30 dicembre 2018

Due trasformazioni... radicali. Porsche 917PA e 911S di Massimo Martini



I lettori del blog hanno già dimostrato di apprezzare molto le elaborazioni di Massimo Martini, collezionista di Porsche 1:43. In questo thread presentiamo un paio di recenti realizzazioni, che potremmo definire più autocostruzioni che trasformazioni. Per questi due pezzi, Martini è partito da vecchi modelli industriali anni settanta. La Porsche 917 PA Gesipa è basata sul Politoys E18 (e chi ci crederebbe?), la cui carrozzeria è stata fresata e tagliata per essere montata nelle configurazioni che vedete nelle foto. Il resto è stato totalmente rifatto con plasticard e accessori vari. Le decals sono quelle del kit Provence Moulage (versione 1000km di Parigi Montlhéry 1971), mentre le ruote sono Remember W03. Il telaio è fatto in plasticard, così come la maggior parte delle strutture. L'altro modello, apparentemente più semplice, deriva invece da una Porsche 912 di Mebetoys (A12) e riproduce la 911S di Claude Haldi e Paul Keller alla 24 Ore di Le Mans 1972. Le decals sono quelle, abbastanza grezzotte, dell'entourage di Elkoubi.



Anche in questo caso il lavoro di preparazione e di adattamento delle varie componenti è stato notevole, facilitato solo in parte dal fatto che il modello aveva già le aperture, ora sistemate nella posizione fissa. Nelle foto vedete anche altri modelli già finiti o in lavorazione. Si nota una Porsche 935/L IMSA Andial di Remember, recentemente montata dallo stesso Martini con varie modifiche non troppo radicali e alcune migliorie.




8 commenti:

  1. Al di là delle finiture da giocattolo (era un Export, non un serie M) e del lavorone di Massimo Martini (complimenti per entrambi i modelli), le linee di quella 917 non erano male.

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    1. Il lavoro sulle linee della 917 ha riguardato soprattutto la correzione del posteriore, che era la parte meno fedele del modello. Correzioni sono state comunque necessarie anche sull'anteriore. In ogni caso i vecchi diecast, una volta elaborati, spesso stupiscono per la loro idea di correttezza generale. Segno che i progettisti all'epoca lavoravano bene, e molti - si ignora spesso questo aspetto - sono stati gli stessi che hanno fondato i primi marchi artigianali tra la fine degli anni sessanta e i primissimi anni settanta.

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  2. Questi lavori ci riportano all' epoca in cui i modelli industriali non ci bastavano più e gli speciali non c' erano ancora...nostalgia canaglia!

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  3. Credo che la Porsche Gesipa sia il miglior modello realizzato in questi ultimi mesi da Martini - e ne fa uno dopo l'altro! Io ricordo sempre la sua vetrina (l'ho già scritto su Modelli Auto) alla mostra di Scarperia nell'ormai lontano settembre 1983. Questi modelli hanno lo stesso spirito di quegli anni, e in questo caso è un bene. All'epoca dodicenne, vivevo quei periodi ancora ruspanti dell'automodellismo in modo un po' defilato. Non viaggiavo, al massimo potevo chiamare per telefono i vari Tron e Progetto K per farmi spedire del materiale. A Firenze non c'era molta vivacità, se si eccettuano i sabati pomeriggio passati da Rocchi, ma era poco in confronto alla vitalità di certi posti come Parigi o anche Milano. Posso quindi dire che quell'epoca mi ha solo sfiorato, pur avendo potuto avere esperienza diretta di alcuni aspetti e di alcuni eventi. Com'era davvero il clima dei collezionisti? Cosa si diceva, come si comunicava, in che modo si interagiva? Sono domande che qui sul blog mi sono posto spesso, e alle quali hanno tentato in varia maniera di rispondere anche alcuni protagonisti dell'epoca. Ma mi rendo conto di non avere mai esaurito in modo soddisfacente l'argomento, anche perché ci vorrebbero delle testimonianze un po' diverse dalla solita sommatoria di dati e di ricordi oggettivi. In questo caso il contributo personale sarebbe decisivo. Non so se rendo l'idea.

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  4. L' epoca a cui mi riferivo è antecedente, parlo della fine degli anni '60. Io vivevo (e vivo, ma oggi è ben diverso...)in provincia e gli unici contatti con il mondo dei modellini erano i negozi (ma di giocattoli, non di modellismo), la pubblicità sui fumetti e i cataloghi. Solo dopo, almeno per me, venne Quattroruotine, e fu una rivelazione. Ricordo un catalogo Politoys del 1967 che illustrava come smontare e ridipingere (a pennello) una Fulvia coupé e poi, soprattutto, le rubriche di Quattroruotine sulle elaborazioni, dal 1968 in poi, direi. Ecco, questi lavori mi hanno ricordato quel periodo, più o meno dal 1967 ai primi '70 e all' arrivo dei primi John Day da Mikansue. Poi, a metà degli anni '70, incominciarono i viaggi a Loano da Angelo e Paolo Tron e i primi contatti veri con altri appassionati.

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  5. Allora però le elaborazioni di die cast erano superate, almeno fino all' avvento dei trans kits, si montavano i kits, già predisposti, e lo stesso John Day stava per essere soppiantato dai francesi e da un certo Ruf...
    L' epopea delle elaborazioni, per me, era però un' altra cosa, lo zamak è duro da limare, le decals e i particolari vari ce le dovevamo costruire in casa, la documentazione...beh...Autosprint e poco altro...però quanto romanticismo!

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    1. Sì, certo, poi fu l'arrivo dei Solido post-serie 100 che ridette linfa alle elaborazioni sui diecast, contemporaneamente al pieno sviluppo dei kit speciali. I Solido alimentarono l'avvento dei transkit, fino a influenzare direttamente la Solido stessa, che produceva, per BAM e per altri, modelli verniciati già nei giusti colori per il transkit o per la decal specifica. Sembra passata un'eternità. I viaggi a Parigi sembravano pellegrinaggi.

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  6. Spettacolari!
    A me piace molto anche la 911! E' stata allargata per bene!

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