22 gennaio 2012

Il paradosso delle riviste


Le riviste specializzate di automodellismo vivono di uno strano paradosso: semplicemente non sono... specializzate. Mi spiego meglio: oggi come oggi per fare una rivista che possa accontentare tutti e soprattutto che possa vendere un minimo per giustificare una diffusione in edicola, bisogna scendere a compromessi talmente grossi che si finisce per scontentare una larga fascia di lettori, quelli appunto che comprano la rivista aspettandosi di leggere cose che non sanno o che conoscono poco. Ed è proprio qui che le riviste del settore, specialmente quelle italiane (ma anche quelle tedesche e francesi non stanno tanto meglio) falliscono nel proprio compito, imbottendo i contenuti di articoli generalisti o talmente banali da accontentare appena appena solo i neofiti.

Che fare allora? Su alcuni forum si è già discusso sul cosa dovrebbe proporre una rivista veramente specializzata e anche come. Via i lustrini, la carta patinata, le foto da Vogue e i testi da Novella 2000.
Tutta utile questa carta?

Siccome non s'inventa niente, perché non prendere ad esempio i vecchi Pit Road o magari anche i Four Small Wheels di fino a un decennio fa? Seguire il settore del “militare” o del fermodellismo, in cui esistono pubblicazioni ben più serie dei nostri mensili o bimestrali, potrebbe dare dei buoni risultati.

I lettori vogliono foto rare (non necessariamente belle), tabelle, articoli veramente tecnici, interviste, recensioni vere e non banali marchette. Forse una rivista così finirebbe sull'ultimo scaffale dell'edicolante, ma oggi il mercato offrirebbe una valida alternativa: una rivista in pdf, scaricabile a poco prezzo da Internet, con contenuti seri e ben documentati. Al diavolo le pubblicità delle case che se sgarri ti minacciano di non rinnovarti i contratti, al diavolo gli editori miopi, al diavolo anche tutta la mafia dei distributori.

Il progetto è realizzabile e sono sicuro che prima o poi ne sentiremo parlare.

13 commenti:

  1. Ciao David, bella iniziativa.
    Le riviste in generale sono come il pranzo di matrimonio.
    non accontenterai mai tutti e ci sarà sempre quello che dirà che ha mangiato male.

    Stefano Adami

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  2. Caro Stefano, le riviste specializzate sono in crisi perché non hanno trovato il loro ruolo all'interno del sistema attuale di comunicazione. Ho l'impressione che più che non accontentare mai tutti siano avviate verso l'accontentarne sempre meno.

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  3. Ma più che le riviste specializzate credo sia in grande crisi tutto il mondo dell'editoria!!
    Ed è una crisi purtroppo irreversibile!!
    Figuriamoci poi le riviste di nicchia!!
    I vari Tablets,Dingles e chissà quali altre diavolerie verranno create e buttate sul mercato,
    raderanno al suolo la "carta" con buona pace di tutti noi " vecchietti " ancora affezionati all'odore della stampa.
    Ecco un altro punto, se e quando ci sarà un ricambio generazionale nel mondo dell'automodellismo ci sarà il definitivo de profundis di queste cosiddette riviste di settore, con buona pace di tutti noi!! Amen....

    Francesco Masi

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  4. Non credo che il cambiamento sarà così drastico, Francesco. La radio non ha sostituito la televisione e i internet non sostituirà l'informazione cartacea. Semmai ci sarà un riposizionamento dei ruoli; ovvio che il quotidiano non può competere con i siti per le notizie in tempo reale, ma magari si specializzerà in commenti e in articoli di qualità superiore. Per le riviste specializzate, secondo me la chiave della sopravvivenza consisterà proprio nell'abbandonare l'idea di dover piacere a tutti e nel concentrarsi su argomenti veramente di nicchia. Per una rivista specializzata, oltretutto, la possibilità di essere scaricabile da un sito in formato pdf potrebbe costituire una buona alternativa.
    Il ricambio generazionale modellistico non è detto che porti all'estinzione della categoria.

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  5. mi piacerebbe essere contattato dall'autore del blog e a questo scopo indico la mia mail unoquarantatre@gmail.com
    Forse non tutti lo sanno ma dal 2009 esiste una pubblicazione italiana on line, gratuita che é piccolegrandiruote.com

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  6. Fatto. Conosco piccolegrandiruote.com, a suo tempo me l'aveva indicato La Mini Miniera.

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  7. Ciao David, complimenti per la tua iniziativa.
    Sul discorso riviste sono d'accordo con te quando le paragoni a Novella 2000, io vorrei vedere VERE riviste di modellismo (non sono attratto da quelle di collezionismo) dove si parla realmente di tecniche e di realizzazioni, sulla scia di quelle bellissime che trattano il "militare" e che sono piene zeppe di suggerimenti ed esempi.
    Da questo punto di vista Modelli Auto mi soddisfa, ma solo quando sono presenti articoli come quelli di Stefano Adami o di Corrado Manera.
    Anzi, sotto questo profilo una rivista è ancor più godibile rispetto ai tanti siti che propongono wip, belli ed anche interessanti, ma che sul monitor francamente non rendono.
    Cordialmente
    Alfonso

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  8. Grazie Alfonso del tuo messaggio. Condivido la necessità di più articoli tecnici, ma secondo me la chiave dell'insoddisfazione di molti lettori è semmai l'assenza di veri approfondimenti, e in questo ci sarebbe molto da imparare dai "militari". Non credo però nella validità dell'idea di una rivista esclusivamente tecnica. Si possono fare dei begli articoli anche su argomenti di cronaca e storia, incentrati sul nostro settore: visite ad artigiani, storia di un marchio o recensioni come si deve, finalmente con giudizi sinceri e documentati. Una rivista on-line avrebbe il pregio di costare pochissimo e di non dipendere quindi dagli inserzionisti che condizionano - checché se ne dica - i contenuti. O, in alternativa, se proprio non si volesse rinunciare alla carta, ci vorrebbe un mecenate pronto ad investire in un'iniziativa editoriale, allo stesso modo in cui potrebbe decidere di comprarsi un'auto vera o fare un viaggio intorno al mondo. Ma anche senza ricorrere a questa eventualità (non impossibile ma comunque improbabile), una rivista on-line che non fosse un semplice blogo o sito, ma strutturata esattamente come un qualsiasi altro mensile, potrebbe essere la soluzione del problema. D'altra parte sono d'accordo con te sul fatto che gli articoli sullo schermo risaltano molto meno che su carta, anche perché (fortunatamente: lo dico da appassionato "cartaro") siamo ancora molto legati a questo supporto. Tuttavia potrebbe essere giunto il momento di convincersi che nel mercato della carta non c'è più molto posto per riviste di "supernicchia" come quelle che trattano di automodelli.

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  9. Condivido sia la visione di Alfonso che quanto ha scritto David nell'ultimo messaggio. Io vengo dal militare (e ogni tanto ci ritorno volentieri). Le riviste dei mangia-fango contengono tanti contenuti interessanti, ma perchè si parte sempre dai kit e di trucchi da far vedere, di nuove tecniche, ce ne sono sempre. L'automodellismo è sempre più un settore che va scomparendo, dove il kit è raro, e la tendenza si sposta verso il semplice collezionismo: "Prendo un prodotto bene o male standardizzato e lo metto sulla mensola a prendere la polvere". Ci sono pregevoli eccezioni, qualche eccellenza di cui parlare, ma sono, appunto, fenomeni episodici. Non è che ci puoi tenere in piedi una rivista con una periodicità mensile o bimestrale.
    Allora ben venga l'approfondimento storico come dice David...

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  10. Le riviste sono un paradosso.
    Le ragioni sono molteplici.
    In parte elencate dall'amico Francesco Masi.
    L'editoria intera è morente.
    La domanda da (grunt grunt) porci è semmai la seguente:
    quanto tempo?
    Oltre a questo, vi sono alcune altre cose che vanno a braccetto: lo scarso interesse dei gggiovani per il collezionismo; lo scarso interesse dei gggiovani per il modellismo; lo scarso interesse dei gggiovani nella manualità; lo scarso interesse dei gggiovani per la lettura -- recentemente ho letto un agghiacciante rapporto su questa tematica -- a parte le solite eccezioni (ma di secchioni in una classe ve ne sono sempre 1/2 su 30).
    In sostanza, al di là della crisi mondiale dell'editoria, le super-nicchie non potranno reggere anche per fattori generazionali.
    Sono consapevole siano osservazioni che urtano, che irritano, che infastidiscono ma sono (purtroppo, se volete) la pura e semplice analisi della situazione.
    Poche sere fa ho rivisto "Codice Genesi" con quell'unico Libro in braille di Eli... senza una catastrofe nucleare ci troveremo in quelle stesse condizioni ... così come, fra qualche tempo diremo: "ma ti ricordi quanto pesavano quei libri?" ..."ma come accidenti si chiamavano quei robi dove vendevano quelle robe di carta: educole? ... "ma ci pensi che realizzavano roba in cartaa! ...incredibile!!"...

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  11. Fin dall'invenzione della scrittura l'umanità ha sempre scritto su supporti che richiedevano un solo decodificatore, ossia l'occhio. La videoscrittura e tutto ciò che ci ruota intorno richiede per la prima volta due "media", ossia due decodificatori: il primo è la macchina, senza l'intermediazione della quale è impossibile accedere alle informazioni sotto forma di lettere scritte, che vengono poi decodificate come sempre dall'occhio e dal cervello. Sembra una cosa banale, e invece per la prima volta ci troviamo di fronte a questo passaggio intermedio rappresentato da un supporto indiretto, ossia il computer o chi per lui (tablet, iphone, altri mezzi elettronici di archiviazione). Questo è uno shock culturale bello e buono, che richiederà decenni per essere assorbito in maniera completa e uniforme. Personalmente penso che la carta stampata continuerà a vivere, anche se ci sono due grossi dubbi per quanto riguarda i giornali e le riviste: i giornali generalisti dovrebbero essere destinati a sparire, proprio a causa della perdita del loro ruolo: troppo tardi uscire il lunedì mattina con una notizia che è stata ampiamente diffusa su Internet nelle 12/24 ore precedenti; dall'altra parte la stampa specializzata fa fatica a tenere il passo di tante realtà di internet (blog, forum, siti iperspecializzati) che non avendo un budget da rispettare, possono permettersi di fare scelte "editoriali" molto ardite, spesso anche estreme e a volte di indubbia efficacia, quando dietro c'è qualcuno che ne capisce. Resta comunque un problema insito nella democraticità della rete, la selezione delle notizie e delle informazioni in generale. Non dico che oggi la carta stampata o la presenza di testate regolarmente iscritte a vari registri con a capo direttori o caporedattori "certificati" dall'albo dei giornalisti forniscano a priori la sicurezza di un'informazione valida, giusto o per lo meno un minimo onesta. Anzi, sappiamo che spesso non è proprio così e che la carta stampata è ormai un osceno ricettacolo di marchette e il settore specializzato non fa eccezione, anzi a volte brilla per disonestà intellettuale. Però, il problema della rete si pone lo stesso, magari in altri termini ma si pone: il rischio è quello di un blob indefinito, pieno di informazioni- non informazioni che galleggiano allo stesso livello di priorità e di credibilità, con la conseguenza di creare un rumore di fondo che finisce per essere uguale a zero, ossia ininfuente e non credibile. La sfida dell'informazione via internet passa anche attraverso problematiche di questo genere. Sono forse andato un po' fuori tema, ma il discorso - va riconosciuto - implica degli scenare che oggi come oggi sono difficilmente prevedibili nei loro sviluppi anche a medio termine.

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  12. Non sei andato troppo fuori tema -- hai toccato parecchi nervi -- hai dimenticato però un aspetto molto importante: la pigrizia, indotta...
    Le società, per le ragioni che hai elencato, si sta impigrendo.
    La ragione è (anche) Internet: mi serve un biglietto aereo? una volta telefonavo e andavo in agenzia : oggi faccio online -- devo fare un bonifico? lo faccio a casa -- ecc ecc ecc ecc -- devo leggere una notizia? non vado certamente in edicola e non solo per 1.20 Euro ma vado su gazzetta.it -- questo servizio ci permette di rimanere in panciolle -- questo servizio ci permette di ignorare altre realtà -- un mio caro amico in RCS mi dà una situazione di pubblicazioni in nettissimo calo mentre i libri rimangono stabili (per la semplice ragione che sono anni che si vende pochissimo, a parte le ricette...) -- e non voglio neanche avvicinarmi al mondo della musica che è cambiato in modo ancora più radicale -- questo cosa ci dice? Ci dice quello che ho appena detto. Lentamente ma radicalmente molte cose stanno cambiando -- ricordate come era la situazione nel 1995? -- solo 17 anni anni orsono -- chissà come sarà fra altri 17 -- spero solo di esserci ancora per godere delle novità...

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  13. http://imageshack.us/photo/my-images/824/006eps.jpg/

    ... visto che è un thread ormai antico... probabilmente in pochi vedranno questa mia "aggiuntina" ... ma non fa niente ... ci tenevo a inserire questa foto ... presa in una strada di Milano parecchio trafficata ... quello che vorrei vedere è (l'eventuale) faccione di chi si presenta per (eventualmente) comprare cotanta attività commerciale ...

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