Alpine Renault A110
Les bleues italiennes-1/43
A cura di Umberto Cattani
Testo Umberto Cattani-Foto Umberto
Cattani, Enzo Manzo
Le picciotte alla Targa
Piccole ma terribili, le Alpine A110 si
muovevano a loro agio su ogni tracciato. Non solo rally, quindi, ma anche
circuito ed il tracciato della Madonie, così vicino ad una speciale, si
adattava a meraviglia alle potenzialità della berlinetta francese. Targa Florio
1973, i ricordi diventano più palpabili e vivi grazie a Francesco Panarotto ed
alle sue piccole Alpine in scala 1/43. Scopriamole insieme.
Nel 1973 la Targa Florio costituiva il
sesto appuntamento del Campionato Mondiale Marche, una serie aperta ai
prototipi fino a tre litri con peso minimo di 650 kg alle GT costruite in un
minimo di 500 esemplari senza limite di cilindrata cui andavano ad aggiungersi-
ma senza raccogliere punti- le "turismo speciali" costruite in almeno
1000 esemplari, sempre senza limite di cubatura.
|
Guidata da Ferruccio Caliceti e Paolo Monti, l'A110 con i colori Quarry Jeans non ebbe fortuna, coinvolta in un incidente si ritirò nel corso del quarto giro. In fase di accelerazione, la berlinetta alzava il muso ma contava su una trazione eccellente. |
Ferrari, Alfa Romeo, Matra e
Mirage si contendevano l'alloro anche se, a conti fatti, solo la casa di
Maranello e quella francese sembravano in grado di recitare il ruolo di
protagoniste assolute. Porsche era della partita con la 911 RSR, vittoriosa
alla 24 ore di Daytona d'inizio stagione. In Sicilia la Matra non inviò nessuna
macchina, motivando la scelta con l'incompatibilità delle 670 alle strade della
Targa ed altrettanto fece Mirage. Per la Ferrari la strada del successo pareva
quindi molto agevole, a contrapporsi all'affermazione del cavallino c'era sulla
carta solo l' Alfa Romeo, scesa in Sicilia con le nuovissime 33 TT12. Ma la
storia ci narra che andò ben diversamente...
|
Sotto lo pseudonimo di "Poker" si celava Domenico Cedrati. Coadiuvato da Aldo Fasan colse un terzo posto di classe ma ben lontano dal vincitore di categoria. Il controsterzo era quasi un obbligo per governare l'Alpine. |
|
Vittoria di categoria per l'Alpine rosso arancio di Sergio Rombolotti e Gianfranco Ricci. Per gareggiare in pista, le A110 erano private dei paraurti e montavano cerchi a canale allargato. |
Nella classe che ci riguarda da vicino
per tipologia di vetture iscritte, la GT 1300, figuravano nell'elenco iscritti
11 macchine, così divise: sei Alpine A110 contro cinque Lancia, nello specifico
il modello Fulvia nelle versioni HF (tre) coupé (una) e Zagato (una). Per quale
motivo ci interessiamo alle comprimarie invece che rivolgere lo sguardo alle
protagoniste? Per il semplice fatto che lo scorso ottobre Francesco Panarotto
ha presentato a Padova un libro imperdibile dedicato alla storia delle Alpine
A110 che hanno gareggiato in Italia con i colori nazionali. In concomitanza era
proposto un cofanetto limitato a 110 esemplari, contenente tre belle A110 in
gara alla Targa del 1973. Ecco svelato l'arcano, e come direbbe la Raffaella
nazionale, il cofanetto è ora qui, sotto i vostri occhi!
Francesco ha fatto le cose per bene,
assicurandosi la collaborazione di Luca Barvitius, Ugo Celentano, Valerio
Comuzzi, Franco Dal Monico, Attilio Di Mauro, Giuseppe Giacomini, Gabriele
Guidetti, Enzo Manzo e Pierluigi Stopelli, oltre al club C.R.A.G.I. Siamo certi
che avrete riconosciuto tra questi nomi alcuni personaggi, ben noti alle
cronache modellistiche che ci competono...
|
La confezione originale comprende una vetrinetta ed una bella scatola in cartoncino con finestra anteriore. Francesco Panarotto ha voluto ricordare quanti hanno collaborato alla realizzazione del cofanetto, un cenno speciale a Targapedia, il sito di Enzo Manzo e per Pino Giacomini, patron della Giada Corse. |
|
Sullo sfondo della vetrinetta appare una foto che ritrae il pubblico della Targa, uno spettacolo nello spettacolo. Se oggi parliamo di crisi, basta guardare quante Fiat 500 erano parcheggiate ai lati della strada per capire che stiamo attraversando tempi già vissuti in passato. |
|
Parcheggiate a spina di pesce, le tre Alpine sembrano ricordare i colori della bandiera francese. La nascita era quella, lo sviluppo invece avvenne nel nostro paese, con ottimi risultati. |
|
In basso a sinistra della confezione è applicata la targhetta che identifica il numero progressivo di serie. La tiratura è limitata a 110 esemplari, basteranno a soddisfare gli appetiti dei collezionisti? |
Il prezzo di vendita al pubblico è di 200
euro, pienamente giustificato dalla tiratura limitata e dal carattere
prettamente artigianale della produzione. I modelli sono interamente in resina,
la produzione è stata affidata a maestranze orientali per limitare i costi. Le
tre A110 prescelte sono quelle degli equipaggi Rombolotti-Ricci (primi di
classe) "Poker"-Fasan (terzi di categoria) e Caliceti-Monti (ritirati per incidente). In comune l'appartenenza alla stessa scuderia, la
celebre Giada Corse capitanata da Pino Giacomini. La confezione è impreziosita
dal logo a losanga delle Alpine, riprodotto fedelmente. Si tratta della
targhetta che sulla vettura reale identifica il telaio, nello spazio centrale
reca un numero progressivo di serie, punzonato. Grazie ad una ricerca
meticolosa, Francesco, coadiuvato magistralmente da Enzo Manzo, ci presenta un
trittico inedito di A110, realizzate secondo i canoni dell'artigianato di
classe.
|
Questo modello riproduce l'Alpine che s'impose nella sua categoria. Il montaggio è accurato, solo i più esigenti potranno spingersi oltre, favoriti dal fatto che il pianale si toglie con facilità. |
|
Il lato opposto mostra la simmetria della decorazione che, su questa versione, svela la grafica della V nera e arancio su campi contrastanti. |
|
Un certificato di autenticità attesta la tiratura per garantire all'acquirente la preziosità del prodotto. Il logo Targapedia è onnipresente. |
|
Le cornici dei cristalli sono fotoincise, per quelle di lunotto e parabrezza fate attenzione perché, data la curvatura, potrebbero muoversi nel tempo. |
|
La decorazione a filetti di questa Alpine deve aver dato più di un grattacapo ai montatori cinesi. I cerchi in resina sono specifici delle versioni da pista. Impeccabile la verniciatura. |
Su entrambe le versioni Quarry Jeans, è stesa una vernice trasparente a
protezione delle decalcomanie mentre sull'A110 di colore arancio i cofani non
hanno goduto del medesimo trattamento. Le decals sono applicate con cura, solo
nel caso dell'A110 bianca i filetti rossi hanno uno sviluppo in qualche tratto
da rivedere ma capiamo che, vista l'esiguità delle linee, il lavoro non è stato
facile. Le cornici dei cristalli laterali, del parabrezza e del lunotto sono
fotoincise e sfruttano l'acetato rapportato per ottenere una buona fedeltà. Il
risultato finale è encomiabile, avremmo preferito comunque un tratto di vernice
nera tra il profilo stesso e la parte superiore della portiera per ottenere
maggiore realismo. I cerchi a cinque razze sono in resina così come il pianale,
comune alle tre riproduzioni.
|
Per distinguere l'A110 di Caliceti e Monti dalle gemelle Quarry Jeans presenti in gara, sul musetto furono applicate tre bande di colore azzurro. Qualche ritocco di vernice s'impone qua e là per regalare al modello un tocco in più di realismo. |
|
La foto è impietosa in questo caso, il difetto del mancato allineamento dei filetti rossi diventa meno evidente se visto in maniera tradizionale. |
|
Bella la livrea studiata per lo sponsor. Ben interpretata la linea, da questa prospettiva si nota la larghezza dei parafanghi posteriori. I gruppi ottici posteriori sono in resina dipinta con colori clear. |
|
Le cerniere sui cofani così come le maniglie e il profilo laterale sono tampografati in colore alluminio. |
|
Se la decorazione non fosse sigillata dal trasparente, sarebbe stato possibile intervenire per operare qualche rettifica. |
Non manca il roll-bar interno. I tergicristallo
sono fotoincisi, i gruppi ottici sfruttano al posteriore resina traslucida ed
anteriormente parabole sempre in resina con calotte in acetato termoformato.
Maniglie e cerniere sono dipinte in tampografia.
|
Molto curato l'assetto su tutti i modelli, come nella realtà le gomme quasi si appoggiavano sui passaruota. Le frecce e i ripetitori laterali sono riprodotti grazie a decalcomanie specifiche. |
|
Dalle foto esaminate, sembra che questa vettura montasse un tubo di scarico diverso da questo. In evidenza le protuberanze su cui erano montati i doppi paraurti a lama. |
|
L'Alpine resta una delle macchine da corsa più belle di tutti i tempi. Da questa immagine si notano il rollbar e lo specchietto interno fotoinciso. |
|
"Poker" e Fasan terminarono la gara ma lontano dai primi. Il modello propone la classica V a colori contrastanti, emblema della Giada Corse. |
|
Francesco Panarotto è un collezionista di modelli, una delle sue tematiche preferite è quella delle A110, mai mano fu quindi più ispirata della scelta... |
Tipica delle versioni da pista
la presenza sul muso e sulla coda degli incastri in rilievo su cui erano
montati d'origine i paraurti. Il tubo di scarico è rapportato, dalle foto in
nostro possesso quello montato sull'A110 blu appare di forma ed andamento
diversi. Corretto l'assetto, tipicamente da pista e fedele il disegno dei
parafanghi allargati.
|
Cosa ci permette di fare un modellino... Volare fino alle porte di Cerda per posare le gomme sull'asfalto delle Madonie. Basta sfruttare fantasia e tecnica e il gioco è fatto. |
|
Manca il pubblico ma la zona è impervia e poco ospitale. Difficile parcheggiare una 500 sulle rocce! |
|
Come vedete, gli interni sono piuttosto scarni. Rollbar e panca posteriore sono incollati alla carrozzeria, lasciate perdere ogni velleità perché la resina è molto fragile. |
|
Uno dei punti di forza di questi modelli è la verniciatura, priva di qualsiasi difetto. Solo sul tetto di questa Alpine era presente una sbavatura, ripresa grazie al compound Tamiya. |
|
La parte inferiore è altrettanto spoglia. Non cercate la firma del produttore, piuttosto incollate gli assali che sui modelli sono piuttosto ballerini. |
Avremmo accentuato maggiormente il camber negativo del
retrotreno, tipico delle Alpine, un dettaglio facilmente rimediabile dato che i
modelli si aprono senza problemi grazie
ad una coppia di viti a croce che serrano il pianale alla carrozzeria. Gli
specchietti sono rapportati, quelli interni sono in metallo fotoinciso. Molto
curata la verniciatura di una lucentezza fin troppo accentuata,
considerando l'anno di gara. In questo
caso, i collezionisti più esigenti non potranno che esserne pienamente
soddisfatti.
|
Anche in questo caso, l'obiettivo macro svela qualche imperfezione, quasi invisibile all'occhio. Nessuna paura, i cerchi sono di buona fattura. |
|
In evidenza la coppia di tergicristallo fotoincisi ed il dettaglio del profilo del parabrezza. |
|
Su questo modello il musetto è leggermente diverso, compare infatti una protuberanza centrale dove s'inseriva la targa. |
|
Una goccia di colla e il profilo del lunotto tornerà in sede, fidatevi. Sui gruppi ottici compaiono tracce del cianoacrilato, eliminatele con un pennellino intinto nell'olio. |
Lasciamo alla consueta galleria
d'immagini il compito di esaltare la qualità di questi modelli. Con una spesa
di 200 euro potrete entrare in possesso di un tris inedito di A110, emblemi di
una scuderia che fece delle Alpine il suo cavallo di battaglia. Picciotte
fedeli sbarcate in Sicilia per interpretare un ruolo da protagoniste, non
assolute, naturalmente, ma nella classe di competenza. Panarotto ce le
restituisce in scala ridotta, perfettamente in linea con le attese degli
appassionati. Onore al merito.
|
A noi piacciono più i fari di Stefano Adami ma nella vita non si può aver tutto. Le Alpine di Panarotto si difendono comunque piuttosto bene, la bocca anteriore è figurata grazie a una decalcomania. |
|
Tutto dietro! L'A110 montava un motore posteriore a sbalzo, se l'anteriore era leggero, tutto si poggiava sulle terga e quali terga! |
|
Nella realtà, mai avreste potuto vedere le A110 della Giada Corse secondo questa prospettiva. Una magia che solo i modelli in scala riescono a regalare. |
Che dire...grazie a David per lo spazio e a Umberto Cattani e Enzo Manzo per la recensione !
RispondiEliminaIl coffret è bellissimo per la cura maniacale dei particolari ed è l'esatto compendio al Libro.
L'Opera Omnia sulle Berlinette italiane del grande Francesco Panarotto è immensa, è stato fatto un lavoro di ricerca che lascia veramente senza respiro. Ci vorranno anni per me memorizzare tutte le foto "inedite" che sono sul libro, veramente impressionante !
Sono orgoglioso che sulla A110 ci sia un ora volume di tale professionalità e spero che esso funga da "traino" per tanti appassionati e piloti che ancora sono nell'ombra...a tal proposito vorrei consigliare di non lasciare negli "armadi dei ricordi" aneddoti, foto e quant'altro possa servire (chissà ?) ... per una seconda edizione o altro...
E'stato come scavare nella Storia ! Grande Onore a tutti i piloti italiani che hanno fatto epiche gesta con la nostra "Berlinette" !...quanti bei nomi, quante foto !
E' un libro che non può mancare a noi che in quegli anni abbiamo vissuto e abbiamo visto le A110 sui campi di gara !
Un grazie a Francè ! e a tutti Voi che amate le Alpine !
ua110
Mi associo ed estendo i ringraziamenti: a David Tarallo per lo spazio che ci ospita, ad Umberto Cattani per la rigorosa e precisa recensione, ad Ugo Celentano per il "tifo" alpinistico, a Enzo Manzo fonte inesauribile di documentazione sulla Targa e non solo, ad Attilio Di Mauro per l'aiuto con le decals, a Valerio Comuzzi per i consigli e le "dritte", a Luca Barvitius che è il "papà" delle resine, a Franco Dal Monico per le losanghe serigrafate e incise,ad Enrico Gastaldelli che oltre ad impaginare tutto il libro ha avuto anche il tempo di disegnare la scatola per i modellini, a Pierluigi Stopelli per il sostegno e l'aiuto che non mi ha mai fatto mancare, al C.R.A.G.I. che ha entusiasticamente supportato il libro e i modellini, al grande "Pino" Giacomini per l'aiuto e l'utilizzo di foto, firma e nome della Giada Auto, e infine "last but not the least" il mio carissimo amico Gabriele Guidetti che ha avuto il coraggio e diciamo pure l'incoscienza di affiancarmi nella realizzazione di questo coffret!
RispondiEliminaGrazie a tutti!
Francesco Panarotto
...uzz !
RispondiElimina...dimenticavo i modelli hanno due peculiarità originali mai viste da altri costruttori o artigiani. La prima è che la base è quella della scocca di A110 priva di paraurti l'altra è la riproduzione dei cerchi della marca GT (opzione dell'epoca sulla 1/1).
RispondiEliminaChapeau !