11 agosto 2012

Rassegna stampa: Passion 43ème n°31


E' uscito da poco il numero 31 (agosto-settembre) della rivista diretta da Didier Beaujardin, rivista che come si era detto in altre occasioni si colloca un po' a metà strada fra la tradizione inglese e Argus de la Miniature. Il fascicolo estivo propone diversi motivi d'interesse, con una varietà di temi sconosciuta ad altre riviste più blasonate. I protagonisti restano comunque i modelli obsoleti, argomento affrontato con competenza e una documentazione completa, grazie anche all'aiuto di alcuni commercianti e specialisti francesi. Non mancano poi alcuni resoconti sulle principali borse e rassegne degli ultimi mesi. Ecco una rapida rassegna dei principali argomenti: Renault Frégate in 1:43, Fiat 1300/1500, monoposto Lola (soprattutto obsoleti), Borgward Isabella e Alfa Romeo 1900 Super Sprint Dinky Toys, vetture dell'ex-URSS, incontro con un paio di collezionisti (intriganti alcune foto di vecchi MRF), Renault 16TX Ottomobile scala 1:18, nuovo aggiornamento sulla futura produzione Minialuxe, un argomento da seguire in futuro.

08 agosto 2012

Madyero Osella-BMW PA4 vincitrice Targa Florio 1976

La vincitrice della penultima edizione della vera Targa Florio, 14 maggio 1976
La storia la sapranno raccontare i numerosi targafloriologi che popolano i vari forum; qui basterà dire che la più recente Osella della gamma Madyero riveste per gli appassionati dell'automobilismo italiano un'importanza particolare, perché riproduce la PA4 a motore BMW 2000 vincitrice della Targa del '76 con la quale Eugenio Renna (alias "Amphicar") e Armando Floridia si aggiudicarono la 60ma edizione della gara madonita. Pier Luigi Madiai ha ripreso quindi in mano il soggetto Osella dopo diversi anni di interruzione. Ricordiamo che nel passato erano uscite le riproduzioni delle tre vetture di Le Mans (Elvia, Toleman, Alpilatte), la versione 1000km Monza 1980 della PA8 Alpilatte e la PA9 di Mauro Nesti.

Il più recente modello beneficia di tante piccole migliorie, inclusa una riproduzione più realistica delle cinture di sicurezza (con fibbie corrette); fra le altre caratteristiche già ampiamente apprezzate sulle Osella del passato, una bella riproduzione del retrotreno, un assetto corretto, cerchi e gomme di grande realismo. La partecipazione delle Osella alla Targa Florio è stata molto ampia e c'è da sperare che in un prossimo futuro possano uscire altri soggetti, rimasti per lo più inediti in tutti questi anni.

Scuderia Ateneo, un nome mitico per gli appassionati di automobilismo nostrano.

06 agosto 2012

Due nuovi "speciali" di Spark: BMW M1 Gr.5 e Porsche 962C Joest

Anche fra le edizioni speciali limitate, Spark sforna ormai numerosi modelli, ed è sempre più difficile tener dietro alle uscite più recenti.

Fra le molte proposte segnalo questi due affascinanti soggetti: per Spark Germania (catalogo numero SG014) è appena uscita la BMW M1 Gruppo 5 con la quale Hans Stuck si aggiudicò la gara del Norisring del DRM 1982. Edizione limitata e numerata in 750 esemplari.

Forse ancora più significativa quest'altra uscita: per CarTima, nella collezione dedicata a Bob Wollek è disponibile da pochi giorni la Porsche 962C Joest con la quale Wollek e Frank Jelinski vinsero a Digione la seconda prova del mondiale Sport-Prototipi 1989. Si tratta di una 962C molto importante: vettura costruita direttamente da Joest (telaio 011), col caratteristico alettone a sbalzo e coda tronca, tipico di fine anni ottanta, fu l'ultima 962 ad aggiudicarsi una prova di campionato del mondo, e se non sbaglio fu l'ultima vittoria significativa per questo modello, che in quell'anno aveva già imboccato il viale del tramonto. Un po' a sorpresa, quel 21 maggio 1989, la 962C Joest di Wollek/Jelinski riuscì a piegare la concorrenza delle due Sauber-Mercedes ufficiali, approfittando anche delle difficoltà della Jaguar. Con quella vittoria la Porsche interrompeva un digiuno nel mondiale che durava dal Norisring 1987 e il team Joest tornava alla vittoria dopo oltre due anni (il successo precedente risaliva alla 1000km del Fuji 1986 con Barilla e Ghinzani). Anche nel caso della 962C di CarTima siamo in presenza di un'edizione limitata e numerata (catalogo CA-WOL-10, 500 pezzi).

04 agosto 2012

Due rare varianti della Ferrari GTO '62 di Newcon

Sulla Newcon avevo postato già qualche thread nel forum Duegi, cfr. ad es. http://www.forum-duegieditrice.com/viewtopic.php?f=10&t=38939&hilit=newcon ; proprio in questo thread appariva la Ferrari 250 GTO 1962 standard, sui particolari della quale rinvio al testo del forum. Pubblico qui, invece, alcune foto di due varianti meno conosciute, realizzate da Newcon sia in kit che montato (le foto si riferiscono appunto ad esemplari factory built): si tratta della GTO '62 3223GT in configurazione Salone di Ginevra e della particolare 330 GTO di Paul Cavalier. Sono due versioni meno note e penso possano interessare coloro che si occupano della storia della GTO nell'1:43.



03 agosto 2012

Rassegna stampa: Auto Modélisme Hors Série n°17 Le Mans 2012


Puntuale all'appuntamento estivo, l'Hors Série di AutoModélisme, che dal 1998 propone un quadro completo di tutti i partecipanti alla 24 Ore di Le Mans in una formula semplice ma che nel tempo si è dimostrata vincente. Per chi voglia spendere poco, l'Hors Série è una valida alternativa al più tradizionale annuario, che esce in autunno. A livello di impostazione, negli anni l'Hors Série non è cambiato molto: da un po' di tempo semmai sono spariti quei due o tre articoletti modellistici che costituivano una piacevole aggiunta. Purtroppo quest'anno c'è da registrare un leggero peggioramento complessivo del materiale, nel senso che se prima l'Hors Série faceva dell'omogeneità delle foto la propria forza, quest'anno si è cercato di compiacere un certo tipo di pubblico magari meno modellistico, aggiungendo foto di colore qua e là che in un fascicolo come questo c'entrano come il cavolo a merenda. Inoltre, se prima di ogni vettura c'era la garanzia di avere tutte le viste classiche (frontale, fianchetti, foto da sopra, posteriore, interni), ora ogni fiche fa un po' storia a parte. Di alcune vetture si trova tutto, nel caso di altre, invece, ci si perde in close-up più o meno utili di dettagli trascurando una o più d'una di quelle inquadrature fondamentali. Peccato, perché lo scopo dell'Hors Série era proprio quello di fornire una documentazione completa e utile a scopi principalmente modellistici.

Poco rassicurante, infine, la scelta di inserire foto di vetture al momento della pesa, in un contesto, cioè, in cui la decorazione può essere ancora in parte incompleta o diversa dai giorni della gara. E dire che nei primissimi anni i redattori si erano fatti un vanto di proporre foto il più possibile appartenenti allo stesso contesto (soprattutto partenza) per garantire la massima coerenza fra le varie viste. Con l'avvento della foto digitale, oltretutto, non è ormai un problema produrre immagini che rispondano a tali caratteristiche.

Il fascicolo si conclude con un interessante bonus, ossia alcune foto delle vetture invitate alla giornata di test e non iscritte alla gara: vi troviamo la Lola-Lotus B12/80 #32, la Porsche 911 GT3 RSR #76, la HPD ARX03b #95, l'Oreca-Nissan 03 #19 e le Oreca FLM09 #90 e 91.

01 agosto 2012

Alfonso Marchetta e i suoi kit autoprodotti

Le esperienze di autoproduzione di Alfonso Marchetta (Palermo) sono ormai note ai frequentatori di vari forum tematici, ma mi pareva giusto e interessante chiedergli una testimonianza diretta di queste sue applicazioni pratiche che vanno oltre la normale attività di assemblatore, pur restando in un'ottica hobbystica, vale a dire fuori da ogni intento speculativo e commerciale. Ecco quindi, direttamente dalle sue parole, la descrizione di un'attività che spero possa svilupparsi ulteriormente in un prossimo futuro.

"Un aspetto fondamentale del modellismo, che lega ogni appassionato di questo splendido hobby senza distinzione di genere o scala, riguarda l’autocostruzione di particolari.
Ad ognuno di noi è capitato di doversi costruire qualche particolare, vuoi perché magari qualche addetto distratto ha dimenticato d’inserirlo all’interno della scatola di montaggio, vuoi perché rovinato, o perché quello presente è semplicemente brutto o poco realistico.
Sulle prime ci siamo abbattuti, poi per  disperazione (un ricambio impossibile da trovare) o per testardaggine siamo riusciti a creare quel particolare, magari non proprio bellissimo, magari nascosto e quasi invisibile, però ogni volta che osserviamo quel modellino con il particolare autocostruito lo sentiamo più nostro.

E’ così che, volta per volta, ci spingiamo sempre più avanti, magari, invece di limitarci ad uno o più particolari modifichiamo parte del modellino, o lo modifichiamo integralmente, fino a creare qualcosa di veramente nostro, unico, ed inestimabile, almeno per noi.
E’ un processo più o meno graduale nella vita di ogni modellista.

Quando questo processo naturale viene accelerato da “eventi” esterni e si evolve, beh,  allora il pericolo di “perdersi” è veramente reale.
Io mi sono “perso” un paio di anni fa e non mi sono ancora ritrovato, la “colpa” è tutta da attribuire, come sempre capita quando ci si “perde”, alle cattive frequentazioni…

Il mio “Lucignolo” nella vita di tutti i giorni è uno stimato professionista, risponde al nome (fittizio o reale?) di Valfredo,  come nel romanzo di Collodi mi ha portato nel paese dei balocchi (un noto negozio di modellismo della zona) e lì mi ha fatto “perdere”...
Osservando il modellino di un’Alfa GTAM esposto in vetrina, Lucignolo\Valfredo mi  gettò  la sua esca “vorrei realizzare il modellino di una delle GTA Ferraro che corsero alla Targa, sai.. quelle “cattive”, allargate, partendo da una GTAM di M4”.
Io, povero innocente, cascai nel tranello “mah” osservai “secondo me sarebbe più semplice allargare la GTA, qui c’è da rifare completamente il muso”, “tu dici?” mi rispose Lucignolo/Valfredo, “ e tu saresti capace di fare un simile lavoro?” punto sull’orgoglio non capì in che cosa mi stavo cacciando e risposi  “certamente”.

Anche se la storia è leggermente romanzata ecco qual è stata la molla che mi spinse a realizzare la GTA allargata, in partenza l’idea era quella di creare un transkit, tanto in voga qualche decennio fa, cioè un kit per aggiornare/modificare la base industriale M4/Fabbri, poi essendoci penuria di basi, mi sono deciso a realizzare un kit completo, prendendo le distanze dal modello di partenza, modificando integralmente il fondino e realizzando uno scarico nuovo.
Per quanto riguarda la parte realizzativa faccio tutto in casa (ad esclusione dei vetri termoformati che mi prepara l’amico Matteo), stampi e colate di resina, con prodotti che si trovano nei normali negozi di belle arti, niente di sofisticato, tutto molto casalingo, non credo ci siano spazi di mercato per pensare in grande.

Mia madre per prendere in giro il mio modo di vedere le cose, mi dice sempre che sono nato in ritardo di qualche secolo, beh, senza spingermi così indietro, fossi nato un paio di decenni prima, forse avrei potuto sfruttare meglio questa mia passione, purtroppo oggi il modellismo è in declino.
Se l’Alfa GTA è nata quasi per scommessa, uno scatto d’orgoglio, la Flavia Zagato è nata per …ispirazione, direi che è stata lei a scegliere me, dal momento in cui l’ho notata in edicola, mi ha rapito, ho capito subito che potevo sfruttarla, anche se non capivo come.
Ho successivamente scoperto, in maniera del tutto casuale, che nella produzione modellistica c’era un vuoto, erano state riprodotte tutte le possibili varianti tranne una, quella che aveva corso con il n. 182 alla Targa del 1965 e che, sempre nello stesso anno, aveva corso al Tour de Corse ed in altre competizioni.
Una mancanza inspiegabile anche alla luce del fatto che in passato la Tecnomodel di Opera (MI) si era già interessata alla gemella, la n. 184, profondamente diversa nella zona posteriore della carrozzeria.
Anche dietro a questo modello si nasconde un piccolo aneddoto, avevo esposto questo mio progetto ad un gruppo di amici, tutti modellisti e tutti grandi appassionati di Targa, non so se per un fraintendimento sul modello o chissà cosa, ma tutti si sono dimostrati scettici sulla sua reale fattività.
Fatto sta che il prototipo era in realtà  già stato completato, a parte qualche problema con gli interni, che mi hanno fatto penare più del dovuto, e con i cerchi, difficili da stampare con le mie attuali “tecnologie”, il lavoro è andato via in maniera assai celere.

Attualmente ho in cantiere un altro prototipo, questa volta non si tratta proprio di un inedito, dato che la Fulvia barchetta in questione è già stata ripresa da più artigiani, anche in questo caso sono partito da una base esistente, elaborandola pesantemente, però attualmente sono ancora lontano dal concludere il progetto".

Tre uomini e una borsa (di scambio?) parte I [di Paolo Tron]

"... chi si abbevera alla fonte della menzogna, non potrà concepire la verità ..."

Oeh! Ma come?
Ma chi l'ha detto? Ma chi l'ha scritto?
Shin Tao Trun? Min Shiao Zhang?
Macchè! ... è roba mia ... bello ehn?

Ooooo ... e adesso passiamo a infiocchettarci con la nutella... che, agli inizi, si
chiamava semplicemente Super Crema... con un bel raccontino "retrò", senza sbarre, senza uova marce tirate in faccia, senza alcun tipo di
cosa che possa turbare l'animo sereno delle migliaia di centinaia di lettori ... anzi di web-surfers (ammazza quanto fa fico dirlo...sooeeefeeeeersss...) del Blog che mi ospita !

Introduzione = fatta

Era un bel giorno di un giorno che fu e piovevano cani e gatti... veniva giù a
catinelle, piovevano mucche, veniva giù che il Buon Dio la mandava e il rumore
che faceva era tatac-tatac, scrosciava e stra-pioveva e diluviava ... insomma
pioveva proprio forte ... pioveva a dirotto ... pioveva sul bagnato e pioveva anche
sull'asciutto e pioveva anche sull'umidiccio e pioveva sui tetti, sulle strade e
pioveva anche sulle autostrade e pioveva da stare a casa ... pioveva da
cambiare traiettoria, pioveva da far rompere i tergi, pioveva sulle alpi e pioveva
sulle colline della Savoia e pioveva anche nei ruscelli, pioveva persino sotto i
ponti...e pioveva sopra ai giusti e sopra agli ingiusti ... pioveva addirittura su
quelli che si abbeverano alla fonte della menzogna... pioveva anche su quelli
che non possono concepire la verità ... pioveva e pioveva ... piovevano tazze
di pioggia ... pioveva anche sul patriarca ... pioveva tanto da fargli pensare
di richiedere una serie di preventivi ... e senza legno di scarto... pioveva
che gli animali cominciavano a giocare alla morra cinese... pioveva sui saggi
che non si coprivano e pioveva sugli stolti con gli ombrelli ...
e piovevano goccioloni di paura per i pavidi mentre pioveva la speranza sugli arditi ...
pioveva a Torino, pioveva a Loano e pioveva anche a Lione... pioveva persino sotto il Frejus...

Avete presente la situazione?
Pioveva.

Un trio davvero grottesco (trad: a rather grotesque trio) si era da poco
preparato alla partenza con una vettura vetusta: da qualsiasi punto la si guardasse.
Ma era più vetusta vista da dietro.
Forse solo la Reliant Scimitar era peggio.
Il trio, dopo un inizio di viaggio scanzonato e privo di dettagli, si era all'improvviso
reso conto che la strada saliva e saliva ... sino a un punto che,
uno del trio, è rimasto senza... saliva...
Appoggiato dagli altri due e imbottito di granuli omeopatici contro la cinetosi,
il terzo del trio, abbastanza pingue e abbastanza bassottello ... è riuscito a
modificare il suo metabolismo sino a riuscire a riconoscere il casello del traforo
del Frejus... infatti, improvvisamente di nuovo pimpante ha urlato: "il casello,
il casello! ... ma ho il denaro in valigia, soc-mel"...
Nessun problema, gli altri due del trio hanno sopperito senza fiatare e continuato
a prendere acqua a macigni anche sotto il tunnel (l'avevo già detto? ... scusate...).
La discesa in territorio francofono ci ha allietato con i suoi sempre bellissimi
cartelli di colore blu scuro... in verità vi dico, eravamo nella terra dei Blues...
ovviamente ascoltando solo roba della Motown...
La discesa è stata spericolata perchè l'aderenza ci veniva spesso a domandare:
"ma dove sono?" ... ma la vetusta "anche vista da dietro" si è comportata nel
modo decente che ci si aspetta da una vettura orrenda, per condurci sino
alle zone dove Annibale aveva dato l'ultima cibaglia ai suoi elefanti ...
Resici conto di quanta storia ci ammantasse, non abbiamo potuto far altro
che commuoverci, visitando una delle tante zone di sosta dove riescono a
darti della benzina francese doc e un caffè doc pure lui... nel senso che è di
denominazione-d'origine-catastrofica ... come solo il caffè dei cugini può
essere (senza offesa = sapete fare altre cose molto bene... tipo nuotare? Ok?)

Dopo la sosta, l'ibrido di caffè, la minzione, con un immutato spirito garibal...
ehm... no spirito napoleon... ehm... pardon... con immutato spirito goliardico
ci siamo diretti verso la pianura del Rodano... sempre trasudando grandi
speranze, grandi paure, grandi sogni ... i primi due del trio ...perchè
il terzo del trio trasudava solo la paura dell'acqua... e iniziava anche un po'
a puzzare...
Pur sapendo nuotare, il terzo cominciava a presentare i primi segni di pura
idro-fobia ... grazie al fatto che le pianure circostanti erano ormai laghi
già segnalati a google-map... ah no... eravamo nel 1977... scusate... mi
son fatto prendere la mano...
Mentre tutto questo accadeva... e tutto questo era veramente tanto e era
veramente tutto...
Il terzo del trio teneva stretta una borsa e la teneva così stretta ma così
stretta che, con il senno di poi, ebbe bisogno di una trasfusione ... la
paura era tanta e era giustificata... l'acqua... anzi no! ... il turbine d'acqua
che vorticava sotto la vetusta (brutta soprattutto vista da dietro) lasciava
ben poco all'immaginazione... la pioggia continuava inammissibile...
potevamo avere qualche speranza solo nei cavalcavia...ma, in quella zona,
non c'erano cavalcavia...
La borsa stava iniziando a prendere le pingui forme del terzo del trio.
Il panico si stava impossessando di lui... improvvisamente ha iniziato
a urlare cose che ai più (agli altri due) sembravano solo sconnesse:
"le decals noo ... le decals noooooooo"...
Impietositi da cotanto terrore abbiamo pensato di fare una piccola sosta
sotto un ponte (il ponte si chiamava Viaduc del Pascual) ma il terzo del
trio non solo non si è tranquillizzato ma ha portato la borsa sopra la testa
nella vetusta continuando ad urlare imperterrito:
"per una volta che vengo in Francia, le decals nooo, le decals nooooooo"


Fine della Prima Puntata ... to be soon continued ...

Personaggi e Interpreti in ordine di apparizione:


La vetusta
Il Primo del Trio
Il Secondo del Trio
Il Terzo del Trio
La Borsa