06 agosto 2020

Prossimamente l'Alfa Romeo 33/3 12 Ore di Sebring 1969 di Madyero

Sono arrivate proprio oggi le prime resine del prossimo modello Madyero, l'Alfa Romeo 33/3 della 12 Ore di Sebring 1969. Con questa riproduzione, Madyero ritorna dopo alcuni anni sul tema 33, avendo già riprodotto la 33TT12 del 1973 e la 33TT12 del 1975. La 33/3 del 1969 è un modello piuttosto complesso, che va studiato attentamente, visto che la vettura cambiava di gara in gara. 

Madyero apre quindi con la versione dell'esordio, avvenuto alla 12 Ore di Serbing del marzo 1969, quando l'Autodelta schierò tre esemplari della tanto attesa 33 a motore 3000cc per Casoni/ De Adamich/Surtees, Vaccarella/Bianchi e Galli/Giunti/Casoni. Com'è arcinoto, il debutto delle 33/3 fu tutt'altro che entusiasmante, con tutte le vetture, iscritte nella classe prototipi 3000, già ferme per problemi tecnici dopo pochissimi giri. La 33/3 del 1969 è un soggetto che non esce da diverso tempo: ricordiamo il modello Manou dei primordi, poi il Project43 e il meno conosciuto RS-Models di Valerio Barnini. Più recentemente, Tron ha realizzato la versione coupé che prese parte alla gara di Hockenheim con Nino Vaccarella. Il modello Madyero sarà disponibile sia in kit sia montato. 

05 agosto 2020

Franco Scaglione e l'Alfa Romeo 2000 Sportiva: un modello di Replicars

Esistono probabilmente riproduzioni più moderne della
2000 Sportiva, ma questo di Replicars ha un
fascino particolare: è il fascino del metallo bianco e
dei dettagli all'inglese?
Capita a volte di recuperare qualche vecchio modello riproducente una vettura che chissà perché non avevi mai troppo considerato. L'altro giorno mi è capitato una vecchia Alfa Romeo 2000 Sportiva coupé di Replicars, quel marchio olandese che aveva realizzato una bella serie di modelli montati in metallo bianco, sullo stile degli Western o dei Brooklin, tanto per intenderci (e credo che gli stampi fossero realizzati in Inghilterra dall'onnipresente SMTS). La Sportiva è opera di Franco Scaglione, la cui opera in questi ultimi anni è stata rivalutata, com'è giusto che sia. Ricordo un convegno a Firenze a cura dell'ASI nel 2008, una delle prime iniziative volte a far conoscere il genio e l'opera di questo grande tecnico, progettista e disegnatore. Dicevo della Sportiva. L'avevo sempre snobbata, eppure dopo aver osservato per un po' il modello Replicars, essa mi è apparsa sotto una luce diversa. Riflettendoci, in essa ci vedi già le linee della Lamborghini 350 GTV, oppure certi stilemi che ritrovi addirittura nelle Porsche Abarth. Scaglione seppe rinnovarsi senza mai tradire se stesso, prerogativa del genio. La Sportiva venne costruita in soli quattro esemplari (due coupé e due spyder) perché l'Alfa preferì portare avanti progetti meno complessi e quindi meno costosi. Scaglione ne restò piuttosto deluso. Mi sono un po' trastullato a fotografare la Sportiva Coupé di Replicars sul libro dedicato dall'ASI nel settembre del 2008 alla vita e all'opera di Franco Scaglione. A volte mi chiedono a cosa serva dedicarsi ai modelli. A cosa serva di preciso non lo so. So solo che si può farlo in due modi: accumulandoli in modo acritico e indiscriminato oppure fermandosi ad ascoltare le storie che hanno da raccontare.

Lucchini-BMW S287 Cefalù-Gibilmanna 1987 Mauro Nesti: una serie limitata di Mario Carafa

Nel 1987 Mauro Nesti si laureò campione
europeo della montagna con una Lucchini
motorizzata BMW 2 litri. 
Mario Carafa prosegue con le sue serie limitate di Sport-Prototipo, confermando che anche nell'1:43 esistono ancora ampi spazi di manovra per soggetti inediti e interessanti. Attendendo ulteriori novità, che vi annunceremo a tempo debito, Carafa ha realizzato la Lucchini S287 motorizzata BMW 2000 che Mauro Nesti pilotò nel 1987 (telaio ufficiale 041). Nesti è normalmente associato al nome Osella, ma nella carriera del campione pistoiese trovarono posto anche altri marchi, dalla Chevron degli anni settanta, alla Lucchini, fino alla Breda.
La versione scelta da Carafa è quella della
Cefalù-Gibilmanna, dove Nesti ottene la vittoria. 
Nel 1987, Nesti si associò proprio a Lucchini e anche se non si trovò mai completamente a proprio agio, riuscì a conquistare un altro dei suoi titoli europei della montagna, primeggiando in varie classiche della categoria, fra cui la salita Cefalù-Gibilmanna, che è la versione riprodotta. Dopo quella stagione Nesti tornò all'Osella, in un ambiente tecnico e umano che conosceva meglio e che probabilmente trovava più congeniale. Il modello di Mario Carafa si contraddistingue per tanti dettagli autocostruiti, aggiunti intorno alla carrozzeria in resina di cui ha realizzato anni fa il master. Uno dei due modelli fotografati in questo articolo è andato a un collezionista svizzero, a testimonianza che spesso l'interesse per l'automobilismo nostrano arriva... da fuori. 
Molti i dettagli autocostruiti. 
Ricco di piccoli particolari l'abitacolo. 

DNA Collectibles annuncia la Volvo 164E 1972 in scala 1:18

A quanto pare i collezionisti di modelli 1:18 avevano avanzato numerose e ripetute richieste per avere una riproduzione della Volvo 164 E. DNA Collectibles ha annunciato oggi l'uscita di questo modello, già in preordine sul sito ufficiale del produttore svizzero. 


03 agosto 2020

Un nuovo modello della serie This Way Up nella gamma Tameo: Brabham BT33 F.1 1970

La gamma This Way Up è stata assorbita da Tameo, che via via sta riproponendo modelli e accessori apparsi nel catalogo del produttore sudafricano ma che erano ormai esauriti da tempo. Il prossimo kit, disponibile a partire dalla fine di agosto, sarà la Brabham-Ford Cosworth BT33 F.1 vincitrice del GP del Sudafrica 1970 con Jack Brabham (art. TWU030). Attendiamo questo kit, e i successivi di TWU, con grande interesse. 

02 agosto 2020

Abarth l'irresistibile fascino dello Scorpione: un libro a cura di Daniele Buzzonetti

I libri sull'Abarth sono stati numerosi in questi ultimi anni e alcuni si sono rivelati davvero validi e utili nell'aggiungere materiale inedito a una storia sempre complessa da raccontare com'è quella del marchio torinese. Artioli 1899 è un editore che da tanto tempo ha un legame speciale con l'automobilismo e in catalogo ha recentemente inserito diversi volumi incentrati sull'automobilismo soprattutto emiliano. Questo libro, curato da Daniele Buzzonetti e uscito di recente, vuole raccontare le vicende essenziali dell'Abarth e lo fa in modo abbastanza originale, affrontandole per temi e scegliendo come fil rouge alcuni fra i modelli più importanti, senza peraltro trascurare del tutto gli altri. 

Non è un catalogo ragionato (per quello ci sono pubblicazioni autorevoli e considerate ormai canoniche) ma nelle oltre 300 pagine del volume si troveranno foto interessanti, testi chiari e ben verificati - in italiano e in inglese - schede tecniche e informazioni che vanno ben al di là di un'essenziale infarinatura. Consiglierei quindi questo libro anche a chi possiede già sull'Abarth una certa documentazione, perché vi troverà sicuramente qualcosa di nuovo o di insolito. 

Interessante, ad esempio, la testimonianza di Mario Poltronieri sulla sua esperienza al volante delle vetture da record, o alcuni approfondimenti sulle concept car, come la 2000 di Giugiaro presentata a Bruxelles nel 1969 o sulla Coupé 1600 firmata Italdesign del Salone di Torino 1969. Le foto di queste vetture saranno particolarmente utili a chi volesse montare in modo corretto i kit di Yow Modellini, tanto per fare un esempio. Insomma, un contributo abbastanza serio da meritare attenzione e anche una piacevole lettura, ricca di aneddoti e di spunti intriganti. 

Abarth - L'irresistibile fascino dello Scorpione / The irrisistible attraction of the Scorpion, a cura di D.Buzzonetti, Artioli 1899 editore, Modena 2019, pp. 322, copertina cartonata, € 55,00 (ISBN 978-88-7792-168-0)

01 agosto 2020

Rassegna stampa: Autosprint Gold Collection n.5/2020 Endurance top model

Una delle inevitabili scelte che Autosprint ha dovuto fare per sopravvivere è stata quella di seguire la linea dell'approfondimento storico. Articoli retrospettivi sono presenti ormai in pianta stabile nell'edizione settimanale, ma è stata creata anche un'iniziativa ad hoc, chiamata "Gold Collection". Non è una novità, ne abbiamo recensiti già diversi numeri, spendendo per lo più parole positive. Il numero 5/2020 della Gold Collection vuole ripercorrere la storia dell'endurance attraverso fatti, vetture, gare, personaggi. Un compito problematico, forse troppo per le 130 pagine concesse. Mario Donnini è di rigore in questi casi, e il suo apporto è garanzia di serietà e anche di originalità, il che è essenziale anche quando si affrontano temi storici. Iniziamo però dalle foto, che purtroppo non sono gran ché, nel senso che sono state scelte immagini bellissime ma proprio per questo già ultra-famose. Peccato. 

Gli argomenti sono vari e capisco che dev'essere stato tutt'altro che facile sceglierli per doverne scartare tanti altri, altrettanto meritevoli d'attenzione. Ma l'essenziale c'è: le gare più belle (Sebring, Daytona, Le Mans, Targa Florio...), le vetture più significative (Porsche, Ferrari...) e anche l'occhiata al passato recente con l'epopea scritta da Audi negli anni duemila era doverosa. Tutto bene, dunque, ma l'impressione - almeno stavolta - è quella di trovarci di fronte ad una pubblicazione fatta per chi è nato negli anni novanta o per una platea di lettori con una cultura automobilistica piuttosto limitata. 

Nei testi, scritti per varie occasioni in periodi diversi, Donnini fa parecchio il Donnini, rischiando di diventare la caricatura di se stesso, e lo dico con dispiacere perché il Donnini al grado zero io lo adoro. 
Forse le cose più intriganti sono proprio quelle sul passato più recente, dove l'autore può dire qualcosa di inedito essendo stato spesso testimone diretto. Belli e straordinariamente evocativi restano alcuni capitoli come quello sul Gruppo 5, ma permane un'idea di discontinuità. In ogni caso, per 5 euro, questo supplemento potrà entrare di sicuro nella biblioteca degli appassionati. 

Un plauso, comunque, va sempre ad Autosprint e alla sua redazione per lo sforzo enorme che sta conducendo in un paese con un mercato editoriale da terzo mondo.