17 ottobre 2012

Il Fusi, il blog e il sesso degli angeli

Il blog continuerà, indipendentemente dal ruolo che mi sarà dato ricoprire in questo piccolo settore modellistico nei prossimi mesi. Continuerà con la sua informazione alternativa, saltuaria se vogliamo, arbitraria e anarchicamente dittatoriale. Insomma sopravviverà in quanto espressione di un libero pensiero, non necessariamente quello giusto, ma abbastanza importante in quanto l'unico qui dentro a fregiarsi di uno status ufficiale.... eheheheh. Tout le monde propheta in patria. E mentre altrove fioccano alcune discussioni sul sesso degli angeli, qui si fa il paio, ma con la differenza che questo è un monologo. Si mostrano foto di GTO con assetti presumibilmente giusti (piuttosto brutte peraltro, a mio parere), si parla del più e del meno. Io non ci sto. Io me ne resto qui a fare l'antipatico. Oggi pensieri accatastati. Sono riuscito a trovare l'ultimo libro del Fusi che mi mancava, quello sull'Alfa Romeo Tipo A Monoposto, scritto nel 1982. Un libro di automobilismo alla vecchia maniera, secco ma denso di contenuti, apparentemente con pochi dettagli (o meno rispetto agli standard oggi giudicati accettabili) ma che si definiscono man mano che la lettura avanza. Libri-tunnel, li chiamo io. Li apri ed è buio. Poi, via via che li sfogli inizi a scorgere qualche dettaglio, sempre maggiore, sempre più significativo, finché non ti rendi conto che il buio era relativo e che in realtà ci si può vedere benissimo. Tutto il contrario di alcuni libri odierni che debbono per forza attrarre con grande brilluccichio, per poi stuccare inesorabilmente dopo alcuni minuti, come quei dolci rosa e celesti tutti glassati. Lo stile semplice del Fusi somiglia a quello di De Agostini o a quello di un Gabellieri. Scrittori validi ne abbiamo avuti. E dire che il Fusi era un "tecnico". Ma un tecnico di altri tempi, di quelli che avevano dovuto imparare anche l'italiano a scuola, a suon di nerbate. Uno stile poco denso, in cui i dettagli risaltano poco - almeno inizialmente. Il Fusi ha scritto diverse opere sull'Alfa, com'è noto. Iniziò col famosissimo "Le vetture Alfa Romeo" nel 1965, poi riedito in veste completamente aggiornata, per poi proseguire con due opere scritte in collaborazione con Roy Slater (la 6C 1750, edito nel '68 in Inghilterra e in Italia) e con D. Nardiello (Le grandi Alfa Romeo, 1969). Sono libri poco appariscenti, che quando li apri sanno di sigaro e di leggera umidità anche se l'acqua non l'hanno mai vista. La copertina rigida scricchiola ma non cede. Ti danno sicurezza. Era un'epoca in cui i contenuti contavano. E si scriveva ancora sui palazzi "restauro eseguito nell'anno 1976" perché il tempo era ancora sufficientemente lento per non includere anche la banalità di un mese specifico, figuriamoci la bazzecola di un dato giorno. Si parla sul forum degli assetti delle GTO e penso di non aver niente da dire. Allora mi sono inventato questo thread sul Fusi, che mi ha sempre affascinato col suo positivismo tecnico, con la fiducia nell'homo faber che trapela da ogni sua riga. Un personaggio d'altri tempi, certo, una bandiera, come si direbbe oggi con espressione vagamente calcistica. Iniziò a compilare questo libro sulla Tipo A il 1° agosto del 1980, proprio il giorno dell'incidente a Hockenheim del povero Depailler. Me lo ricordo bene quel giorno di quell'assurda estate del 1980. Ero a Monte Morello in vacanza coi miei. E mi ricordo benissimo anche Ustica, la stazione di Bologna, il terremoto dell'Irpinia. Proprio un anno coi fiocchi. E poi si dice che le cose vanno peggio di trent'anni fa. Un libro come questi del Fusi va aperto con accanto un modello della Dugu o uno dei primi Fadini. Ci sono abbinamenti di libri modelli esattamente come esistono gli abbinamenti dei vini coi formaggi. Chi non coltiva questa pratica si perde la parte propriamente gustativa del nostro hobby. Esiste, questa parte, e ha anche il non piccolo vantaggio di non farti salire il colesterolo. Volete qualche altro esempio di abbinamento? Eccovi serviti: La Legende 250 GT Compétition di Jess Pourret (annata 1978 o 1980, scegliete voi) - Ferrari 250 GT SWB di X-Nostalgia; The colonel's Ferraris - Ferrari 250 GTO Le Mans 1964 montata da Magnette su basetta di legno; uno Spark potrebbe andare benissimo con uno degli ultimi libri di Glen Smale, così come potrei azzardare un abbinamento antico-moderno combinando uno dei volumetti di MFH sulla Ferrari 330 P4 con un bell'Annecy d'annata; oppure uno di quei libri di Car Graphics con un Newcon: antico-moderno ma seguendo il fil rouge dell'avanguardia giapponese, di oggi come di allora. Apro il volume del Fusi e vedo un bel ritratto del pilota Arcangeli. Ci potrebbe stare un bel Remember, non una Tipo A ma l'8C 2300. Penso anche che un tempo i nostri modelli potevamo maneggiarli con più disinvoltura. Anche gli speciali erano più robusti, alcuni addirittura indistruttibili. Come si chiamava quello stile particolare? Per saturas scribere, e che non si pensi che mi paragono a Orazio. Se qualcuno vuole conoscere il mio parere sugli assetti delle GTO, che vada a guardarsi un modello di Magnette. Altro che storie. Buona notte a tutti.

2 commenti:

  1. Abbinamenti? Crostata di mirtilli annaffiata da una "rossa" bella tosta...

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  2. ..."Continuerà con la sua informazione alternativa, saltuaria se vogliamo, arbitraria e anarchicamente dittatoriale. Insomma sopravviverà in quanto espressione di un libero pensiero, non necessariamente quello giusto"
    ...


    ... oh capitano oh mio capitano ... whuups ... no sbagliavo, sorry... oh tiranno oh amabile tiranno ... ma vuoi mettere l'interesse dell'assetto delle GTO (su cui ho lasciato un commento sagace e di grande spessore) piuttosto che il tunnell-libro di Fusi ? ... non c'è match, caro David...

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