31 luglio 2012

Brumm, la 500R e la nonna di mio cugino

Ho sempre avuto una predilezione, fra le Fiat 500, per l'ultimissima versione, la "R", prodotta fra il 1972 e il 1975; contraddistinta dalla sigla interna 110F/II, è forse la meno ricercata delle 500, ma il suo ricordo è legato all'infanzia e successivamente ad un esemplare color avorio antico appartenuto alla nonna di mio cugino.

A questa macchina erano attribuiti poteri quasi magici che negli ultimi anni di liceo e all'inizio dell'università avevano fatto fiorire nella mia testa e in quella di mio cugino Marco racconti e leggende legati a questo oggetto inanimato che riposava quasi perennemente nel garage di casa. Sua nonna - già abbastanza anziana - non usciva con questa 500 se non per andare a trovare la tomba del figlio al cimitero di Soffiano e noi due spesso scendevamo nel silenzio del garage semplicemente per passarvi qualche momento in pace, soprattutto d'estate, nei nostri pomeriggi di revival anni settanta, in cui pranzavamo con le posate con i manici in plastica azzurrina o crema e facevamo partite di Subbuteo copiando le formazioni dai vecchi almanacchi illustrati del calcio Panini. Incastonato nel vano portaoggetti dalla parte del passeggero vi era un flacone di plastica (detergente per auto? additivo?) marchiato Esso, ormai impossibile da rimuovere. Faceva parte integrante della vettura, che ormai da anni copriva solo e sempre lo stesso percorso: Le Bagnese - Soffiano, Soffiano-Le Bagnese. Mio cugino aveva per questa macchina un'affezione particolare e nelle nostre chiacchierate paradossali fingevamo che fosse ora un totem, ora un feticcio da venerare con sacro timore. In realtà questa vecchia 500 (eravamo ormai alla fine degli anni ottanta - inizio anni novanta) qualche strano potere doveva avercelo, se compariva nei sogni della nonna di mio cugino indicando ora momenti felici, ora sventure, fortunatamente non tutte irreversibili. E fu proprio la 500 color avorio ad apparire in forma onirica all'anziana signora qualche giorno prima di un incidente in cui io e mio cugino rischiammo di romperci il collo in un piovoso pomeriggio di Pasqua del 1990. Nel sogno la 500 si era di colpo fermata per poi ripartire. Non so quando mio cugino si sbarazzò di quest'auto, che ricorreva di riffa o di raffa un po' in ogni discorso, a simboleggiare ora un lontano passato, ora una condizione di solitudine, ora un modo di intendere la vita che si spengeva con le generazioni più anziane.
avorio antico / interni ocra, una combinazione rimasta in produzione fino all'ottobre del 1973.

Mi sono dilungato, ma volevo raccontarvi il perché, ogni volta, vedere una 500R mi crea una sottile emozione. Ora la Brumm è uscita con la gamma completa dei colori della "R", disponibile in versione aperta o chiusa (se non sbaglio, era già uscita solo quella aperta "turchese farfalla" come anteprima, ma tutte le altre si erano fatte attendere). Questa non è una recensione dettagliata, è solo un pour parler un po' sul filo della memoria, beninteso. La ricerca storica degli abbinamenti colore esterno/interno è stata condotta come sempre con molto rigore, come può del resto confermare il confronto con l'ottimo studio di Enrico Bo, dedicato agli allestimenti della 500 (Edizioni 500 Club Italia, vivamente consigliato).

E' un piacere vedere tutte le vecchie, umili R riunite nei loro colori tipici: Brumm li ha riprodotti tutti e nove, giallo tufo (246)/int. nero, rosso corallo scuro (165)/int. ocra, turchese farfalla (463)/int. nero, giallo tahiti (276)/int. nero, avorio antico (234)/int. ocra, bianco (233/'71-'72)/int. rosso, blu scuro (456/'72)/int. rosso, azzurro chiaro (415)/int. azzurro e giallo senape (278)/int. nero, tutte combinazioni - come detto - corrispondenti alla realtà (interni in vellutino o in finta pelle). Credo che questo sia un modello da prendere con lo spirito giusto, senza tante attenzioni alla qualità del montaggio che è davvero scadente: abbondano maniglie incollate storte, gravi difetti di verniciatura (colature, pallini, punti di polvere), per non parlare delle sbavature dello stampo di cui il produttore se n'è strafregato allegramente (inserisco un paio di immagini giusto per far capire di cosa sto parlando).


Accogliamo comunque con simpatia quest'ultima variazione sul tema 500. Non so se Brumm abbia fatto bene i conti giungendo alla conclusione che un prezzo molto basso con modelli non perfetti sia preferibile a un prezzo leggermente più alto abbinato ad una qualità di montaggio e verniciatura migliore. Del resto la recente 127 non mi pare abbia tutti questi difetti. La maggior parte delle magagne è imputabile allo stampo, molto sporco e forse anche al maggior numero di particolari riportati rispetto a quest'ultima.
Il giallo tufo restò in produzione solo un anno, dall'agosto del 1974 all'agosto del 1975.

Chissà se la mia 500R avorio antico avrà gli stessi poteri di quella vera?

5 commenti:

  1. È quello che ti auguro!
    Così come auguro a Brioblu Tatterletti di rivedere qualcosa nel reparto verniciatura, da sempre punto debole dei Brumm.

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  2. Quanto meno, non scrive più bischerate sul forum Duegi. ;-)

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  3. Interessante il flashback, è sempre bello avere modellini che comunicano qualcosa a noi e noi soli.

    Sbaglio o anche i cerchi non sono il massimo? Non credo dovessero essere fessurati.. ed è un peccato perchè i cerchi della 126 sono una delle cose che più caratterizzano la R..

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  4. Sai Andrea che il tuo è il 1000° commento postato nel blog? Hai vinto qualche cosa :)

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  5. Fa piacere che questo spazio continui ad arricchirsi!

    PS: oggi fatalità ho visto un Cinquino R ed effettivamente i cerchi hanno le fessure ma sono quasi invisibili da tanto piccole!

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