Da qualche anno Grand Prix Models si è spostata da Saint Albans a Banbury, non lontano da Milton Kaynes e da Stratford-upon-Avon (oltre che da Silverstone).
Thorpe Lane si trova nell'area industriale e sulla facciata dei locali che ospitano la ditta campeggia il notissimo logo nero, che tutti gli appassionati hanno imparato a riconoscere dagli anni settanta a oggi. Non ho frequentato GPM nella vecchissima sede di Radlett, ma ricordo ovviamente bene i locali in Noke Lane nel Business Centre di Saint Albans. Ebbene, entrando sembra di essere ancora là. La struttura è ospitata in una specie di terra-tetto a mattoni rossi, al cui pianterreno vi sono l'ufficio e la stanza per le spedizioni. Al primo piano, lo showroom con i kit e i modelli montati. Al giorno d'oggi per trovare un assortimento così completo di modelli montati bisognerebbe forse andare in Giappone (senza dubbio Raccoon) o nei pochi negozi rimasti negli Stati Uniti, ma alla fine i posti "buoni" finirebbero per potersi contare sulle dita di una mano. Qui da GPM qualcosa della vecchia passione per l' "handbuilt" è rimasta e anche se Brian Harvey ha lasciato da tempo la conduzione degli affari a André Marot (una persona molto educata e competente), validamente coadiuvato da due o tre assistenti, l'aria che si respira è quella di una volta, nel senso buono.
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André Marot alle prese con una Bentley di Minichamps in 1:18. Il nero non è facile da lucidare... soprattutto quando si è riempito di... polvere cinese. |
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Al piano terra vengono imballati i modelli e stampate le fatture. |
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Ogni giorno diversi modelli partono per raggiungere i quattro angoli del mondo. |
Non si ha certo l'impressione di una struttura che non ha saputo evolversi: del resto nell'era di Internet, quelli di GPM sono stati fra i primi a metter su il proprio sito di vendite on-line, riuscendo a mantenere una clientela fedele. Non è un caso se GPM vanta probabilmente il più alto tasso di clienti "esclusivi", nel senso di compratori che non cercano mai altrove, ma che casomai ordinano ciò che serve loro nello stesso posto, a costo di dover attendere anche qualche settimana in più. Dicevo dello show-room, un vero piacere per gli occhi: molto ben rappresentata la tradizione del metallo bianco inglese (SMTS in primis), ma si trovano anche alcune rarità francesi o italiane, oltre alla gamma completa dei più recenti Spark, diversi kit (Mini Racing, Vroom, Tameo...), e i soliti accessori che i modellisti conoscono bene. E' Mark che si occupa di fotografare quotidianamente le nuove uscite che arrivano a getto continuo: di recente sono arrivate alcune Ferrari 330 P3 di Marsh Models, dei nuovi kit da Jade Miniatures e una curiosa Gordon Keeble di Enco, curiosa non tanto per i soggetto, già conosciuto, quanto perché stavolta il factory built sembra in... resina e non nel classico metallo bianco! Che il gruppo Tin Wizard si sia convertito alla resina, almeno per i modelli montati? Eppure il kit resta in white metal. Mah. Affascinanti alcuni vecchi SMTS; peccato invece che i famosi montati GPM siano notevolmente diminuiti, anche se restano alcune eccezioni. Si tratta, come molti sanno, di montaggi singoli a partire da kit recuperati in vari modi (ultimi stock, clienti che hanno cambiato idea, ecc). Per chi non ha provato, negli anni ottanta o novanta, l'emozione di vedersi arrivare una scatolina della Starter o della Provence Moulage con la famosa etichetta "GPM built" forse non può capire cosa evocano questi modelli. In fondo è tutta una questione di nostalgia. Oppure no? In ogni caso ci sono concrete speranze che possano essere riprese iniziative come le famose serie di Le Mans autografate dai piloti o di alcune BMW "art car", montaggi in serie limitata (a 5-10-15 esemplari), l'ultimo esempio dei quali non è neanche troppo lontano nel tempo: alla fine del 2011, infatti, fu proposta la McLaren MP4 di Watson vincitrice del GP d'Inghilterra 1981 (kit Tameo), proposta in 10 pezzi, di cui oggi resta disponibile un solo esemplare. Magari presto un'altra Formula 1 del GP d'Inghilterra, magari nella configurazione no-tabacco immediatamente riconoscibile e con i sacrosanti pneumatici rain? Queste due caratteristiche fanno tanto Silverstone o Brands Hatche e badate che non parlo di certe squallide realizzazioni senza scritte per ottemperare alle ipocrite leggi antifumo, ma a vetture che hanno effettivamente corso in questa configurazione. Una Lotus nera senza scritte JPS o una Lotus gialla senza i loghi Camel e con i pneumatici scolpiti. Non vi vengono forse in mente certe edizioni lontane del GP di Gran Bretagna che guardavate d'estate nella casa delle vacanze?
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Al primo piano Mark con gli ultimi arrivi da fotografare e caricare nel sito. |
Ultimo arrivo, una Ferrari 625 F.1 di Historic Replicas, montaggio semplice, "all'inglese", semplice e pulito. Ovviamente gli Spark occhieggiano da uno scaffale intero a loro dedicato. Presso GPM non negano di essere affascinati da questi modelli e non è escluso che in futuro possano essere realizzate alcune serie specifiche come del resto fanno - con successo - negozi come Cartima o Raceland. Il tempo scorre davanti a una bella tazza di caffè americano e per un momento sembra che le preoccupazioni di tutti i giorni passino in secondo piano, ed è forse proprio a questo che servono i modelli. Dopo molti anni di interruzione ho anche rifatto l'abbonamento a FSW, disdetto nel 2004 in segno di protesta contro la diminuzione delle pagine e della qualità generale della rivista. Però mi sono detto che FSW non può mancare nella lista degli arrivi mensili, con quella caratteristica busta marrone che fa tanto inglese. O magari adesso lo spediranno come tutti nel cellophane trasparente?
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Antico e moderno: kit e Spark. |
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Una delle vetrine principali dello show room. |
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Ancora il passato (che vive tutt'oggi) e il presente: kit Tameo e i modelli Spark. |
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Vari montati speciali in scala 1:43 (e anche più grandi). |
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Lo zoccolo duro dell'handbuilt vecchia maniera: la Porsche 908/3 di Marsh Models, qui in una delle versioni uscite di recente (Targa Florio 1971). |
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Tanti SMTS insieme li avevo visti soltanto anni fa da St. Martin's a Londra prima che chiudesse baracca. |
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Alcuni modelli montati, fra cui diversi di produzione italiana (MG Model, Tron, Carrara...). |
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Sempre molto ricco l'assortimento di accessori. |
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Minichamps. |
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Renaissance, Arena, Mini Racing... |
Credo che visite di questo tipo possano riconciliare con un certo modo di intendere il collezionismo. Riassumendo molto, penso che a lungo andare ci manchi il contatto umano. Internet è stata la rivoluzione e non ringrazieremo mai abbastanza la rete che ha permesso a tanti commercianti e collezionisti di mettersi in contatto, ottenendo anche risultati impensabili fino ad appena un quindicennio fa. La rete non potrà essere sostituita ma potrà continuare ad affiancarsi ad altre occasioni di incontro di cui il collezionista fondamentalmente ha bisogno. Non è questo in fondo il motivo per cui tanti di noi continuano ad andare a Novegro, tanto per fare un esempio, ben sapendo magari che troveranno ben poco (o nulla) di interessante? Non è certo il caso di GPM, che di spunti anche entusiasmanti ne fornisce tutt'oggi, continuando a miscelare con sapienza lo spirito antico alle esigenze della modernità.