15 settembre 2019

In memoria di Bruno Brida

Bruno Brida a Le Mans, giugno 2014
E' mancato oggi pomeriggio Bruno Brida. Giornalista specializzato nel settore dell'automobile, Bruno aveva avuto una più che quarantennale carriera. Laureato in ingegneria, era stato redattore di Quattroruote, caporedattore di Autoruote 4x4 e caporedattore in alcune testate quotidiane locali come la Gazzetta di Crema e la Gazzetta di Monza. Personalmente l'avevo conosciuto nel 1997, all'inizio della mia lunga collaborazione con Paddock. La sua esperienza superiore alla media si rivelava in ognuna delle lunghissime telefonate che ci scambiavamo periodicamente per decidere gli articoli e fare il punto sulle idee per i numeri a venire. Aveva una visione larga delle cose, era spesso avanti coi tempi. Voleva innovare ma senza sacrificare la tradizione del buon giornalismo. Se in una delle chiacchierate riuscivi a fare tuoi almeno due o tre spunti, potevi essere a posto per i mesi successivi. Osservava e sapeva analizzare con una chiarezza che non ho ritrovato spesso in altri giornalisti del settore. Al Motor Show di Bologna lo seguivi e ti bastavano due o tre sue commenti per capire che aria tirava. Nel 2008 la redazione per la quale lavoravo si accordò per una collaborazione con una grande casa che correva a Le Mans; ogni anno, puntualmente, era il caos. L'edizione in cui fu presente in loco - nel 2011 - faticammo un terzo e ottenemmo risultati nettamente migliori perché aveva saputo allontanare dalla nostra postazione tutte le inutili complicazioni che ci assorbivano energie fisiche e mentali, sapendo mediare in modo efficace con la redazione in Italia. Gliela ricordai spesso, l'utilità di quel suo intervento, e mi viene in mente una sera spensierata del giugno 2014 in cui festeggiamo il mio compleanno in un bistrot di Mulsanne. Forse non ha avuto il tempo di mettere in pratica alcune sue intuizioni; forse non ha neanche trovato chi potesse o volesse rischiare qualcosa in più rispetto ai compassati compitini dell'informazione tradizionale ("con quello che ti permetterebbe Internet!", diceva), ma notavi sempre in lui l'entusiasmo di imboccare strade nuove.
Sul campo di gara, nel 2011
Una persona segna la tua vita quando sei in grado di ricordare esattamente certe frasi, che si conficcano come frecce in un tronco d'albero. "La Formula 1 è uno spettacolo ormai decotto", commentò dieci anni fa in una delle nostre riunioni. "Decotto". Era l'aggettivo giusto che mi risuonò nel cervello per giorni e che ancora oggi ricordo in maniera limpida. "Bella questa nuova Honda; ok ma di nuovo che apporta? I costruttori non hanno più idee". E questa fu la sua chiosa a uno scenografico stand di uno dei tanti saloni in cui i giornalisti più che alle auto erano interessati a conoscere l'orario dei cocktail previsti per le varie presentazioni. Di sicuro Bruno era stato uno dei primi a rendersi conto, in Italia, che il "sistema" dell'informazione automobilistica (e non solo) andava cambiato, e che non si trattava di un lusso ma di una necessità. Alla sua famiglia vanno le mie più sincere condoglianze.

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