La 6C 2500SS, meglio conosciuta come "Villa d'Este", è stata una pietra miliare della produzione Alfa Romeo dell'immediato dopoguerra, prima dell'arrivo dei nuovi progetti, concettualmente più avanzati. La piattaforma 6C 2500 Super Sport (da qui la sigla SS) era mutuata direttamente dalla produzione anteguerra e fu la III serie (1942-1943) a costituire la base per la gamma messa in listino a partire dal 1946 fino al 1951. La Villa d'Este, carrozzata da Touring, fu probabilmente la massima espressione della famiglia delle 6C 2500 di fine anni quaranta-inizio anni cinquanta e pur nel contesto di una produzione estremamente limitata quale era quella dell'Alfa (e in generale di tutti i costruttori automobilistici) di quel periodo, conobbe un ottimo successo fra i facoltosi clienti, che continuarono ad acquistarla anche un paio di anni dopo l'uscita della nuova 1900. Gli ultimi tre telai della Villa d'Este furono consegnati infatti nel 1952, dopo una produzione di poco meno di quaranta vetture. Concorrenti della versione Touring furono gli esemplari carrozzati da Pinin Farina, ma forse non è sbagliato affermare che la Villa d'Este li supera tutti per eleganza e armonia delle linee.
La nuova gamma in scala 1:18 di BBR, nominata Blue Moon, si è aperta proprio con la 6C 2500 SS Villa d'Este. Si tratta di una scelta particolarmente felice; il modello è stato proposto finora in due varianti di colore: amaranto e beige metallizzato, due colori che figurano nella gamma delle tonalità proposte all'epoca per questa specifica vettura (le altre opzioni erano grigio scuro metallizzato, bianco e blu; esistono poi altri colori che furono utilizzati su carrozzerie Touring diverse dalla Villa d'Este). La filosofia della gamma Blue Moon è la stessa di altri marchi come Spark o OttoMobile: modelli in 1:18 senza aperture, produzione cinese, prezzo contenuto o almeno abbastanza contenuto. Sul BBR Models Store la 6C 2500SS viene proposta a circa 217,80 euro e non si può non pensare al prezzo degli OttoMobile o anche a quello degli Spark. D'accordo che i soggetti sono diversi e quindi un confronto diretto resta impossibile, ma resta il dubbio su un prezzo che oggettivamente sembra abbastanza alto. La qualità, in ogni caso, c'è, anche se il modello ha qualche caduta di stile, probabilmente dovuta all'esigenza di un contenimento dei costi (la classica "coperta corta"?). Fra le cose che sanno più di "toppa", vi è la bruttissima pedaliera fotoincisa (?) appiccicata al pianale, priva di ogni tridimensionalità e alcune spie sul cruscotto, riprodotte con semplici decals. In ogni caso questa iniziativa di BBR fa ben sperare, magari in altri modelli significativi nella storia del Biscione, che in scala 1:18 potrebbero avere una resa particolarmente felice, come la 1900 o - perché no? qualche modello degli anni trenta. Lasciamo la parola alle immagini, che commenterò via via con alcune didascalie.
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La scatola col marchio Blue Moon "powered" by BBR, in un bel cartone resistente. |
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Vista generale del modello, che è montato su una solida base in resina grigia con il marchio Alfa Romeo in fotoincisione e il logo 6C 2500 smaltato. In basso a destra la targhetta col numero progressivo. Tutto molto elegante. I modello non ha vetrinetta. |
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L'aspetto del modello è molto pulito e uno dei punti forti è senz'altro la verniciatura, impeccabile, senza difetti e lucida il giusto. |
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Mi pare che le linee della vettura siano state colte molto bene e il risultato d'insieme è davvero gradevole. |
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Buono l'assetto e l'allineamento delle ruote. |
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I paraurti sono in diecast, mentre la carrozzeria è in resina. Le varie scritte fotoincise cono applicate senza la minima sbavatura di colla. |
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Le gomme non sono in resina come sembrerebbe a un primo sguardo, ma in gomma. Il disegno delle borchie è corretto, anche se i tre gruppi di tre forellini nel tondo centrale sono troppo grossi. |
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Il piantone dello sterzo e lo sterzo stesso (razze e corona) sono un po' grossolani. Le cornici fotoincise sono applicate con buona pulizia, anche se non si può parlare di perfezione: ci sono leggere sbavature di colla che tuttavia rientrano nella tollerabilità- |
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I fari sono molto più belli dal vero che in foto, dove traspare troppo il fondo fotoinciso con le rigature dei vetri. La soluzione in realtà è soddisfacente. |
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Adeguate le nichelature, non troppo brillanti. Il realismo del modello ne guadagna parecchio! |
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In realtà tutte le cornici sono troppo spesse mentre il fregio che percorre tutto il cofano è della giusta larghezza. |
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Anche le cornici delle prese d'aria ogivali sul frontale sono un po' troppo spesse. |
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Gli interni sono molto accurati ed è particolarmente bella la combinazione amaranto / tabacco in questo esemplare. |
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Da questa immagine si può notare l'eccessivo spessore della corona del volante. Davvero poco realistico il colore prescelto per l'effetto legno sulla corona stessa. Inoltre, non sarebbe stato meglio riprodurre le razze con una fotoincisione? |
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Veramente brutta e poco realistica la pedaliera, semplicemente incollata al pianale, priva di ogni tridimensionalità. E' decisamente fra i dettagli meno riusciti del modello. |
Senza entrare nel merito della confezione , delle finiture , spesso i ragazzi di Saronno ci hanno abituato a realizzazioni oltre la media , se il modello riprende in scala grande le linee del modello in scala 1/43 , siamo messi male , la Villa d'Este era una cosa diversa . Un confronto con le foto dal libro Touring è quantomeno eloquente . Stefanone
RispondiEliminaLe forme complessive non mi sembrano così male.
RispondiEliminaAnche a me la prima impressione, vedendo le foto, è di qualcosa di sbagliato nei volumi complessivi della vettura, che mi appare "grassa" e col tetto tozzo. Le foto di cui parla Stefanone, e ancor più quelle degli esemplari che si trovano in rete di vetture restaurate o meno, trasmettono un'altra sensazione complessiva. Poi mi fermo qui, perché bisogna vedere il modello dal vivo per giudicare. Di sicuro, queste vetture hanno una linea non facile da catturare in pieno. Altrettanto sicuramente trovo, per questa scala e questo modello, inaccettabili volante e pedali.
RispondiEliminaSono d'accordo, volante inaccettabile e volumi carrozzeria "strani", specie coda e tetto, anche se andrebbe vista dal vivo non mi convincono troppo neanche i fanalini posteriori.
RispondiElimina...non vi ho parlato dei due parasole, riprodotti con una semplice fotoincisione lasciata grezza (!).
RispondiEliminaA me le linee, comunque, continuano a sembrare azzeccate.
Propongo di discuterne serenamente dopo aver visto il modello dal vivo, per esempio a HME di Novegro. Tu ci sarai?
RispondiEliminaO Carlo, infandum me iubes renovare dolorem... nel weekend dell'HME sarò ad un terrificante matrimonio a Roma....
RispondiEliminaIo ho fatto una premessa , " se hanno allargato il loro vecchio 1/43 " molto serenamente , senza neanche vedere questo , l'è tutto da rifare , se invece sono ripartiti dal foglio bianco , allora merita una valutazione seria . Che merita una foto del profilo , ad attende una comparazione , sempre di profilo di un manichino ricavato da una scannerizzazione 3D di una vettura vera , che giace aimè , il manichino , sulla mia scrivania da anni . Sob . Stefanone
RispondiEliminaStefanone, la tua proposta è intrigante.
RispondiEliminaAh, David, comprensione ma non invidia: anni e anni fa me ne toccarono due, di matrimoni romani. Al confronto, un film di Boldi e De Sica (Christian) diventa una cupa saga nordica di Bergman...
Io al matrimonio romano ho preferito il giro (l'ultimo ahimé) all'HME, a Novegro mi sono divertito, ho incontrato tanti altri forumisti ed ho comprato bella roba, al matrimonio mi sarei fatto due...
RispondiEliminaIl difetto principale del modello, per i miei gusti, non sta nella linea (che non so giudicare) ma nell'avere replicato in 1\18 le tecniche normalmente utilizzate nel 1\43, scala quest'ultima dove certi particolari sono "accettabili" per via della forte riduzione, mentre aumentando le dimensioni certe tecniche mostrano i loro limiti.
Alfonso
... non mi interessa la scala e non mi interessa il modello ... e allora che parli a fare? ... per dire che spesso la prima impressione è quella corretta e la mia prima "impressione" è che sia un giocattolone ...
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