13 marzo 2019

Inestimables Dinky Toys, Argus 2019-2020 di Stéphane Brochard


Alla fine del 2018 ha visto la luce l'edizione 2019-2020 della popolare guida di Stéphane Brochard sui Dinky. "Inestimables Dinky Toys Argus 2010-2020", disponibile direttamente sul sito delle Editions LVA (www.la-boutique.com), presenta alcuni aggiornamenti rispetto all'ultima edizione, uscita nel 2017. Le foto passano da 1750 a 1870, e le quotazioni registrate da 5664 a circa 6000. Tutta la produzione Dinky è catalogata, ma attenzione: si tratta di repertori parziali, che non riportano la totalità dei colori e delle varianti conosciute, ma solo i risultati effettivi delle vendite, relativi al periodo 1999-2018. Ci troviamo quindi di fronte a uno strumento di consultazione pratica che fornisce di solito una doppia quotazione, da una minima a una massima con i mesi della registrazione della vendita. Una guida di questo genere va consultata insieme all'inglese Ramsay's, anch'essa basata su risultati reali, ma più completa ed enciclopedica. Ci si potrebbe chiedere quale sia l'utilità di uscire con un nuovo Argus a poco meno di un anno di distanza dall'edizione 2017: in effetti le novità sono tutt'altro che sconvolgenti, i risultati sono stati quando possibile aggiornati e qualche stranezza vista durante l'ultimo anno ha trovato posto nelle 386 pagine del volume. Qua e là, qualcosa di importante si trova e chi desideri tenersi aggiornato sulle tendenze del mercato farà bene ad aggiungere anche questo volume (che costa € 25,00) alla propria biblioteca. Come in altre edizioni, i modelli fabbricati in Sudafrica si trovano alle referenze corrispondenti delle produzioni principali (ad esempio, la Triumph Spitfire la reperite sotto il numero di catalogo 112 dei Dinky britannici), quando forse sarebbe stato più opportuno riservare loro un capitolo specifico. E' stata per fortuna ampliata abbastanza la sezione dedicata ai Nicky Toys indiani, che in questi ultimi due-tre anni sono apparsi più volte in vendita grazie allo smantellamento di un paio di importanti collezioni, facendo emergere tra l'altro varianti di colore poco o per nulla conosciute.

Poco o nulla sulle varie prove di colore o prototipi: con l'avvento del web i dati si sono moltiplicati e anche la possibilità di incrociarli ricreando non di rado l'esatta genesi di un modello, incluse le possibili indecisioni del fabbricante (leggere ad esempio il recentissimo contributo del blog dell'Auto Jaune giusto su un paio di Dinky, la spazzatrice LMV e la gru Salev: https://autojauneblog.fr/2019/03/ ). In considerazione di questo, le pubblicazioni in carta rischiano di farsi venire il fiatone a cercare di tener dietro ad un mondo che si evolve praticamente tutti i giorni. Fino a venti, trent'anni fa, un Dinky era un Dinky: non si faceva gran ché caso a certe varianti che invece col tempo si sono rivelate fondamentali nella datazione precisa e anche nella determinazione della rarità.

Ovviamente tutto dipende da quanto si voglia entrare nello specifico, e anche per quanto riguarda modelli dalla storia semplice e lineare, si scoprono risvolti che possono portare abbastanza lontano nelle ricerche. E - sia detto tra parentesi - è anche questo il bello di collezionare modelli di antiquariato: cercare di classificarli con criteri storici, magari approfondendo il loro legame con le vicende industriali ed economiche della fabbrica stessa.

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