30 marzo 2019

Il volto umano dell'endurance: la 24H Series al Mugello




Non avevo mai assistito a una gara della 24H Series. Nello sconfinato panorama delle gare per vetture GT in Europa, questo campionato mi era regolarmente sfuggito, finché stavolta ho avuto l'occasione di vivere il weekend d'apertura della stagione 2019, al Mugello. Una gara di 12 ore (anche se divise in due tronconi, tre ore al venerdì, nove al sabato), che mi riporta alla memoria le 24 Ore del Mugello del passato, corse nel 1980 e nel 1981. E' proprio necessario andare così indietro nel tempo? In fondo, a parte l'assenza nel 2018, sono un po' di anni che la 24H Series fa tappa al Mugello. Sicuramente, non è comune assistere a gare così lunghe all'autodromo di Scarperia, e per uno che ormai può definirsi "diversamente giovane" il ricordo tende ad andare ad un passato che a molti sembrerà lontanissimo e perduto nelle pieghe della storia (dimenticata). Eppure qualcosa è sopravvissuto: nell'automobilismo - almeno in un certo tipo di automobilismo - gli odori, i rumori, le scene sono rimaste invariate, per quanto io possa garantire che il vecchio BMW 2000 di F.2 o la March-BMW Gr5 facevano un baccano di cui oggi non si ha più idea. Il fatto che il Mugello dal 1975, anno della sua costruzione, non abbia mai subito una modifica del suo tracciato aiuta a sentirsi a casa quando si svolge una manifestazione che abbia una qualche somiglianza con le corse dei decenni passati.


Endurance allo stato puro, ecco la 24H Series: un clima che si respirava, se non vi ricordate proprio delle due 24 Ore del Mugello, anche in occasione delle 6 Ore valide per il Mondiale Marche, dell'Europeo Turismo o di Formula 2. Certo, oggi nessuno più smonta un cambio nella bacinella di plastica con l'olio: per quello ci sono le gare di autostoriche, anzi no perché stanno diventando sempre più snob e fasulle. Però in questa due giorni della 24H Series chi ha un po' di nostalgia del passato ha potuto vivere l'aspetto più autentico di questo sport, magari in chiave moderna, il che non guasta dato che le vetture iscritte erano davvero belle e tecnicamente interessanti.


In questo thread, invece della solita gallery con i concorrenti in pista, vi mostriamo un po' di "colore" nel paddock, dove si lavorava ancora alla vecchia maniera, almeno per certi aspetti. Un bel tuffo nell'automobilismo, a testimonianza che con poco (o con meno) è possibile fare molto. L'idea di questa gallery mi è venuta osservando alcuni meccanici di un team Ferrari cuocersi delle belle seppie verso fine gara. Non amo la semplicità per partito preso ma stavolta era tutto molto simpatico e spontaneo, senza che l'interesse tecnico e sportivo ne avesse il minimo danno. I concorrenti, davvero tanti (una sessantina) meriterebbero forse una spotter's guide. Vedremo fra oggi e domani cosa potrà essere fatto su questo blog.














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