08 marzo 2013

Sette vite come i gatti (in realtà siamo ancora a tre): Ferrari 250 GTO 1962 di Brumm

Non si può certo parlare di novità nel vero senso del termine, ma l'arrivo della Ferrari 250 GTO nella gamma Brumm è comunque un evento che merita un piccolo approfondimento. Ormai non è più un mistero per nessuno che la recente acquisizione della 250 GTO nel catalogo del produttore di Oltrona San Mamette non è altro che il vecchio stampo uscito alla fine del 1983 come Box Model e riproposto in anni più recenti col marchio Bang.
La copertina del numero 15 di AutoModelli (dicembre 1983) sulla quale campeggiavano quattro dei primissimi esemplari della Ferrari 250 GTO di Box Model, sistemati sul musetto di una GTO vera, allora proprietà della Scuderia Bellancauto. Qualche anno fa alcuni di questi pre-serie in plastica apparvero in vendita su Ebay, senza peraltro suscitare alcun interesse particolare. 

La riedizione di questo modello mi ha spinto a ricercare il numero di AutoModelli (dicembre 1983) che recava in compertina i primissimi esemplari in plastica (per rodare gli stampi) del Box Model. Mario Barteletti scrisse un breve articolo di anteprima, lodando i dettagli e la fedeltà delle linee. Occorre precisare oggi, nel 2013 ossia trent'anni dopo, che l'uscita del Box Model costituì una specie di avvenimento. In quel periodo il modello diecast era in piena crisi e a stento i collezionisti riuscivano a distinguere dei segnali di miglioramento in una situazione che vedeva Solido sparire quasi completamente dalla scena senza trovare adeguati rimpiazzi, almeno nel settore competizione (la "produzione" era più o meno coperta dai marchi tedeschi - Schabak, Gama, Schuco -  che lavoravano anche di concerto con le case costruttrici). Si affacciava timidamente sul mercato Vitesse, il cui arrivo veniva salutato con grande favore. Ricordo perfettamente che più d'uno considerava l'avvento di Vitesse come la fortunata compensazione del tramonto di Solido. Il fatto poi che il primo Vitesse, ossia la Lancia 037 Gr.B, fosse contrassegnato dal numero di catalogo 100, faceva sognare ancora di più i tanti "orfani" della Solido!
Famosa lo diventò veramente, e per di più con una carriera trentennale: ora la 250 GTO di Box si appresta ad iniziare una terza vita, stavolta col marchio Brumm. Arriverà al traguardo dei quaranta? Noi pensiamo di sì.

L'arrivo quindi di una Ferrari 250 GTO in zamac e per di più ad opera di un produttore italiano era una boccata d'aria fresca, un'alternativa agli onnipresenti kit. Tra la fine del 1983 e l'inizio del 1984 le prime referenze della GTO di Box Model raggiunsero le vetrine dei negozi di modellismo; il modello venne accolto con favore, e la tiratura annunciata per la prima fornitura era di circa 20000 pezzi. Tuttavia non ci volle molto per notare una particolarità piuttosto vistosa: osservato in pianta, il modello Box appariva decisamente stretto, nonostante lo stesso Barteletti, nell'articolo su AutoModelli avesse classificato il fenomeno come un mero effetto ottico, a fronte di misure di riduzione esatte. Per tutta la sua lunga carriera, la GTO in zamac si è portata dietro questo fardello, e ancora oggi la sua linea appare strana, sgraziata, sostanzialmente inesatta, soprattutto a causa di un'insufficiente larghezza. I numeri parlano chiaro: la vettura era larga 1675 millimetri, che divisi per 43 danno 38,95 millimetri, ossia 3,895 centimetri.
Barteletti era convinto dell'assoluta corrispondenza al vero di tutte le misure della GTO di Box. Già all'epoca la GTO di AMR era considerata lo stato dell'arte in materia, e poco oltre, nell'articolo, Barteletti, metteva le mani avanti ammettendo che la sua affermazione che la GTO Box rappresentasse la migliore interpretazione della vettura avrebbe rischiato di suscitare qualche dissenso. 

Il modello Box (chiamiamolo così) misura al massimo 3,4 centimetri: una bella differenza per la scala 1:43. Tanto per fare un confronto, il modello Remember, che non nasconde una parentela più o meno diretta con l'AMR, misura in larghezza massima 3,9 centimetri, a dispetto del luogo comune che "i Ruf" siano grandi come dimensioni (diceva una volta il buon Alfonso Marchetta che essi non sono grandi nelle dimensioni ma generosi nelle linee, il che è una cosa diversa e dimostra come chi ragiona con il cervello e non con altre parti del corpo riesce ad esprimere valutazioni destinate a sovvertire certe opinioni comuni che stupidamente si tramandano di generazione in generazione). Fine della digressione, peraltro sacrosanta, torniamo al modello Box/Brumm. La riedizione cade più o meno nel periodo del cinquantenario della GTO, sembra ieri che si festeggiavano i vent'anni al Mas du Clos! Brumm ha iniziato con una serie di configurazioni stradali nei colori più famosi, abbinando a ciascun colore un numero di telaio. Purtroppo nel caso di alcune vetture, l'attendibilità storica è assai approssimativa, potendo il produttore contare su un solo tipo di configurazione di carrozzeria, e si sa bene che non c'è quasi una GTO uguale all'altra. In aggiunta, vengono proposte due serie numerate e limitate a 500 esemplari, una in rosso, l'altra in alluminio, con scatola speciale per i cinquant'anni della vettura. La confezione è simpatica, con una vetrina larga e protezione in cartone che si chiude con una calamita. E' difficile dare un giudizio univoco a questo modello. Impossibilitata a eliminare il difetto più notevole, Brumm, ha operato alcune modifiche qua e là, facendo in alcuni casi un passo indietro rispetto al Bang ed eliminando ad esempio tutte le fotoincisioni, che per la verità sul Bang stonavano abbastanza. Anche le ruote sono semplificate rispetto alle versioni più recenti di Bang, ma lasciamo il campo ad alcune foto dove potrete rendervi conto di cosa offre il modello Brumm. Il prezzo, in questo caso, non è eccessivamente competitivo: al pubblico sono 30 euro per le versioni standard e 35 per le due del cinquantenario. Fate i vostri conti. A mio avviso l'interesse di questo modello è quasi esclusivamente modellistico, ossia va preso come una testimonianza dell'attività Brumm e della sua collaborazione con altri marchi. Per qualcosa di più realistico il consiglio è quello di guardare altrove, elaborando magari un vecchio Solido, che trovate su ebay o alle borse a prezzi ridicoli.
Con la referenza S12/50R viene commercializzata la versione rossa nella scatola del 50° anniversario. La versione alluminio porta invece il numero di catalogo S12/50A. Le due versioni speciali sono prodotte in serie numerata e limitata a 500 esemplari. La verniciatura, almeno in questo modello, è buona, senza eccessivi difetti, brillante il giusto e non troppo spessa. 

Anche di tre quarti, lo stampo Box rivela l'insufficiente larghezza. Il modello Brumm è stato rivisitato un po' in ogni particolare, per ridurre i costi rispetto al Bang, che presentava anche elementi fotoincisi, totalmente eliminati.

Le cornici dei vetri sono tampografate. Gli interni sono in colore alluminio e i sedili sono nel corretto blu medio.

Se nel Bang le cornici laterali erano in fotoincisioni (con un effetto peraltro non eccelso), il Brumm le ha tampografate. In tampografia è realizzata anche la colorazione delle maniglie della portiera e del bagagliaio, oltre che dei ganci sul cofano, tutt'uno con la carrozzeria. Il volante è dignitoso, con la corona che simula il legno e le razze in alluminio. 

Niente più ruote in fotoincisione, si torna alla plastica stampata, come nel vecchio Box: il progresso, comunque, è notevole e i cerchi in plastica Brumm sono tutto sommato dignitosi e nella realtà sono molto meno brutti che in foto. Peccato per il gallettone, corretto a sinistra, inverso a destra. Più che accettabili le gomme, anche se troppo larghe. 

Le due versioni speciali riportano il numero progressivo sull'angolo della basetta in plastica.

In quest'immagine si notano alcune delle caratteristiche della GTO di Brumm: calotte dei fari trasparenti, faro ottico (non male) e contorno in alluminio tampografato. E' evidente lo sforzo compiuto per aggiornare il modello senza però far lievitare troppo i costi di produzione.

Decorosi tutto sommato i tergi in plastica. Piuttosto bella la riproduzione delle cinghie fermacofano. I pannelli interni delle porte sono simulati con una decal. Sufficiente la riproduzione della leva e del pomello del cambio.  

Il vetro laterale è ora completamente chiuso, mentre nelle interpretazioni precedenti la parte anteriore era assente, a simulare una posizione semiaperta.

I gruppi ottici posteriori sono ottenuti in un sol pezzo di plastica cromata a simulare le ghiere, e i due elementi colorati di rosso e arancione non trasparente. La targa Prova MO-36 è un classico nella storia Ferrari e piacerà agli americani e ai giapponesi. 

All'interno della protezione in cartone si trova un disegno degli ingombri della vettura e alcuni dati tecnici essenziali.

La confezione del cinquantenario, con la protezione in cartone che si chiude grazie ad una calamita.

22 commenti:

  1. Un articolo con i controcoglioni, bravo David !

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  2. Bell'articolo David. Complimenti.
    Vorrei fare una considerazione su quanto asserisci:
    (l'ennesima puntualizzazione al riguardo nel corso di una lunga vita automodellistica)

    "Il modello Box (chiamiamolo così) misura al massimo 3,4 centimetri: una bella differenza per la scala 1:43. Tanto per fare un confronto, il modello Remember, che non nasconde una parentela più o meno diretta con l'AMR, misura in larghezza massima 3,9 centimetri, a dispetto del luogo comune che "i Ruf" siano grandi come dimensioni (diceva una volta il buon Alfonso Marchetta che essi non sono grandi nelle dimensioni ma generosi nelle linee, il che è una cosa diversa e dimostra come chi ragiona con il cervello e non con altre parti del corpo riesce ad esprimere valutazioni destinate a sovvertire certe opinioni comuni che stupidamente si tramandano di generazione in generazione)"

    Premettendo che non mi sono mai piaciute le minestre riscaldate, personalmente vedo questa iniziativa come una ennesima... minestra riscaldata ... new packaging, new base and new numbers ma per il resto ... anche no !
    Sulle linee: così come sono stati usati fiumi di inchiostro per il rosso giusto della Ferrari, altrettanto sulle sensazioni delle linee ridotte in scala degli automodelli.
    A mio avviso Ruf non faceva nè modelli grandi nè con le linee generose; con le sue cere ... interpretava le linee ... e, passatemi il paragone blasfemo, come Michelangelo scolpiva il marmo sino a "rendere" così Andrè con la sua misera cera blu.
    Generose è invero il termine che più si avvicina a quanto faceva Ruf; io preferisco "giunoniche".
    Solo il quel modo, si riesce a ridurre correttamente un automodello in scala.
    La vecchia GTO Box è un tentativo fallito di riduzione in scala.
    ps
    il Remember non ha una parentela più o meno diretta... ma è proprio il figlio primogenito dell'AMR ...
    pps
    chi è che ragiona con altri parti del corpo, David... we want names and surnames, please...PO-LE-MI-CA ... PO-LE-MI-CA ... PO-LE ...

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    1. Beh, Paolo, basta pensare a tutti gli esperti che alle varie borse di scambio ti guardano con occhio compassionevole e ti dicono: "a me i Ruf non sono mai piaciuti". "I Ruf...". Sigh. Come dire i Barbapapà. Non ti viene neanche la voglia di rispondergli che "I Ruf" non esistono. Sono una generalizzazione degna di un neofita o di chi - appunto - preferisce continuare a ragionare per luoghi comuni perché in fondo è comodo.
      Quanto al Remember, esso ovviamente era una diretta emanazione dell'AMR, ma sul filo degli anni vi sono state apportate svariate modifiche, e nemmeno da poco. Una volta potrebbe essere interessante approfondire l'argomento.

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  3. Io invece mi chiedevo altro, ma era proprio necessario fare sta cosa?????
    Voglio dire, ci sono reali ragioni di mercato che supportano una scelta simile?
    Un modello sbagliato in origine, oggi ovviamente dopo tanti anni, ancora più brutto, ed ancora più fuori da un mercato, quello del die-cast, che grazie all'impulso di numerose case sta sfornando dei prodotti eccezionali.
    Ma dove vivono gli amici della Brumm sulle nuvole????

    Francesco

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    1. In effetti il senso della scelta della Brumm mi sfugge completamente, ma non è la sola mossa semi-incomprensibile che fanno alcuni produttori di casa nostra (vedi l'A112 Abarth e la Simca 1150 Abarth ex edicola proposte a 47 euro e rotti).

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  4. Non sapevo che la Brumm facesse modelli da collezione, sapevo che facevano carrozze!
    MADYERO

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  5. Scandalizzarsi...Espressione piuttosto pesante ma che si può usare a ragion veduta per casi molto più eclatanti della GTO firmata Brumm. Basta guardarsi attorno.
    Per le varie evoluzioni, come ho già scritto in passato, Brumm intende avvalersi di scocche specifiche in resina.
    La sperimentazione è lunga ed attenta.

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  6. Un'ultima cosa poi passo e chiudo.
    Rio Tatterletti è presente a quasi ogni manifestazione, se avete tempo, fermatevi a parlare con lui, è sempre molto disponibile e paziente con tutti.
    Saranno sufficienti anche solo dieci minuti di chiacchierata per capire tante di quelle cose che nemmeno immaginate.
    Scavate nelle pieghe, approfondite, fate domande, sono sicuro che Rio non vi deluderà.

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  7. Scusa Umberto, ma cosa devo pensare davanti a questo scempio?
    Quali sono quelle cose che neppure immaginiamo e che possono giustificare questo coso? Qui persiste l'italica vecchia abitudine del dire e non dire, del tirare il sasso e nascondere la mano, ma perchè non si può dire che questo modello è un cesso venduto ad un prezzo inammissibile?
    Tu sai che è stato fatto sotto minaccia armata????
    Ebbene dillo, se serviva per salvare la vita ai cari Tatterletti ben venga, ma per favore, smettiamola di vedere il copasir anche dietro ad un pezzo di zamac!!!!

    Francesco

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    1. "Scempio", "cesso", prezzo inammissibile....
      Avevo scritto "passo e chiudo" ma questo tuo intervento mi solletica le dita.
      Ognuno è libero di giudicare le scelte altrui, senza peraltro scendere nell'offesa gratuita.
      Brumm propone la GTO di Bang secondo la sua filosofia, non nascondendosi affatto dietro il silenzio come fanno altri. Le origini sono ben note a tutti, esperti e non del settore.
      Il modello non vi piace? Nessuno vi tira il collo per acquistarlo, lo lasciate in negozio con buona pace del vostro portafoglio e del vostro giudizio, sacrosanto.
      Da qui a giudicare come cesso o scempio una riproduzione in scala, si scende nell'abisso.
      Un ultimo favore vi chiedo: cercate sempre di capire la scelta di un modello, non offendendo l'impegno ed il lavoro che in ogni caso si celano dietro ogni iniziativa.

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    2. Nella mia recensione mi pare di non avere usato toni offensivi. Concordo con Umberto che è possibile anche criticare un modello senza usare termini "estremi". Il concetto può essere ugualmente chiaro.

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  8. Salve a tutti, cari ragazzi, IL MERCATO è come il TEMPO un galantuomo, e questi due elementi, ci diranno se la Brumm, avrà fatto un buona scelta, per la GTO. Quando ieri mi sono lasciato andare ai commenti su questa azienda, mi somo accorto di aver passato il limite, quindi o cancellato tutto, però chiedere non è offensivo, quindi chiedo: che tipo di indirizzo ha la Brumm, modelli da collezione o giocattoli?
    Credete che come giocattoli, un genitore sia disposto a pagare trenta euro, per far fare i crash test ai banbini, quando nei supermercati si acquista a meno di tre euro?
    Come modelli da collezione, credo sia necessario fare un bel passo avanti, nella mia collezione ho molti articoli di questa ditta, alcuni mi piacciono, alcuni li rimpiazzo con edizioni più recenti, in passato ci andava bene tutto, oggi siamo diventati più esigenti, di conseguenza chi produce si deve adeguare. Chiedo sempre se con gli standard attuali si puo' realizzare modelli con le righe o residui dello stampo? Chiedo se le decals tipo nastro adesivo con le grinze piacciano?
    E sono stato molto buono. Conosco qualcuno che quando fà un modello, gli controllano anche la pressione delle gomme. Rispetto il lavoro di tutti, ma tra fare bene e fare sbagliato, si dura la stessa fatica. Peccato perchè alcuni modelli come la 512S, la512M, la 917 e le abarth 850 1000 se fatte a regola d'arte avrebbero fatto il botto di vendite, senza inventarsi confezioni tipo bomboniera.
    MADYERO

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  9. Bene se ho offeso mi scuso, ma non cancello, sai perche????
    Perchè se chiunque altro avesse scritto, a torto o a ragione, le stesse cose, o di peggio, di molto peggio,(ed a questo proposito basterebbe leggere un pò di interventi su quseto stesso blog)su... mettiamo il caso, Jolly Model, TOP MODEL, tanto per fare qualche nome a caso, sarebbe partito l'applauso spontaneo!!!!
    Sia chiaro, i Top ed i Jolly sono MOLTO PIU'CESSI dei Brumm, ma questo modello è inequivocabilmente pessimo, e nè la gentilezza di Rio, nè la sua disponibilità e pazienza cambieranno lo stato delle cose.
    Semplicemente ritengo che una azienda seria nel 2013 dovrebbe inseguire ben altri standard, se non ne sono capaci, neppure a cifre non più insignificanti, bisogna si chiedano se è il caso di andare avanti, Top Model ha chiuso......

    Francesco

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  10. Nessuno ha chiesto di cancellare, Francesco.
    Quello che Umberto voleva dire che è probabilmente bisogna a volte guardare dietro le cose. Questo ovviamente non giustifica la bassa qualità di un prodotto, ma bisogna sapere distinguere.
    Quanto ha scritto Pier Luigi Madiai è giustissimo, ma come gli dicevo al telefono stamani, Brumm ha un suo pubblico di affezionati e ormai ha un proprio "stile", che può piacere o può non piacere, ma si è ritagliata il proprio campo. Non conosco i retroscena che hanno condotto all'acquisizione degli stampi della GTO, né so quanto si aspetti Brumm dalla commercializzazione di questo tipo di modelli. Questo, per esempio, potrebbe essere il tema di un'intervista con diretto interessato qualora se ne presentasse l'occasione. Magari a Novegro?

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  11. Un parallelo tra Brumm, Jolly Models e Top Model è improponibile e chi s'intende solo un po'di automodellismo, lo sa bene.
    Tra i progetti futuri di Modelli Auto era prevista una nuova visita alla Brumm, poi tutto è andato come ben sapete.
    Un'intervista a cuore aperto con Rio è auspicabile, e potrebbe essere ricca di spunti e riflessioni.

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    1. Se Rio fosse a Novegro per la borsa e ne avesse voglia, ben volentieri!

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  12. E che vuoi farci Umberto, io sono un incompetente, ma tant'è sembra perfettamente inutile che io mi affanni a spiegare che il senso del mio scritto era un altro, piuttosto penso seriamente che i troppi anni passati in redazione ti abbiano lasciato leggermente...come dire "inquadrato"?????
    Ti lascio l'onore di difendere cause perse, spesso piace anche a me!!!

    Francesco

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  13. Sono convinto che i lettori del blog abbiano capito il senso dei tuoi scritti.
    E' vero, forse ho passato TROPPI anni all'interno della Duegi, i fatti, come ben sai, ti hanno dato ragione.
    Brumm non ha bisogno di avvocati del diavolo ma di un concreto confronto con i collezionisti, confronto che non ha mai respinto in alcun momento.
    Mi dispiace che tu mi ritenga "inquadrato", evidentemente in tanti anni non sono riuscito a far capire ai lettori la mia correttezza.
    Per chi scrive, anche se solo di macchinine, questo è lo scorno maggiore.

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  14. Due considerazioni, la prima Il sig. Rio è una persona cortese come pochi se ne trovano e quando ci si confronta è sempre stato attento alle critiche mosse da parte mia a alcune pecche di assemblaggio dei suoi modelli, e parlando con lui si evince che è ben consapevole di certi limiti produttivi dei suoi modelli, che cozzano pero sul costo della manodopera in italia non confrontabile con altre realta sociali, cio non toglie che negli ultimi anni ha migliorato un po' quella sua mancanza di assemblaggio; seconda considerazione, questa GTO non è la migliore sul mercato, forse, a me non dispiace avrei preferito che si fossero mantenuti i cerchi fotoincisi per il resto, larghezza permettendo, non sfigura considerando che in giro c'è l'edicolosa o si passa ai prodotti in resina, e se il progetto si basa su una programmazione a lungo termine di nuovi modelli e nuove riproduzioni basandosi sul catalogo Bang ben venga se questo puo' mantenere in gioco una realta produttiva Italiana in questo periodo non felice del nostro paese, se il modellino non appaga i palati piu' navigati pazienza, il mercato e il tempo ci dira' se il sig Rio ha visto giusto,se questo servira a mantenere aperte un'azienda e dare lavoro a un po' di persone tanto di guadqagnato.
    Baldo

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  15. Ciao a tutti!
    Ero intenzionato ad acquistare il modello oggetto dell'articolo di David... quello del cinquantenario.
    Appena ho visto in negozio il modello "base" ancora non è arrivato questo col cofanetto qui a Firenze, sono rimasto deluso. Non dal modello ma più che altro dai cerchi.
    Concordo con le opinioni di David sul modellino ma non riesco ad accettare questo tipo di cerchi che posso tollerare in un modello da edicola.
    Voglio inoltre unirmi a molti di voi nel dire che Rio Tattarletti è una persona veramente corretta e attenta ai giudizi degli appassionati!
    Ho contattato Brumm via mail per dire la mia sul modello. Ho spiegato che dei cerchi in fotoincisione (tipo Bang) sarebbero stati tutt'altra cosa... Mi ha risposto proprio Rio dicendomi che i cerchi fotoincisi avrebbero fatto lievitare il costo del modellino di una decina di euro ma che Brumm renderà presto disponibili dei set di cerchi fotoincisi per i più esigenti.
    Direte... "Così ci buscano anche sui cerchi!"... ricordo che Brumm è una delle poche ditte a produrre totalmente in Italia; penso non sia da confrontare un Brumm a un AMR, Remember o altri perchè sarebbe come criticare una Panda perchè non arriva a 300 all'ora!
    Penso vada tenuto conto del difficile momento in cui ci troviamo. Lo so è retorica ma la situazione è questa! La gente non ha soldi per arrivare a fine mese e quindi non può permettersi di spendere soldi in modelli! Perchè dico questo? Perchè se le vendite sono calate sia per Brumm che per altre ditte, questa prova a mettere in commercio un modello molto richiesto dai collezionisti sfruttando uno stampo già esistente. Magari avesse realizzato uno stampo ex-novo il costo sarebbe stato ben superiore! Certo che 30/35 euro non sono pochissime considerando che i Brumm si aggirano sui 20/25 euro ma la mano d'opera in Italia è molto più cara che in Cina! Ritengo sia da apprezzare la decisione di Brumm di produrre i modelli nel Paese dello Stivale!
    Poi il modello può piacere o meno certo! Ogni opinione deve esser rispettata! Ma preferisco spendere 30 euro in un Brumm che 45/50 in un Mattel che produce in Cina ed applica un ricarico notevole sul singolo modello.

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  16. La conclusione dell'intervento di Baldo è la sola risposta a una produzione siffatta.
    "Mantenere l'azienda aperta ancora per un pochetto".
    Non ci vedo altre ragioni razionali.
    Ci capisco ormai pochissimo ma faccio fatica a capire come può tirare avanti una azienda come Brumm.
    Il made in Italy ha un senso se ha una altissima qualità a un prezzo "cinese".
    Utopico, vero?
    Tornando (e finendo) sui Remember = è ovvissimo che il modello "mamma" è stato migliorato con il tempo; e ci mancherebbe anche!
    Non vorrei essere frainteso; ho poco o punto da aggiungere sulle tante copie realizzate da Codolo; l'amarezza per queste scelte si è ormai "depositata" come la polvere sulla mia scrivania...

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  17. Permettetemi un paio di considerazioni (generazionali) sulla GTO BRUMM.
    Se uno è giovane se l'è comprata in edicola e volendo ha potuto migliorarla in tutti i modi (Zio Umberto docet).
    Se uno è anzianotto le BOX, le BEST, le BANG etc. ce le ha già.
    Quindi la BRUMM che costa il doppio dell'edicola cui prodest?

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