01 novembre 2019

Torna Auto Italiana con un book-magazine di quasi duecento pagine. Funzionerà?



La storica testata Auto Italiana è di proprietà dell'Editoriale Domus che quest'anno ha deciso di riutilizzarla in modo sistematico per una nuova rivista dal carattere molto esclusivo. Auto Italiana uscirà solo ogni tre mesi, all'inizio di ogni stagione. Il primo numero è arrivato nelle edicole verso il 10 ottobre e si presenta come un corposo book-magazine (sullo stile di The Good Life, tanto per intendersi), molto curato e piacevole nell'aspetto e nel materiale. Auto Italiana 2019 vuole essere un compendio di storia e di attualità, centrato sulle produzioni e sulle eccellenze (brutta parola, ma non me ne viene una migliore, casomai la cambierò più tardi) dello stile e della meccanica di casa nostra. Personaggi, storie, retrospettive: tutto in una chiave elegante (patinata? Vedremo), distante dallo spirito di altre riviste nostrane con le quali Auto Italiana non vuole confrontarsi. L'intento della rivista, che ha una foliazione di 194 pagine, è un altro: fornire contenuti interessanti, certo, ma anche in una forma impeccabile. Chissà se gli appassionati apprezzeranno.


I documenti e le foto sono indubbiamente di un certo livello; i testi, non lunghissimi, scritti da alcuni professionisti riconosciuti. Auto Italiana, diretta da David Giudici, è un progetto ambizioso, se non altro diverso rispetto a tutte le realtà che conosciamo qui da noi. E' un prodotto editoriale che per essere apprezzato richiede tempo, e mi viene un po' in mente la filosofia d'impostazione della già citata The Good Life. Non è, tutto sommato, una lettura veloce, e questo per altri motivi rispetto, ad esempio, a Motor Sport, che impone anch'essa tempi lunghi per la qualità degli approfondimenti e la corposità dei testi. Auto Italiana assomiglia un po' a certe riviste giapponesi con i loro difetti ma anche con i loro pregi. 

Con un prezzo di copertina di € 10,00 la pubblicazione non è neanche eccessivamente cara e i temi trattati sono tanti. Il primo numero, con in bella evidenza alcuni disegni della Dino V6 del 1969, promette bene. Una pubblicazione come questa merita tempo ed è anche bello che novità di questo genere escano in periodi in cui si tende a consumare e a tritare tutto troppo in fretta. Molta della carta in circolazione è ormai inutile. Questa, probabilmente, non lo è. Il secondo numero sarà in uscita il prossimo gennaio. Sapete che io sono un fissato degli abbinamenti carta-modelli. Ogni libro, ogni rivista, debbono essere assaporati con un modello davanti. Chi non ha la vetrina lo tiri fuori dalla scatola. Per Auto Italiana consiglierei un bel BBR di quelli montati in Italia, magari in edizione limitata. Non una cosa per tutti.

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