Leggevo regolarmente Model Collector all'inizio degli anni novanta. Era una rivista che arrivava regolarmente da Tron a Milano, ma la si poteva trovare anche altrove in Italia. Preferivo Modelauto Review (ancora più "inglese"), ma anche MC costituiva un utile strumento d'informazione su produttori e realtà che era difficile conoscere in quegli anni in cui il mondo era ancora offline. Model Collector era stato fondato nel 1987 e ospitava anche una selezione di articoli storici su modelli obsoleti, alternati a recensioni piuttosto puntuali su modelli che nel resto d'Europa non godevano magari di grande fortuna, come gli EFE, ma che nel Regno Unito erano molto popolari e seguiti. Model Collector esiste tutt'oggi, e nella zona di Firenze, tanto per fare un esempio, si può trovare nella fornitissima edicola all'interno del centro commerciale I Gigli non lontano dalla zona di Prato-Calenzano. Cos'è rimasto del vecchio spirito di Model Collector e più in generale delle riviste britanniche? Modelauto Review non esiste più, per non parlare della più inglese di tutte, Pit Road che fu la prima a lasciare la compagnia - e anche parecchio presto.
Per gli amanti del genere direi in primis la grafica: qualcosa, ancora oggi, si è salvato, anche se i contenuti non sono più approfonditi come un tempo. Va comunque ricordato come Model Collectors, di tutte le riviste inglesi, fosse la più europea, almeno come approccio, stile degli articoli e criteri di giudizio, pur conservando comunque una qualche aura isolana. Oggi è ancora abbastanza così: dicevo della grafica, ancora inconfondibile (così come si riconoscerebbe da lontano una rivista nipponica, anche se fosse scritta con i nostri caratteri). Piuttosto puntuale, competente, chiara, Model Collector costituisce una lettura alternativa per chi voglia avere uno sguardo su mondi collezionistici lontani dal nostro.
Certo, l'influenza degli inserzionisti si fa sentire: Oxford Diecast è uno degli sponsor della rivista, e le piccole recensioni in apertura risentono notevolmente di questo. Non mancano comunque recensioni molto competenti e approfondite, come quella, nel numero di marzo, sulla Volvo P1800 in 1:18 di DNA Collectibles. Simpatica anche la disamina storica sui Matchbox e sull'effettiva apparizione del caratteristico nome-logo sui fondini nel corso dei due-tre decenni di maggior gloria del marchio. Oggi Model Collectors fa parte di Mytimemedia Ltd. e in Inghilterra ha un prezzo di copertina di GBP 4,35. Maggiori informazioni sulla rivista potranno essere reperite sul sito www.modelcollector.com.
Ciao, ottime osservazioni sulla rivista citata. Cosa ne pensi di Diecast Collector io ne ho acquistate parecchie nel passato..ma poi non l ho più acquistata. Non citi mai nelle tue analisi nessuna rivista tedesca tipo CaraMini che secondo me è una ottima rivista. Oppure la rivista dell herpa. Potresti fare degli articoli monografici descrivendo la situazione delle riviste di auto modellismo nei principali paesi Francia, Germania, Spagna, UK.
RispondiEliminaGrazie per l ottimo blog che compili.
Alessandro
Ciao Alessandro e grazie per il messaggio. A mio modesto avviso le riviste tedesche sono un gradino sotto quelle inglesi, francesi e italiane. CaraMini è fortemente orientata verso il commerciale, visto che pubblica quasi esclusivamente articoli su marchi che costituiscono il loro parco inserzionisti. Questo, fino a certi limiti, è normale, ma quando diventa una tendenza esclusiva, la qualità del prodotto finale ne risente. Ottima l'idea di fare degli articoli sulla situazione editoriale nei singoli paesi. Mi attrezzerò.
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