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Riccardo Patrese con l'Arrows-Cosworth A3 F.1 nel 1980. |
La A3 costituisce un modello importante nella storia del costruttore inglese Arrows. Progettata da Tony Southgate e Dave Wass per la stagione 1980, dovette rimpiazzare la poco convezionale ma anche poco competitiva A2 che aveva disputato la seconda parte del campionato di F.1 1979, dopo che il team aveva impiegato nei primi Gran Premi un'evoluzione della A1 del 1978, denominata A1B. Il concetto alla base del progetto A3 faceva qualche passo indietro verso una ben maggiore convenzionalità, secondo i dettami più usuali delle wing car allora in voga. Ne uscì una vettura dalle linee semplici e pulite, con le ali di dimensioni limitate visto il limitato carico necessario a integrare il sistema a effetto suolo nella parte inferiore. Come al solito, la motorizzazione era assicurata dagli 8 cilindri Ford Cosworth, provvisti di cambio Hewland. Prima guida del team fu confermato Riccardo Patrese, che era arrivato in Arrows all'inizio del 1978, dopo l'anno del debutto con la Shadow. A fianco di Patrese restò anche Jochen Mass, che era approdato al team inglese nel 1979, dopo una poco felice esperienza con l'ATS.
L'Arrows A3 non è sfuggita nel tempo alle attenzioni dei più conosciuti produttori di F.1: prima ci fu FDS, che nei primi anni ottanta riproduceva sistematicamente la quasi totalità delle griglie dei Gran Premi; poi la francese Tenariv con un classico kit in resina. Recentissimamente, Marsh Models, allontanandosi un po' dai suoi soggetti abituali, ha deciso di includere la A3 del 1980 nel proprio catalogo, proponendola sia in forma di kit sia in forma di factory built, col numero di catalogo MM223. La versione prescelta è quella del GP USA West a Long Beach, dove Patrese ottenne il miglior risultato della stagione, con uno straordinario secondo posto, mentre Mass concluse settimo, appena fuori dalla zona punti.
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Questa foto, tratta dal libro Velocità & Rally 1980, testimonia i tre errori che penalizzano un po' questa A3 di Marsh Models: colore errato del rollbar, assenza del piccolo parabrezza anteriore, mancanza della scritta Willans sulle cinture di sicurezza. Tutte cose in teoria facilmente rimediabili, ma ci si chiede per quale motivo si debbano mettere le mani su modelli così costosi. Penso che la foto sia addirittura proprio del GP Usa West, cui fa riferimento il modello Marsh. Chi monta il kit potrà facilmente correggere gli errori del factory built. |
Come vedrete dalle foto, il factory built è decisamente un bel modello, che testimonia cosa si possa ricavare con un buon montaggio. Purtroppo il modello è penalizzato da alcuni difetti, per la verità tutti rimediabili ma sinceramente fastidiosi su un prodotto non certo economico come questo (sono necessarie circa 170 sterline, mentre il kit costa sulle 62-63 sterline). Nei programmi di John Simons vi è anche la A3 del 1981, quella arancione, sponsorizzata dalle Ceramiche Ragno e gommata Michelin, pilotata da Patrese e Siegfried Stohr.
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Quasi contemporaneamente a Renaissance, che è uscita, sorprendendo tutti, con una versione riveduta e corretta della Renault RE30 realizzata sfruttando un vecchio stampo Tenariv, anche Marsh Models si è fatta sedurre dal fascino delle wing car dei primi anni ottanta. Necessità di differenziare l'offerta? |
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La produzione dei factory built sarà forzatamente molto limitata; il numero teorico dei 100 modelli per tipo è ovviamente molto lontano, ma pensiamo che le vendite si concentreranno sui kit. |
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L'aspetto del modello è corretto, le ruote sono montate in modo preciso e simmetrico, cosa che conta moltissimo su una monoposto. |
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Piuttosto dettagliato il retrotreno, con i particolari della trasmissione Hewland, i semiassi e i tiranti delle sospensioni, tutti elementi realizzati in metallo bianco, resina e fotoincisione. |
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Le minigonne a sfiorare i terreno, come su ogni wing car che si rispetti. Netta e precisa l'applicazione dell'ala posteriore. Il modello, nonostante sia una monoposto, è piuttosto robusto e ha resistito senza alcun problema al viaggio con un pacchetto raccomandato dalla Gran Bretagna all'Italia. |
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Realistico l'abitacolo con le cinture in fotoincisione e i particolari della strumentazione in evidenza. L'aspetto degli abitacoli delle F.1 dei primi anni ottanta era piuttosto spartano e il modello dell'Arrows A3 non fa eccezione. Gliusto il colore blu azzurro delle cinture, ma manca la scritta del fabbricante Willans. |
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Gli sponsor Penthouse e Rizla non coprirono l'intera stagione. Lascia alquanto perplesso il colore nero satinato del rollbar: non ho trovato alcuna evidenza di un rollbar nero sulla Arrows A3 del 1980. In realtà dovrebbe essere color acciaio. |
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Molto bello il volante, notare la corta leva del cambio che esce dalla monoscocca. Ben fatto anche il gruppo delle sospensioni anteriori, con i vari braccetti e tiranti. Mancherebbe anche un minuscolo parabrezza posizionato sulla carrozzeria, appena visibile nelle foto, ma presente sulla vettura reale. |
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La parte posteriore è accurata, grazie anche a un uso sapiente della fotoincisione. |
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Il modello ha un aspetto equilibrato; la finitura del colore sul factory built è ben fatta, con la corretta gradazione dell'oro paglia, caratteristico della livrea Warsteiner. |
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