10 aprile 2012

Da Parigi - considerazioni sparse

La grande frequentazione di queste ultime 24 ore (oltre 600 visualizzazioni, niente male per un blog qualsiasi) mi conferma che ogni tanto è utile, oltre che divertente, affrontare alcuni temi diciamo così, teorici. I contributi che i lettori hanno dato al mio precedente post testimoniano che esiste la volonta e anche il piacere di parlare di certe cose. Ne sono contento. In questo momento mi trovo a Parigi per i miei traffici modellistici e domani incontrerò Bertrand Bigaudet, che come molti sapranno, a dicembre ha chiuso la boutique ACB senza peraltro abbandonare l'attività commerciale. Semplicemente, come è logico ormai di questi tempi, mantenere un negozio nel centro di Parigi era antieconomico e adesso può benissimo continuare su eBay e attraverso i tanti contatti accumulati in questi anni di esperienza. Del resto uno dei suoi centri principali d'interesse, il giocattolo d'epoca, ha subito recentemente un tale calo di richieste da suggerire un ridimensionamento della sua pur ridotta struttura (ormai lavaorava da solo). Le conversazioni con lui sono sempre interessanti.

A proposito di "teoria": non temete, ritornerò presto con argomenti molto... concreti. Nel frattempo, però, pensavo di scrivere qualcosa presto o tardi sulla psicologia delle aste, altro argomento che tocca non solo i collezionisti di opere d'arte, ma anche i collezionisti di modelli. Ed è una psicologia che si lega non necessariamente all'asta tout court, ma anche alla semplice apparizione sul mercato di un pezzo particolarmente raro e/o pregiato, in grado di fare il classico effetto del sasso nello stagno. Argomento con pochi spunti? Ne ha scritto anche un famoso critico d'arte, a proposito di quadri e di arte moderna, ma vedrete che il tema si applica alla perfezione al nostro piccolo mondo di collezionisti di automodelli.

Intanto, domani penso di fare anche una visita al mondo degli obsoleti, che in questi ultimi anni ho parecchio trascurato, anche perché necessiterebbe di una competenza che onestamente non mi sento di avere.

1 commento: