Da sempre FSW rappresenta un caso abbastanza atipico nel panorama delle riviste specializzate in automodellismo. Sempre a metà strada fra catalogo di vendita e strumento più generico di consultazione, FSW non sempre ha saputo mantenere un equilibrio fra logiche di mercato e qualità, ma mi pare che in questi ultimi anni il livello sia tornato su valori più che accettabili, con recensioni scritte accuratamente da Mark Chitty cui va riconosciuto il merito di uno sforzo notevole.
Non è per niente facile confezionare decine di giudizi critici con cadenza mensile e a FSW va almeno ascritto il merito di saper mantenere separati gli interessi commerciali di GPM dalla valutazione storica e tecnica di ciascun modello. O almeno lo sforzo c'è e va senz'altro apprezzato, soprattutto oggigiorno con gli arrivi a getto continuo di Spark, Bizarre, TSM e compagnia bella. Oltre a ciò, FSW offre in ogni numero un paio di articoli piuttosto dettagliati, uno riguardante la prova di montaggio di un kit, l'altro più storico, che prende spesso spunto dall'uscita di un modello: Wayne Moyer per il primo settore e David Blumlein per il secondo sono le firme più frequenti. Come molti ricorderanno, Blumlein era l'autore in passato di una rubrica su FSW dal titolo "A random dip into Le Mans history".
Il numero 6-2012 di FSW si apre con l'anteprima del primo kit 1:43 (in metallo bianco) di Model Factory Hiro, che sarà la Eagle T1G F.1 del GP del Belgio 1967. La novità è importante e le prospettive di una linea di kit altamente dettagliati che propongano soggetti che vanno a integrare l'offerta di Tameo e This Way Up sono senza dubbio interessanti. La pagina delle "Editor's choices" è dedicata a quattro versioni della Porsche 956 GrC di Eidolon-Make Up, alla Bugatti T57S in 1:18 di Spark, al doppio libro di Bernard Cahier (ma non era uscito due o tre anni fa?) e al Supermarine Spitfire prototipo 1936 prodotto in kit da Aerotech di Marsh Models in scala 1:32.
Il "test build" di Waune Moyer è dedicato alla Duesenberg Mormon Meteor 1935 di Tin Wizard, mentre David Blumlein si occupa della prima stagione di corse (1967) dell'Alfa Romeo 33; non è bello autocitarsi, ma per inciso è lo stesso soggetto che il sottoscritto aveva affrontato nel 1996 per FSW quando c'era ancora Brian Harvey.
Un altro numero "classico" du FSW, da cui non si vogliono radicali cambiamenti; FSW è come il Marmite o la marmellata di arance.
"David Blumlein si occupa della prima stagione di corse (1967) dell'Alfa Romeo 33; non è bello autocitarsi, ma per inciso è lo stesso soggetto che il sottoscritto aveva affrontato nel 1996 per FSW quando c'era ancora Brian Harvey."
RispondiEliminaCelo! E'la prima volta, a memoria, che ho letto il nome di David Tarallo (gli articoli sul Mugello di AutoModelisme sono successivi, vero?)
Buonanotte,
Marco
Yep. Successivi.
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