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L'ingresso del Motor Village in Via del Cantone a Sesto, a due passi da Firenze. |
Mettiamola così: se stamani vi siete svegliati alle 5 e avete fatto 300 chilometri per visitare la borsa del Motor Village a Firenze, giustamente potrete essere alquanto arrabbiati (eufemismo) stasera al vostro ritorno; se invece abitate nel raggio di 10 km da Via Pratese e stamani vi siete alzati con calma e siete venuti al Motor Village per rivedere un po' di gente e fare due chiacchiere, potete prenderla con filosofia. In fondo poteva andarvi peggio. Tutto qui lo spirito della borsa di scambio al Motor Village di oggi, una manifestazione in tono decisamente minore, ma non credo che ci fosse da aspettarsi niente di meglio. In fondo ormai le borse/mercatini/fiere si moltiplicano a vista d'occhio e a qualche giorno di distanza da un evento come Padova, non si poteva immaginare nemmeno di avere un plateau di espositori di primissimo livello. Angelo Tron, che a un certo punto sembrava interessato a partecipare, giustamente non si è fatto vivo. E se non fosse stato per i "locali" Denis Carrara e Gabriele Pantosti a dare un po' di verve alla sala espositori ci sarebbe stato davvero un po' da piangere. Del resto, quanto si è visto è tutto ciò che al momento attuale una piazza come Firenze riesce a esprimere. A Calenzano, nelle "solite" borse organizzate nell'arco dell'anno, l'elenco dei partecipanti è fortemente rimpinguato dai vari trenisti, specialisti del giocattolo d'epoca e roba varia. Se togli loro, restano quelli che abbiamo visto stamani al Motor Village. Devo dire, comunque, che alcune cose meritavano il viaggio, con prezzi assolutamente ragionevoli e ben lontani dalle isteriche esagerazioni di qualche anno fa. Qualche affare era possibile, ma qualcuno avrà comprato qualcosa?
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Una buona idea, quella di portare i modelli in casa delle auto vere. |
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Obsoleti, più o meno pregiati. |
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Sempre affascinanti questo tipo di vetrine, in questo caso a cura dell'Associazione sestese "Il paese dei balocchi". |
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Un esempio di come con un giocattolo d'epoca, due o tre figurini e un cimelio si possano ottenere effetti di indubbio fascino. |
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Poteva essere la vetrina di un collezionista degli anni settanta, con Rio e Dugu. |
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A volte basta un po' di gusto per far fare un figurone a modelli anche di valore modesto. |
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In fin dei conti, davvero pochi gli espositori al Motor Village. |
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Uno degli indiscussi animatori è stato Denis Carrara. |
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Qui, la sua officina Abarth, ancora un work in progress. |
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Meglio piazzato di così... un "abarthista" davanti allo stand delle Abarth vere! |
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I tavoli di Gabriele Pantosti, l'altro pezzo forte della borsa al Motor Village. |
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Tutte le volte che vedo queste cassette, la tentazione è forte... |
...300 chilometri non li ho fatti ma mi sono ugualmente svegliato alle 5... per andare a lavorare; ma nel pomeriggio non è mancata una visita alla Borsa del Motor Village!
RispondiEliminaHai ragione David a dire che era "in tono minore" ma purtroppo non è stata pubblicizzata un granchè... ho visto la locandina qui sul Blog e l'ho saputo col passaparola ma anche fuori del locale non ho visto nessun cartello, neanche una freccia che indicasse la presenza della Borsa... peccato perchè qui a Firenze non c'è granchè nell'arco dell'anno.
Quella di Calenzano al Delta Florence una puntatina la merita ma è difficile trovare "il pezzo che manca".
Se fosse stata pubblicizzata come quella di inizio anno al Centro StArt di Calenzano magari avrebbe potuto avere maggior successo!
E comunque tra pochi giorni... Padova!
Li ci sarà da sbizzarrirsi e per il portafogli saranno DOLORI ma niente in confronto alla soddisfazione di trovare uno dei tasselli mancanti della propria collezione!
La borsa al Motor Village, è stata proprio scarsina, dico scarsina perchè si giocava in casa, ho avuto la netta sensazione, che se qualcuno, avesse un briciolo di iniziativa, per voler creare qualcosa di nuovo in questo settore, tutta fatica buttata al vento. Se i protagonisti di queste manifestazioni sono latitanti da decenni, un motivo c'è.
RispondiEliminaPierluigi
... noi abbandonammo Firenze negli anni Ottanta...
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