    "Sono belli però sono fatti con uno stile vecchio, dovresti rinnovarti".

    Non capivo cosa intendeva, poi con la collezione di Piero l'ho capita.
    Adesso quando affronto un montaggio non riesco più a limitarmi allo standard della scatola.
    Non arriverò ai livelli di Roberto (senza citare i Giap) ma almeno cerco di trarre il massimo dalle mie possibilità, cerco di andare oltre.
    Forse Roberto intendeva questo.

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    1. E ci riesci.
      E hai fatto anche un proselita... Corrado Crivelli

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