01 agosto 2012

Alfonso Marchetta e i suoi kit autoprodotti

Le esperienze di autoproduzione di Alfonso Marchetta (Palermo) sono ormai note ai frequentatori di vari forum tematici, ma mi pareva giusto e interessante chiedergli una testimonianza diretta di queste sue applicazioni pratiche che vanno oltre la normale attività di assemblatore, pur restando in un'ottica hobbystica, vale a dire fuori da ogni intento speculativo e commerciale. Ecco quindi, direttamente dalle sue parole, la descrizione di un'attività che spero possa svilupparsi ulteriormente in un prossimo futuro.

"Un aspetto fondamentale del modellismo, che lega ogni appassionato di questo splendido hobby senza distinzione di genere o scala, riguarda l’autocostruzione di particolari.
Ad ognuno di noi è capitato di doversi costruire qualche particolare, vuoi perché magari qualche addetto distratto ha dimenticato d’inserirlo all’interno della scatola di montaggio, vuoi perché rovinato, o perché quello presente è semplicemente brutto o poco realistico.
Sulle prime ci siamo abbattuti, poi per  disperazione (un ricambio impossibile da trovare) o per testardaggine siamo riusciti a creare quel particolare, magari non proprio bellissimo, magari nascosto e quasi invisibile, però ogni volta che osserviamo quel modellino con il particolare autocostruito lo sentiamo più nostro.

E’ così che, volta per volta, ci spingiamo sempre più avanti, magari, invece di limitarci ad uno o più particolari modifichiamo parte del modellino, o lo modifichiamo integralmente, fino a creare qualcosa di veramente nostro, unico, ed inestimabile, almeno per noi.
E’ un processo più o meno graduale nella vita di ogni modellista.

Quando questo processo naturale viene accelerato da “eventi” esterni e si evolve, beh,  allora il pericolo di “perdersi” è veramente reale.
Io mi sono “perso” un paio di anni fa e non mi sono ancora ritrovato, la “colpa” è tutta da attribuire, come sempre capita quando ci si “perde”, alle cattive frequentazioni…

Il mio “Lucignolo” nella vita di tutti i giorni è uno stimato professionista, risponde al nome (fittizio o reale?) di Valfredo,  come nel romanzo di Collodi mi ha portato nel paese dei balocchi (un noto negozio di modellismo della zona) e lì mi ha fatto “perdere”...
Osservando il modellino di un’Alfa GTAM esposto in vetrina, Lucignolo\Valfredo mi  gettò  la sua esca “vorrei realizzare il modellino di una delle GTA Ferraro che corsero alla Targa, sai.. quelle “cattive”, allargate, partendo da una GTAM di M4”.
Io, povero innocente, cascai nel tranello “mah” osservai “secondo me sarebbe più semplice allargare la GTA, qui c’è da rifare completamente il muso”, “tu dici?” mi rispose Lucignolo/Valfredo, “ e tu saresti capace di fare un simile lavoro?” punto sull’orgoglio non capì in che cosa mi stavo cacciando e risposi  “certamente”.

Anche se la storia è leggermente romanzata ecco qual è stata la molla che mi spinse a realizzare la GTA allargata, in partenza l’idea era quella di creare un transkit, tanto in voga qualche decennio fa, cioè un kit per aggiornare/modificare la base industriale M4/Fabbri, poi essendoci penuria di basi, mi sono deciso a realizzare un kit completo, prendendo le distanze dal modello di partenza, modificando integralmente il fondino e realizzando uno scarico nuovo.
Per quanto riguarda la parte realizzativa faccio tutto in casa (ad esclusione dei vetri termoformati che mi prepara l’amico Matteo), stampi e colate di resina, con prodotti che si trovano nei normali negozi di belle arti, niente di sofisticato, tutto molto casalingo, non credo ci siano spazi di mercato per pensare in grande.

Mia madre per prendere in giro il mio modo di vedere le cose, mi dice sempre che sono nato in ritardo di qualche secolo, beh, senza spingermi così indietro, fossi nato un paio di decenni prima, forse avrei potuto sfruttare meglio questa mia passione, purtroppo oggi il modellismo è in declino.
Se l’Alfa GTA è nata quasi per scommessa, uno scatto d’orgoglio, la Flavia Zagato è nata per …ispirazione, direi che è stata lei a scegliere me, dal momento in cui l’ho notata in edicola, mi ha rapito, ho capito subito che potevo sfruttarla, anche se non capivo come.
Ho successivamente scoperto, in maniera del tutto casuale, che nella produzione modellistica c’era un vuoto, erano state riprodotte tutte le possibili varianti tranne una, quella che aveva corso con il n. 182 alla Targa del 1965 e che, sempre nello stesso anno, aveva corso al Tour de Corse ed in altre competizioni.
Una mancanza inspiegabile anche alla luce del fatto che in passato la Tecnomodel di Opera (MI) si era già interessata alla gemella, la n. 184, profondamente diversa nella zona posteriore della carrozzeria.
Anche dietro a questo modello si nasconde un piccolo aneddoto, avevo esposto questo mio progetto ad un gruppo di amici, tutti modellisti e tutti grandi appassionati di Targa, non so se per un fraintendimento sul modello o chissà cosa, ma tutti si sono dimostrati scettici sulla sua reale fattività.
Fatto sta che il prototipo era in realtà  già stato completato, a parte qualche problema con gli interni, che mi hanno fatto penare più del dovuto, e con i cerchi, difficili da stampare con le mie attuali “tecnologie”, il lavoro è andato via in maniera assai celere.

Attualmente ho in cantiere un altro prototipo, questa volta non si tratta proprio di un inedito, dato che la Fulvia barchetta in questione è già stata ripresa da più artigiani, anche in questo caso sono partito da una base esistente, elaborandola pesantemente, però attualmente sono ancora lontano dal concludere il progetto".

10 commenti:

  1. Aspettavo questi modelli da una vita, mi sento di dire, e non è un parere mio personale, ma mi sembra che i musi di queste vetture siano poco realistici, distanti dalla realtà, un vero peccato perchè la curiosità era tanta.
    Come recita il detto "chi la fa l aspetti"
    DIO esiste.

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  2. Inizio a stufarmi di "anonimi" che sparano simili bordate.
    Non capisco il perchè di tanto astio ( "chi la fa l'aspetti" )nei confronti di un modellista che con impegno
    e vari sacrifici, ha realizzato due modelli a mio parere interessanti.
    Se i musi sono "lontani dalla realtà" lo diremo noi che li abbiamo ordinati o li stiamo per ordinare e non chi li giudica basandosi solo su voci di corridoio.

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  3. Sig. Ago, non si alteri per simili bordate, io le ho già sperimentate su me stesso, se lei fosse un assiduo frequentatore di questo forum, saprebbe che il sig. Marchetta ha fatto lo stesso identico trattamento ad un mio modello, ho una e-mail sul mio computer del sig. N. F. dove oltre giustificare il Marchetta, mi illustra i suoi lavori. il mio comportamento vuole solo far capire, come ci sente dopo la bordata, se il Marchetta ha capito la lezione, per me la cosa finisce qui.madyero.

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  4. Signor Madiali, la informo che in ordine di anzianità di frequentazione in questo
    Blog, sono esattamente in quinta posizione.
    Chi mi conosce, sa benissimo che non mi altero mai,anzi, cerco sempre di smussare
    certi spigoli. Se lei si fosse firmato come in questo caso, avrei lasciato volentieri la replica al diretto interessato, ma il Suo intervento era anonimo e come tale
    meritava una certa risposta, tutto qui.Colgo l'occasione per complimentarmi del lavoro
    fatto sulla Osella e non le nascondo che la tematica intrapresa è bellissima.
    In attesa di barchette ATS Chevron Lola ecc ecc, cordialmente la saluto.

    Arturo Citti

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    1. Sig, Ago, la ringrazio per le parole spese, non sono un stro... come qualcuno crede, se mi si prende per il verso giusto si ottiene tutto, quando accadde il fatto del sig. Marchetta, mi sono trovato in grande difficoltà, i collezionisti mi chiedevano spiegazioni e sinceramente non sapevo cosa rispondere. Ho dovuto far ritornare il proto del modello, e correggere, cosa poi, niente. Vedremo. I francesi hanno un modo molto elegante per fare delle osservazioni, pubblicano una foto dell auto vera e poi evidenziano sul modellino, di fronte all evidenza, si permettono di criticare ditte lider senza suscitare ostilità. Per quanto rigarda i modelli del sig. Marchetta, non riesco a giudicare dalle foto, però come partenza mi sembra buona, io quando ho cominciato asservavo molto cosa avevano fatto quelli più bravi di me, e cercavo di imitarli. Un vecchio architetto quando facevo il disegnatore mi disse:-Non dobbiamo inverntare niente di nuovo, dobbiamo guardare cosa hanno fatto gli altri, e farlo meglio. Mi scuso ancora per il gesto e sottoscrivo che i musi dei modelli sono GIUSTI! Per le barchette che lei indica, ci sto pensando seriamente, e ho raccolto del bel materiale, ci vorrà un p ò di tenpo, perchè ho altri modelli in preparazione, io faccio tutto da solo, monto, e non voglio dire faccio il prototipo, elaboro ci aggiungo del mio, e ha giudicare dai risultati sono contento. Quando ho fatto l osella Nesti, nata quasi per scherzo, per fare un regalo a Mauro, è divenuto uno dei pezzi più richiesti. Se qualcuno, come hanno scritto qui, non comprano una mia osella mi lasciano indifferente, sapesse quanti consensi ho ricevuto in tutta Europa, io ho girato, ho conquistato i francesi, che è gente di palato fino. Come si dice l eccezione conferma la regola. Contraccambio cordiali saluti e spero di conoscerla di persona.
      madyero.

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  5. Ho digitato Madiali invece che Madiai.......pardon

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  6. La ringrazio per la gentile e sincera risposta e le auguro il successo che merita.

    Cordialmente

    Arturo Citti

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  7. Mi sono perso qualcosa?
    A. Marchetta

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  8. Riporto quanto scritto altrove:
    Buonpomeriggio Piero,
    non ero a conoscenza di questo suo commento e l'ho scoperto solo per caso, facendo una ricerca a ritroso dopo aver letto quanto da lei scritto a proposito delle GTA e della Flavia.
    Mi permetta di fare chiarezza.
    Innanzi tutto non ho avuto modo di conoscerla personalmente, ma questo non mi impedisce di apprezzare (tanto) i suoi kit.
    Forse, sulla base di informazioni leggermente distorte, lei ha fatto 1+1, ma in questo caso la matematica è solo un'opinione.
    Collaboro con Arena come potrebbe collaborare una colf, né più, né meno, la qualità del mio apporto è la stessa...
    Come scritto in precedenza, apprezzo moltissimo i suoi lavori, proprio dato questo mio generale apprezzamento, trovo la RSR, vista dal comune amico NF un po' sottotono, così come lo stesso NF.
    Questo non significa che fa schifo, tutt'altro, ma che non è, a mio avviso, all'altezza degli altri suoi lavori, lavori che acquisto volentieri non appena ne ho la possibilità.
    Purtroppo non ci conosciamo, mi scuso con lei per le mie parole che non volevano essere offensive nei suoi confronti, né lesive del suo lavoro, scevre da qualsiasi pseudo interesse di parte, la semplice opinione di un semplice appassionato, un amante "tradito".
    Nella mia vetrina c'è posto per tutti, portafogli permettendo.
    Da questo al dare dello scassacabbasisi ce ne corre.
    Senza astio
    Ciao
    Alfonso

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  9. Gent. sig. alfonso,
    ora che le acque cominciano a schiarirsi, vorrei fare un passo indietro. Io mi conosco bene, sono impulsivo e anche presuntuoso, si diventa così quando si è costetti ad accontentare molti, e con una percentuale molto alta. il più grande critico di me stesso sono io stesso, poi vengono le persone con cui lavoro o collaboro. Accetto qualsiasi critica purchè sia fondata, dimostrata. Quando la critica è gratuita fatta solo per danneggiare, purtroppo me ne accorgo e mi arrabbio parecchio. Quando è successo il fatto che ci riguarda, molti mesi fa' ho chiesto di lei a quanti conoscevo,
    per poterla contattare e potersi spiegare, nessuno mi ha voluto aiutare, neanche David,
    l'uniche notizie mi sono arrivate dal sig. N.F. attraverso una e mail rilanciatami da un collezionista di Genova. Dopo aver sentito tutte le parole di elogio del sig. N.F. per i miei modelli sono dispiaciuto di non averla accontentata, ma io di più non riesco a fare, in altri siti ne sono entusiasti, significa che i gusti sono essenzialmente personali. Quello che mi lascia dubbioso è che molti hanno criticato porticolari di poco conto, mentre il difetto vero che so io non lo vede nessuno. I disagi che ho avuto già li conosce, mi perdoni se ci sono andato pesante, ma più il sasso sta nella scarpa più il piede duole, ed io di sassi ne ho scarpe piene. Non le porto nessun rancore le faccio grandissimi auguri per i suoi modelli, ci tengo ad informarla che è mondo molto difficile, imparerà di persona con quali ostacoli si a che fare. Adoro Camilleri ed il suo commissario, che nomina spesso i gabbasisi, che credo siano dei frutti.
    un cordiale saluto a lei e a Franco.
    pierluigi.

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