07 novembre 2019

Magnette, una Jaguar e la pizza con l'ananas

Non mi occupo più da anni di AMR, ma malgrado questo posso affermare di avere un'esperienza di questi modelli che in Italia è difficile da trovare. Non perché sia bravo o chissà chi, ma perché nello spazio di una decina di anni me ne sono passati così tanti fra le mani che di tanto in tanto ne vedo riemergere uno appartenuto alla mia collezione. E' il caso di una Jaguar E-Type, montata da Jean-Paul Magnette in sette esemplari per il sito americano Miniwerks nell'estate del 2008. Ricordo esattamente quando quel modello - magnifico - arrivò a casa mia. L'abbinamento scelto da Magnette era un rosso carminio con interni in tono rosso. Il mio modello era il numero 2 e sentii la necessità di ringraziare personalmente Magnette con una lettera scritta (vecchio stile) che impostai una mattina presto partendo proprio per la Francia. Ricordi piuttosto lontani ma ben nitidi. Nei giorni scorsi quel modello è riapparso in una pagina di Facebook dedicata ai collezionisti di AMR e, chissà perché, ho voluto pubblicare le foto che gli feci a suo tempo al momento dell'arrivo. Questi modelli all'epoca costavano oltre 1000 dollari.

Le quotazioni oggi si sono un po' calmierate, anche se resta un gruppo forte di collezionisti che in sostanza finisce per vendere e rivendere sempre gli stessi modelli all'interno di una cerchia piuttosto ristretta di appassionati. In questo modo le quotazioni - per lo meno finché sono ancora vivi quelli dello zoccolo duro - non calano. Da anni sostengo che in futuro nessuno più sarà in grado di capire gli AMR, e quindi presumo che fra un decennio o due le quotazioni saranno basse. In pratica gli AMR non conosceranno quel successo intergenerazionale che hanno vissuto i modelli di antiquariato, dai Dinky ai Corgi, tanto per intendersi. Pazienza. Il punto è un altro: nel mezzo dei commenti su questa E-Type, arriva puntuale la risposta di chi dimostra che certi modelli vanno saputi capire: "un peu... vieillot la peinture, peut-etre ou le manque de détails celà date par rapport aux monteurs d aujourd'hui". Ricopio pari pari lo sgangherato francese (e poi dice che gli italiani sono analfabeti. Lo sono ma ci sono altri popoli analfabeti almeno quanto gli italiani).

Tralasciando il commento del tutto disinformato sulla verniciatura, che è come in tutti i modelli di Magnette impeccabile, pretendere da un modello di questo tipo un livello di dettaglio simile a quello esibito dai montatori moderni (quali?) è come ordinare una pizza con l'ananas. La pizza con l'ananas, essendo reale è razionale, come direbbe qualcuno, e quindi la sua presenza potrà anche rientrare nell'ordine supremo delle cose, ma di qui a dire che la pizza con l'ananas sia un qualcosa di appartenente a una civiltà evoluta ce ne corre. Montatori che hanno tentato di far dire agli AMR cose che non sarebbero stati in grado di dire ce ne sono stati e ce ne sono tuttora. Ma uno come Magnette ha capito che un AMR è fatto per essere montato in un certo modo; la natura di questi modelli è così particolare da mal tollerare interventi pesanti, che finiscono puntualmente per cadere nel grottesto. O nell'accumulo di dettagli che genera un cortocircuito di emozioni, quindi nessuna emozione. Ragazzi, questa cosa si capisce o non si capisce: un modello di Magnette va ammirato per altre perfezioni. Per il contorno netto dei dettagli in alluminio, per la precisione millimetrica degli assetti e degli allineamenti, per gli accoppiamenti senza un filo di tolleranza fra pezzi che per loro natura tutto sarebbero disposti a fare tranne che incollarsi insieme con precisione. E' questa la maestria di un uomo che umanamente non ammiro per nulla, ma che è riuscito a fare della semplicità la sua arma imbattibile. I più cattivi dicono che così lavora meno e non rischia. Io però non sono mai riuscito a vedere un montaggio che sfiori appena soltanto l'esattezza e l'assenza di ogni difetto formale dei montaggi di Magnette. Chi vuole mostrarmene uno si faccia avanti.

2 commenti:

  1. Discorso condivisibile se si parla di modelli AMR non troppo "attempati", ma se si volesse montare uno dei primi kit degli anni settanta sarebbe ancora possibile non cadere nel grottesco, parafrasando l'articolo? Secondo me no, non vedo come si possa mantenere un certo equilibrio fra esigenze antiche e moderne.
    Con stima,
    riccardo43

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  2. Difficile dire, caro Riccardo. Forse paradossalmente sarebbe più facile, a patto di rifare quasi tutto. Alcuni John Day hanno linee azzeccate (penso a certe Bugatti) e quindi possono costituire dei modelli di base per interventi radicali.

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