30 ottobre 2016

Alla ricerca di un senso della collezione Dinky Atlas

 
In un altro post del blog avevo già parlato della nuova collezione Atlas Dinky per l'Italia, focalizzandomi sulla Fiat 600D. Da qualche giorno è uscito il quarto modello, la Morris Mini Traveller e fra un paio di settimane toccherà alla Citroen 2CV. Non c'è dubbio che la collezione Atlas abbia fatto molto parlare di sé, e pur non conoscendo i dati delle vendite, che sarebbero decisivi per farsi un'idea realistica del gradimento, l'uscita di questa serie sta quantomeno provocando diversi commenti e discussioni. Non so quanto questi modelli possano essere inclusi nell'ormai consolidato filone del new vintage oppure essere relegati alla semplice classificazioni di semplici repliche senza alcun valore collezionistico. Probabilmente la verità sta in un qualche punto nel mezzo. Una domanda che mi pare interessante è scaturita da una discussione nel forum automodellistico della Duegi: l'apparizione di collezioni come questa potrà avere delle conseguenze sulle quotazioni dei modelli originali?
A mio parere no. Cerco di spiegare perché, aggiungendo alcune annotazioni personali:

1) I modelli Dinky Atlas in Italia costano circa 15 euro, dopo un periodo di lancio a prezzo ridotto, come di costume in queste serie. L'obiettivo è chiaramente quello di rivolgersi a collezionisti dai mezzi economici limitati, i quali ben difficilmente andrebbero a cercare degli originali in condizioni perfette, che in molti casi costano diverse centinaia di euro.

2) A chi si rivolge questa collezione? Agli adulti che negli anni cinquanta e sessanta erano bambini? A collezionisti invece nati dopo che così potranno iniziare a interessarsi al mondo degli obsoleti? In realtà diversi collezionisti giovani o non ancora anziani che vogliono spendere poco vanno alle borse in cerca di modelli magari senza scatola o con qualche piccolo difetto, pagandoli un prezzo basso - basta cercare nei posti giusti. I nostalgici dell'automobilina della loro infanzia penso che cerchino l'originale, a meno di non avere alcuna idea dell'esistenza di borse di scambio, di eBay e di alcuni negozi specializzati ancora presenti sul territorio.


3) Sappiamo bene che le quotazioni dei Solido più rari (soprattutto i Serie 100) subirono un ridimensionamento a causa delle uscite a raffica dei vari Sport Cars, Verem, nuovi Solido e compagnia bella. Ma il caso era diverso; molti collezionisti acquistavano a prezzi alti i vecchi Solido perché interessati al tipo di auto e non al suo significato storico in quanto modello. Per uno che doveva elaborare una Porsche 917, non vi era naturalmente alcuna differenza fra il Solido originale e lo Sport Cars degli anni ottanta, che costava un quarto della quotazione del primo.

4) Marchi come Dinky e Corgi hanno già avuto repliche in passato (non s'inveenta mica niente!) senza che per questo le quotazioni degli originali subissero flessioni minimamente significative. Gli Atlas attuali sono delle repliche lontane di quei modelli degli anni cinquanta e sessanta, repliche che potremmo considerare più soprammobili che altro. Repliche realizzate non da stampi originali (com'erano invece i "nuovi" Solido citati al punto 3) perché questi sono andati praticamente tutti perduti.

5) Si dice che l'arrivo di una collezione come Atlas Dinky possa contribuire a far nascere l'interesse di nuovi collezionisti, così come una generazione di modellisti giovani sarebbe stata favorita dai modelli da edicola, da elaborare e trasformare così come gli "anziani" facevano con i Solido e con i transkit. E' una teoria tutta da dimostrare. Dubito che qualcuno si scopra collezionista dopo aver acquistato la Fiat 600D o la Morris Mini Traveller dell'Atlas. Al massimo, ripeto, andrà a cercarsi l'originale in qualche mercatino, pagandolo non più di 30 euro per avere qualcosa di "vero" ma in condizioni povere.

In ogni caso il fatto che Atlas sia sbarcata definitivamente anche in Italia dimostra che una seria considerazione di marketing è stata perfezionata, dando prospettive teoricamente positive per lo sviluppo della collezione. Certo, calcolando quanto verrà a costare a un "collezionista" l'acquisto dell'intera collana, verrebbe da suggerirgli di armarsi di pazienza e di dare la caccia a tre o quattro pezzi seri, magari appoggiandosi a qualche specialista rinomato di livello europeo. Settanta uscite quindicinali danno un totale di € 1031,30 (a meno che l'IVA non aumenti ancora) tenendo conto dei prezzi ridotti delle uscite inaugurali - la prima € 3,99 e la seconda € 9,99.

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