Uscito di recente, questo volume, scritto da Franco Carmignani e Paolo Ferrini, e edito da Media Consultants s.r.l, ripercorre quasi un secolo di automobilismo a Roma. Sono tante le gare che già prima della grande guerra si disputavano per le strade della capitale o nei dintorni. Dopo la seconda guerra mondiale la tradizione continuò con Ostia, Caracalla e altre manifestazioni che attiravano un pubblico entusiasta e una partecipazione tecnicamente qualificata di piloti e costruttori. Con l'arrivo della pista di Vallelunga i Gran Premi di Roma continuarono a corrersi all'autodromo di Campagnano, e la storia è continuata fino ai nostri giorni. Questo libro ha il pregio, raro, di far rivivere le atmosfere dei decenni che scorrono, con tante notizie, approfondimenti, aneddoti e risvolti poco noti. Ne nasce un mosaico molto dettagliato e appassionante dell'automobilismo capitolino, ed è quasi inutile citare i tanti "reucci" di Vallelunga che dagli anni sessanta si sono sfidati in innumerevoli corse.
Ma il Gran Premio di Roma era l'elite: ci corse, a Campagnano, anche la Formula 1, ma molti ricordano con nostalgia le giornate della Formula 2 anni settanta-inizi ottanta, quelli della Formula 3000 e le 6 Ore valide per il Mondiale Marche. Il volume si chiude, inevitabilmente, con l'E-prix corso a Roma (a proposito, non manca neanche un capitolo che spiega come nacque e come non si disputò mai il Gran Premio di F.1 che avrebbe dovuto corrersi all'EUR nel 1985). Dalla metà degli anni novanta a oggi sono parecchi i volumi sull'automobilismo laziale; uno dei precursori di queste ricerche fu l'ingegner Enzo Altorio, che nel 1994 pubblicò un'esauriente storia dei Giannini. Molto però è dovuto alle straordinarie capacità di ricerca di Franco Carmignani: possiamo citare la storia di Patriarca, uscita per i tipi dell'ASI alla fine del 2015 o il grande volume su Vallelunga, uscito nel dicembre 2017 in occasione dei 65 anni dell'autodromo. Già la ricerca sulla storia di Vallelunga era iniziata nei primissimi anni duemila, tra l'altro in concomitanza con i ritrovamenti archeologici all'interno della zona dell'autodromo. Insomma, anche per quanto riguarda Roma e dintorni, la storiografia automobilistica italiana sta recuperando l'enorme svantaggio accumulato durante anni in cui si pensava che condurre ricerche sulle realtà sportive locali - e ce ne sono di ricchissime - non rivestisse un grande interesse. Gli inglesi insegnano e la lezione forse è stata definitivamente recepita.
Nessun commento:
Posta un commento