E così, dopo il testi di svariati mesi fa, nei giorni scorsi ha fatto la sua apparizione nelle edicole il primo modello della collezione Mercury di Hachette. Nota filologica che può avere il suo interesse: fra gli esemplari dei test e i pezzi definitivi distribuiti a fine dicembre passano alcune differenze, che Bruno Libero Boracco ha ben rilevato sul sito Piccolegrandiruote (articolo a questo link). E così, dopo gli Scottoy (che per certi versi erano modelli artigianali), anche la Mercury ha gli onori delle copie. Difficile resistere, per € 3,99, alla prima uscita; c'è chi ne ha presa una, chi due, chi tre, per farci cosa non è chiaro, ma sicuramente la risposta dei collezionisti è stata massiccia. Su Facebook, ovviamente, si alza il solito polverone tra favorevoli e contrari, ma mai come in questo caso in medio stat virtus, nel senso che sicuramente molti collezionisti di livello avranno acquistato la Giulietta per il solo gusto di fare delle comparazioni, cosa che rientra fra le soddisfazioni di questo hobby. Dall'altra parte, i maniaci del low cost avranno trovato la loro felicità in un modello a meno di quattro euro che somiglia così tanto a quelli da duecento.
Nella confezione è compreso un fascicolo di 12 pagine che andrà a costituire una raccolta ad anelli. |
Difficile che il modello possa godere di una rivalutazione, e siamo certi che alcuni si saranno già messi in testa idee di questo tipo. La fattura del modello è buona, anche perché la semplicità del prodotto aiuta: il fondino è cromato, così come i cerchi. Una collezione di questo genere possiede un indubbio richiamo estetico: sono modelli affascinanti, colorati, altamente evocativi (e decorativi!). La scatola è ben riprodotta e il tutto, magari in una vetrinetta insieme ad altri cimeli d'epoca o pseudo tali, può fare un ottimo effetto. Ben fatto anche il fascicolo che parla dell'originale e della vettura riprodotta. Le referenze fotografiche derivano dalle collezioni di Paolo Rampini e Massimiliano Migliavacca.
E' buffo come nel dépliant esplicativo, raffigurante le prime uscite, alcune frasi siano molto simili se non del tutto identiche a quelle riportate nel sito Aessemodels.it di Alberto Spano (http://www.aessemodels.it/Mercury48%203.htm), che molti conosceranno già e che rappresenta una validissima fonte per molti marchi fondamentali del passato.
La Giulietta riprodotta da Hachette è quella più comune, con i vetri e con i catadiottri posteriori. Una prima edizione, uscita nel 1956, fu prodotta nel solo colore rosso. |
Alcuni modelli della collezione Hachette riprodurrano colori e livree rare. Nel caso della Giulietta Sprint si è deciso di andare su un "normale" azzurro medio. |
La serietà della ricerca è apprezzabile, e ci si augura che questi fascicoli possano contribuire alla maggiore conoscenza di un'azienda che ha fatto la storia dell'automodellismo italiano. Come può essere presa l'uscita della collezione Mercury Hachette? Come una piccola ventata di novità fra le innumerevoli raccolte da edicola che spesso cambiano solo livree (vedi ad esempio l'altra collezione apparsa in questi giorni, quella dei mezzi pubblicitari italiani). Personalmente non credo che serie come questa stimoleranno la ricerca dei modelli originali, che continueranno a seguire i circuiti abituali degli specialisti, restando alla larga dal grande pubblico, almeno per quel che riguarda gli esemplari perfetti con scatola, che sono gli unici in grado di offrire un vero valore a una collezione.
Il fondino, cromato, riporta il nome Hachette e la dicitura "made in China". |
Ma se poi uno si accontenta o si diverte a baloccarsi (cosa per nulla illecita), allora questa raccolta può rivestire un interesse, offrendo oltretutto un minimo di documentazione cartacea che tornerà sicuramente utile.
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